Storie originali > Commedia
Segui la storia  |       
Autore: Alicegym    06/08/2013    1 recensioni
Stivi, Jack, Leo e Alice . Quattro amici che da soli non sono niente ma insieme fanno "Gli Smog", una band creata solo per divertirsi e magari intrattenere quei quattro gatti alla pizzeria di paese. Ma cosa succederebbe se un famoso produttore li scoprisse e li facesse partecipare a un concorso di musica internazionale? Semplice: il chitarrista conquistatore di ragazze, il timido e impacciato batterista, il suonatore di tromba e basso con l'amore dei fumetti e la bella ragazza capace solo di cantare, partono per una incredibile avventura a Londra, coinvolgendo cantati provenienti da tutta europa, colpi di scena e piccole storie d'amore
Genere: Commedia, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mi scuo del fatto che questo capitolo abbia tante divisioni ma mi è venuto così :P Prometto che i prossimi saranno più continuativi... be' buona lettura :)


La base partì e la melodia ritmata invase la stazione, facendomi scuotere le budella. Senza che io le potessi controllare le gambe si mossero a tempo di musica. La mia testa era bassa ad ascoltare il mio momento che appena arrivò, esplosi.
La canzone non era nostra, vecchia e obsoleta ma credo che non ci fosse una traccia più adatta a questo scopo. Dopo circa 20 secondi mi scordai completamente della videocamera e del motivo per qui stavo cantando: poter diventare famosi, il sogno degli Smog. In verità era il sogno di Stivi, non il mio. Ma non lo stavo facendo per me. Lo facevo per loro. Il mio sogno era dimostrare tutto il mio talento e la mia passione nello stare su un parlo, facendo infiammare la gente. Ed in un certo senso lo stavo facendo.
Sorridevo e ridevo, mi scatenavo come non avevo mai fatto prima. La canzone terminò con un assolo di Leo e con un mio salto acrobatico che non facevo mai, per paura che mi facessi male. Inutile dire che non mi feci niente e in più venne molto bene. Grazie adrenalina pensai mentre atterravo.
Tutti intorno a noi applaudirono e urlarono complimenti. Il mio petto andava su e giù e non sembrava intento a fermarsi. Niall, soddisfatto, spense la piccola telecamera.
 
Tutti noi ci catapultammo verso Niall intendi a sapere che ne pensava. Il piccolissimo sorriso che si era formato sulla sua faccia alla fine della canzone era sparito e ricominciò a parlare freddo con Stivi. Il ragazzo fece sì con la testa, si guardò intorno e andò a prendere il cartello giallo su cui avevamo scritto il motivo per cui cantavamo. Noi li andammo intorno e vedemmo che scriveva: “Gli Smog. Stivi:” e poi il suo numero di cellulare. Poi mise il mio nome e il mio numero. Diceva che a forze di chiamarmi perché ero in ritardo per le prove, lo aveva imparato a memoria. Poi dette il pennarello a Jack e poi a Leo che scrissero i loro rispettivi numeri con le mani tremanti. Finito tutto, in completo silenzio, Stivi strappò quel che c’è n’era bisogno e ritornò dal produttore. Niall prese il cartoncino, lo piegò e lo mise in tasca.
«I will call you to give you information. Goodbye» ci disse per poi dirigersi verso un treno in partenza per l’aeroporto. La cosa che in quel momento mi spaventava di più era non rivederlo.
 
3…2…1…«AAAAH» urlai io.
Per tutto il tempo in cui era presente il produttore avevo evitato di gridare, per non sembrare una pazza, ma nel momento in cui non poteva vederci, iniziai a saltare su e giù dalla felicità.
Un controllore mi fece segno di fare silenzio perché stavo spaventato dei bambini. Stivi, che non sembrava intenzionato ad ascoltare il bigliettaio, mi prese in braccio facendomi roteare in aria.
«Sei stata eccezionale» urlò anche lui.
«Sì è vero. Non ti avevo mai vista così scatenata» disse Jack felice.
«E bella» aggiunse Stivi dopo avermi rimessa a terra. Io mi coprì il petto con la mano e abbozzai un grazie.
«Credete che gli siamo piaciuti? Non sembrava molto felice quando se né andato» chiese Leo
«Certo che gli siamo piaciuti! Con dei musicisti del genere» dissi io felice.
«Ma è solo merito tuo splendore» disse Stivi abbracciandomi da dietro e dandomi una bacio sulla guancia. Io non smettevo di sorridere. Jack fornì il solito colpo di tosse che faceva ogni volta che io e Stivi facevamo troppo i teneri o sembravamo fidanzati. Il chitarrista si staccò un po’ da me, ma tenendo comunque le braccia intorno ai miei fianchi.
«Il treno per Lucca partirà fra 10 minuti» sentimmo forte all’audio parlante, come se ci richiamasse.
Dopo aver guardato l’orologio Leo disse: «È vero. Voi mettete a posto, io vado a comprare i biglietti» prendendo il cappello con dentro i soldi.
«Non ci riesco ancora a credere» disse Jack divertito. Il batterista corse via e noi mettemmo a posto l’attrezzatura.
Dopo qualche minuto tornò e vedemmo dietro di Lui un, probabilmente africano, nero che indossava solo stracci saltare chiamando con gioia i suoi amici.
Leo, che si girò un momento ridendo, arrivò da noi e disse: «Lo so, dovevano essere barboni ma sono ugualmente poveri e almeno mi hanno dato in cambio questi». Ci mostrò quattro braccialetti di quattro colori differenti. Erano in stile africano, semplici ma veramente belli.
«Uno ciascuno. Per non dimenticare questo giorno» disse Leo.
«E chi se lo scorda» dissi io, prendendo il braccialetto del mio colore preferito: rosso.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Commedia / Vai alla pagina dell'autore: Alicegym