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Autore: rossanasmith    14/02/2008    0 recensioni
Lei, e il vuoto fuori di sé. Perché San Valentino è la festa degli amanti felici, ma nessuno ha mai riflettuto su cosa pensano gli amanti soli, quando essi siano immersi nella felicità altrui.
Genere: Malinconico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Ne più mai..."

Le piaceva, quel sonetto. Era struggente, sentimentale.

Tamburellò con la matita sul libro, riflettendo. I suoi occhi fissi al di là dello spesso vetro dell'infisso metallico.

Osservava il vuoto, aspettando che il filo dei suoi pensieri riprendesse la retta via. Alle sue spalle, un'accattivante voce femminile pubblicizzava cioccolato di San Valentino.



Tutti felici, tutti felici, tutti felici...



Richiuse il libro di letteratura, avrebbe pensato un altro giorno a Foscolo.

Fissò il cellulare.

Inutile, non aveva nessun uomo che potesse ricordarsi di lei, se non quando c'era bisogno di qualcosa.

La ferita inferta dall'atteggiamento dei compagni di classe nei suoi confronti, la sera precedente, le bruciava ancora, ai margini. O molto, molto più profondamente?

Eppure era cresciuta condividendo le sue ore con la disillusione.

Non sei bella, non sei magra, nessun individuo di sesso maschile si interesserà mai a te, nemmeno per esserti amico. Perchè il tuo affetto è stato represso troppo a lungo per essere moderato, e gli uomini sono solo interessati per raggiungere l'obiettivo generale.

Sbuffò, malinconicamente. L'essere costretta a portare una spessa maschera di cordialità la stancava, più di ogni altra cosa. Era morbosamente attenta a non far trasparire nulla; ogni tanto il sorprendersi a emettere frivole e vuote risate le provocava i conati di vomito.

A volte le piaceva crogiolarsi nella letteratura, trovando versi o brani adatti alla sua situazione. La sua scelta cadeva quasi sempre su Saffo.

"Sono tramontate le Pleiadi,(...)e io dormo sola"

...

Era stanca, stanca di essere la confidente delle ragazze; non le interessava niente di quello che facevano quelle quattro sgualdrine.

Stava con loro solo per essere integrata nel gruppo, perchè aveva avuto sempre paura di rimanere totalmente sola.

Pensò alle bugie di cui riempiva i genitori, alla fastidiosa sorella, al suo gattino, a Jacopo Ortis, al ragazzo per cui le si stringeva il respiro.

Che in quel momento era a cena, a divertirsi con altre stupide, per San Valentino.

Un forte soffio di tramontana scosse gli alberi, fuori.

La tramontana. Le piaceva,il freddo vento del nord.

Una luce perversa le baluginò negli occhi, guardò la matita e il quaderno riposti sul tavolo.

Ripensò ai genitori, alla sorella, all'amato animaletto. In fondo, avrebbe lasciato un'eredità d'affetti sufficiente a rimpiangerla.

Li amava, ma il suo era un amore strano. Era forte, ma voleva qualcosa in cambio.

Spalancò l'infisso. La tramontana l'avvolse,forte, ghiacciata, le frustava il viso, il corpo massiccio, i capelli ingarbugliati.

Strappò un foglio, scribacchiandovi una parola frettolosa. E uscì in terrazza, sorridendo .

Sarebbe sembrato appassionato, sarebbe sembrato commovente.

L'ultima cosa che sentì, fu una lacrima ghiacciata sul viso, mentre si gettava nel vuoto sotto di lei.




Amatemi,

aveva scritto.







Anche se credo sia chiaro, voglio ribadirlo per evitare equivoci:


Nota 1: "nè più mai" è l'incipit di " A Zacinto",Ugo Foscolo

Nota 2: "sono tramontate...sola" è una parte di uno dei frammenti di Saffo

L'autrice

  
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