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Autore: keepxrunning    07/08/2013    7 recensioni
Il cuore mi corse in gola mentre le mie gambe corsero alla porta, trascinando dietro un me assonnato e ancora frastornato. Non capivo bene cosa stesse succedendo, l’unica cosa che riuscivo a pensare era: “Jack”.
Ed era proprio lui. Ubriaco spolpo, con i capelli completamente in disordine, la maglia stropicciata sul petto e ai bordi, con un alone di fumo attorno e una puzza di alcool fatale che lo seguiva come un cane fedele, Jack se ne stava barcollante in piedi davanti a me, reggendosi allo stipite di cemento.
È bellissimo, pensai. E poi mi stupii di questo mio pensiero.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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2.
And I get drunk on you, I lose control and then here I go again.
 

 
Frigo: vuoto.
Dispensa: vuota.
Cassetti: vuoti.
Scompartimenti alti della credenza: vuotissimi.
 
“Ah, che cazzo”.
Sbatto con forza l’anta di legno di uno degli scadenti armadietti, dove di solito stavano sempre delle scatole di cereali, preso insieme al resto del mobilio per la cucina a casa della madre di Rian. Non è stato l’affare migliore della nostra vita, ma qualsiasi cosa purché lei smettesse con l’assillarci dicendo in suo parere eravamo troppo “piccoli” per andare via di casa e facendo la spesa ci saremmo persi al supermercato (sono. fottute. parole. sue.) e non sapevamo farci il bucato vivendo di conseguenza perciò con sempre lo stesso paio di mutande per l’eternità finché non si sarebbero corrose e sarebbero entrati i ladri perché sbadati com’eravamo non avremmo chiuso finestre e porte a chiave e ci avrebbero derubati dei nostri (fottutamente inesistenti) averi per poi ucciderci con un colpo di rivoltella alla gola e omioddio Jack in mutande.
 
“Buongiorno Lexi” esclama tranquillo e serafico come sempre, sorpassando l’arco che delimitava la cucina dal nostro buco di salotto e venendo a darmi un bacio sulla guancia.
Okay Alex, Alex, Alex.
Respira.
Immetti l’ossigeno attraverso il naso, incanalalo nei polmoni, convertilo con quella formula di merda che non hai mai imparato e per la quale hai preso svariate insufficienze in scienze e poi butta fuori anidride carbonica dalla bocca. O era il contrario? Anidride carbonica dentro, ossigeno fuori? Cazzo Alex, l’importante è che R E S P I R I.
“Giorno Barakat. Qualche spiegazione alla totale assenza di cibo?”
“E perché incolpi me, scusa? È Rian il risucchiatutto in ‘sta casa”. Mette su una falsissima espressione offesa che riconosco subito come pretesto per avere attenzioni.
Pensa. Cosa avrebbe fatto il vecchio Alex? Cosa avrebbe fatto l’Alex di mesi fa? L’Alex senza tutti questi problemi? L’Alex etero? Cosa avrebbe fatto l’Alex che non avrebbe ritenuto la faccia che aveva messo su Jack in quel momento fottutamente adorabile?
 
“Dai, amore mio infinito”.
Mi butto su Jack abbracciandolo da dietro e rischiando di strozzarlo mortalmente. Lui annaspa nella mia morsa.
“Lo sai che ti amo sopra ogni cosa al mondo”, faccio assolutamente gay prendendo a sbaciucchiarlo sonoramente. Però Gaskarth, sei bravo a fingere gli atteggiamenti ma a dire la più completa e assurda verità. Sei fortunato che il tuo migliore amico lo ritenga normale. Sempre più paraculato tu, eh.
“Gah…Al…Alex sta fermo cazzo!” sbotta lui fra un mio bacio e l’altro, cercando di liberarsi. Eh no bello mio, col cazzo che mi faccio scappare l’occasione.
 
Jack mi fa questo effetto qua, non so cosa mi prenda. Ogni volta che lo vedo, ogni volta che mi parla, ogni volta che mi è vicino non capisco più nulla. Nel vero senso della parola. Sento il bisogno di saltare e saltare e saltare fino al soffitto come se avessi le ali ai piedi. Devo mettermi in mostra, devo sfruttare tutte le mie energie, perché Jack mi fa sbarellare. Non sono più io se lui è qui. Vado totalmente fuori di testa, spedito fuori dall’orbita,  sentendomi molto stupido e molto gasato insieme.
Jack è come una droga, la migliore che abbia mai assunto: mi penetra dentro, mi entra nelle vene e arriva al cervello, mandandomelo completamente in extasi, facendomi sentire totalmente nuovo e migliore e stupendamente felice. Quando sono con lui, ho la sensazione di poter fare tutto.
E come le droghe migliori, ne ho un costante bisogno: non posso stare un singolo giorno senza di lui. È maledettamente stupido da dire, ma è come se la vita per me si bloccasse, stoppata in questo attimo nel tempo, subito dopo che Jack se n’è andato, tutto si paralizza e non ha più senso andare avanti. Se Jack non c’è, pure una parte di me non c’è. Mi sento vuoto, solo, completamente abbandonato.
Ho un costante bisogno di lui, non ci posso fare nulla, mi manca così facilmente. Ed è quando mi manca che mi sento peggio. Non provo assolutamente nulla, se non questo sordo dolore al petto che mi fa mancare il respiro e mi svuota completamente la testa di qualsiasi pensiero che non riguardi Jack. È come un’apnea soffocante fino al momento successivo in cui lo rivedrò e fino a prima non riesco a vivere. Ho bisogno di lui per farlo. Ho bisogno di Jack per vivere.
Eppure, mi tengo tutto dentro. Non capite com’è fottutamente difficile. Non capite com’è svegliarsi la mattina e sapere che lui non è e non sarà mai tuo. Non capite com’è vederlo sorriderti e sentire che sì, va tutto bene, il mondo non è un brutto posto; per poi osservarlo girarsi ed elargire sorrisi ad altri, ad altre, a persone che non sono te e non lo amano nemmeno un centesimo di quanto lo ami tu. Non capite com’è volerlo al tuo fianco ogni secondo di ogni giornata di ogni settimana di ogni mese di ogni anno della tua patetica esistenza, che potrebbe essere mille volte migliore se lui fosse solo tuo. Non capite com’è desiderarlo così disperatamente che fa male, che ti fa sentire un macigno di tonnellate sul petto, che ti fa venir voglia di buttarti sul pavimento e piangere tutte le tue lacrime fino a seccarti gli occhi. Non capite com’è sognare in segreto di abbracciarlo stretto facendogli sentire il tuo cuore imprigionato nella cassa toracica che batte come un forsennato al suo stesso ritmo. Non capite com’è bramare di baciarlo, di baciarlo profondamente, di baciarlo come se foste più di semplici fottuti amici, baciarlo per fargli sentire che è lui, che è lui quello giusto, che è lui l’unico e il solo, che volete passare tutta la vostra vita con lui, perché lui semplicemente la rende bella. Non capite com’è sognarlo ogni notte, non capite com’è svegliarsi poi la mattina e ritrovarselo nel letto accanto senza poterlo toccare e accarezzare nel modo che vorreste voi. Non capite com’è sapere già in partenza che è un amore impossibile. Non capite com’è sentirsi talmente orribili e insignificanti per lui mentre ti ronza attorno avvinghiato ogni giorno a una ragazza diversa. Voi non lo potete capire, nessuno può. Tutto questo mi sta disintegrando lentamente, smontando a poco a poco ogni pezzo del mio essere.
Ma io, io che faccio? Vado avanti. Sì Jack, non ti preoccupare, sono il tuo migliore amico. Certo, certo che te la presento la biondina dalle tette grandi con cui stavo parlando prima. Oh, vuoi dormire con me? No tranquillo, nessun problema. E se domani dormirai nel letto di una ragazza invece, dopo averci probabilmente scopato insieme, non importa, figurati se mi interessa, è giusto così, geloso io? Mai, che ti salta in testa.
Non ce la faccio più. Ma sorridi Alex, sorridi.
 
“DI’ CHE MI AMI BASTARDO!”.
Jack cerca di scoppiare a ridere, ma viene preso d’assalto di nuovo dalla mia bocca e dalle mie braccia che lo stringono sempre di più.
“Sì…sì, ti amo! Ti amo Alex! Ti-ti…PORCA PUTTANA HO DETTO CHE TI AMO”. Come, come vorrei che queste parole fossero vere, che le pronunciasse seriamente, non per un fottuto gioco. Mentre le urla, schiacciato sul mio petto, spero che non percepisca il mio cuore impennarsi e ingranare la marcia, al solo pensiero che quelle frasi siano vere.
“CON SENTIMENTO!”. Adesso prendo pure a scompigliargli i capelli con le nocche della mia mano chiusa a pugno.
“COME CAZZO FACCIO A DIRTELO CON SENTIMENTO CHE SONO IN PUNTO DI MORTE!”.
 
In quel mentre, Zack e Riano entrano i cucina. Ragazzi, dovreste vedere le loro espressioni adesso: sono tipo la cosa più figa che abbia mai visto (oh scusami Jack, dopo di te ovviamente). È come stare davanti alla tv e scorrere i programmi televisivi per vedere le diverse porcherie che ti sfilano di fronte agli occhi. Ci fissano intensamente con quei loro occhi scuri.
Prima sono solo molto, molto scioccati. Poi la loro espressione si sbiadisce e rimangono solo molto, molto stupiti. Passano dall’imbarazzo alla confusione più totale in tre secondi netti, nel vederci così. E, gran pezzo finale, si scambiano la loro fraterna occhiata segreta del genere siamo-in-una-band-con-due-coglioni-gay. Ah ah. Divertenti. E comunque, l’unico gay qua sono io.
 
“Che. cazzo. state. facendo.” Scandisce lentamente Rian, senza la minima ombra del suo solito sorriso contagioso. Non riesco a capire se è molto molto scioccato o solo molto molto stupido: io tengo in ostaggio Jack per il collo torturandolo di baci come una vera e propria ragazzina obbligandolo a dirmi che sono l’amore della sua vita mentre lui cerca disperatamente di sfuggire. Mi sembra palese, no?
“Sta…cercando…di…u-uccidermi”, ringhia Jack mentre gli tiro il collo indietro, bloccandogli leggermente le vie respiratorie e facendogli schizzare gli occhi fuori dalle orbite. Non so perché continuo a tenerlo bloccato; trovo questa situazione fottutamente divertente.
“Okay, fa’ pure”. Zack alza placidamente le spalle, dirigendosi verso la credenza mentre il nostro batterista si accascia pesantemente sulla sua sedia designata. Guai a rubare il posto a Rian. Ti potrebbe ficcare le bacchette su per il culo. Quello è il suo posto, sulla sua sedia, lungo il suo lato di tavolo, nel suo angolo di cucina. È peggio di un dittatore, giuro.
 
Sempre tenendo Jack a me, che ormai si è abituato alla mia opprimente presa di potere, osservo semi divertito Merrik girare come un tornado per la cucina, aprendo e sbattendo cassetti e ante, controllando ogni angolo più remoto di scomparti, frugando fino a fondo in tutta la credenza, rovistando con gli occhi l’intero frigorifero, per poi venir colpito dal fatto che io già da parecchi minuti avevo scoperto: non c’era più cibo. Nulla di nulla. Nada. Vuoto totale. Zero.
Avremo dovuto vivere di aria e di acqua del rubinetto, finché non saremo diventati smunti e patiti come cadaveri e allora avremo cominciato ad adocchiarci fra noi come potenziali prede, fino a che un giorno non saremmo diventati cannibali a tutti gli effetti e avremmo attaccato per primo Zack, perché, si sa, è quello con più muscoli e di conseguenza più carne da addentare. Poi sarebbe venuto il turno di Rian, poi di Jack e poi di me. Ma so già che se non avevo il coraggio nemmeno di baciarlo, figurarsi se potevo prendere in mano la mia vita e mangiarlo. Piuttosto la morte mia che quella di Jack. Non avrei mai potuto vedere il suo bel sorriso dolce e sornione rosolarsi al punto giusto sotto i miei occhi.
 
“Ragazzi, qua non c’è una minchia!”
“Alleluia!” urlacchio al soffitto, ricordandomi quanto sembro un vecchio cowboy macilento del Far West quando lancio questi impropri con voce da assoluto gay all’ennesima potenza e ricordando a Zack che idiota totale sia.
Bravo bello, bravo. Applausi? Medaglia al valore? C’eravamo già tutti arrivati. Ora, muovi il culo e risolvi la situazione come al tuo solito.
Per tutta risposta, mi tira dietro uno dei suoi sguardi da serial killer e sbuffa frustrato.
“Chi doveva andare a far la spesa questa settimana?”. La voce di Rian, minacciosa come un temporale che incombe in lontananza seguendo il basso profilo dell’orizzonte, mi fa bloccare un attimo.
Cercando di cavarcela alla bell’e meglio, noi quattro abbiamo stilato una specie di “tabella di marcia” appena messo piede nell’appartamento (più che per noi, per far contenta la madre di Dawson, ma dettagli). Consiste in questo schema preciso e funzionale in cui sono incolonnati i vari incarichi necessari da svolgere per portare avanti la baracca e sotto il nome di uno di noi per ogni settimana, seguendo un rispettoso circolo sempre uguale. Chi una volta fa la spesa, chi lava e stira la biancheria, chi pulisce, chi rifà i letti e via dicendo.
Dio, mi sembra di tornare piccolo a causa di questo fottuto piano settimanale, ai tempi degli anni in cui facevo parte degli scout e ogni estate, al campeggio estivo, ci venivano assegnati i nostri compiti da “bravi lupetti”. Il passato oscuro di Alexandre Gaskarth. Se solo ci penso mi vengono i brividi: come faceva uno che adesso è così ribelle e – modestamente – carismatico a eseguire tutti quegli ordini senza fiatare? Che poi, mi ci vedete a scendere al torrente con i panni sporchi in una cesta di vimini sotto braccio e magari pure le treccine e il grembiulino per andare a lavarli? Stramega cazzata. Come ho potuto abbassarmi a tanto.
 
C’è un attimo di silenzio carico di attesa nella cucina. Oddio, e se toccava a me? Se è colpa mia se diventeremo cannibali e ci nutriremo di noialtri? E se mi sbattessero fuori di casa e dalla band per non avere svolto il mio lavoro? E se Rian mi spappolasse la faccia chiudendomela nel forno?
Signore, ti prego, fa che non toccasse a me. Fa non fosse il mio turno di supermercato. Se ascolti le mie preghiere, ti prometto che andrò a fare la spesa io tutte le settimane, tutti i giorni pure, spenderò di tasca mia e acquisterò cibo per un intero plotone se necessario. Ti prego non voglio diventare un cannibale anonimo senza casa e senza band. Tipregotipregotiprego.
Sento Jack farsi stranamente piccolo fra le mie braccia, e un pensiero mi folgora.
“Jack!” esclama Zack dal nulla. Uh? “Toccava a quel coglione di Barakat questa settimana!”.
“Ehm…” tenta il ragazzo appoggiato a me in sua difesa. Ah, sei morto idiota. Morto morto morto e stramorto. “Vedete il fatto è che…”
“ADDOSSO!”.
Oh no ti prego.
All’improvviso sento due grandi pesi schiacciarmi ai lati. Le braccia di Zack e Rian si vanno ad unire alle mie nel tentativo di strangolare Jack, solo che loro sono fottutamente seri. Oddio, sono seri? No dai, non possono volerlo uccidere sul serio. Possono?
Mani, piedi, calci, spintoni, braccia che schizzano di qua e di là, improvvisamente diventiamo tutti e quattro un unico ciclone umano auto-distruttivo.
Sento i loro corpi premere contro di me, su di me, accanto a me, e non capisco più nulla se non che ahi!, cazzo quella era una manata di Jack e auch!, quella era la scapola di Rian che mi si conficcava nel basso ventre e porca puttana!, Zack perché sei così fottutamente pesante! Spostatevi tutti cazzo! Allontanatevi! Non respiro, merda! Sono compresso!
Altro che quattro innocenti ragazzi, sembriamo una mandria di bufali appena marchiati a fuoco impazziti, mentre in simbiosi ci trasciniamo a suon di spintoni e insulti verso il salotto, schivando per un pelo lo spigolo del tavolo che avrebbe potuto lasciarci tutti secchi o senza un occhio.
 
E poi, tutto diventa ancora più fottutamente veloce.
So solo che un minuto prima ero in piedi, schiacciato dai miei tre amici pazzoidi, un minuto dopo mi ero schiantato sul divano con Jack sopra di me e le sue labbra premute con forza sulle mie.
E vengo spedito dritto dritto in Paradiso.
Non so come sia potuto succedere, forse nella foga del violento battibecco, forse con tutti quegli spintoni che ci stavamo dando, forse lui improvvisamente si è ritrovato addosso a me con la bocca che toccava la mia e di peso mi è caduto tutto addosso andando a cozzare sul divano.
Non fraintendetemi, ho già avuto modo di poggiare le labbra su quelle di Jack. Ma mai per più di un secondo, mai seriamente, mai senza tutto uno scherzo e un gioco infantile dietro, mai con la mia piena e consapevole voglia di baciarlo sul serio. Questa volta è diverso, almeno da parte mia. Non capivo più nulla, era tutto buio e confuso e scalciante e frastornato, prima che le labbra sue si posassero sulle mie.
E sono morbide.
E sono dolci.
E sanno ancora un po’ di sonno, ma questo le rende solo ancora più meravigliose.
E sono invitanti e calde.
E sono tutto quello che ho sempre voluto.
E sono la cosa più buona che abbia mai assaggiato.
Siamo lì impalati sul divano, lui con gli occhi sbarrati che sta fermo immobile, io che chiudo gli occhi e comincio a baciarlo sul serio. Schiudo piano le mie labbra e accarezzo le sue, incurante che per lui molto probabilmente è tutto un fottuto errore e Rian e Zack mi stanno osservando sconvolti. Voglio solo baciarlo. Voglio baciarlo adesso come non l’ho mai voluto prima, proprio ora che ho il suo sapore addosso. Mi sento forte, molto forte, e bello, bellissimo, come non lo sono mai stato. O forse quello bello qui è il bacio?
Non serve che vi dica che il mio corpo è in completo e totale subbuglio, perché lo immaginerete già. Cuore, polmoni, sangue, battiti, gambe, braccia. Tutto, tutto si è fottuto. Non rispondono più se non per farmi sentire una tempesta dentro. Macché dico una tempesta, un uragano intero. Un maremoto. Un ciclone enorme. Un cataclisma.
 
Ma proprio mentre le mie mani si allungano verso i suoi fianchi, Jack si stacca precipitosamente. Le sue labbra si sciolgono dalle mie lasciandomi vuoto e freddo con una sensazione di colpevolissima paura di avere fatto qualcosa di sbagliato.
Ed evidentemente è così. So che è così.
In fretta e furia, il mio migliore amico si solleva con un guizzo di bicipiti dal mio corpo, e barcolla un po’ si rimette in piedi. È accaldato e rosso sulle gote, ma credo che sia per la rissa di prima più che per il bacio, e con le mani che tremano si sistema la t-shirt dei Blink-182 tutta stropicciata.
Ma è quando alza lo sguardo su di me, che mi sento cadere in un baratro.
I suoi occhi, i suoi bellissimi occhi nocciola che tanto amo, sono colpi di disprezzo e disgusto. Ma disgusto per chi? Per me? No, no, no, non può essere per me. Vi prego ditemi che ho un qualche orribile insetto da schiacciare sulla punta del naso.
Ma Jack fissa proprio dentro i miei occhi, mentre io sono ancora sdraiato sul divano con il cervello e lo stomaco sottosopra e il suo sapore sulle labbra.
Mi odia. Mi odia sicuramente. Oh dio, perché non sto mai fermo? Perché sono sempre così impulsivo, specialmente nei riguardi di Jack? Mille pensieri uno peggio dell’altro sfrecciano a velocità supersonica nella mia mente.
“Ma che cazzo fai, si può sapere?!”. Sta urlando, sta urlando contro di me. No, ditemi che è tutto un brutto sogno. Ditemi che adesso io mi sveglio spossato e madido di sudore nel mio letto con ancora la sveglia che deve suonare e la giornata ancora da svilupparsi. Vi prego, qualcuno inventi un fottuto tasto “indietro veloce” per la vita. Rinuncio pure al fatto di avere baciato la persona che amo di più, se può finirla di guardarmi così.
Sento il mio cuore smettere tutt’ad un tratto di battere e incrinarsi pericolosamente, come vetro soffiato sfiorato da un proiettile. E so che il proiettile colpirà.
“Ti metti pure a baciarmi adesso?! Che ti salta in mente, cazzo?!” .
Se ne va furente, lasciando la stanza e un Zack e un Rian spettatori allibiti.
Crack.
 
 
 
salve bastardi.
Vorrei scusarmi intanto infinitamente per averci messo così tanto e avervi fatto venire la barba e la dentiera nel bicchiere ma non avevo idea che avrebbe avuto così tanto “”””successo””””. Perché, ehi, 6 seguiti, 3 preferiti, un ricordato e ben 100 persone che hanno letto lo scagazzo di topo del primo capitolo (*si appunta di comprare 100 mazzi di fiori per la lapide*)? Io boh, siete l’unica cosa bella di quest’estate di merda con la emme maiuscola e la doppia sottolineatura. E quindi, siccome il giorno dopo sono partita per l’Inghilterra, non ho avuto modo di aggiornare fino ad oggi.
Come seconda cosa, vorrei scusarmi per il triplo scagazzo di topo farcito con vomito di gatto epilettico che è venuto fuori questo capitolo. È molto scoraggiante da dire visto che è solo il secondo, ma ero proprio già a corto di idee (ho già detto la parola s c o r a g g i a n t e?); giuro solennemente che il terzo sarà uno spettacolo spettacolare, e anche più divertente. Ero in una mia fase altamente depressa in questo.
E e e eeeee Alexander William Testadicazzofuriosa Gaskarth ha baciato Jack. Sei nella merda pupo (scusate gli scleri dovuti alle sole due ore di sonno e alle altre attaccate al pc a cazzeggiare amorevolmente su twitter.)
Cosa succederà adesso? *tan tan tan taaaan*
Recensite recensite recensite, anche se lo so che fa davvero davvero davvero pena e i faccio davvero davvero davvero schifo. Se lo fate, rifornimento di caffè a vita e un Zack Merrick personale.
 
Stay in drugs, don’t do school.
xøc

 
  
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