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Autore: SakiJune    14/02/2008    4 recensioni
E' il seguito di "Like A Mother". Ci sono ancora dolorosi segreti, nel passato dei nostri protagonisti. Sappiamo già quale grande sentimento unisce i due insegnanti di Hogwarts... ma quale ruolo hanno avuto nelle vicende della Prima Guerra? Nessuno, potrebbe sembrare, però...
Sacrificio, coraggio, partecipazione e amore.
Ultimo capitolo - Don't pass me by
Spoiler del settimo libro.
Genere: Romantico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Filius Vitious, Pomona Sprite, Sirius Black | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Like A Mother'
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Eccovi un nuovo capitolo! Bacioni, Saki


lyrapotter
: come vedi la sbornia di Alastor non è molto allegra, però è vero... non mi smentisco quando caratterizzo Remie, vero?
ladymarie: spero proprio che apprezzerai anche se ti ho già spoilerato quasi tutto in chat. Come vedi c'è ben poco che non ti ho detto^^ non ti chiedo di scegliere tra nessuno, anzi: va beh, ok, tra Kingsley e Elphias? non fisicamente... è chiaro!
ferao: grazie di seguirmi così fedelmente! un bacione!









It seems I always get unstrung

I trip on my tongue
With words that come out somethin' else.
I'm so afraid the things I say
Might chase you away,
I have to hide behind myself.




Un mago dall'aspetto distinto si avvicina a stringerci la mano. Mi è stranamente familiare, ma in un modo così impercettibile che non ci faccio quasi caso.
- Ma chi si rivede. Mi dovresti una rivincita, eh, da quella volta a Hampstead Heath. Quanto tempo è passato... dunque... millenovecentoquarantatré, o sbaglio?
- Quarantadue.

Oh, ma per piacere... un altro fissato con i duelli?

- Oooh... la tua signora, immagino.
- Lo sarà presto, se il vecchio Slughorn non decide di soffiarmela da sotto il naso.
Mi volto verso Filius, indispettita da quelle parole... ma poi capisco. E sorrido. Questo è il suo vero carattere, la sua ironia, e d'improvviso non mi dà affatto fastidio...
- Ti ricordo che di vecchio ci sono rimasto io. Molto piacere, Elphias Doge.
Sembra davvero molto anziano, e gentile, anche. Ma devo trattenermi dal ridere, accidenti... è proprio vero. Il suo cappello è venti volte più strano di quello di Dedalus Diggle. Di nuovo quel déjà-vu, che dura un attimo.
Remus si fa largo tra la folla con un sorriso. - Mollali, Elphias. Saranno affamati. Professor Flitwick, Professoressa Sprout... se volete favorire vi consiglio di affrettarvi.
- Eh-oh? Parla come mangi, Lupin! - brontola un tizio dall'aria losca, seminascosto da una poltrona, indaffarato con degli strani oggetti che tira fuori da un sacco e osserva controluce. - Intende le tartine. Stanno finendo, e la signora Tonks si sta strappando i capelli.
- Dung, metti via quella roba, immediatamente! - ordina Doge. - Non sei alla Testa di Porco, siamo a un matrimonio, se non te ne sei accorto!
Il tizio sogghigna. Ha un aspetto davvero poco rassicurante. Occhieggia verso di noi:
- Uh-uuh... carina quella spilla, amico, a quanto me la vendi?

Un silenzio glaciale.
Sento che sto per scoprire quel segreto.
Ma nel modo peggiore.

- Fuori di qui, Fletcher. Ti chiamerò io se e quando avremo bisogno di te. Ma lascia i tuoi sporchi affari fuori di qui - La voce dietro le nostre spalle è calda, profonda, ma perentoria. Appartiene ad un bell'uomo dalla pelle scura, che porta una veste particolarmente originale.

- Eeehi! E' così che ripagate il mio aiuto? Abbiamo ancora un gran bel po' di lavoro insieme, Kingsley, e l'idea è mia, te ne sei dimenticato?

- Non è mia abitudine dimenticare, Fletcher, ma preferirei parlarne in un'altra occasione. Si dà il caso... - lo strattona per una spalla e lo prende in un angolo, abbassando la voce - si dà il caso che quello sia il contrassegno per coloro che hanno perso qualcuno della famiglia nella Prima Guerra. Ne ha una la signora Weasley, una il signor Bones... ma non credo che faresti una bella figura a metterci le mani sopra, come hai fatto con la roba dei Black... come ho detto prima, non dimentico niente. Non è nemmeno oro massiccio, Dung... - terminò strizzando l'occhio, mentre l'altro dava segno di vergognarsi almeno un po' di quella battuta infelice.

Lo sguardo che rivolgo a Filius è inequivocabile. E la stretta della sua mano, improvvisamente fredda, è solo il principio della sua risposta.

Nella penombra di una stanza

(come ci siamo arrivati? come siamo riusciti a farci largo tra gli altri invitati? io non me lo ricordo)

mi rendo conto che la verità è sempre più orribile di qualsiasi supposizione.

- Avevo un figlio. Non ha importanza che ti racconti chi fosse la madre... non ci siamo mai amati veramente. Ma per me lui era tutto. Era giovane, e... alto, forte, pieno di vita. E odiava le ingiustizie, tanto da unirsi all'Ordine non appena diplomato a Hogwarts. Ero così orgoglioso di lui... e la cosa più incredibile era che non si vergognava di me, neanche da bambino. Sì, questo mi ha sempre stupito, sai.

- Come? Che cosa? - balbetto incredula, mentre un groppo mi sale alla gola. - Non ho mai sentito parlare di... allora, non ho mai letto o sentito niente su-

- Fen-wick. Benjamin Fenwick. Non era così folle da usare il suo vero cognome... avrebbe messo in pericolo entrambi. Inoltre, se fosse riuscito a far credere di essere un purosangue... avrebbe potuto fingere di passare dall'altra parte, e infiltrarsi tra di loro... oh, sì, cara, era coraggioso fino a questo punto... ma non servirono a nulla tutte le sue precauzioni, non riuscirono a salvarlo... cadde come gli altri, come i McKinnon, come i Prewett, ma fu ancora peggio per me. Perché sai, Molly Weasley poté almeno dire addio ai suoi fratelli, dare loro un'ultima carezza...
Ma io non ho rivisto mai più mio figlio, nemmeno da morto.
Lo fecero a pezzi, 'Mona! Quelle bestie immonde... non mi lasciarono nemmeno un corpo da poter abbracciare...

- Perché ce l'hai tanto con Alastor Moody? - dico in un soffio, come se avesse importanza, dopotutto.
- Non volle che gridassi al mondo chi era Benjy per me... dopo. Disse che non sarebbe servito a nulla, se non ad attirare su di me l'attenzione dei Mangiamorte. Io allora volevo morire... non aspettavo altro. Se non fosse stato per Albus, io...

Non riesco a trattenermi: - Anch'io, allora, volevo morire insieme a mio padre. Se non fosse stato per Minerva... Ma sono una stupida, non posso confrontare il tuo dolore con il mio!

- No, Pomona. Puoi farlo. Perché io per trent'anni ho avuto la gioia di veder crescere Benjamin, di essere orgoglioso di lui e delle sue scelte. Tu non hai mai potuto gustare questa sensazione, per colpa di Rufus. Perciò, cara... ora che sai tutto, ora che non avrò più bisogno di raccontare ancora questi miei ricordi, ti prego di non provare pena per me, non più di quanta ne provi per te stessa.

Pena?
Come potrei provare semplicemente pena per lui?
Io credevo che sapesse che cosa significa per me averlo accanto...

Sentirmi desiderata da lui... nonostante non possieda la sua saggezza e la sua cultura, nonostante non sia una strega elegante e non sia sempre coraggiosa come dovrei e per quanto a volte desideri davvero diventare una pianta, estraniata dal mondo che si fa sempre più buio...
Ma non servirebbe a nulla.
Perché anche il più insignificante arbusto prova dolore quando una sua foglia viene strappata... o una sua radice, se è per questo.

- Ti amo tanto... tanto... non dire una cosa del genere, mai più...



Torniamo dagli altri. Qualcuno ha messo su della musica, a basso volume però. Tonks
(la signora Lupin, dimenticavo...)
cerca di trascinare Remus al centro della stanza, ma lui sembra imbarazzato. Approfitta del nostro ritorno per lasciarla con una scusa e chiedermi:

- Te l'ha detto?

Gli faccio cenno di sì. Vorrei dire qualcosa, qualsiasi cosa... ma non mi viene in mente nulla. Il chiasso che viene dal tavolo, poi, coprirebbe la mia voce.
Moody sembra davvero aver perso il controllo. Ha cominciato a elencare tutti gli amici perduti combattendo Tu-Sai-Chi, innaffiando ogni nome con un sorso di Whisky Incendiario; scuote la testa, si asciuga le lacrime e grugnisce, poi riprende.

- A James e Lily Potter, a Frank e Alice Longbottom...

(non è necessario morire davvero per essere delle vittime. c'è qualcosa di peggio della morte... ecco perché Augusta porta quella spilla...)

- Smettila, Mad-Eye - grida Tonks. - Io sono la sposa, è chiaro? E oggi bisogna divertirsi, non piangere o far piangeregli altri, è chiaro?

Ma lui è talmente fuori di sé che la guarda tra il paterno e il dispettoso e prosegue.

- A Sirius Black...

- Stronzo!

Remus si stringe nelle spalle. - Le giuro che non l'ho mai visto in questo stato.

Dora non ha più voglia di ballare, non ha più voglia di ridere...
Si butta sul divano, subito raggiunta dalla signorina Jones, un'altra ragazza che ho avuto il piacere e la sfortuna di avere a Hufflepuff.

- A Caradoc Dearborn, Edgar Bones, e Benjy Fenwick...

Non ho il tempo di voltarmi, è questione di un attimo.

Filius salta su una sedia, proprio di fronte ad Alastor, sul punto di sfoderare la bacchetta. Tutti ammutoliscono.
E' la sfida che aspetta da vent'anni, è qualcosa di tremendamente importante, qualcosa che non posso comprendere a fondo ma che mi auguro si concluda nel migliore dei modi...
- Potresti... per favore... pronunciarlo correttamente?

Moody sbatte il bicchiere sul tavolo e stringe le labbra in una smorfia indecifrabile.

- Hai vinto, professore. Ci siamo tutti dentro comunque. Non è così, ragazzi? - Il suo Occhio magico si posa su ognuno di noi, indistintamente. La sua espressione è terribile, quando si ferma su di me.

- A Benjy Flitwick... va meglio così?

Certo che va meglio. Lo leggo negli occhi del mio uomo, che si inumidiscono e brillano di commozione, mentre gli sembra di aver finalmente ricevuto ciò che per troppo tempo gli era stato negato...

Ma Moody non la smette di guardarmi. Che cos'ha con me? Che c'entro io? Non ho avuto figli da immolare in guerra, non ho mai fatto altro che starmene nelle mie serre per tutto il tempo, senza immaginare una vita diversa da quella che mi ero scelta, e le mie sofferenze, per quanto mi sembrassero enormi, si sono dimostrate semplici scherzi del destino, senza nulla di preordinato o eccessivamente crudele alle loro origini.

- Ci siamo tutti dentro, ho detto, e non lo ripeterò più. Và, che se non fosse stato per quell'incapace del caro Ministro...

- Adesso basta, Alastor!

Elphias Doge si tira il cappello sulla fronte, irritato. - Credo che Remus e la sua giovane signora ne abbiano abbastanza. Credo anzi di parlare a nome di tutti gli invitati.


Mentre tutto ritorna più o meno alla normalità, e riesco a fare quattro chiacchiere con Nymphadora e Hestia, bermi un po' di Burrobirra, ma soprattutto, finalmente, sedermi... mi accorgo che si è fatto veramente tardi. Sulla strada per il castello, ho tempo per riflettere. Chi è questa persona così forte e dignitosa, che non ho mai visto senza un sorriso sulle labbra, che non si prende mai troppo sul serio, per cui i compromessi sono quanto di più fastidioso esista? Possibile che abbia saputo convivere con tanto dolore? Che cosa, che cosa gli ha dato ogni giorno la spinta per andare avanti, dopo essere stato amputato di una parte di sé?

Perché è così che ci si deve sentire quando si perde un figlio. Non è vero? E' così che mi sentirei io se...

(non puoi fare un confronto, datti una regolata, Pomona. Neville non è tuo figlio.)

- Forse non sei ancora pronta per sapere cosa volesse dire Moody quando parlava di Rufus. Ma potrebbe farti sentire meglio, dico può darsi. Ti sembra di non esserci abbastanza dentro, non è vero? Eppure...

- Dimmelo.

- Ti ricordi quando ti dissi che Albus fece di tutto per tirare fuori tuo padre da Azkaban?

Lo ricordo, ma non vedo un collegamento... posso solo fare di sì con la testa e attendere una nuova rivelazione che suppongo sarà altrettanto dolorosa delle precedenti...

- Credi che fosse solo l'affetto che provava per te, a spingerlo?

Mi sento un poco offesa e ci rifletto su... ma Filius non mi permette di pensar male troppo a lungo:

- Anche. Anche per te, cara...

Mi illumino, credo di capire, di afferrare il senso di ciò che vuole dirmi:

- Vuoi dire che erano amici? Mio padre e Albus, e... ma certo... - D'improvviso ricordo come e dove avevo già incontrato Elphias Doge. Ero bambina, con il vestitino e i capelli sporchi di terra e foglie, a giocare tra i rami bassi del grande albero nel giardino di casa, e l'avevo visto materializzarsi e salutarmi con un sorriso prima di bussare alla porta. Forse mi aveva anche offerto un'Ape Frizzola. E' tutto molto confuso, ma anche vivido, in un certo senso.

- Era tra i fondatori dell'Ordine, sin da quando Tu-Sai-Chi e i suoi seguaci avevano cominciato a rappresentare una minaccia. E come ha detto Alastor... se non fosse stato per il tuo ex marito, chissà. Forse non l'avresti perduto. O forse anche tu, ora, indosseresti questa spilla.

Amore, amore mio. Noi siamo lo specchio l'uno dell'altra. Noi siamo... così... uguali. E lotteremo, come sempre, a modo nostro, nel campo di battaglia di cui conosciamo ogni pietra, ogni, angolo, ogni scalino, e che ha nome Hogwarts.

"Perché l'ignoranza è la strada più breve verso il Male"




(continua)
   
 
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