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Autore: Melissa_    07/08/2013    1 recensioni
Dal Primo Capitolo:
'Erano anni che non lo vedevo, eppure adesso era d’avanti a me. Mi scrutava e sorrideva a malapena. I suoi occhi chiari mi perforarono come la prima volta. Pensare che circa dieci anni fa avrei ucciso questo essere con una forchetta, unica arma disponibile per una bambina di appena otto anni, adesso, a vederlo in un ascensore di una Costa Crociere a circa 30 ore e 1600 km di distanza da casa, per picchiarlo avevo solo una borsetta e sinceramente non avevo nemmeno la forza di farlo. Eravamo solo io e lui sul ascensore.
“Ma sei Emiliana?” mi chiese l’essere di fronte a me.
“No, sono sua cugina.” Dissi sbuffando.
“Il senso dell’umorismo non l’hai perso, Emi” ed eccolo là il suo splendido sorriso. Sto per dirgli che lui è rimasto il solito deficiente di un tempo quando le porte dell’ascensore si aprono. Esco velocemente, sento già il cuore a mille a causa del suo sorriso.
“Ma sei in crociera con Patty?” Boom. Aveva gettato la bomba.
“No, sono con la scuola.” Risposi fredda velocizzando il passo e allontanandomi da lui. Lo odiavo a otto anni e dovevo continuare in eterno.'
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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OOOPPPSS SOORPRESA! :D 
Ringrazio: -Minelli per la recensione :D 
               -
_Sognatrice_ che ha aggiunto la storia tra le preferite :D 
               -
cardie9980 che ha aggiuto la storia alle seguite :D
               -
Tutti quelli che hanno letto la storia in silenzio :** 
Spero che questo capitolo vi piaci e spero come sempre che qualcuno lasci una piccola recensione, come ho già detto sono qua per migliorare e quindi accetto critiche e correzioni. Buona Lettura e al prossimo capitolo :**



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Martina mi guardava sorpresa e continuava a dirmi che dovevo finirla. Le altre mie compagne di cabina dormivano belle e beate e ci restava solo un giorno su quella crociera. Sentivo Martina parlare e parlare ma non le rispondevo più ormai stavo sognando.
“Oddio scusa!” urlò Davide trovandomi in bagno mezza nuda. Cercai di coprirmi di più ma quello era solo un asciugamano.
“Pensavo ci fosse Patty..” si giustificò, restando di fronte a me scrutandomi. Avevo tredici anni e già ero in possesso di piccole curve. I suoi occhi percorrevano ogni mio centimetro di pelle scoperta. Il collo, le braccia, le cosce, le gambe. Sospirò.
“Ci sono solo io in casa, Davide. Come sei entrato?”
“La porta sul giardino era aperta..”
“oh..” Lo vidi guardare improvvisamente il pavimento e girarsi di scatto verso la porta del bagno.
“ Va be io vado..” disse uscendo dalla mia vista.
Mi svegliai sudata e ansimante. Accesi la piccola abat jour alla destra del letto e guardai l’ora. Le 05.30. Mi decisi a fare una doccia, indossai dei pantaloncini e una t-shirt e uscì dalla cabina ascoltando della musica dal mio mp3. Non era nemmeno l’ora della colazione quindi sperai non ci fosse nessuno in giro. Mi sdraiai sulla sdraio e iniziai a canticchiare quando due mani grandi si appoggiarono sui miei occhi. Urlai per la paura prima che una mano si spostasse sopra la mia bocca.
“Shhh, sono io!” sussurrò il professor Alvisini. Gli morsi la mano. “Hey, ragazzina!” mi richiamò.
“Professor Alvisini mi ha fatto prendere uno spavento, ma è impazzito?!”
“Devo proprio risponderle signorina Bordonaro?” disse malizioso. “Vieni in cabina con me? Ti prego..” mi implorò.
“Professore non c’è Lucarelli con lei?”
“No, se la fa con l’insegnante di arte.”
“Ma non è sposato?” chiesi sconvolta.
“Anche lei. Mi devi chiamare Alessandro!” mi soffiò sulle labbra. Cercò di baciarmi ma mi spostai. Lui rimase deluso.
“Non posso venire con te in cabina.” Dissi allontanandomi da lui.
“Emiliana..” disse in tono sconfitto. Non potevo. Avevo baciato Davide la sera prima e dovevo stare con lui, non con il mio professore. “Mi dispiace Alessandro.” Dissi senza fiato e tornandomene nella mia cabina con il cuore infranto. Però perché adesso stavo male se avevo fatto la scelta giusta? Il mio cellulare vibrò. Lessi il mittente: Davide Rondoni. Mi meravigliai, aveva ancora il mio numero.
-Giorno, scusami per l’orario ma ti pensavo. Ti penso da giorni ormai, voglio parlarti. Dopo pranzo ci vediamo? Un bacio. Davide.-
Risposi con un veloce e freddo – Va bene. Emi. – e mi sedetti sul letto mentre le mie compagne si preparavano per l’ultima giornata. Sentì gli occhi bruciare e respinsi alcune lacrime che volevano uscire. In pochi giorni la mia tranquilla esistenza era stata compromessa. Che stavo combinando? Baciavo il mio professore e anche Davide a distanza di poche ore. Dov’era andata a finire la mia coscienza? Mi sentivo sporca.
“Tutto bene?” mi chiese una mia compagna.
“Si apposto.” Mentì facendole un piccolo sorriso.
Mi ingozzai a più non posso con pollo, patatine e dolci vari a pranzo, ritornai in cabina sicuramente con tre chili in più. Mi appoggiai sul letto decidendo di dare buca a Davide. Volevo scappare ma poi mi alzai e iniziai a prepararmi, era una vita che aspettavo quel momento e nessuno, nemmeno io, avrebbe dovuto ostacolarmi. Quello era il mio momento. Usci dalla cabina con una convinzione: qualunque cosa mi avesse detto io ne uscivo vincitrice, lottavo per Davide da quando avevo otto anni e anche se fossimo rimasti amici era già una vittoria. Io avevo combattuto a testa alta.
Arrivai vicino alla piscina, il luogo in cui dovevamo vederci, e lui era lì. Jeans stretti e t-shirt blu. Si girò dalla mia parte come se sapesse della mia presenza.
“Emi, sei bellissima!” sorrise guardando il vestitino bianco e i miei capelli raccolti in una semplice coda.
“Anche tu..” mi scappò. Mi prese per la mano e mi tirò a lui. Mi accarezzò una guancia piano con quella sua mano tiepida – non calda come quella di Alvisini. Il suo volto era a pochi centimetri dal mio quando..
“Ecco dov’eri!” urlò qualcuno. “E’ mezz’ora che ti cerco!” Alvisini si avvicinò a noi. Staccai subito la mano da Davide quando si fermò a fissarci.
“Vi conoscete?” chiese sorpreso.
“Cosa?” sussurai.
“Alessandro è mio fratello.” Affermò Davide confuso.
“Fratellastro.” Lo corresse Alvisini in tono cupo. “E sono anche il professore della signorina Bordonaro. Voi invece..?”
“Lei è la ragazza di cui ti parlavo.” Disse sorridendo Davide.
“La ragazzina.. quella ragazzina?” chiese in tono aspro.
“La mia fidanzata se accetta..” disse speranzoso guardandomi. Alvisini abbassò lo sguardo, dispiaciuto. Io non sapevo che dire, ero troppo schioccata. Erano fratelli?!
“Scusate..” sussurrai scappando via da loro.
“Emi aspetta..” urlò Davide cercando di venirmi dietro mentre il professore rimaneva immobile con un’espressione triste e delusa. Il mio cuore era ridotto in brandelli, sta volta sul serio. L’avevo deluso. 

  
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