“Harry, mi passi la coppa?”
“Subito”
L’uomo si mosse adagio fino alla dispensa, e ne estrasse una coppa. La allungò alla sua donna rivelando un ampio sorriso. La loro unione era stata fortuita. L’amore li univa come un cerchio indissolubile, e non c’era nulla che ad Harry stesse meglio. Ginny prese la coppa e ci mise l’insalata, girandola con un mestolo e condendola a dovere. Un terremoto preannunciò il risveglio della piccola Lily, che corse tra le braccia di suo padre. Harry la prese al volo, e poco dopo sentì qualcosa schiantarsi al piano di sopra. Harry sospirò e abbassò lo sguardo scuotendo la testa divertito.
“James! Quante volte ti ho detto di non provare incantesimi in casa con la bacchetta di tua madre!” gli urlò con tono scherzoso. Non riuscì a fare di più perché sentì il campanello. I loro vicini dovevano essere ormai giunti. Sorrise e prendendo Lily tra le braccia la sollevò accarezzandole i capelli con un piccolo sorriso in volto e andò ad aprire. Si trovò di fronte Ron e Hermione, che teneva per mano Hugo.
“Eccoci qui!” sorrise lei, dando due baci sulla guancia al suo migliore amico. Entrarono a casa e immediatamente Ron diede ad Harry una bottiglia di Whisky Incendiario che aveva portato per la serata.
“Avete avuto notizie di Rose?” domandò Harry, sedendosi di nuovo sulla sedia e mettendosi sulle gambe Lily, che si stringeva a lui come se avesse ancora sonno nonostante la sua età. Hermione annuì, ma fu Ron a rispondere poiché sapeva che per la sua consorte era un argomento piuttosto delicato da affrontare.
“Sì, ci ha detto che è stata smistata in Grifondoro, ma d’altronde lo sapevamo…” commentò divertito “Ci ha detto che anche Albus è con lei. Almeno, così sono più tranquillo e so che il rampollo di casa Malfoy non si avvicinerà a mia figlia” confessò con voce sprezzante. Tra tutti, era sempre quello che aveva odiato di più Draco e la sua intera famiglia, probabilmente per la palese rivalità tra i loro genitori, entrambi maghi ma di ascendenza economica diversa. A Hermione si formò un enorme groppo in gola, che fu costretta a sciogliere deglutendo silenziosamente. Si appoggiò al tavolo con un gomito e si passò nervosamente una mano tra i capelli.
“Dov’è James?” domandò Hugo rompendo il silenzio con un sorriso in volto. Harry sorrise, e chiamò suo figlio che pochi secondi dopo si materializzò in cucina con un sorriso gioviale. Entrambi andarono a giocare, mentre Lily, ovviamente sentitasi esclusa dal fatto che erano due maschi, preferì ancora poltrire sulle gambe di Harry. Le discussioni vertevano prevalentemente su quegli argomenti : il lavoro, i ragazzi ad Hogwarts… tutte cose già sentite. Hermione si sentiva soffocare, e non sapeva neanche il perché. Sentì un enorme vuoto nel petto, e le tempie le pulsavano come mai nella sua vita. Sembravano quasi le stesse emicranie che aveva avuto Harry quando ancora Voldemort era in vita. Si appoggiò una mano sulla fronte, quando Ginny portò la cena a tavola e tutti si sedettero. La fame sembrava averla abbandonata, difatti rigirava silenziosamente la forchetta nel piatto guardandolo senza voglia. Ron non si accorse di nulla, mentre continuava a mangiare come aveva sempre fatto quando erano ad Hogwarts. Harry anche era molto silenzioso, ma era dovuto al fatto che il lavoro lo stava sfiancando parecchio. Mangiò tutto ciò che aveva nel piatto, impartendo di tanto in tanto qualche insegnamento a Lily sul non lasciare nulla nel piatto. Ginny sollevò lo sguardo e aggrottò le sopracciglia, rendendosi improvvisamente conto della situazione.
“Herm, tutto bene?” domandò amichevolmente, appoggiando una mano su quella della sua amica che giaceva inerme sul tavolo. Di certo non poteva immaginare quali fossero i suoi reali pensieri, altrimenti non sarebbe stata così dolce e disponibile. Hermione abbozzò un sorriso, sollevando lo sguardo che aveva piantato sul pavimento e sfilando la mano.
“Sì… tutto bene… sono solamente stanca”


Le mani della mora si muovevano velocemente sul petto di lui. Alle mani, si sostituirono presto le labbra, che mosse rapidamente su di esso mordicchiando la pelle e i piccoli capezzoli del suo consorte. Lui era assente, non riusciva a concentrarsi su ciò che stava facendo. Sentiva solo i sospiri di lei, che si mischiavano rapidamente tra di loro senza dargli modo di pensare. Chiuse gli occhi e sperò che tutto finisse il più rapidamente possibile. Sapeva che era un suo dovere, ed era per questo che ormai lo faceva. Sentì la mano di lei che si posava sulla sua, spostandola velocemente sulla sua intimità. Voleva che la toccasse. Lui sospirò e mosse distrattamente la dita su quel candido fiore, che ormai sembrava non gli appartenesse più. Lei lo aiutava con le sue dita, e inarcava ripetutamente la schiena sotto quel tocco. Era ciò che più le piaceva, e dopo anni lui la conosceva così bene da saperlo. Ma non gli importava più. Stavolta, sentì le labbra di lei avvolgersi intorno al suo membro. Era in erezione, ma d’altronde era pur sempre un maschio e attenzioni del genere non gli erano proprio indifferenti. Chissà, se fossero state altre mani… altre dita… altre labbra… probabilmente l’avrebbe apprezzato di più, molto di più. Solo un sospiro fuoriuscì dalle sue labbra. Solo sesso, nient’altro. Sentì le dita bagnate e appiccicose, rese tali dal liquido di lei, che si portò quelle dita alle labbra e le leccò con fare professionale. Ora che il loro figlio non era in casa, se ne stava togliendo parecchi di sfizi. Si sistemò sul suo uomo e lo sentì entrare dentro di se’, muovendosi lentamente e stringendosi i seni tra le dita.  Un piccolo regalo per sua moglie, solo questo stava facendo. Non voleva che fosse coinvolto nessuno dei suoi sentimenti. La vedeva muoversi con rapidità, ondeggiando su di lui come una sirena per sentirlo meglio dentro di se’. Lui piegò il volto di lato, e riaprì gli occhi, sospirando appena per i movimenti che si stavano facendo più intensi. Lei si piegò sul suo petto e ci appoggiò le mani sopra, avvicinando le labbra al suo orecchio.
“Sta tranquillo amore mio… hai fatto la scelta giusta” sibilò, mordicchiandogli il lobo con sensualità “Vedrai che sarai ripagato” sussurrò ancora, dandogli, se possibile, ancor più possibilità di pensare. Lei gli fece girare il volto e lo baciò con passione sulle labbra, cercando la sua lingua quasi disperatamente. Venne con un urlo e si accasciò su di lui, ma probabilmente non era ancora soddisfatta. I pensieri di Draco mentre ignorava le sollecitazioni di sua moglie Astoria si fecero più pregnanti.
La scelta giusta? Chissà.




Note dell'autrice : Spero che questo capitolo della mia storia vi sia piaciuto e che il tutto non vi stia sembrando qualcosa senza ne capo ne coda. Credo che dall'ultima parte si sia capito qualcosa, ma non voglio dirvi di più. Si capirà qualcosa di molto più approfondito nei prossimi capitoli, che spero continuerete a leggere. E attenti a Monique Prince, presto si scoprirà chi è e perché la sua presenza è così rilevante ad Hogwarts. Un abbraccio!