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Autore: Lost in a daydream_    08/08/2013    1 recensioni
“Can you imagine no love, pride, deep-fried chicken?
Your best friend always sticking up for you even when I know you're wrong.
Can you imagine no first dance, freeze dried romance, five-hour phone conversation?
The best soy latte that you ever had and, me."
Questa one-shot è per Agnese, che aspetta da due anni il suo capitolo.
Tratta dal continuo, un po’ avanzato della fan fiction “This love is ours.”
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                               dropsofjupiter







Questa one-shot è per Agnese, che aspetta da due anni il suo capitolo.
Tratta dal continuo, un po’ avanzato della fan fiction “This love is ours.”






Finalmente i ragazzi si decisero a prendere una vacanza, e con tutto il gruppo di amiche di Giorgia decisero di andarsene sulle coste della Francia.
Senza far sapere nulla a nessuno, partirono, e il pomeriggio appena arrivati lasciarono tutti i bagagli in hotel e si diressero in spiaggia, e lì non fecero in tempo ad arrivare che si erano già buttati tutti in acqua.
Erano mesi che non si divertivano tanto così tutti insieme, dopo tutti i guai passati, dopo tutti i problemi, era bello stare finalmente bene.
Rimasero in spiaggia fino a tarda sera, e dopo le numerose lamentele di Giorgia e Niall sulla loro fame (quei due erano proprio anime gemelle.) tornarono all’hotel per cenare.
Visto che nessuno si era ancora accorto di chi fossero e che fuori dall’albergo non c’erano ancora gruppi di fan urlanti, decisero di sfruttare quell’occasione e se ne andarono al mare per una serata intorno al falò e un bagno a mezzanotte.
Dopo diversi tentativi, erano riusciti ad accendere un fuoco, e si erano messi lì tutti intorno, a cantare qualche canzone, accompagnandosi con la chitarra che Niall si era portato dietro.
Avevano deciso di cantare diversa scelta da ognuno, così per passare un po’ il tempo.
Arrivati a Giorgia, la ragazza bisbigliò qualcosa all’orecchio del biondo che attaccò con una melodia lenta mentre la ragazza iniziava a cantare Skinny Love di Birdy.
Le amiche rimasero un po’ spiazzate dalla scelta della canzone, perché la mora aveva forse un altro centinaio di canzoni preferite e non capivano perché cantasse proprio quella.
Ma Giorgia pensava più al significato del titolo stesso della canzone.
Skinny love: quando due persone si amano, ma sono troppo timide per ammetterlo, ma poi lo mostrano comunque.
Era tutto il giorno che osservava Agnese e Harry, e per quanto cercassero tutti e due di nasconderlo, alla fine appariva palese che fossero cotti l’uno dell’altra, quando lui le metteva un braccio intorno alle spalle e lei abbassavo lo sguardo arrossendo, quando si scambiavano messaggi nonostante si fossero visti pochi minuti prima, quando si sorridevano l’un l’altra lanciandosi sguardi complici.
E per quanto lei non lo volesse più ammettere, Giorgia ricordava benissimo che prima di diventare migliori amici, Harry era il suo “preferito” in quella gruppo di matti.
Finita la canzone e finito il giro di scelte, tutti quanti si rimisero in costume e si buttarono di corsa nell’acqua resa caldissima dal sole del giorno.
Dopo una buona mezz’ora di schizzi e tuffi decisero di uscire e tornare in hotel, poiché iniziavano tutti a sentire freddo, ma Agnese e Harry decisero di rimanere lì un altro po’.
Il riccio si stese facendo il morto in acqua, e guardando il cielo silenzioso, la ragazza lo imitò, perdendosi nei pensieri guardando le stelle. Era così persa nel suo mondo che la voce del ragazzo quasi la spaventò.
“Do you ever wonder if the stars shine out for you? –iniziò a cantare con la sua voce roca- Float down, like autumn leaves, hush now, close your eyes before the sleep. And you are miles away, and yesterday you were here with me.” La ragazza rimase completamente colpita da quelle parole e dal sorriso che gli mostrò voltandosi, il più amaro che lei gli avesse mai visto, ma che cambiò immediatamente, come la luce nei suoi occhi, si rimise in piedi e prima che Agnese se ne potesse accorgere, lui l’aveva presa in braccio e minacciava di lanciarla in un ‘super mega tuffo’.
“Harry mettimi giù! Mettimi immediatamente giù! Harry Edward Styles mettimi giù!”
“Oh dio, per un momento mi hai ricordato mia madre, comunque, no mamma, non ti lascio andare!” disse facendole una linguaccia e andando sott’acqua all’improvviso.
La ragazza riemerse ancora attaccata al suo collo, tossendo fuori un po’ d’acqua.
“La prossima volta avvertimi se ti viene in mente di fare una cosa del genere…Altrimenti va a finire che mi affoghi!”
“ E chi ti dice che non è proprio quello il mio obbiettivo?” rispose lui ghignando.
Lei gli diede un pugno sulla spalla al quale lui rispose con un “Ahi” seguito da limpide risate di entrambi.
“Che ne dici di uscire? Sto iniziando a sentire freddo…”
“Ma come! Io mi stavo iniziando a divertire ora!” scherzò il ragazzo, mettendola giù e seguendola poi fuori dall’acqua.
“Si, sta così bene qui fuori… E’ un vero peccato dover rientrare…” disse la ragazza raccogliendo le sue cose avvolta nell’asciugamano.
“Allora restiamo fuori, nessuno ci costringe a rientrare.”disse lui sorridendo.
“Vorresti passare la notte qui fuori?”
“E perché no? Abbiamo in falò, gli asciugamani, se Niall ci avesse lasciato la chitarra sarebbe stato ancora più perfetto, ma dubito che lo farebbe mai, a volte mi chiedo pure se ami più quella chitarra che Giorgia.” Concluse sghignazzando.
L’amica gli sorrise e si stese a terra vicino al fuoco ancora acceso.
“Hai mai pensato di viaggiare nello spazio?”chiese improvvisamente guardando il cielo.
“Come?” chiese confuso Harry.
“Beh, di viaggiare nella Via Lattea, di vedere la Terra dallo spazio, cose del genere…”
“Effettivamente, no, mai…”
“Io si, lo faccio spesso. Di andare là fuori, e trovare me stessa. So che può sembrare strano, ma io ci penso.” Sorrise verso l’amico che la guardava.
Harry si sedette accanto a lei, e la sentì tremare.
“Sei sicura di sentirti bene? Stai tremando!” disse il riccio preoccupato posandole una mano sulla fronte.
“In effetti ho un po’ freddo…”
“E ci credo, sei bollente! Ti deve essere venuta la febbre!Andiamo, ti accompagno in camera.”
“E la nostra serata fuori?” chiese lei piuttosto triste.
“Non ti preoccupare, la faremo un'altra volta.” Le disse semplicemente sorridendo.
Raccolse tutte le cose, prese per mano Agnese e si avviarono all’albergo.
A quel contatto la ragazza ebbe un brivido, ma non era dovuto alla febbre.


Harry accompagnò Agnese in camera delle ragazze e la lasciò alle loro cure mentre lui se ne tornava in camera sua rimuginando su quello che era successo quella sera, e alle parole che le aveva detto la ragazza e gli venne un idea, forse folle, ma doveva tentare, ormai era deciso a tentare ogni cosa. Così cambiò percorso e si diresse verso la stanza di Niall e bussò sonoramente.
Un Niall mezzo addormentato gli si presentò davanti.
“Harry, che ci fai qui alle 2 di notte?” chiese il biondo stropicciandosi gli occhi.
“Devo chiederti un favore- solo in quel momento si accorse che dietro alla sagoma di Niall c’era anche quella di Giorgia che lo guardava assonnata.-Oh scusate, non vorrei aver interrotto qualcosa…” disse malizioso.
“Si, un bel sogno, Styles!” borbottò la ragazza.
“Non era mia intenzione, ora posso chiederti quel favore?”
“Si, dimmi pure.”
“Avrei bisogno della tua chitarra.”
“NO, NO, NO, NO E POI NO. TU NON TOCCHERAI LA MIA CHITARRA NEMMENO CON UN DITO, HAI CAPITO?!” urlò come non mai l’irlandese, lasciando completamente scioccato il riccio.
“Che ci dovresti fare con la sua chitarra…aspetta- aggiunse la mora come se avesse avuto un illuminazione, o forse una predizione- non dirmi che vorresti dedicare una canzone ad Agnese!” disse con gli occhi che le brillavano.
“Ora tu mi spieghi come cavolo hai fatto, sai leggere nel pensiero?!”domandò incredulo Harry.
Ma la ragazza già non lo ascoltava più perché cercava in tutti i modi di convincere il suo fidanzato a lasciargli usare la chitarra solo per questa volta.
“Oh andiamo, lasciagliela usare! E’ per una buona causa! Pensa, che grazie a lei potrebbe nascere un amore!”
“Pft, amore o no, io non gliela lascerò usare, la mia chitarra è sacra, e lui è impuro.”
“Bene, se la metti così, allora stanotte puoi anche dormire da solo…” disse convinta la ragazza avviandosi fuori dalla stanza a grandi falcate.
“Non farai sul serio, sai che non gliela posso dare!” disse il biondo seguendola.
“Fallo per me! Sai quanto sono fissata per queste cose! Solo per questa volta, una volta e mai più.”
“Uff- sbuffò Niall arrendendosi alla volontà della ragazza. – Ma solo perché sei tu, e perché adoro vederti felice.”
“Yeeeey!- urlo la riccia saltando addosso al ragazzo e aggrappandosi come un koala.-Sei fantastico!” disse poi baciandolo.
“E tu invece sei una matta, e farai uscire matto anche me.”
“Ehm, ehm –Si schiarì la voce Harry- Per queste cose ci sono le camere.”
“Non farmi cambiare idea sul fatto che ti ho aiutato Styles.- Disse rimettendosi in piedi e aspettando che il suo ragazzo portasse fuori la chitarra.- Posso sapere che canzone vorresti cantarle?”
“No, potresti spifferarle tutto.”
“Ehi! Io non spiffero niente a nessuno!”
“Beh, sai come si dice, fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.” Disse il riccio con un ghigno prendendo poi la chitarra.
“Mi raccomando, trattala bene. Se la ritrovo anche con un solo graffio, io…”
“Si, si, lo so, mi uccidi, decapiti, eccetera, eccetera, grazie mille ad entrambi, e buona scopata!”
“BUONANOTTE STYLES!” disse Giorgia facendo finta di non sentire e avviandosi verso il letto con il fidanzato, decisa a riprendere quel bel sogno da dove l’aveva lasciato.



Quella notte Harry non dormì nemmeno un secondo, per essere sicuro aver imparato tutti gli accorsi, ed ogni singola parola della canzone.
La mattina seguente non ci volle molto a far uscire tutti per un bel giro in paese, anche perché lui aveva dalla sua parte una Giorgia versione “fangirling my OTP”, che sapeva essere piuttosto persuasiva e convincente.
Così, mentre tutti andavano in giro, lui si era offerto di prendersi cura della febbricitante Agnese.
La ragazza dormiva ancora, cosa che non gli fu molto d’aiuto, come la nottata in bianco. Infatti si stese al suo fianco, e lentamente, senza che se ne accorgesse, finì tra le braccia di Morfeo anche lui.


Il suo viaggio nella Via Lattea fu interrotto da ripetuti schiaffi sul suo braccio.
“Avanti dormiglione svegliati! La malata qui sono io, non cercare d’invertire i ruoli!”
“Ancora cinque minuti mamma!”
“No, cinque minuti un corno. TU TI SVEGLI ADESSO.” L’ultima frase fu urlata talmente forte che per poco non cadde dal letto.
“Suvvia! Un po’ di delicatezza per un povero ragazzo addormentato!” disse mettendosi seduto e passandosi una mano sugli occhi.
“E di grazie, bello addormentato, posso sapere dove sono gli altri? E perché tu sei qui con la chitarra di Niall?”
Solo in quel momento si ricordò il vero motivo per cui era lì, e avvampò per essere stato così stupido da addormentarsi.
Così presa la chitarra e iniziò a cantare, senza dire una parola prima, solo la canzone.

Can you imagine no love, pride, deep-fried chicken?
Your best friend always sticking up for you even when I know you're wrong.
Can you imagine no first dance, freeze dried romance, five-hour phone conversation?
The best soy latte that you ever had and, me.


But tell me, did the wind sweep you off your feet?
Did you finally get the chance to dance along the light of day?
And head back toward the Milky Way?

Na, na, na, na, na, na, na, na, na, na, na, na

But tell me, did you sail across the sun?
Did you make it to the Milky Way to see the lights all faded?
And that heaven is overrated?

Na, na, na, na, na, na, na, na, na, na, na

But tell me, did you fall for a shooting star,
One without a permanent scar?
And did you miss me while you were looking for yourself?.
And did you miss me while you were looking for yourself?.”
“Io sono innamorato di te, dal primo momento che ti ho visto, sono innamorato di te, potrei fare qualunque cosa per te.”

La ragazza lo guardò stranita.
“Aspetta, non dirmi che questa è tutta un allucinazione dovuta alla febbre, perché mi sembra davvero tutto un sogno.”
Harry le si avvicinò, e le diede un pizzicotto sul braccio, seguito subito da un “Ahi” di lei che però poi sorrise.
“Ok, sono una persona febbricitante, quindi non ho decisamente il controllo di me.” Disse appena prima di saltare al collo di Harry ed iniziare a baciarlo con passione.
Uno di quei baci aspettati, voluti ma mai dati, desiderosi di affetto e di calore. Un bacio passionale, e loro.

“Sei consapevole che potevi scegliere un giorno migliore per dichiararti? Ora come minimo ti verrà la febbre.” disse lei staccandosi solo un momento per riprendere fiato.
“La febbre è niente se adesso posso avere te.” Disse lui riprendendo a baciarla con foga, mentre lei non nascondeva un sorriso.






Da quel momento non si lasciarono più. Battibeccavano, si rispondevano male, si lanciavano dietro roba, ma bastava uno sguardo per riaccendere la passione e portare la pace.
Agnese fu grata a Giorgia per sempre, e Harry non ringraziò mai abbastanza Niall per quella benedetta chitarra, che aveva cambiato tutto.
E quando sentivano dire che “l’amore nasce dall’amore, dalle amicizie nascono solo deboli amori”, non sanno se essere d’accordo o no, perché loro erano stati amici, ma si erano sempre amati.

Così quando arrivò il momento di fare il grande passo e chiederle di sposarlo, nell’anello ci fece incidere le loro semplici parole:
“Drops of Jupiter; my skinny love.”
E quando lui glielo chiese, lei scoppio a piangere, ma disse di sì, perché era tutto quello che aveva sempre sognato.
Non si può dire che “vissero per sempre felici e contenti.” perché si sa, che ognuno ha i suoi momenti bui.
Però vissero felici. E vivere felici è una gran cosa.






Cara Agnese,

dopo due lunghissimi anni, eccoti il tuo capitolo.

Spero solo che non ti faccia completamente schifo, e spero proprio che sia come tu te lo aspettavi.
Ti chiedo scusa per averti fatto aspettare così tanto, e ti voglio far sapere che ti voglio un bene dell'anima,
e ringrazio quel Aslan, la Rowling, e gli inventori dei gdr per averci fatto incontrare.
Grazie di tutto.
Giorgia.
 

  
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