Welcome to my place: se non fosse per questo ultimo capitolo, riterrei l'intera storia una prova mal riuscita che sperava di essere un buon risultato, ma che si è rivelato invece una brutta copia lenta e noiosa.
Ammetto, mi sarebbe piaciuto scriverla di nuovo daccapo, correggendo le parti in cui la fanfiction pecca di poca dinamica e si focalizza troppo su un rapporto umano che si crea un mucchio di problemi.
Eppure me ne sento terribilmente legata, l'ho elaborata con sentimento e spero che almeno quello traspaia :)
Che descrizione disperata! Non temete, mio caro popolo di efp, spero credo che voi riusciate a trovare qualcosa di positivo ;)
Con questo vi saluto e vi auguro buona lettura
Ed è subito sera
c'è pace sotto gli ulivi
Nonostante fosse ormai ora di cena, Naruto era steso sopra al divano, cambiando in continuazione canale televisivo.
Sasuke, in camera sua, sapeva che anche quella sera avrebbe dovuto preparare lui la cena, ma avrebbe comunque costretto il biondo ad apparecchiare, almeno quello doveva farlo.
Chiuse con un sospiro il libro davanti a lui: avrebbe scaldato al microonde qualche schifezza surgelata che si ostinava a comprare Naruto, non aveva voglia di spendere tempo davanti ai fornelli.
< Prepari da mangiare?> Chiese svogliatamente il biondo appena lo sentì uscire dalla camera, continuando a tastare sopra il telecomando.
< Apparecchia> Si limitò a rispondere l'altro, dirigendosi verso la cucina.
Il campanello trillò. Sasuke si fermò mentre Naruto si voltò verso di lui guardandolo interrogativo.
Il moro fece inversione, trascinandosi dalla soglia della cucina verso la porta. Il biondo si alzò dal divano, spense finalmente la televisione e raggiunse l'amico.
Entrambi avvertivano una terza presenza, quella loro metà che aveva deciso di bruciare per autocombustione e spargere le sue ceneri lontano da loro.
Una porta li separava dalla loro unione perfetta e quando l'aprirono finalmente quelle rette solitarie che vagavano in uno spazio per l'infinito si ricongiunsero in un triangolo.
Sakura abbozzò un sorriso, le mani dentro le tasche della giacca, il mento coperto dalla solita sciarpa < Ciao ragazzi.> Tentò come saluto, rimanendo ferma sulla soglia.
Naruto aspettava quel momento da mesi, le sue pupille si dilatarono di fronte alla figura della ragazza, vibravano di eccitazione ed emozione. Sasuke indugiava su di lei, stringeva con veemenza la maniglia della porta ed era già pronto a lasciarla entrare.
Sakura aveva ascoltato le parole di Ino, le aveva accolte come un figlia fa con una madre: dapprima aveva pensato di correre dai migliori amici, di chiedere scusa, di rivelare il suo tradimento tra le lacrime. Poi però si era rinchiusa in camera sua, si era stesa a letto e durante la notte aveva elaborato un profondo discorso grazie al quale sarebbe potuta essere perdonata. Con l'arrivo del mattino Sakura, mentre si sciacquava il viso, aveva deciso semplicemente che quella sera si sarebbe presentata a casa dei ragazzi, senza scuse né strategie, ma mostrandosi solo per quel che era: pentita e bisognosa ancora una volta del loro amore.
Naruto e Sasuke, immergendosi in quegli occhi verdi che richiedevano affetto e perdono, la riaccettarono subito, la assolsero con un sorriso.
A stento si ricordavano come fosse incominciata quella lite distruttiva, così come il mondo si dimenticava i motivi delle guerre e dei massacri, loro avevano deciso di seppellire la loro reciproca discordia.
Si erano accorti che nessuna causa era abbastanza forte da poter spezzare il loro legame. Sakura voleva una famiglia, ma con l'assenza dei due innamorati si era resa conto che ciò non era abbastanza motivante da poter separarsi da loro.
Naruto voleva sicurezze su quel rapporto così morboso che si rifiutava di maturare, ma quando faceva l'amore da solo con Sasuke si era accorto che mancava una terza presenza a scandire i baci, le carezze e le spinte.
Sasuke era rimasto in mezzo a quel conflitto, quasi come un premio da vincere ma non da spartire, ritenendo gli amici capaci di poter risolvere la discussione in modo definitivo e ritornare a quella pace che solo tutti e tre insieme potevano ritrovare. Se le cose fossero degenerate maggiormente, avrebbe costretto entrambi a ragionare.
Sakura sorrise di nuovo, si tolse la sciarpa, si sfilò la giacca e rimase ferma, davanti a loro, bruciante di nuovo d'amore rinnegato.
Si scagliarono uno contro l'altro, con foga, con voracità, strappandosi quasi i vestiti di dosso, baciandosi, sfiorandosi, unendosi lì a terra perché la camera da letto era troppo lontana.
Fuori era ancora buio, ma il loro rapporto era di nuovo resistente.