Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: Lily3soldi    08/08/2013    1 recensioni
I Giorni Bui. Un periodo tragico per tutti gli abitanti di Panem, che hanno portato solo strazio, disperazione e perdite a tutti. Ma soprattutto alla protagonista, Crystal Seandeen, giovane e bellissima ragazza del Distretto 8 che ha perso in questa guerra tutto: la sua casa, la sua famiglia e tutte le persone che amava. Ma nella sua disperazione, lei riesce ad andare avanti e ricrearsi una vita, fino al momento dei Primi Hunger Games. All'improvviso la sua vita verrà nuovamente sconvolta e tutto verrà messo in gioco. Tra i dolci sentimenti verso un ragazzo appena conosciuto, un giovane amore appena sbocciato e tutte le fatiche Crystal dovrà lottare per non perdere tutto. Una fanfiction piena di colpi di scena, avventure, imprevisti e sentimenti vi accompagnerà per tutta la durata della storia, facendovi immedesimare nei protagonisti e nel loro essere, consentendovi di provare le stesse emozioni e sensazioni. Cosa succederà a Crystal e a tutte le persone rimaste che lei ama? Leggete per scoprirlo! (Per favore commentate così avrete modo di leggere una storia ancora più emozionante lasciandomi le vostre sensazioni e critiche!!)
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 1

Ricordi

Apro gli occhi: distruzione, paura, terrore.

È questo che vedo tutte le notti. Gli incubi mi perseguitano ormai da un anno, non mi lasciano dormire: vedo mia madre, mio padre e la mia adorata sorellina, Destiny. Loro erano l'unica cosa che avevo, l'unica cosa che mi faceva sorridere, andare avanti, di cui mi preoccupavo e ora non ho più niente: nessuno che tiene a me come loro. Vivo nella solitudine più totale.

Ora sono in strada, accovacciata contro il muro che un anno fa chiamavo casa. Avevo una bella vita qui, nonostante la guerra che si combatteva fra Capitol City e i Distretti. Quei cupi tempi li chiamavamo Giorni Bui. Per la mia famiglia questa guerra non creava molti problemi o differenze, anzi, con tutti i bombardamenti e la confusione che c'era per me era molto più facile procurare da mangiare a me e alla mia famiglia alla Cascata. La Cascata era il luogo di ritrovo per me e la mia migliore amica, Sunshine. Io e lei ci passavamo i pomeriggi, per pescare pesci con cui cibarci, raccogliere erbe commestibili e talvolta anche cacciare qualche animale che si trovava nei boschi lì intorno, che poi portavamo a casa per mettere qualcosa sotto i denti. Facevamo tutto questo poichè i nostri genitori non guadagnavano molto e così in un qualche modo tiravamo avanti. Conobbi Sunshine molto tempo fa, in una mattina nebbiosa d'autunno, a scuola. La campanella suonò e tutti si affrettarono ad entrare: era il mio primo giorno di scuola. Avevo legato i capelli rossi in una treccia avvolta su sè stessa, con un bel fiore rosato di lato. Avevo un vestitino di pizzo con le maniche a sbuffo che ricadeva ampio sulla vita e era lungo fino alle ginocchia. Era di un bianco quasi rosato e era in contrasto con i miei capelli rossi. Mia nonna era solita a chiamarmi la sua bambolina. La campanella era suonata e io, tutta sola, mi stavo avviando verso le scalinate che conducevano all'ingresso della scuola. Nella confusione che c'era, inciampai e caddi vicino ad un'altra ragazzina della mia età, dedussi dai suoi movimenti goffi, tipici di chi cerca di non farsi notare. Se non avessi saputo che non era della mia famiglia avrei detto che fosse mia sorella. Solo in una cosa eravamo differenti: i capelli. I miei, rossi e ribelli, spiccavano in tutto il Distretto, mentre i suoi, neri come la pece e lisci, si notavano per la loro brillantezza: sembravano risplendere alla luce del sole. Lei mi tese la mano, in un gesto affettuoso e mi aiutò a rialzarmi. Era davvero carina con il vestito che indossava: era di un chiaro lillino, le maniche le arrivavano fino ai gomiti e la gonna, che svolazzava attorno alle sue ginocchia, sembrava quasi confondersi con l'aria. In ogni modo si presentò, dicendomi di chiamarsi Sunshine Fuhrman. Io la salutai e mi presentai a mia volta. Passammo la nostra prima giornata di scuola insieme, e tutti i giorni a venire stavamo sempre insieme, inseparabili. Per me lei era come una sorella. Tanti ricordi dei mei momenti migliori sono legati a lei. Ma ora nemmeno la mia Sunshine c'è più. Capitol City l'ha portata via in uno dei suoi attacchi contro il nostro distretto, il Distretto 8. Ora i nuovi agenti che ci controllano, i Pacificatori, stanno ai confini del distretto per controllare gli scambi e il continuo passare di gente che avviene. Inoltre controllano anche l'ingresso del padiglione dove tutte le persone sopra i 17 anni vanno a lavorare i tessuti e le varie stoffe che serviranno a produrre abiti sinuosi per gli abitanti della capitale. Io non ho ancora l'età giusta per andarci, ma fra due anni i Pacificatori mi verranno a cercare per costringermi a lavorare in quell'orribile padiglione. Ma la cosa che più mi preoccupa è arrivare a quel giorno, perchè, come punizione per la rivolta che i Distretti avevano innalzato il nostro presidente, Benkis, ha instituito questi giochi, gli Hunger Games, ovvero dei terribili giochi in cui un ragazzo e una ragazza per ogni distretto saranno costretti a combattere dentro un'arena finchè solo il cuore di uno continuerà a battere. L'idea di ciò mi spaventa, perchè avrei preferito di gran lunga essere morta insieme alla mia famiglia. Ecco, lo sto facendo ancora, sto pensando a loro, ai loro volti sconvolti e ai loro occhi pieni di paura durante i loro ultimi istanti di vita, prima che quella maledetta bomba avese messo fine alla loro vita. Quell bomba che avrebbe dovuto far morire anche me, sarebbe stato tutto più semplice. Ma non è successo e ora io sono qui, nella parte abbandonata del mio distretto. Ripenso a tutti i bei momenti che ho trascorso qui e inevitabilmente le lacrime mi rigano le guance.

Clip-Clop. È il rumore di alcuni passi a farmi tornare alla realtà. L'ansia mi sale. E se fosse un Pacificatore? Mi fucilerebbe all'istante, oppure mi porterebbe alla capitale, dove hanno ogni genere di ingegno per la tortura delle persone. L'idea mi spaventa, così mi alzo e con questo semplice movimento le gambe urlano di dolore, sono rimasta ferma troppo tempo e sto congelando, letteralmente, ma al momento ho un'altra priorità. Mi asciugo le lacrime ormai ghiacciate dal freddo che mi penetra nelle ossa e mi dirigo barcollando dietro il mio muro. Sento i passi avvicinarsi, ma non sono quelli che producono un suono qualunque: sono leggeri, affrettati, e veloci. Sono quelli di qualcuno che sa come muoversi senza produrre il minimo rumore, come solo chi caccia da anni sa fare. Una stupida idea mi sale a galla fra tutti i pensieri che da mesi mi angosciano e mi perseguitano senza darmi una minima tregua: e se fosse Sunshine? Lei aveva qual passo leggero e veloce. Sono tentata di saltare fuori dal mio nascondiglio e correrle incontro, di abbracciarla e baciarla, ma poi mi rendo conto che la figura che è vicina a me non è quella di una ragazza, bensì quella di un ragazzo. Si avvicina al mio nascondiglio, guarda dritto in mezzo alla nebbia che ci avvolge e parla:<< Non credi che sia un pò troppo pericoloso per una ragazza venire qui tutta sola in mezzo alla nebbia e al nulla? >>. Ci metto un pò a capire che sta parlando a me, d'altronde chi altro ci potrebbe essere? Esco dal mio nascondiglio, cercando di non sembrare spaventata e rispondo, con una voce un pò roca, sperando solo che non capisca quanta paura mi è venuta in questi ultimi istanti:<< Non credo, ormai sono mesi che ci vengo e nessuno mi ha mai disturbato in questo posto, sai è abbandonato >>. Il ragazzo mi guarda e non posso non rimanere sorpresa di fronte ai suoi occhi: sono verdi e profondi, mi comunicano sicurezza e determinazione. << Lo so >> mi dice << È per questo che ci vengo. Per pensare, per meditare e per cercare di dimenticare >>. Nei suoi occhi vedo la stessa tristezza che è nei miei. Probabilmente anche lui ha perso qui i suoi cari. <>. Mi guarda con uno sguardo sorpreso e incuriosito, come se mi stesse studiando attentamente. << Lo so, solo che tu non sai chi sono io, giusto? >>. La sua risposta mi lascia interdetta. Come fa a sapere chi sono io? E che io non abbia la più vaga idea di chi sia lui? Ma poi un ricordo mi balena alla mente: sua nonna e mia nonna insieme ad altri anziano sul palco del Palazzo di Giustizia che vengono portate via dagli hovercraft di Capitol City e poi il nulla, come se niente fosse mai successo. << Derick Veroy, tua nonna e mia nonna... >>, non trovo il coraggio per proseguire, ma il suo sguardo sembra capirmi. << Già. Mi manca sai? Lei era formidabile, mi parlava spesso di te e della tua famiglia. Forse perchè era in debito con voi >>. Vorrei tanto chiedergli di più ma sto battendo i denti dal freddo e lui sembra notarlo. << Vieni, scaldiamoci un pò >>. Non comprendo subito le sua parole, mi arrivano come in ritardo, ma non appena inizia a muoversi mi offre la sua mano e io non esito a dargli la mia. Questo è il primo gesto di affetto che qualcuno mi offre da un anno.

 

ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti!! Sono nuova qui su EFP e questa è la mia prima fanfiction. Questo è il primo capitolo della storia: spero tanto vi ispiri e vogliate continuare a leggerla. Apprezzo molto ogni genere di commento o critica che mi serviranno sicuramente per migliorare. Se avete qualche dubbio o trovate qualche errore scrivetemi e commentate, vi prego voglio sapere cosa ne pensate!! Grazie mille a tutti per aver letto la mia storia!!
Baci a tutti
E possa la fortuna sempre essere a vostro favore.
Lily3soldi

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Lily3soldi