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Autore: Lutea Eos    08/08/2013    3 recensioni
Cinque ragazze, a Forks. Cinque amori guidati dal destino: Sophia ed il suo migliore amico (Jacob), Alyssa e il ragazzo nuovo (Edward), Fannny e il suo capo (Carlisle), Thamara e il suo ex, Alice e un ragazzo strano (Jasper). La situazione sarebbe già complicata così, se tutti fossero ragazzi normali. Ma il destino vuole che siano vampiri e licantropi.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carlisle Cullen, Edward Cullen, Jacob Black, Jasper Hale, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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A Sophia, per farmi perdonare in anticipo di averle taciuto un dettaglio importante;

Ad AiraD perché in modo indiretto se ho finito questa long è merito suo.

 

Cioè… Tu potresti trasformarti in un lupo? Dico, quando vuoi?” Chiese Thamara a un Alex piuttosto sconsolato e che aveva finito le metafore a disposizione.

“Sì!” Balzò quello in piedi felice.

“Oh.” Commentò lei poggiandosi alla scrivania della sua stanza.

Thammy…” Cominciò il ragazzo osservandola bene “non è qualcosa che ho scelto, è capitata così, tra capo e collo. Lo so che può non essere facile da accettare ma ti giuro che tra noi non cambia nulla. Ci starei veramente troppo male a perderti e… Thamara?” Si interruppe vedendola un po’ pallida.

“Penso di aver bisogno di tempo. Sai, per assimilare.”

“Quanto?” Gemette Alex.

“Quello che serve. T-ti chiamo io. Poi.” Balbettò Thamara incerta.

Alex la guardò deluso e poi con gli occhi bassi uscì dalla camera. La ragazza lo seguì con lo sguardo e al chiudersi della porta immerse il viso tra le mani.

 

Nel frattempo Fanny aveva chiuso Carlisle nel suo ufficio e senza troppe cerimonie lo stava interrogando sull’aggressione di Thamara.

“Dunque pensate siano in due?”

“Dalle nostre indagini sì. James e la sua compagna Victoria.”

“La coppietta in viaggio di nozze. Ma non hanno altro da fare?”

“Direi che per ora si sono concentrati su Thamara. Prima nel suo bagno, a quanto mi hai detto, poi sul treno, nella foresta e infine alla scogliera.”

“Non avevi detto che non potevano cacciare in queste zone?”

“Non dovrebbero cacciare, è questo il problema.” In risposta allo sguardo interrogativo di Fanny il dottore continuò “Abbiamo loro spiegato i termini del nostro accordo con i lupi e hanno detto che si sarebbero attenuti al patto ma ovviamente possono sempre decidere di fregarsene.”

“E Thamara sarebbe la loro vittima? Sono messi bene…

“Non lo so, qualcosa non torna. Se davvero l’avessero voluta morta probabilmente sarebbero già riusciti a ucciderla.”

“Quindi perché la attaccano?”

“Su questo non ho idee. E’ questo che mi spaventa. Potrebbero aver deciso di rendere la caccia più interessante, James aveva l’istinto del cacciatore.”

 

Thamara per cercare di riflettere meglio aveva deciso di uscire di casa. Non si era allontanata di molto da casa sua quando la raggiunse una voce. O meglio, un discorso.

Thamara! Quanto tempo che non ci si vede! Da quella volta in cui abbiamo sorpreso voi ragazze in tenda, se non sbaglio. Poi però sei sparita, mi hanno detto. Ma mi hanno anche rassicurato che stavi bene e che non c’era da preoccuparsi. Un po’ di preoccupazione però immagino ci sia sempre, insomma, quando uno è sonnambulo non sai mai come va a finire. A proposito di sonnambulismo, sai che c’è un animale…

“Ciao Josh…” Salutò la ragazza.

…che si sposta durante il sonno ma quando si sveglia sa comunque dove si trova? Almeno, questo dicono gli scienziati. Secondo me non è vero, infatti lo sto cercando per dimostrare che la comunità scientifica ha torto. E lo cerca anche Danny: lui però vuole dimostrare che hanno ragione. Quel ragazzo ha dei seri problemi di comprensione, a volte, eppure gli ho spiegato nel dettaglio tutte le mie teorie. E dice di averle capite! Ma figurati! Devo provvedere a una seconda spiegazione.”

Sì…” Rispose Thamara frastornata “Mi accompagni a fare un giro? Le tue chiacchiere potrebbero aiutare a svuotarmi la mente.”

“Piuttosto a riempirla! Hai un problema da dimenticare?”

“Non penso di poterlo dimenticare. Piuttosto voglio pensarci a mente lucida e metterlo da parte per un po’.”

“Quando si ha un problema la cosa migliore da fare è sostituirlo con un altro! Io lo faccio sempre! Qualcosa che ti impegni la mente e ti costringa a riflettere… Qual è il tuo livello in matematica?”

“Molto scarso, Josh.”

Mmm, allora ti serve qualcosa di facile. Se appoggio una pallina di vetro con un diametro di 1,2 cm su una superficie inclinata a 45° quale lunghezza dovrà avere la superficie perché la pallina raggiunga il Km/h?”

Thamara strabuzzò gli occhi, ma Josh interpretò male. “Sì, lo so che è troppo facile ma mi hai detto che non eri molto brava e ho pensato a una cosa proprio basilare, facile facile.”

Josh… Non penso che rientri nella definizione di facile facile.”

Questa volta fu il ragazzo a strabuzzare gli occhi. “Non lo sai risolvere??”

“Ma ti pare? Ovviamente no!”

“E’ una situazione molto più grave del previsto. Dovrò darti ripetizioni. Allora cominciamo dal livello elementare e vediamo dove arrivi… Se un agricoltore pianta 5 alberi di mele e ogni albero produce 3 mele quante mele ha alla fine l’agricoltore?”

Josh!! Non sarò una cima in matematica ma non sono stupida!!”

“Nessuno ha mai detto che sei stupida. Figurati, anche Danny avrebbe avuto dei problemi a risolvere quello di prima. Avrebbe detto un numero a caso e poi avrebbe cercato di farlo passare per giusto inventando chissà quali attriti. Hai ragione, scusa” Disse incrociando lo sguardo esasperato di Thamara “non è giusto paragonarti a lui. Quello avrebbe problemi anche a livello elementare.”

“Ma voi due non eravate amici?”

“Certo che siamo amici!”

“E ti sembra il modo di parlarmi di lui?”

“Non significa che debba appoggiare necessariamente qualunque cosa dica. Io correggo i suoi errori.”

“E lui corregge i tuoi.”

“I miei errori? Non ci sono!”

Sìsì, hai ragione. Come ho potuto dimenticarlo.”

“Ma non devi darmi ragione solo per compiacermi! Devi riflettere e capire i punti per cui mi trovo nell’interessante situazione di essere nel giusto. Come sempre, d’altronde.” Concluse ridendo.

“Se non ti conoscessi direi che sei un pochino egocentrico. Conoscendoti dico che non lo sei solo un pochino.” Rise anche Thamara.

“Cosa ci vuoi fare, aspetto che si accorgano che la Terra gira perché io le sono sopra.”

“Io scriverei alla NASA per accelerare il processo.”

“L’ho fatto ma temo che la lettera sia andata persa, non mi hanno risposto. Ma non mi arrendo, andrò personalmente a spiegare la situazione. Devo solo aspettare di diventare maggiorenne, i miei genitori hanno detto che vogliono essere sicuri di non avere responsabilità in quello che accadrà. Non vogliono dividere la mia gloria. Ma d’altronde, sono persone tranquille, probabilmente l’idea della celebrità le spaventa. Comunque quando avrò dato il mio nome… Ehi! Ma quella è Victoria!”

“Chi?” Chiese Thamara incuriosita.

“Quella ragazza di cui vi ho parlato, che ho conosciuto perché le si è rotta l’auto vicino casa mia. Adesso viene spesso a trovarmi.”

“Oh, la tua fiamma! Dai, voglio conoscerla, presentamela!”

“E’ quella laggiù, seduta sulla panchina. Quella chioma rossiccia…

Appena la vide il cuore di Thamara mancò un colpo, prima di ricominciare a battere furioso. “J-Josh, ti ringrazio molto per la compagnia ma devo proprio andar via. Scappare. Ci vediamo, ciao!”

“Ma non volevi conoscerla?” Chiese il ragazzo ma Thamara stava già correndo lontano.

 

-Quella era la donna che voleva ammazzarmi alla scogliera, altro che la ragazza dolce e gentile che porta i dolcetti a Josh- Pensò Thamara mentre cercava di tornare velocemente a casa. –E se fosse così vicina a Josh solo per tenermi meglio d’occhio? Se mi avesse visto… Devo andare a denunciarla! Prima che torni alla carica! Ma quello che mi ha detto Alex prima… Forse dovrei chiamare lui… Però rischierebbe di farsi…- I suoi pensieri furono interrotti da un uomo biondo che, con una presa ferrea, la trascinò in un vicolo.

“Vedo che abbiamo capito…” Le sussurrò nell’orecchio, compiaciuto della sua espressione smarrita.

“Cosa volete da me?”

“Sentiti onorata” Continuò a sibilarle nell’orecchio “perché di solito non rispondo. Ma questa è una situazione particolare. Ti uccidiamo per scatenare una guerra. Un piccolo passatempo. Ora, se non ti dispiace…” disse lasciando la presa e infilando una mano in tasca “Non provare a scappare, è inutile, sono molto più veloce di te” Ghignò. Thamara si girò e inorridita lo vide estrarre un polsino con sopra lo stemma dei Cullen e gettarlo a terra.

“Bene, ora posso dedicarmi a te. Certo, se su quel polsino finisse un po’ del tuo sangue non guasterebbe…” Commentò guardandola di sbieco e leccandosi le labbra.

C-c-cosa c’entrano i C-Cullen?” Chiese la ragazza indietreggiando.

“Nulla. Ma non penso che il tuo fidanzato potrà mai pensarlo quando ti troverà dissanguata.”

“Perché? Perché fate questo??” Si ritrovò a gridare isterica.

“Passatempo. Quando la vita è lunga non ci sono molti modi per trascorrerla. E generalmente una guerra implica almeno qualche anno. Poi spero che il primo a essere fatto fuori sia Jasper. Ci ha già seccato fin troppo.” Commentò con una smorfia. Durante il discorso si era avvicinato ed aveva intrappolato la ragazza contro il muro.

“Lasciami” Disse lei debolmente.

L’uomo la guardò con aria vittoriosa “Proprio ora? Oh no…” Si curvò sul suo collo quando una trave d’acciaio lo colpì alla schiena.

“In effetti il tuo discorso è stato molto utile. Sai, sono pochi quelli che pensano ai modi in cui dissanguare una ragazza in un vicolo.” Commentò Edward comparendogli dietro.

“E sono ancora meno quelli che riescono a percepire questi pensieri, immagino.” Rispose quello voltandosi ma il ragazzo lo aveva già colpito nuovamente scagliandolo lontano da Thamara.

Thamara, chiama Alex. Questo qui” aggiunse Edward osservando l’altro che si stava rialzando “può dirimere la nostra piccola questione.”

“Ma che Alex! Quello la trave se la dà in testa! La polizia ci vuole!” Alyssa comparve urlando. “Che poi tu! Mi hai rovinato l’appuntamento con Eddino pomodorino insalatoso! Come hai osato?”

Thamara osservò l’amica sconvolta, valutando se fosse maggiore il piacere di averla lì o il pericolo che si facesse ammazzare. “No, Aly, penso sia meglio… Chiamare Alex.” Concluse alla fine.

“Dopo aver chiamato la polizia!”

“E a che servirebbe?” Commentò Edward con gli occhi fissi sull’uomo.

“Possono risolvere loro la situazione!” Strillò Alyssa.

Thamara pensò fosse giunto il momento di intervenire “No, Aly. Sono vampiri.”

 

“Alice, sei sicura che non sia un problema se rimani qui tutto il pomeriggio? Magari qualcuno si potrebbe preoccupare.” Cominciò Jasper quando cominciarono a scorrere i titoli di coda del secondo film che la ragazza gli aveva fatto vedere.

“Non ti posso lasciare in piena suspence!” Ribadì la ragazza saltando sul divano.

“Ma il film è finito.”

“Ma non muori dalla curiosità di sapere cosa combineranno Harry e i suoi amici il prossimo anno? Guarda che incontra il suo padrino scappato di prigione!”

Mmm. Che bella avventura.” Commentò laconico Jasper.

“Proprio! E non solo lui, conosce tutti i vecchi amici di suo padre!”

“Wow.”

“Poi tornano indietro nel tempo, vede suo padre ma poi capisce che era se stesso… Insomma, è piuttosto complicato. Allora, guardiamolo!” Concluse Alice scattando a prendere il telecomando.

“Sì, comincia pure senza di me, Carlisle mi sta chiamando, vado a rispondere.” Disse Jasper tenendo il cellulare che vibrava in mano.

“Cosa stai dicendo? Ti aspetto! Come puoi apprezzarlo se non lo vedi dall’inizio?” Sostenne l’altra sedendosi sul divano imbronciata.

“Va bene, va bene.” Le sorrise Jasper allontanandosi.

 

“Dunque che fine ha fatto James?” Chiese Jasper dopo aver sentito il resoconto dell’intera faccenda.

“Non una bella fine. Alex non l’ha presa troppo bene che avessero scelto la sua ragazza come vittima per scatenare una guerra tra noi e loro.”

“Quindi non ci dobbiamo più preoccupare di lui?”

“Di lui no. Ma temo che Victoria possa cercare vendetta. Era la sua compagna.”

“Starò attento.” Disse il ragazzo osservando Alice ancora in salotto.

 

Dopo aver atteso una decina di minuti Alice cominciò a preoccuparsi. Jasper non era più tornato e nella casa non avvertiva il minimo rumore. –Magari è stato male. Magari è svenuto. Dovrei andare a cercarlo- Pensò alzandosi dal divano e dirigendosi verso la cucina.

Arrivata nella stanza fece il giro del grande bancone ma non trovò nessuno.

-Forse è salito in camera a prendere qualcosa- Meditò dirigendosi verso le scale. Tuttavia anche il piano superiore sembrava deserto. “Ma dove può essere andato?” Si chiese Alice ad alta voce girando per il corridoio.

“A inseguire un’illusione.” Le rispose una donna dalla folta capigliatura rossa comparendole davanti.

Alice urlò “Mi hai spaventata!” Poi la studiò un attimo “Io… Ti ho già vista. Non ricordo dove però.”

La donna le sorrise di sbieco. “Non importa, cara. Ciò che conta è che siamo qui io e te, sole, senza quel Cullen tra i piedi che possa interromperci.”

“Dov’è Jasper?” Chiese Alice tremante.

“Sta girando intorno seguendo un’illusione, te l’ho detto.” Allo sguardo interrogativo di Alice riprese “Ti ho mai parlato del mio potere? Entrare nella mente delle persone e far vedere loro cose che non ci sono. E’ convinto di inseguire me per il bosco. Chissà come ci resterà male quando…

“Victoria si accorgerà che il suo potere ci era noto?” Concluse Jasper parandosi tra Alice e la donna.

“Oggi voi Cullen avete la tendenza ad arrivare nei momenti meno opportuni.” Lo rimproverò lei.

“Ero qui sul tetto, sei tu che non te ne sei accorta, troppo fiduciosa in te stessa.”

Victoria fece rapidamente saettare lo sguardo da Jasper ad Alice, che gli si era avvicinata. Poi Alice improvvisamente non la vide più ma avvertì Jasper muoversi accanto a lei e un battito di ciglia dopo era sparito. Ma non ci mise molto a capire dove fossero, si potevano sentire chiaramente i rumori provenienti dal piano inferiore. Alice mosse qualche passo verso la scala quando avvertì la voce di Jasper. “Alice, rimani su. Fidati di me.”

Rumore di ceramica in frantumi. Poi la risata della rossa “Fidarsi di te? Un’umana che si fida di un vampiro! Certo che voi Cullen sapete essere veramente comici!”

Il cuore di Alice fece un paio di capriole, ricollegando rapidamente, aiutato dall’adrenalina, vari strani comportamenti di Jasper.

Vetro in frantumi. Alberi spezzati. Erano usciti dalla casa. Poi, all’improvviso, silenzio.

La ragazza rimase incerta sul pianerottolo e la voce di Jasper la raggiunse quando lei era ancora immobile.

“Alice?” Chiamò il ragazzo affacciandosi dalle scale. I suoi movimenti sembravano più lenti del solito. La osservò un attimo. “Alice, vieni giù ora.”

Vedendo che quella non accennava a muoversi riprese “Ti porto a casa. Ti accompagno a casa. Nient’altro. Giuro.”

L’altra scese le scale altrettanto lentamente. Jasper si incamminò verso la porta ma non venne seguito. “Non mi muovo da qui finchè non mi spieghi la situazione. E con la situazione intendo tutto.”

Alice…

“Jasper, sono appena stata aggredita da una pazza che blaterava di strani poteri, che sono sicura di aver visto prima di oggi e che mi dice che sei un vampiro. Per avvalorare la tesi c’è da dire che qui sembra passato un cinghiale, anzi una mandria.” Disse indicando il salotto, o quello che ne rimaneva. “Avrò diritto a una spiegazione, no?”

Il ragazzo la fissò sbigottito “Direi di sì.”

“Bene!” Alice marciò verso il divano, si sedette su quanto rimaneva di un cuscino e lo fissò “Puoi cominciare quando vuoi.”

Jasper si sedette circospetto sul tavolino di fronte a lei. La fissò ancora un attimo negli occhi e poi cominciò “Ricordi il tuo incidente con Sophia?” Allo sguardo evidente di lei continuò “E’ stata lei, Victoria. Vi voleva come prede. Ma l’ho interrotta prima che potesse consumare il suo pasto. Mi dispiace che ti abbia sbattuta contro quell’albero.”

Alice lo osservava come se da un momento all’altro dovesse saltar fuori che era tutto uno scherzo “Quindi tu mi hai salvata? Beh, grazie immagino…

“Alla fine siamo finiti su un fienile, l’abbiamo distrutto e il proprietario si sta chiedendo ancora adesso come. Poi sono tornato indietro e ho inscenato il vostro incidente. Jacob è tornato indietro -dai vostri racconti adesso so che era rimasto a scortare Sophia fino alla prima casa- e mi ha accusato di avervi aggredite. Gli ho raccontato la verità ma si vedeva che non mi credeva. E poi sono cominciate le aggressioni a Thamara. Victoria non era sola, aveva un compagno, James. Hanno architettato tutto in modo che la colpa ricadesse su noi Cullen. Così tra noi e il branco si sarebbe scatenata la guerra e Victoria avrebbe avuto la sua vendetta.”

Dopo il discorso del ragazzo Alice rimase in silenzio per un po’. “Sai che sembra molto la trama del nuovo film di Superman?” Si risolse a dire alla fine.

Jasper sorrise “Molto meglio. Niente effetti speciali, tutto reale.”

 

Sophia era in cucina a cercare la mela quando sentì squillare il suo cellulare. Con un’agilità che non sapeva di possedere scavalcò lo straccio che era sul pavimento, scivolò e riuscì a tenersi in piedi aggrappandosi alla maniglia. Complimentandosi con se stessa per l’ottima performance afferrò il telefono: “Pronto? Jake?”

“Ciao Sophy! Volevo dirti… Cioè chiederti… Cioè uscire…

“Eh?”

Sentì l’altro tirare un lungo sospiro “Volevo dirti che poiché tutte le tue amiche sanno te lo diranno e penso sia meglio lo faccia io. Quindi volevo chiederti se possiamo uscire.”

“Sanno cosa?” Chiese Sophia sempre più confusa.

“Quello che ti dirò. Allora, puoi venire?”

“Ehm, Jake? Hai mica parlato con Alice dopo che ci siamo salutati?”

“Nono, ma sta bene, tranquilla.”

“Non che mi stessi preoccupando per lei. Per te piuttosto.”

“Beh, sono un po’ agitato sì. Ma prima vieni qui prima ti parlo prima la faccio finita. In un modo o nell’altro.” Sophia udì la voce di Sam dall’altro capo della cornetta “Il melodrammatico!” seguita da un pesante colpo.

La ragazza decise che sarebbe andata di persona a scoprire cosa avevano combinato stavolta le altre. “Tanto lo so che ci sono le arpie dietro. Che bestiacce! Dai, dimmi, dove devo venire?”

“Riesci a venire davanti al bar nella piazza? Mi troverai lì.”

“Ricevuto. Cercherò di non far sotto un altro cinghiale. A presto!” Disse riattaccando.

Rinunciando a malincuore alla sua ricerca in cucina Sophia una decina di minuti più tardi era pronta a uscire. Scese le scale della casa e si avviò verso la sua auto. Stava cercandone le chiavi in borsa quando riflessa nel finestrino vide una chioma rossiccia.

 

   
 
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