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Autore: Francis Merman Bonnefoy    09/08/2013    1 recensioni
Poco dopo la scomparsa di Spandam, il temibile capo della cp9 che venne sconfitto da Nico Robin e portato d'urgenza alle cure, una misteriosa ragazza entra a far parte della ciurma di Cappello di Paglia: è Enies, una giovane molto intelligente dal carattere un poco lunatico, che in serio pericolo viene portata a bordo della nave dei pirati, per avere un rifugio sicuro.
Enies in realtà ha uno scopo ben preciso: ritrovare Spandam e scoprire alcuni segreti dei Mugiwara, che il governo mondiale non ha potuto trovare.
Ma chi è in realtà Enies? Qual è il suo passato?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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[TRATTO DA ROLE. link partecipazioni a breve]
Spandam era riuscito a far sì che l'Ammiraglio Kizaru rimanesse ad attendere il suo arrivo, con alcuni membri della
ciurma.
Ma lui non li avrebbe catturati: avrebbe solamente fatto in modo che potessero fuggire da quella metropoli, dicendo
loro ''arrivederci'', per un bel po'.
Ma non era facile: avrebbe dovuto salutare Robin, allontanandosi per chissà quanto da lei, e molto probabilmente,
ciò, sarebbe potuto anche divenir un addio definitivo.
Spandam non sapeva che fare: avrebbe benissimo lasciato tutto, in bilico tra lo svelare la realtà dei fatti all'ammiraglio,
o meno.
Non era cosa facile, però: cosa sarebbe successo, se Kizaru avesse saputo tutta la verità, anche se, in un certo senso,
era chiaro che ne fosse già stato informato?
Un desiderio di fermarsi, e piangere, coinvolse Spandam, ma non avrebbe dovuto! Era un uomo, o cosa?
Camminò, intanto, verso la stradina che collegava i cantieri, ma in cui, in un punto, vi sarebbe stato necessario
l'utilizzo di uno yagara Bull, per procedere, ma non ve ne fu l'occorrenza, perché trovò Rufy, vicino ad un muretto,
in stato di allerta.
<< Rufy.. >> Bisbigliò Spandam, per farsi notare, ed il capitano gli sorrise, tornando serio:
<< Grazie per il tuo aiuto. >>
Disse, mentre sbucarono fuori gli altri, non molto lontani da loro.
Appena Spandam poi, vide Robin, un desiderio di stringerla forte, lo pervase, e così fu.
<< Forse passerà molto tempo, prima che farò ritorno.. devo fare credere alla marina che io sia ancora dalla loro
parte.. >> Disse Spandam, baciandole le labbra, ma Robin non rispose, come se, in un certo senso, avesse sempre saputo che sarebbe
successo, se lo aspettava.
In un certo senso, stava iniziando a tenere a lui, come persona, non come qualcosa di più, che, a quanto pareva però, Spandam sentiva
verso l'archeologa. ''Non potrò mai amarti. E' già stato tanto sforzo per me, provare a considerarti una persona umana,
e non mostro senza cuore, perché.. ho scoperto che un cuore tu l'hai. '' Pensò Robin, guardando Spandam, e lasciandosi stringere,
senza opporre resistenza alcuna.
Spandam abbassò lo sguardo, mentre, la situazione, pareva essersi, però, stabilizzata.
 
<< Uuh, che strano... >> Mormorò l'ammiraglio, notando come il cielo si fosse oscurato.
Stava cominciando a tirare un forte vento.
Kizaru si guardò attorno, pur rimanendo tranquillo, e si strofinò due dita sulla fronte.
Non era solo lui ad esser quieto: L'intera situazione era fin TROPPO tranquilla.
Egli sapeva che Spandam non era in collaborazione, e che stava tramando alle sue spalle: Kizaru non avrebbe
permesso di perdere la faccia, per una persona come lui.
Al solo pensiero, iniziò a ridere, cominciando a fare passi lenti e tranquilli, quando senti bisbigliare da della
gente, di aver visto un ragazzo col naso lungo. ''Eh si'', dovette notare, si trattava proprio di un componente
della ciurma di Rufy.
<< Uh.. e un altro pulcino è stato trovato. >> Sorrise, comparendo in un piccolo viale, chiedendo gentilmente dove
si potesse trovare il ragazzo che era stato avvistato.
Lo notò poi, subito dopo, in lontananza, comparendo con velocità da lui; lo guardò inclinando il corpo verso di lui:
<< Uh..salve! >> - Usop saltò alla sua vista, arretrando di paura: - << So che voi nascondete qualcosa... portami dal tuo
capitano..oh oppure farete una brutta fine..ah.. >>
Usop era spiazzato: con le gambe tremanti rispose un semplice sì, e cominciò a proseguire, ma chi poteva dirlo che lo
avrebbe portato proprio da lui? Si era domandato Kizaru: << Uh... >>
 
Spandam, non poteva minimamente immaginare cosa sarebbe successo a momenti.
L'atmosfera si era fatta sempre più tranquilla. Era convinto, ancora, che l'ammiraglio non avrebbe fatto nulla.
Perché era così sicuro?
Scosse il capo, guardando Robin, ed i suoi occhi, a tal modo, si trasformarono immediatamente, in una fontana sgorgante.
La strinse forte, avvicinandola ad un muro, baciandola: << Ti prego.. non rimanere in silenzio..
mi fa male.. non immagini quanto possa far male.. >>
Disse, stringendosi a lei, tremando, dimenticandosi di tutti coloro che aveva, o avrebbe avuto attorno. Pessima mossa.
 
Kizaru stava continuando a seguire Usop, ridendo tranquillamente, con quei passi così lenti, accompagnato da quell'enorme
sagoma che gli faceva ombra, notando sempre di più quanto Usop avesse paura.
Arrivarono, però, senza inganni da parte del pirata, a destinazione.
Kizaru mise le mani in tasca: era stato così facile alla fine arrivare a loro.
Ad un punto, però, Usop si fermo di colpo, e puntò la sua fionda verso di lui per poi colpirlo consecutivamente,
mentre Kizaru non si mosse nemmeno di un passo, rimanendo lì, e ridendo: i suoi colpi non gli facevano assolutamente
niente, non facendo altro che oltrepassarlo e colpire il resto.
Usop spalancò gli occhi non riuscendo a capire, e cominciò subito a correre alla nave che distava solo pochi passi.
Si intravedeva benissimo quella bandiera nera, con un teschio indossante un cappello di paglia, proprio come quello del
Capitano Rufy.
L'Ammiraglio Kizaru cominciò a ridere, esclamando a bocca aperta: << Oh..hai già finito? >> Disse, lanciando un raggio
di luce dal suo dito, verso Usop, sfiorandolo apposta, ma alleggerendo il colpo, non gli permise di esplodere.
Usop saltò in aria esausto, mentre Kizaru, ridendo, comparve accanto, al centro della Thousand Sunny.
<< Uuuh ..oh! Salve >> Disse tranquillamente, rimettendosi le mani in tasca.
Nessuno si era fatto vivo, come se tutti si trovassero, a parte Usop, fuori della nave Sunny.
Robin udì, però, quei colpi, e ne sentì il lamento di Usop.
<< Ma è Usop! >> Esclamò la donna, guardando Spandam allarmata, che la seguì subito, non appena ella cominciò a correre per salire sulla nave.
Nessuna traccia di Usop. Ma dove era finito?
 
Spandam tornò a guardare Robin, stringendosi ancora a lei, nonostante ella, questa volta per la paura della situazione in cui la ciurma si sarebbe esposta,
non si staccò, sebbene non provasse quei ''sentimenti'', che, a quanto pareva, Spandam serbava per lei:
<< Non permetterò che te ed i tuoi amici facciate una brutta fine. Il vostro viaggio deve ancora andare oltre.. dovete trovare il vostro tesoro! >>
Disse, baciandola ancora, anche se ne era rimasto deluso, di non esser ancora riuscito a far capire appieno, all'archeologa, i sentimenti che sentiva.
Usop, intanto, tornò alla carica, sebbene si sarebbe nuovamente trapelato in un grande problema.
Cercò ancora di usare la sua fionda, ma, caparbiamente, con la testa sua che si ritrovava, avrebbe capito, un giorno, che con Kizaru tali colpi erano praticamente
inutili, perché egli era fatto di luce?
 
<< Oooh ora basta..mi hai stufato.. >> Ridendo lanciò altri raggi di luce dal dito, senza fermarsi: la situazione, lo divertiva tanto, a tal punto da non badare
a ciò che faceva.
Continuò poi, come se nulla fosse, e col sorriso in volto, come per dare segno che lui era lì, e che ormai era tutto andato perso, per loro:
<< Uh..ahh addio.. >> Disse, e lanciò un ultimo raggio, ricomparendo al centro della nave, con delle piccole luci che pian piano lo composero.
Rise: << Uh..finalmente vi ho trovato pulcini! Oooh Spandam..ci sei anche tu! >>
 
Spandam, aveva lasciato tutte le ansie e le paure lontane, sperando che tutto ciò fosse solamente un incubo, talmente tanto, vi aveva scacciato via i brutti pensieri,
che si lasciò dedito solamente ed esclusivamente a Robin, la quale, non era ancora per niente interessata a quel sentimento, ma ne riconosceva, dopotutto,
la sensazione che doveva provare l'uomo, che ancor, con caparbietà, continuò a stringerla forte, lasciando ormai i battiti del suo cuore vagare all'impazzata,
ma quella voce, quell'improvvisa voce, lo spiazzò totalmente, facendo sì, che, almeno in quel caso, Spandam si staccasse dall'archeologa, consenziente di aver fatto
una stupidaggine. Ed ora, come avrebbe potuto giustificarsi con l'ammiraglio? Ormai li aveva beccati in flagrante.
Spandam, si voltò verso di lui, tendendo lo sguardo basso: << AMMIRAGLIO...... >>
 
Kizaru lo guardò: << Uuuh, cos' è?.. un nuovo modo per catturare?..uh >> - Li osservò ridendo: sapeva ormai già tutto, ma chi l'avrebbe mai pensato?
Robin e Spandam assieme, e dopo ch'era stata affidata, a quest'ultimo, la missione di uccidere quella donna, lui era lì a stargli vicino!
L'ammiraglio si mise a ridere, inclinando la testa e mettendo le mani in tasca: - << Sai..ora Oooh .. sei finito nei guai.. >> Rise tranquillo,alzando la gamba di lato.
 
Spandam deglutì rumorosamente, guardando allarmato l'ammiraglio: << Io...... io... >> - Ma non seppe che dire, iniziando a preoccuparsi, non appena notò la gamba alzata.
Sapeva, per come lo avevano descritto, dei calci ''potenti'' cui era solito sferrare egli, contro i nemici ed i pirati. Indietreggiò, sbiancando improvvisamente:
- << Non... non intendevo..... >> Si bloccò improvvisamente, guardando nuovamente Robin, come se, in un certo senso fosse più preoccupato per la sorte di ella, che
della sua vita, anche se era chiaro che sarebbero morti entrambi.
Il loro destino era appieno nelle mani dell'ammiraglio.
 
<< Uh..ah allora perché non lo fai? >> - Chiese ridendo, e rimanendo in quella posizione mentre il fumo delle ''trovate'' di Usop, dietro di essi, iniziò a dilatarsi,
lentamente.
Continuava a tirar molto vento, assai strano da quelle parti. -
<< Vuoi che lo faccia prima io.. >> Rispose Kizaru, con tranquillità.
 
<< N... no.. no... non voglio che cattur... >> - Disse Spandam, ma il suo volto sbiancò ancora di più, pensando a cosa sarebbe accaduto..
Vedere la ciurma intera ad Impel Down. Si piazzò dinanzi a Robin, come a proteggerla, come a non permettere che le fosse infierito male alcuno:
- << Io.. >> - Disse, prendendo fiato: - << NON posso farlo.. ammiraglio.. >>
 
<< Uh..noto, bene. Uh ..non mi rimane altro da fare >> - Sorrise, per poi, a gran velocità, mettere una gamba affianco al viso di Spandam:
- << ..Uh! La velocità aumenta il peso.. ti hanno mai dato un calcio alla velocità della luce..? >> Rise, per poi colpirlo con un calcio, girandosi quasi su se stesso,
e comparire davanti Robin, che, senza neanche accorgersene, spalancò gli occhi indietreggiando: << Ammiraglio..Kizaru! >> Disse lei, con poche parole di terrore,
e stupore.
Kizaru inclinò la testa, strofinandosi la fronte.
<< Uh, ora verrete spazzati tutti via ... uh >> Disse, in tono tranquillo, ridendo, ed aspettando che si dissolvesse ancora, il polverone.
Non vi fu il tempo materiale per capire cosa sarebbe successo.
 
Spandam abbassò lo sguardo, udendo quelle parole.
L'ammiraglio, sicuramente, avrebbe preso una decisione assoluta, d'altro canto, come poteva la ''forza'' di Spandam, riuscire a pensar di poter proteggere
la donna amata? 9 doriki poi, ne affermavano la non riuscita dell'intento di proteggere la donna.
In un attimo, poi, Spandam vide stampato nel volto dell'ammiraglio un sorriso, non uno dei soliti sorrisi, qualcosa di più meschino, quasi crudele, che rimaneva
però sempre sotto uno sguardo da ''finto tonto'', che nulla lasciava immaginare ciò che sarebbe successo.
In un attimo, Spandam si trovò l'ammiraglio accanto, pronto a sferrarvi un calcio del quale aveva, purtroppo, sentito parlare.
Venne sbalzato contro la porta del dormitorio femminile, che si ruppe in un istante, lasciando un enorme boato, e cataste di legna in giro, distrutte,
assieme a tanta polvere. Robin era rimasta inesorabilmente sola, sola assieme a Kizaru.
Spandam aveva perso, ormai, i sensi.
Sangue iniziò ad uscirgli da naso e bocca, e dal resto ancora visibile del suo ''viso'', mentre i suoi occhi rimasero fissi nel vuoto, quasi sbiancati,
talmente i sensi lo avevano lasciato in un attimo. Non sapeva neppure se sarebbe sopravvissuto, tanto la schiena gli era tornata a far male, come il resto del suo
corpo: << Robin... >> Riuscì ancora a pronunciare, prima di perdere completamente la condizione dei sensi.
 
Kizaru sentì pronunciare il nome di Robin, e si mise a ridere: << Non tutti possono vivere felici..Uh >> Disse, avvicinando la mano al viso, mettendosi in contatto
con i suoi subordinati, per riferire loro di venirli a prendere: la loro vita sarebbe finita molto presto.
 
Spandam tossì, cercando di riprendersi, e provando a vedere, nonostante tutte quelle macerie.
Gli occhi cominciarono ad arrossarsi, ed a riempirsi di lacrime, un po' per la polvere, un po' per le disperazione.
Tentò di mettersi in ginocchio, per poi alzarsi, ma il risultato fu un duro ed ulteriore male alla schiena che lo fece gridare improvvisamente*
 
<< Oooh >> Intanto che avrebbe dovuto aspettare l'arrivo dei marines, Kizaru decise di non intervenire ancora su Spandam, ma di osservarlo:
<< Oh..sei stato bravo..uh >> Rise, mentre lentamente abbassò la mano, e con l'altra si strofinò la fronte con due dita. << Uh..che brutta situazione..mi dispiace >>
Disse sarcastico, facendo finta che gliene fosse importato qualcosa.
Robin cedette improvvisamente a terra, tremante.
Kizaru era soddisfatto: anche lei, ora, alla sua vista non avrebbe potuto far altro che stare lì, e seguire le regole dettate.
Sapeva benissimo che fine avrebbe fatto.. ''Poveri stolti'' Pensò Kizaru, mettendosi le mani in tasca.
 
<< R-robin...... >> Disse Spandam, mentre iniziarono a sgorgargli lacrime copiose, prive di un controllo stabile, su ciò ch'era il suo volto.
Non riuscì ad alzarsi: quella schiena faceva troppo male, una ferita, sebbene più piccola del passato, che si era riaperta, non gli avrebbe permesso molto sforzo.
Iniziò ad avanzare verso di lei, cercando di camminare accovacciato, fermandosi ogni tanto per la fatica, una volta liberatosi delle macerie. Tossì ancora,
sputando sangue, e stringendo una mano a pugno, liberandola subito dopo dal serramento delle dita, ormai tremando.
Sospirò, voltando nuovamente lo sguardo verso la sua amata, ignorando che cosa avrebbe fatto Kizaru. Lui l'avrebbe raggiunta, anche strisciando.
 
<< Uuuh..che scena commovente..sai? Di certo non posso perdere la faccia per questioni amorose uuuh >> Rise tranquillo, mentre dei passi si facevano sempre vicini.
Erano proprio loro, i marines, venuti a catturare Robin per portarla ad Impel Down: era molto chiaro che, anche Spandam sarebbe stato destinato a quella fine.
Ma la vista di Spandam, così fiducioso nel potersi muovere, nel cercar di lottare, non lasciò che continuare a ridere l'ammiraglio, vedendo ciò che avrebbe fatto
quell'individuo per la sua amata.
 
<< V-voi... n-non la porterete via da me.. n-no.... >> Disse, serrando i denti per il dolore, e trovandosi sempre più vicino alla sua amata, cercando invano di
estinguere quelle lacrime, lacrime calde, lacrime che stavano oramai bruciando sulle gote.
<< Robin... s-sono qui....non ti abbandonerò...... >> Si morse il labbro, riuscendo a stento ad alzarsi in piedi, e raggiungendo ciò che ne rimaneva dell'altalena,
in cui la sua amata solea ogni giorno rimanere a leggere i suoi amati volumi di storia. 
Robin era lì, ad un passo da lui, ma i marines gliel'avrebbero nuovamente strappata di mano.. non voleva permetter ciò.
 
<< Uuuh >> Mormorò l'ammiraglio, rimanendo lì a guardare quella fine che stavano per fare, mentre arrivarono i marines, che non esitarono subito a puntare le armi:
<< Fermi >> Ordinarono loro, mettendovi le manette di agalmatolite, tirando la ragazza, senza indugi.
Videro Spandam a terra e lo rialzarono, così come un rottame, mettendogli le manette, almeno a lui, normali.
 
<< Sai..mi fai pena Oooh >> Li guardò, senza spezzare quel sorriso sulla faccia che ancora aveva acceso.
 
Spandam non riuscì a raggiungerla in tempo, nemmeno per poterla stringere a sé, per poterle offrire un aiuto, una protezione, seppur vana, che egli avrebbe dato
perché lei era tutto. Non avrebbe mai immaginato di provar una cosa simile, o di schierarsi dalla loro parte.
Ma non fece in tempo, che ad entrambi misero delle manette.
A Robin quelle di agalmatolite, per poterle azzerare totalmente i benefici del frutto del diavolo fior fior, ed a Spandam manette normali, in quanto solo
la sua spada aveva i poteri del frutto ele ele, spada che, però, non aveva con sé ora che gli sarebbe potuta servire!
Non proferì altra parola, continuando a guardare Robin, con sguardo innamorato, ed allo stesso tempo consapevole della loro sorte, se solo vi fosse stata una
possibilità di rimediare.
Senza perdite di tempo, li portarono sulla loro nave, mentre la gente ancora bisbigliava, con tono preoccupato.
Attraversarono le stradine, per potersi dirigere alle loro navi, mentre Kizaru con i suoi soliti passi lenti e il sorriso stampato sulla faccia li seguì a sua volta.
Appena furono sulla nave marine, Spandam abbassò il capo, sconsolato.
Non vi era possibilità di riconquistare la libertà.
Ormai erano stati catturati e bloccati.
Robin, sembrava invece, stranamente calma, ed allo stesso tempo ansiosa.
Era uno sguardo con un misto di quiete e terrore, che lui conosceva benissimo, perché gliel'aveva indotto, quando egli l'aveva ferita, e tenuta prigioniera ad
Enies Lobby.
Strinse il labbro in un morso, per evitare di ritornare a quel passato fatto di violenza, fatto di astio verso quella donna che ora, come non mai, avrebbe protetto ed amato fino alla morte.
Si guardò attorno: la gente, in effetti, era ancora lì, a parlare, un poco irrequieta, domandandosi perché Spandam avesse tradito il governo e la marina,
per stare con una criminale come Robin.
Il resto della ciurma, che fine avrebbe fatto? Li avevano trovati?
Si domandò Spandam, non appena salirono su una delle navi della marina, lì attraccate.
Non sarebbero potuti tornare indietro, almeno, loro due: << Ti amo... Robin.. >>
Le bisbigliò, dandole un bacio sulla guancia, non appena lor due furono vicini per
permetter ciò, ed ancor, risposta alcuna da parte sua, ma soltanto un, seppur lieve, rossore, sulle gote di lei, questa volta.
   
 
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