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Autore: karman    09/08/2013    4 recensioni
Isabella è un'insegnante con un passato doloroso, indecisoni e tormenti per il futuro. Fuggita dal suo paese per ricominciare si troverà ad affrontare la nascita di una nuova amicizia e di un nuovo semtimento per un suo collega, Edward, professore estremamente gentile e premuroso. Ma anche la vita di Edward non è stata tutta rose e fiori e i due troveranno nella loro amicizia il sostegno per andare avanti, per veder sorgere una "nuova alba" e vedere la loro amicizia tramutata irrimediabilmente in amore. Anche se alcuni eventi sul loro cammino impediranno di poter vivere da subito una storia felice, il loro amore dimostrerà l'indissolubilità di un legame nato per farli stare insieme.
Tratto dalla storia:"Ero pronta per ricominciare.
Ma lo ero veramente?
In realtà forse stavo solo scappando, dal mio Paese, dal mio lavoro, dalla mia storia.
Ma ne avevo bisogno.
Sentivo la necessità di resettare tutto e ripartire."
..........
"L’incontro terminò, la preside ci congedò e accadde quello che avrebbe modificato la mia permanenza in quella scuola: il professor Cullen si alzò e si avvicinò rivolgendomi un lieve saluto e un sorriso da far incantare gli angeli. "
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Capitolo 55

Quotidianità e progetti

Quando mi svegliai il mattino dopo, mi occupai della colazione nel tentativo di ricambiare, almeno in parte le premure che Edward mi aveva riservato in quello splendido week-end. Dopo aver disposto su un vassoio ciò che avevo trovato in cucina, inclusa la splendida torta preparataci da Kate e dimenticata la sera perché troppo presi da noi stessi, mi recai al piano di sopra, appoggiai il vassoio sul letto, dalla mia parte, e poi salendo lentamente con un ginocchio, mi avvicinai a Edward che dormiva ancora beatamente.

I miei pensieri ricaddero velocemente su quei giorni passati insieme e su quanto sarebbe stato difficile andare avanti non avendolo sempre nel mio letto.

Spostai il braccio che non mi serviva per sorreggermi e gli accarezzai delicatamente la fronte: nel giro di pochi secondi la sua espressione mutò, gli occhi iniziarono a muoversi sotto le palpebre ancora chiuse, la bocca si aprì leggermente e un sospiro uscì dal suo petto. Si svegliò poco dopo fissandomi negli occhi dopo avermi dato il buongiorno e ringraziato, ovviamente a modo suo, per avergli portato la colazione.

Mangiammo lì, seduti uno a fianco all’altra, ridendo, scherzando e chiacchierando, senza mai distogliere i nostri sguardi: le sensazioni che la sua vicinanza mi donavano erano uniche, ogni nostro sfioramento, sguardo o parola mi riempivano la schiena di brividi e mi trasportavano nel ricordo delle emozioni che era stato capace di donarmi in quel tempo passato insieme.

Ero certa, che non mi sarei mai stancata di lui, ero quasi sicura che la mia fosse una nuova dipendenza nei suoi confronti, ma a discapito delle mie preoccupazioni, non mi sentivo in ansia per questo: Edward era vita per me, era sostegno, ma anche forza, mi ero resa conto di essergli appartenuta fin dal primo giorno anche solo con uno scambio di sguardi.

Sembravano quasi pensieri assurdi di una quindicenne in piena crisi ormonale, ma non era così: era la determinazione di una donna che sapeva ora quale era il suo sentimento più profondo per l’uomo che aveva di fronte e per il quale non avrebbe rinunciato per nulla al mondo.

Terminata la nostra colazione e le nostre non brevi effusioni, ci rendemmo ormai conto che il nostro rientro sarebbe stato inevitabile e ci accingemmo così a prepararci.

« Giurami che torneremo presto» sussurrai sulle sue labbra davanti all’auto, dopo aver depositato i nostri bagagli nel baule. Sapevo che il mio sguardo gli avrebbe descritto i sentimenti che provavo in quel momento: amore, desiderio, corredati da una vera e propria venerazione per la splendida creatura che il destino aveva messo sulla mia strada e che ora rispondeva al mio sguardo con il suo tocco delicato sui miei fianchi e la sua bocca dolcemente posata sulla mia.

« Certo che torneremo, ogni volta che vorrai » il suo sorriso sulle labbra e negli occhi.

Presi un profondo respiro e mi appoggiai con la fronte al suo torace. Non feci in tempo a chiudere gli occhi desiderosa di perdermi nei miei pensieri e nel profumo che emanava la sua pelle, che due mani calde mi sollevarono il volto: « Bella tutto bene?»

Lo guardai con un lieve sorriso : « Va tutto bene. Stavo solo pensando a come farò, una volta rientrati, a non starti sempre incollata»

« E chi ti dice che non potrai farlo?» lo fissai negli occhi sorridendo ulteriormente e scuotendo il capo.

« Non puoi trasferirti da me, né io da te…..ricordi? Siamo responsabili dei dormitori maschili e femminili?» mi baciò dolcemente fissandomi.

« Troveremo una soluzione, per quest’anno faremo un po’ di su e giù tra i nostri appartamenti, ma per il prossimo anno ci organizzeremo diversamente» mi strizzò un occhio mantenendo sempre uno splendido sorriso su quelle labbra tentatrici. Per un attimo spalancai gli occhi e rimasi a bocca quasi aperta a quelle sue parole “l’anno prossimo ci organizzeremo diversamente”. Non potevo credere che dopo così poco tempo che stavamo insieme facesse dei progetti a lungo termine così convinto. In realtà da lui me lo sarei dovuto aspettare, ma quelle sue parole mi fecero chiaramente capire che credeva nel nostro rapporto e avrebbe desiderato farlo durare. La cosa mi piacque molto perché in fondo era lo specchio di quello che provavo io. Certo non sarebbe stato facile dover fare i nomadi tra due appartamenti e in un certo senso anche imbarazzante far capire a tutto il campus la nostra situazione: per non parlare della Whitmore!!! Sarebbe stata al settimo cielo nel vedere in bella mostra la nostra relazione.

« A cosa pensi?» la sua voce mi ridestò dai pensieri.

Lo abbracciai portando le mani dietro al collo e alzandomi in punta di piedi per arrivare più facilmente al suo viso : « a quanto mi piacciano i tuoi progetti e a quanto ne sarà felice la preside ».

La mia affermazione scatenò in lui una lieve risata e dopo avermi sfiorato le labbra mi aprì lo sportello e mi fece accomodare per rientrare al campus.

Il rientro e l’inizio della settimana furono difficili e nel contempo impegnativi, ma la costante vicinanza di Edward mi dava la grinta giusta ad affrontare tutti gli incarichi. In realtà lui continuava a dire che io quella che dava a lui la forza di alzarsi al mattino, anche quando stretti l’uno al calore dell’altra faticavamo ad accettare l’idea di tuffarci nell’ancora freddo giorno inglese.

Da quando eravamo rientrati erano passati solo pochi giorni.

Al nostro ingresso quella domenica pomeriggio solo alcuni studenti e dipendenti avevano assistito e ringraziai che tra questi non ci fossero né Black né la preside, principalmente per il fatto che Edward in più di un’occasione tra i garage e i dormitori, mi aveva abbracciato, guardato languidamente e baciato, come se quel weekend non gli fosse bastato: e in realtà come potevo dargli torto. Avevo dovuto fare quasi violenza a me stessa per non “appoliparmi” a lui ogni mattina quando mi accompagnava in aula, per evitare di dare troppo spettacolo. Il fatto poi che per tutta la settimana si fosse fermato ogni notte da me e mi avesse stretto a sé senza perdere occasione per venerarmi mentre facevamo l’amore, mi aveva reso sempre più dipendente dal suo corpo e dalla sua compagnia.

Il giorno di San Valentino avevo deciso di organizzare una serata romantica tra noi. Era da parecchio tempo che non lo festeggiavo, ma in quel periodo mi sentivo particolarmente romantica e il fatto che tutto il mio dormitorio fosse pieno di palloncini e fiori aiutava. Sembrava che tutte le ragazze più corteggiate fossero proprio da me.

Avevo chiesto a Edward carta bianca per preparare una cena nel suo appartamento. Aveva accettato con non poche proteste, sperando che preferissi invece il suo di invito, che prevedeva ovviamente un ristorante di lusso.

« Vorrei fare qualcosa che ci permetta di restare soli tutta la sera» mi ero giustificata con un sorriso malizioso e avvicinandomi a lui poggiando una mano sul suo torace.

Lo avevo visto sospirare e chiudere gli occhi beandosi del mio tocco : « Bella vorrei farti presente che siamo nella tua aula e che tra poco entreranno i tuoi studenti. Se continui così…..» non potei fare a meno di sorridere. Eravamo quasi sempre insieme, ma nonostante questo l’elettricità che sprigionavano i nostri corpi quando erano vicini era palpabile. Mi allontanai leggermente, meglio non rischiare scenate compromettenti!

Gli chiesi di stare lontano per tutto il giorno, perché avrei voluto preparare tutto alla perfezione e appena avuto l’ok e terminato il mio orario mi fiondai a prendere l’occorrente a casa mia e mi occupai di tutto il resto. Quando le cose furono quasi pronte mi affrettai a preparare anche me stessa. Approfittai del suo bagno e mi vestii e pettinai con quello che avevo preso su da casa mia. Non volevo eccedere, l’importante sarebbe stata l’atmosfera, la cena e lo stare insieme.

Alle ventuno sentii la chiave girare nella serratura e lo vidi entrare con uno splendido mazzo di rose e gerbere. Si era cambiato nel mio appartamento, ovviamente, e quando varcò la soglia nel suo aspetto casual ma sempre d’effetto, gli sorrisi e mi fiondai su di lui, baciandolo appassionatamente.

« Se fai così non arriveremo nemmeno alla fine della cena » mi sussurrò sulle labbra in modo sensuale. Un brivido mi corse lungo la schiena e non potei fare a meno di perdermi qualche attimo nei suoi occhi.

Lo feci accomodare e rimase sorpreso di quanto avessi fatto in poco tempo: candele, luci e il profumo di una cena semplice, ma piacevole.

La serata passò in modo splendido, conversando ridendo e coccolandoci in modo estremamente romantico. Volevo godere in pieno delle sensazioni che la vicinanza con lui mi donavano. Sapevo che il nostro trasporto era dettato dal fatto che stavamo insieme da poco, la passione era ancora al culmine, ma non davo per scontato che finisse. La nostra intesa non solo a livello fisico, ma anche “spirituale” era qualcosa che mi dava la quasi certezza che avrei amato quest’uomo per sempre, qualsiasi cosa ci avesse riservato la vita.

Mi alzai per sparecchiare. Appena alzata dalla sedia Edward mi fermò, poggiando la sua mano sulla  mia e mi fissò negli occhi. Sapevo che se non avessi distolto lo sguardo gli sarei volata letteralmente in braccio, ma c’era ancora il dessert!

Mi alzai in silenzio per dirigermi alla cucina. Sentivo i suoi occhi che mi fissavano la schiena dalla penisola dove avevamo cenato. Sentivo una sensazione di vertigine, come se quello sguardo mi stesse perforando l’anima. Il mio respiro si fece leggermente più frequente: ero travolta da quel contatto avvenuto pochi attimi prima e dal suo sguardo su di me, coadiuvato da un silenzio che in quel frangente voleva dire solo “desiderio”.

Arrivai al bancone della cucina e lo sentii parlare :« sei splendida…..come sempre». Mi girai e questa volta incatenai consapevolmente i miei occhi con i suoi.

Non ci fu bisogno di parole: in un attimo si alzò e contemporaneamente mi fiondai tra le sue braccia e sulle sue labbra. Mi sollevò e mi portò in camera…lasciando la torta lì dov’era.

Aprii gli occhi. Era notte fonda. Una mano calda stava accarezzando la mia schiena coperta solo dalle lenzuola. Mi mossi lievemente verso la fonte di quel contatto e aprii gli occhi. Edward era steso accanto a me, si sosteneva la testa con una mano, mentre l’altra lasciava quelle piacevoli carezze sulla mia pelle.

« Non dormi amore mio?» dissi in modo del tutto rilassato.

« Ho aperto gli occhi poco fa e di fronte alla visione del tuo corpo seminudo non sono riuscito a resistere» mentre diceva queste parole si era avvicinato al mio volto e mi aveva lasciato un tenero bacio sulle labbra senza lasciare mail il contatto con la mia pelle. Senza allontanarsi soffiò delicatamente sul mio viso: « adoro quando mi chiami amore mio con quel tono…sei così sexy….e  credo che per la mia salute mentale e il tuo riposo, sia il caso di iniziare a portare qualche indumento qui, per quando passi la notte con me» quelle parole erano entrare nelle mi orecchie, ma erano arrivate direttamente al cuore e allo stomaco.

« La verità è che sono io che non so resisterti…ti amo da morire» e mi girai per abbracciarlo e baciarlo, incurante del lenzuolo scostato che avrebbe messo in mostra il mio corpo nudo. Edward mi circondò la schiena e ricambiò il mio bacio in modo appassionato. I nostri respiri già soffocati, quando si staccò dalle mie labbra, sempre troppo presto per i miei gusti.

« Comunque non sto scherzando e, tentazioni a parte, potresti portare qualcosa qui da me, così da non doverti alzare troppo presto al mattino per passare dal tuo appartamento a prepararti. E la stessa cosa potrei farla io…se non ti dispiace»

Mi scostai da lui e sorrisi : « veramente credi che una cosa come questa potrebbe dispiacermi? Se fosse per me ti vorrei nel mio letto tutte le sere?» era un’affermazione molto plateale, ma non si discostava dalla realtà dei miei sentimenti e da ciò che avveniva quasi quotidianamente.

« Sai che non ti ho nemmeno dato il tuo regalo di san valentino?» lo guardai stupita: io non gli avevo preso niente!

« Edward non dovevi…io non ho preso nulla….non pensavo che…..» un dito si posò sulle mie labbra.

« Stai tranquilla, è una cosa che voglio fare con te, quindi il regalo è anche un po’ mio». Lo vidi alzarsi e dirigersi verso la cucina, tornando dopo poco con un pacchetto sottile e un meraviglioso sorriso.

« Buon san valentino Bella» aprì quello che era chiaramente una busta e vidi dentro due biglietti aerei: destinazione Parigi!

« Edward ma sei matto e quando???»

«E’ da un po’ che ci penso, la nostra vacanza natalizia non è andata è andata proprio come speravamo – abbassò lo sguardo e io mi sentii un verme per come erano andate le cose solo un mese prima – quindi pensavo che potremmo rifarci: in più Alice sarà felice di vederti e di ospitarci. Le vacanze di primavera mi sembrano perfette».

Ero felice di quell’idea, avrei rivisto volentieri la sorella di Edward e in più stare con lui in quella splendida città….ero quasi commossa.

« E’ un’idea splendida, ma io non ti ho regalato nulla, mi dispiace» dissi stringendomi nuovamente a lui che si era ridisteso accanto a me.

« Tu mi hai donato il tuo cuore e tutta te stessa e non esiste regalo migliore» ed era vero. Stavamo insieme da poco ma io mi sentivo di appartenergli e questa cosa mi piaceva oltremodo.

« Sai, mi piacerebbe presentarti mia madre!» l’avevo buttata là. Già da qualche tempo parlavo regolarmente con Reneè raccontandogli della nostra storia e lei aveva dimostrato un grande entusiasmo ed aveva espresso il desiderio di vedermi di persona. Per un attimo temetti di averlo messo in imbarazzo, ma come al solito mi stupì: « sarebbe un’idea magnifica, anch’io non vedo l’ora di conoscerla. Programmeremo un week-end verso la fine dell’anno se ti va»

« Mi va eccome » risposi di getto, vuoi per il piacere di rivedere mia madre, vuoi per la gioia che sentivo nel vedere come aveva accolto la mia proposta. Era semplicemente meraviglioso.

« Sai che sei veramente splendido! Mi piace fare questi progetti con te. Ti amo da morire» dissi di getto. Lui non rispose, ma si limitò a sorridere e a incollarsi alle mie labbra e al mio corpo, incurante del fatto che l’indomani mattina ci saremmo dovuti alzare presto per andare al lavoro: ma io non ero proprio in grado di resistergli.

Ora che ero sicura dei miei sentimenti e dei suoi non avevo più timore di dimostrargli tutto quello che avevo stupidamente represso per mesi. Edward era una creatura splendida sia fisicamente che emotivamente, che ricambiava un sentimento che andava ben oltre l’infatuazione. Non eravamo più ragazzini e non cercavamo storie di sesso. Avevamo semplicemente trovato l’amore.

note: ok so che può sembrare, ma non sono morta. non sto qui a giustificare un ritado che non ha giustificazioni. Il tempo scorre via, le cose sono sempre troppe e in più l'ispirazione si è un pò spenta. però ho ripostato. il capitolo non è granchè, forse un pò corto e non ci racconta niente di nuovo, ma avevo bisogno di riprendere confidenza con i personaggi e la storia e, diciamo che aveo fretta di farmi viva per rispetto di tutti quelli che mi seguono. siamo in un momento abbastanza tranquillo della storia, in cui si vedranno consolidare i loro sentimenti e che quindi vedrà anche salti temporali più lunghi. il tutto per arrivare al clou, quello che poi darà il proseguio e la conclusione. non so quanto scriverò ancora. i prossimi capitoli non mi sono ancora chiari nella testa. se riuscirò cercherò di scriverne più di uno e pubblicarlia breve distanza l'uno dall'altro, ma questo vorrà dire tardare a farmi vedere per un altro pò. a parte le prossime due settimane in cui non mi sarà possibile usare il computer, conto di riavvicinarmi alla storia e riprendere in modo abbastanza sistematico (anche se mai come i primi tempi) perchè ritengo sia comunque giusto giungere ad una fine in tempi ragionevoli. spero di riuscire e spero di leggere qualche recensione in più rispetto alle ultime volte in modo da caricarmi un pò.
grazie, a presto
  
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