Capitolo 55
Quotidianità e
progetti
Quando mi svegliai
il mattino dopo, mi occupai della colazione nel tentativo di
ricambiare, almeno
in parte le premure che Edward mi aveva riservato in quello splendido
week-end.
Dopo aver disposto su un vassoio ciò che avevo trovato in
cucina, inclusa la
splendida torta preparataci da Kate e dimenticata la sera
perché troppo presi
da noi stessi, mi recai al piano di sopra, appoggiai il vassoio sul
letto,
dalla mia parte, e poi salendo lentamente con un ginocchio, mi
avvicinai a
Edward che dormiva ancora beatamente.
I miei pensieri
ricaddero velocemente su quei giorni passati insieme e su quanto
sarebbe stato
difficile andare avanti non avendolo sempre nel mio letto.
Spostai il braccio
che non mi serviva per sorreggermi e gli accarezzai delicatamente la
fronte:
nel giro di pochi secondi la sua espressione mutò, gli occhi
iniziarono a
muoversi sotto le palpebre ancora chiuse, la bocca si aprì
leggermente e un
sospiro uscì dal suo petto. Si svegliò poco dopo
fissandomi negli occhi dopo
avermi dato il buongiorno e ringraziato, ovviamente a modo suo, per
avergli
portato la colazione.
Mangiammo lì,
seduti uno a fianco all’altra, ridendo, scherzando e
chiacchierando, senza mai
distogliere i nostri sguardi: le sensazioni che la sua vicinanza mi
donavano
erano uniche, ogni nostro sfioramento, sguardo o parola mi riempivano
la schiena
di brividi e mi trasportavano nel ricordo delle emozioni che era stato
capace
di donarmi in quel tempo passato insieme.
Ero certa, che non
mi sarei mai stancata di lui, ero quasi sicura che la mia fosse una
nuova
dipendenza nei suoi confronti, ma a discapito delle mie preoccupazioni,
non mi
sentivo in ansia per questo: Edward era vita per me, era sostegno, ma
anche
forza, mi ero resa conto di essergli appartenuta fin dal primo giorno
anche
solo con uno scambio di sguardi.
Sembravano quasi
pensieri assurdi di una quindicenne in piena crisi ormonale, ma non era
così:
era la determinazione di una donna che sapeva ora quale era il suo
sentimento
più profondo per l’uomo che aveva di fronte e per
il quale non avrebbe
rinunciato per nulla al mondo.
Terminata la nostra
colazione e le nostre non brevi effusioni, ci rendemmo ormai conto che
il
nostro rientro sarebbe stato inevitabile e ci accingemmo
così a prepararci.
« Giurami che
torneremo presto» sussurrai sulle sue labbra davanti
all’auto, dopo aver
depositato i nostri bagagli nel baule. Sapevo che il mio sguardo gli
avrebbe
descritto i sentimenti che provavo in quel momento: amore, desiderio,
corredati
da una vera e propria venerazione per la splendida creatura che il
destino
aveva messo sulla mia strada e che ora rispondeva al mio sguardo con il
suo
tocco delicato sui miei fianchi e la sua bocca dolcemente posata sulla
mia.
« Certo che
torneremo, ogni volta che vorrai » il suo sorriso sulle
labbra e negli occhi.
Presi un profondo
respiro e mi appoggiai con la fronte al suo torace. Non feci in tempo a
chiudere gli occhi desiderosa di perdermi nei miei pensieri e nel
profumo che
emanava la sua pelle, che due mani calde mi sollevarono il volto:
« Bella tutto
bene?»
Lo guardai con un
lieve sorriso : « Va tutto bene. Stavo solo pensando a come
farò, una volta
rientrati, a non starti sempre incollata»
« E chi ti dice che
non potrai farlo?» lo fissai negli occhi sorridendo
ulteriormente e scuotendo
il capo.
« Non puoi
trasferirti da me, né io da te…..ricordi? Siamo
responsabili dei dormitori
maschili e femminili?» mi baciò dolcemente
fissandomi.
« Troveremo una
soluzione, per quest’anno faremo un po’ di su e
giù tra i nostri appartamenti,
ma per il prossimo anno ci organizzeremo diversamente» mi
strizzò un occhio mantenendo
sempre uno splendido sorriso su quelle labbra tentatrici. Per un attimo
spalancai gli occhi e rimasi a bocca quasi aperta a quelle sue parole
“l’anno prossimo ci
organizzeremo
diversamente”. Non potevo credere che dopo
così poco tempo che stavamo insieme
facesse dei progetti a lungo termine così convinto. In
realtà da lui me lo
sarei dovuto aspettare, ma quelle sue parole mi fecero chiaramente
capire che
credeva nel nostro rapporto e avrebbe desiderato farlo durare. La cosa
mi
piacque molto perché in fondo era lo specchio di quello che
provavo io. Certo
non sarebbe stato facile dover fare i nomadi tra due appartamenti e in
un certo
senso anche imbarazzante far capire a tutto il campus la nostra
situazione: per
non parlare della Whitmore!!! Sarebbe stata al settimo cielo nel vedere
in
bella mostra la nostra relazione.
« A cosa pensi?» la
sua voce mi ridestò dai pensieri.
Lo abbracciai
portando le mani dietro al collo e alzandomi in punta di piedi per
arrivare più
facilmente al suo viso : « a quanto mi piacciano i tuoi
progetti e a quanto ne
sarà felice la preside ».
La mia affermazione
scatenò in lui una lieve risata e dopo avermi sfiorato le
labbra mi aprì lo
sportello e mi fece accomodare per rientrare al campus.
Il rientro e
l’inizio della settimana furono difficili e nel contempo
impegnativi, ma la
costante vicinanza di Edward mi dava la grinta giusta ad affrontare
tutti gli incarichi.
In realtà lui continuava a dire che io quella che dava a lui
la forza di
alzarsi al mattino, anche quando stretti l’uno al calore
dell’altra faticavamo
ad accettare l’idea di tuffarci nell’ancora freddo
giorno inglese.
Da quando eravamo
rientrati erano passati solo pochi giorni.
Al nostro ingresso
quella domenica pomeriggio solo alcuni studenti e dipendenti avevano
assistito
e ringraziai che tra questi non ci fossero né Black
né la preside, principalmente
per il fatto che Edward in più di un’occasione tra
i garage e i dormitori, mi
aveva abbracciato, guardato languidamente e baciato, come se quel
weekend non
gli fosse bastato: e in realtà come potevo dargli torto.
Avevo dovuto fare
quasi violenza a me stessa per non “appoliparmi” a
lui ogni mattina quando mi
accompagnava in aula, per evitare di dare troppo spettacolo. Il fatto
poi che
per tutta la settimana si fosse fermato ogni notte da me e mi avesse
stretto a
sé senza perdere occasione per venerarmi mentre facevamo
l’amore, mi aveva reso
sempre più dipendente dal suo corpo e dalla sua compagnia.
Il giorno di San Valentino
avevo deciso di organizzare una serata romantica tra noi. Era da
parecchio
tempo che non lo festeggiavo, ma in quel periodo mi sentivo
particolarmente
romantica e il fatto che tutto il mio dormitorio fosse pieno di
palloncini e
fiori aiutava. Sembrava che tutte le ragazze più corteggiate
fossero proprio da
me.
Avevo chiesto a Edward
carta bianca per preparare una cena nel suo appartamento. Aveva
accettato con
non poche proteste, sperando che preferissi invece il suo di invito,
che
prevedeva ovviamente un ristorante di lusso.
« Vorrei fare
qualcosa che ci permetta di restare soli tutta la sera» mi
ero giustificata con
un sorriso malizioso e avvicinandomi a lui poggiando una mano sul suo
torace.
Lo avevo visto
sospirare e chiudere gli occhi beandosi del mio tocco : «
Bella vorrei farti
presente che siamo nella tua aula e che tra poco entreranno i tuoi
studenti. Se
continui così…..» non potei fare a meno
di sorridere. Eravamo quasi sempre
insieme, ma nonostante questo l’elettricità che
sprigionavano i nostri corpi quando
erano vicini era palpabile. Mi allontanai leggermente, meglio non
rischiare
scenate compromettenti!
Gli chiesi di stare
lontano per tutto il giorno, perché avrei voluto preparare
tutto alla
perfezione e appena avuto l’ok e terminato il mio orario mi
fiondai a prendere l’occorrente
a casa mia e mi occupai di tutto il resto. Quando le cose furono quasi
pronte
mi affrettai a preparare anche me stessa. Approfittai del suo bagno e
mi vestii
e pettinai con quello che avevo preso su da casa mia. Non volevo
eccedere, l’importante
sarebbe stata l’atmosfera, la cena e lo stare insieme.
Alle ventuno sentii
la chiave girare nella serratura e lo vidi entrare con uno splendido
mazzo di
rose e gerbere. Si era cambiato nel mio appartamento, ovviamente, e
quando
varcò la soglia nel suo aspetto casual ma sempre
d’effetto, gli sorrisi e mi
fiondai su di lui, baciandolo appassionatamente.
« Se fai così non
arriveremo nemmeno alla fine della cena » mi
sussurrò sulle labbra in modo
sensuale. Un brivido mi corse lungo la schiena e non potei fare a meno
di
perdermi qualche attimo nei suoi occhi.
Lo feci accomodare
e rimase sorpreso di quanto avessi fatto in poco tempo: candele, luci e
il profumo
di una cena semplice, ma piacevole.
La serata passò in
modo splendido, conversando ridendo e coccolandoci in modo estremamente
romantico.
Volevo godere in pieno delle sensazioni che la vicinanza con lui mi
donavano. Sapevo
che il nostro trasporto era dettato dal fatto che stavamo insieme da
poco, la
passione era ancora al culmine, ma non davo per scontato che finisse.
La nostra
intesa non solo a livello fisico, ma anche
“spirituale” era qualcosa che mi
dava la quasi certezza che avrei amato quest’uomo per sempre,
qualsiasi cosa ci
avesse riservato la vita.
Mi alzai per
sparecchiare. Appena alzata dalla sedia Edward mi fermò,
poggiando la sua mano
sulla mia e mi
fissò negli occhi. Sapevo
che se non avessi distolto lo sguardo gli sarei volata letteralmente in
braccio, ma c’era ancora il dessert!
Mi alzai in
silenzio per dirigermi alla cucina. Sentivo i suoi occhi che mi
fissavano la
schiena dalla penisola dove avevamo cenato. Sentivo una sensazione di
vertigine, come se quello sguardo mi stesse perforando
l’anima. Il mio respiro
si fece leggermente più frequente: ero travolta da quel
contatto avvenuto pochi
attimi prima e dal suo sguardo su di me, coadiuvato da un silenzio che
in quel
frangente voleva dire solo “desiderio”.
Arrivai al bancone
della cucina e lo sentii parlare :« sei
splendida…..come sempre». Mi girai e
questa volta incatenai consapevolmente i miei occhi con i suoi.
Non ci fu bisogno
di parole: in un attimo si alzò e contemporaneamente mi
fiondai tra le sue braccia
e sulle sue labbra. Mi sollevò e mi portò in
camera…lasciando la torta lì dov’era.
Aprii gli occhi. Era
notte fonda. Una mano calda stava accarezzando la mia schiena coperta
solo
dalle lenzuola. Mi mossi lievemente verso la fonte di quel contatto e
aprii gli
occhi. Edward era steso accanto a me, si sosteneva la testa con una
mano,
mentre l’altra lasciava quelle piacevoli carezze sulla mia
pelle.
« Non dormi amore mio?»
dissi in modo del tutto rilassato.
« Ho aperto gli
occhi poco fa e di fronte alla visione del tuo corpo seminudo non sono
riuscito
a resistere» mentre diceva queste parole si era avvicinato al
mio volto e mi
aveva lasciato un tenero bacio sulle labbra senza lasciare mail il
contatto con
la mia pelle. Senza allontanarsi soffiò delicatamente sul
mio viso: « adoro
quando mi chiami amore mio con quel tono…sei così
sexy….e credo
che per la mia salute mentale e il tuo
riposo, sia il caso di iniziare a portare qualche indumento qui, per
quando
passi la notte con me» quelle parole erano entrare nelle mi
orecchie, ma erano
arrivate direttamente al cuore e allo stomaco.
« La verità è che
sono io che non so resisterti…ti amo da morire» e
mi girai per abbracciarlo e
baciarlo, incurante del lenzuolo scostato che avrebbe messo in mostra
il mio
corpo nudo. Edward mi circondò la schiena e
ricambiò il mio bacio in modo
appassionato. I nostri respiri già soffocati, quando si
staccò dalle mie
labbra, sempre troppo presto per i miei gusti.
« Comunque non sto
scherzando e, tentazioni a parte, potresti portare qualcosa qui da me,
così da
non doverti alzare troppo presto al mattino per passare dal tuo
appartamento a
prepararti. E la stessa cosa potrei farla io…se non ti
dispiace»
Mi scostai da lui e
sorrisi : « veramente credi che una cosa come questa potrebbe
dispiacermi? Se fosse
per me ti vorrei nel mio letto tutte le sere?» era
un’affermazione molto
plateale, ma non si discostava dalla realtà dei miei
sentimenti e da ciò che
avveniva quasi quotidianamente.
« Sai che non ti ho
nemmeno dato il tuo regalo di san valentino?» lo guardai
stupita: io non gli
avevo preso niente!
« Edward non dovevi…io
non ho preso nulla….non pensavo che…..»
un dito si posò sulle mie labbra.
« Stai tranquilla,
è una cosa che voglio fare con te, quindi il regalo
è anche un po’ mio». Lo vidi
alzarsi e dirigersi verso la cucina, tornando dopo poco con un
pacchetto
sottile e un meraviglioso sorriso.
« Buon san
valentino Bella» aprì quello che era chiaramente
una busta e vidi dentro due
biglietti aerei: destinazione Parigi!
« Edward ma sei
matto e quando???»
«E’ da un po’ che
ci penso, la nostra vacanza natalizia non è andata
è andata proprio come
speravamo – abbassò lo sguardo e io mi sentii un
verme per come erano andate le
cose solo un mese prima – quindi pensavo che potremmo
rifarci: in più Alice
sarà felice di vederti e di ospitarci. Le vacanze di
primavera mi sembrano
perfette».
Ero felice di quell’idea,
avrei rivisto volentieri la sorella di Edward e in più stare
con lui in quella
splendida città….ero quasi commossa.
« E’ un’idea
splendida, ma io non ti ho regalato nulla, mi dispiace» dissi
stringendomi
nuovamente a lui che si era ridisteso accanto a me.
« Tu mi hai donato
il tuo cuore e tutta te stessa e non esiste regalo migliore»
ed era vero. Stavamo
insieme da poco ma io mi sentivo di appartenergli e questa cosa mi
piaceva
oltremodo.
« Sai, mi piacerebbe
presentarti mia madre!» l’avevo buttata
là. Già da qualche tempo parlavo
regolarmente con Reneè raccontandogli della nostra storia e
lei aveva dimostrato
un grande entusiasmo ed aveva espresso il desiderio di vedermi di
persona. Per un
attimo temetti di averlo messo in imbarazzo, ma come al solito mi
stupì: «
sarebbe un’idea magnifica, anch’io non vedo
l’ora di conoscerla. Programmeremo un
week-end verso la fine dell’anno se ti va»
« Mi va eccome »
risposi di getto, vuoi per il piacere di rivedere mia madre, vuoi per
la gioia che
sentivo nel vedere come aveva accolto la mia proposta. Era
semplicemente
meraviglioso.
« Sai che sei
veramente splendido! Mi piace fare questi progetti con te. Ti amo da
morire»
dissi di getto. Lui non rispose, ma si limitò a sorridere e
a incollarsi alle
mie labbra e al mio corpo, incurante del fatto che l’indomani
mattina ci saremmo
dovuti alzare presto per andare al lavoro: ma io non ero proprio in
grado di
resistergli.
Ora che ero sicura dei miei sentimenti e dei suoi non avevo più timore di dimostrargli tutto quello che avevo stupidamente represso per mesi. Edward era una creatura splendida sia fisicamente che emotivamente, che ricambiava un sentimento che andava ben oltre l’infatuazione. Non eravamo più ragazzini e non cercavamo storie di sesso. Avevamo semplicemente trovato l’amore.
note: ok so che può sembrare, ma non sono morta. non sto qui a giustificare un ritado che non ha giustificazioni. Il tempo scorre via, le cose sono sempre troppe e in più l'ispirazione si è un pò spenta. però ho ripostato. il capitolo non è granchè, forse un pò corto e non ci racconta niente di nuovo, ma avevo bisogno di riprendere confidenza con i personaggi e la storia e, diciamo che aveo fretta di farmi viva per rispetto di tutti quelli che mi seguono. siamo in un momento abbastanza tranquillo della storia, in cui si vedranno consolidare i loro sentimenti e che quindi vedrà anche salti temporali più lunghi. il tutto per arrivare al clou, quello che poi darà il proseguio e la conclusione. non so quanto scriverò ancora. i prossimi capitoli non mi sono ancora chiari nella testa. se riuscirò cercherò di scriverne più di uno e pubblicarlia breve distanza l'uno dall'altro, ma questo vorrà dire tardare a farmi vedere per un altro pò. a parte le prossime due settimane in cui non mi sarà possibile usare il computer, conto di riavvicinarmi alla storia e riprendere in modo abbastanza sistematico (anche se mai come i primi tempi) perchè ritengo sia comunque giusto giungere ad una fine in tempi ragionevoli. spero di riuscire e spero di leggere qualche recensione in più rispetto alle ultime volte in modo da caricarmi un pò.grazie, a presto