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Autore: IceCreamGirl    09/08/2013    0 recensioni
Fanfiction sulla Nuova Generazione in generale. Non ho il coraggio di scrivere sui nostri amati protagonisti. Perchè come li sa descrivere la Rowling non lo sa fare nessuno, quindi ho deciso di scrivere sulla Nuova Generazione. Coppie: Lily/Lysander e Rose/Scorpius, anche accenni Victoire/Teddy
Dal primo capitolo:
«Ehi Al, che ti prende?» domandò quest’ultimo gettando, a sua volta, la pallina accartocciata alle proprie spalle con nonchalance.
«Un altro. Il terzo.» borbottò prima di riattaccare la sua porzione di porridge. L’amico gli rivolse un’occhiata interrogatoria che però non accolse.
«Di che parli, Albus?» chiese.
Albus posò i suoi occhi smeraldini in quelli neri di Chris.
«Ne è scomparso un altro» informò «Il terzo, questo mese. Non trovi sia un po’ strano?»
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Albus Severus Potter, Hugo Weasley, James Sirius Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily Luna/Lysander, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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16 ottobre 2021
Hogwarts: Sala Grande
Mattino.
 

 
Erano ormai passati parecchi giorni dallo sfortunato incidente di James sul campo da Quidditch, riprese conoscenza qualche ora dopo l’accaduto, ciononostante Madama Chips gli impose di rimanere sotto osservazione per altri dieci giorni. I dieci giorni più lunghi della sua vita, avrebbe preferito addirittura sorbirsi un’intera giornata di lezioni di Pozioni, materia che personalmente non apprezzava, piuttosto che ascoltare le lamentele dell’ormai anziana Madama Chips. Fortunatamente i suoi fratelli e cugini convinsero l’Infermiera a lasciarli entrare ogni qualvolta avessero bisogno di parlagli, ovvero ogni ora, minuto o secondo. Non rimase  nemmeno indietro con il programma: sua cugina Dominique, la più brava studentessa di Grifondoro del suo stesso anno, ogni pomeriggio dopo le lezioni si presentava in Infermeria spiegando tutto il programma a James che fingeva di ascoltarla, interessato, non voleva offenderla, ma lui non ascoltava neppure in classe. Degli allenamenti, invece, si occuparono Fred e Rose che, sentendo la squadra, svolsero un ottimo lavoro, al suo pari. Con suo grande stupore anche Merope gli fece visita un paio di volte e parlarono, parlarono di scuola, della famiglia, di tutto e di niente, ma parlarono e James ne fu infinitamente felice, capì che la sua situazione familiare era pessima: i suoi genitori furono uccisi e viveva con il fratello gemello di suo padre (suo zio) e con suo nonno, entrambi molto rigidi e severi. Provò un immediato senso di pietà e un incredibile senso di protezione nei confronti della ragazza, giurò a se stesso che Merope, prima o poi, sarebbe stata sua, sua e solo sua.
 
Riempì il piatto che si trovò di fronte con qualsiasi cosa gli capitò a occhio e in pochi minuti divorò il tutto, ma non era ancora soddisfatto e ricominciò dal principio. Dominique sedeva alla sua sinistra e non dava segno di volerla smettere di ripassare ad alta voce Rune Antiche, stava cominciando a infastidirlo, davvero. Si concentrò sul cibo presente nel suo piatto, ma la voce di Domi era così dannatamente penetrante e fastidiosa.
Rivolse, allora, la sua attenzione a Rose che sedeva alla sua destra.
 
«…e così hanno deciso di fare una festa per Halloween, io adoro Halloween, ci sono i fantasmi e le zucche…adoro il succo di zucca!» raccontò alle cugine Lily e Roxanne che annuirono non poco sconcertate dalle frasi sconnesse di Rose.
 
«Festa?» s’intromise James sporgendosi con il capo verso la cugina che annuì rigorosamente.
 
«Sì, l’hanno organizzata alcuni Serpeverde, sarà il trentuno ottobre, ovviamente, nella Stanza delle Necessità. Potranno parteciparvi solamente quelli del sesto e settimo anno, mi hanno confessato che ci saranno alcolici, quindi i più piccoli non potranno esserci.» continuò gesticolando. All’ultima informazione Lily incrociò le braccia, indignata.
 
«Non è assolutamente giusto!» borbottò, scura in volto. Lily adorava le feste, il rumore e la folla, ma molto spesso quando le si organizzavano ad Hogwarts i più piccoli non erano mai i benvenuti e, siccome Lily era del quarto anno, non poteva parteciparvi.
 
«Qualcuno ha detto la parola festa?» Hugo Weasley si presentò sedendosi accanto a Lily e battendole il pugno, il loro solito buongiorno. Quei due erano molto simili, molte volte furono scambiati per fratelli gemelli, avevano gli stessi capelli rosso scuro, gli stessi occhi castani, lo stesso naso lungo, le lentiggini, lo stesso sorriso furbo presente sulle labbra ogni qualvolta avessero in mente uno dei loro soliti e strambi piani.
 
«Sì, ma noi siamo troppo piccoli, non possiamo partecipare!» si lamentò Lily. Hugo scrollò le spalle con noncuranza e iniziò a ingozzarsi come solo Ronald Weasley sa fare.
 
«Comunque, buongiorno fratellino!» il saluto di Rose rimbombò nella sala tanto che James si coprì teatralmente  le orecchie per non rimetterci l’udito, Hugo ricambiò con un gesto annoiato della mano.
 
Si preoccupò di finire la sua porzione di bacon e si rivolse nuovamente alla cugina «Ne faremo una tutta nostra a cui potremo partecipare noi più piccoli, nella Sala Comune Grifondoro, ci stai?» domandò ingoiando l’ultimo boccone. La più piccola dei Potter arricciò un angolo della bocca in un sorrisetto soddisfatto e annuì.
 
«Niente alcolici, però» raccomandò Roxanne scrutandoli con il terribile cipiglio alla “nonna Molly”, i due cugini inarcarono contemporaneamente il sopracciglio destro e la osservarono con ovvietà.
 
«Scherzi Roxie? Noi non beviamo quella robaccia» disse Hugo. In effetti ai due più piccoli della famiglia non erano interessati agli alcolici, si concedevano al massimo una Burrobirra, ma erano assolutamente disgustati dagli alcolici. Strano –si disse James- alla loro età ne bevevo ogni qualvolta ne avevo l’opportunità.
 
«Che lezione abbiamo ora, Roxie?» chiese Rose strofinandosi gli occhi ancora impastati di sonno. Roxie estrasse dal mantello un foglietto tutto stropicciato, lo spiegò.
 
«Due ore di Storia della Magia!» esclamò tra il dispiaciuto e lo seccato. Rose batté deliziata le mani ed emise un gridolino di gioia.
 
«Amo Storia della Magia, è così affascinante scoprire le meraviglie dei nostri antenati, soprattutto quando si parla dei nostri genitori, mi fa sentire importante» esultò, ottenendo solo sguardi scettici da parte dei quattro cugini e dal fratello che la circondavano.
 
«Rosie, tu odi Storia della Magia» le ricordò Roxanne sistemandosi una ciocca di ricci e crespi capelli rossi dietro l’orecchio.
 
«I gusti si cambiano, Roxie» spiegò con ovvietà. «Vado a salutare Albus e gli altri, è un peccato non avere lezione con loro, oggi» canticchiò scavalcando la panca per potersi dirigere, saltellando, al tavolo dei Serpeverde.
 
«E’ tutta matta!» bisbigliò Roxie all’orecchio di James.
 
«E’ divertente, però!» ridacchiò Lily. James non poté fare altro che concordare con la sorella minore. Rose era, insieme a zio George, il membro più divertente della famiglia, solo lei riusciva a strappare un sorriso nei momenti più tristi. Persino quando tutti insieme andavano a rendere memoria allo zio Fred sulla sua tomba, lei non piangeva come tutti gli altri, no, lei e zio George si sedevano ai piedi della lapide e parlavano, raccontavano le cose che purtroppo zio Fred non riuscì a vedere in quegli anni, una cosa che nonna Molly apprezzava davvero molto. Rose aveva un ottimo rapporto con zio George, erano inseparabili.
 
 
 

16 ottobre 2021
Hogwarts: Aula di Pozioni
Mattino

 


Dominique camminava verso l’aula di Pozioni, a passo svelto con il capo rivolto verso il basso e le braccia avvolgevano enormi tomi dalla copertina consumata e vecchia.
Benché fosse la miglior studentessa del suo anno era terrorizzata all’idea di sbagliare il procedimento per preparare una pozione, cosa che mai le successe nei sette anni a Hogwarts. Pozioni era la materia che più amava e che più le riusciva, per Lumacorno era un pezzo prezioso della sua collezione. Amava le cene “intime” che organizzava per i migliori studenti, le dispiacque un po’ notare che nessuno dei suoi parenti furono invitati, per loro Pozioni era una materia difficile, quasi impossibile. Sciocchezze- pensò Domi.
Si sistemò la spilla di Prefetto che spiccava sul mantello nero e sorrise. Era molto soddisfatta di essere riuscita nell’impresa di diventare il Prefetto di Grifondoro, ma non le bastava: Victoire, la sorella maggiore, era stata Caposcuola, nel suo ultimo anno ad Hogwarts e lei aspirava nel diventare come lei. Victoire era un po’ come il suo modello da seguire, era la migliore a scuola, la più bella e attraente, riusciva a far cadere ai suoi piedi chiunque volesse, ma per lei esisteva solo Teddy.
Anche Domi era consapevole della sua bellezza, ma tendeva a nasconderla attraverso scomode e infantili trecce e occhiali a mezzaluna molto grandi rispetto al suo semplice e delicato viso. Aveva lunghi capelli biondi spesso legati e due espressivi occhi blu notte tendenti al viola, amava i suoi occhi erano così diversi e unici. Non era introversa, però, come si potrebbe ben pensare, era molto sicura di sé ed estroversa, molto estroversa.
Raggiunse i corridoi dei sotterranei e si diresse versa l’aula di Pozioni, ma la voce fastidiosa di Andrew Peakes, uno stupido ragazzo senza cervello non particolarmente simpatico per Domi, rimbombò per tutto il corridoio. Domi si fermò bruscamente e assottigliò nervosamente gli occhi.
 
«Domi! Domi! Hai problemi d’udito? Ti ho chiamato, prima» Andrew si affiancò ancora ansimante a Domi che lo salutò con un brusco e infastidito cenno del capo.
 
«Che vuoi?» domandò incamminandosi nuovamente verso la porta dell’aula di Pozioni che, ormai, distava da loro di pochi metri.
 
«Vieni alla festa di Halloween?» gli chiese fermandola per il polso. Rose tentò in tutti i modi possibili e immaginabili di convincerla, ma niente, Domi odiava le feste e non aveva nessuna intenzione di infrangere le regole della scuola per fare una stupida festa. E poi ci sarebbero stati gli alcolici e non approvava quel genere di cose.
Alla domanda di Andrew, Domi scosse la testa e si divincolò dalla presa di Andrew.
 
«Oh andiamo, nemmeno se ti chiedo di venirci con me?» supplicò il ragazzo, deluso. Domi si lasciò scappare una risata amara e fissò i suoi occhi in quelli azzurri di Andrew.
 
«Se me lo chiedi è un motivo in più per non partecipare a quella stupida festa.» rise, Andrew si incupì ma non si lasciò scoraggiare dalla testardaggine di Domi «Non riferirò al preside le vostre intenzioni solo perché ci partecipano i miei cugini e mio fratello Louis e non voglio mettere nei guai la mia famiglia» continuò, dopo qualche istante sganciò lo sguardo da quello di Andrew ed entrò nell’aula già tutta occupata, il ragazzo la seguì.
 
«Signorina Weasley, benvenuta! Benvenuto anche a lei, signor Peakes!» li salutò allegramente, Lumacorno. Teneva stretta in mano una piccola fiala argentata, segno che la lezione era già iniziata. «Prego accomodatevi quei due posti infondo all’aula sono liberi!» il professor Lumacorno indicò due banchi vicini, toppo vicini per Dominique. Lanciò uno sguardo furente ad Andrew e strinse le labbra, Andrew sorrise maliziosamente passando lo sguardo dalla ragazza ai due banchi. Si avvicinò al banco, gettò bruscamente i libri facendo sobbalzare la classe e Lumacorno, e si sedette a malavoglia. Qualche secondo dopo il ragazzo la raggiunse senza staccarle gli occhi di dosso.
 
«Bene» cominciò Lumacorno agitando la fiala, il liquido argentato oscillò «Questo, ragazzi, è il conosciutissimo, soprattutto per voi ragazze, Filtro d’amore. Tutti ne sappiamo i poteri, ma come prepararla? Aprite il vostro libro a pagina quarantaquattro, seguite il procedimento, avete due ore di tempo. Chi riuscirà a farne una decente riceverà un piccolo premio. Buona fortuna!» Lumacorno depositò con cautela la fiala sulla sua cattedra e sorrise alla classe che aprì il vecchio libro alla pagina ordinata dal professore.
 
Dominique sorrise, per lei era la pozione più facile da preparare. Suo zio George ne preparava a litri ogni giorno per poterla vendere nel suo negozio, ne conosceva a mente la procedura. Avrebbe sicuramente ricevuto lei l’ambito premio di cui parlava Lumacorno. Sfidò con lo sguardo il suo compagnò di banco e iniziò senza consultare il libro. Acciuffò tre radici di margherita e le inserì nel calderone, si sciolsero quasi immediatamente a contatto con l’acqua bollente, aggiunta poco prima, la pozione rimase incolore. Aggiunse i petali di rosa, ortiche secche, zanne di serpente e fegato di topo. Lanciò un occhiata curiosa ad Andrew che si accorse di lei e le sorrise.
«Weasley» la salutò, Domi ringhiò e riportò la sua attenzione alla pozione, aveva assunto uno strano colore verde/giallo, sembrava del tè sporco.
Prese del Bezoar, lo frantumò con il pestello e ne aggiunse tre misurini alla pozione che al suo contatto ribollì rumorosamente. Raggiunse delle foglie di melo, ali di farfalla e aculei di porcospino frantumati anch’essi col pestello. Ottimo- si disse- ora manca solo della polvere di corno di unicorno che la renderà argentata. Cercò la ciotola di pietra, che ne conteneva abbastanza per due pozioni, con la mano ma non ve n’era traccia, spostò, allora, lo sguardo in cerca dell’essenziale polvere, ma sembrava sparita. Il suo sguardo, come d’istinto, si puntò su Andrew, che la osservava divertito sventolandole sotto il naso la ciotola contenente la polvere. Strinse gli occhi e le labbra, tentò con un gesto secco della mano di acciuffarla, ma Andrew fu più veloce e si scansò.
 
«Dammela!» sussurrò Dominique, il ragazzo ridacchiò e allontanò dalla vista di Dominique la ciotola.
 
«Ovviamente, ma accetta di venire al ballo con me, prima.» la ricattò. Dominique inarcò ambedue le sopracciglia e sorrise gentilmente, ovviamente fece finta.
 
«Piuttosto prendo Troll!» protestò Dominique. Andrew scrollò le spalle disinteressato, ma allontanò col braccio ancor di più la ciotola.
 
«Bene, perché potrei accidentalmente rovesciare tutta la polvere nel tuo calderone, esploderebbe e Lumacorno di darebbe Troll! Ed è davvero un peccato perché quest’anno abbiamo i M.A.G.O…» borbottò fingendosi dispiaciuto. Dominique trattenne la rabbia stringendo i pugni talmente forte che le lunghe unghie le penetrarono nella carne.
 
«Non oseresti» sibilò Domi.
 
«Non mi conosci, farei anche di peggio. Allora? Sì o no. Pensaci bene ne va della tua media.» continuò Andrew ghignando.
 
«Ti odio» affermò. Andrew sorrise, soddisfatto e le riconsegnò la ciotola con la polvere di corno di unicorno.
 
«Dicono tutte così, poi cadono sempre ai miei piedi» bisbigliò sfiorando con le carnose labbra l’orecchio destro di Domi.
 
 
 
16 ottobre 2021
Hogwarts: Biblioteca
Tardo pomeriggio

 
 
Quattro ragazzi sedevano a ridosso di una delle tante scrivanie della biblioteca, erano vecchie e scricchiolanti, sembravano sul punto di cedere sotto il peso dei libri disposti disordinatamente sul tavolo. James Sirius Potter sfogliava annoiato il libro di Storia della Magia, teneva il gomito posato sul ripiano della scrivania e il mento poggiato sulla mano. Fred Weasley jr., invece, era concentrato sul libro di Artimanzia, materia che decisamente non gli riusciva, si massaggiava freneticamente le tempie cercando di memorizzare il contenuto del libro. Frank Paciok scriveva velocemente appunti sconnessi su una vecchia pergamena trovata in un angolo nascosto della sua sacca, ogni tanto si fermava e, con la bacchetta, faceva svolazzare la sua piuma, annoiato. Lorcan Scamandro sembrava l’unico a trovarsi a suo agio immerso nei libri, non per altro era l’unico Corvonero del gruppo, lui li costrinse a passare almeno un pomeriggio a concentrarsi sullo studio per i M.A.G.O, ovviamente ottenne sbuffi contrariati e maledizioni varie, ma alla fine riuscì a trascinarli in Biblioteca. Sapevano anche loro, in fondo, che era giunta l’ora di lasciare da parte gli scherzi a Gazza e ai Serpeverde per concentrarsi almeno un poco per i M.A.G.O.
 
«Qualcuno di voi ha idea di come si prepari un Distillato di Morte vivente?» domandò un Frank piuttosto annoiato e sconsolato, Lorcan si offrì di aiutare l’amico che lo ringraziò con un amichevole pacca sulla spalla.
 
«Dobbiamo mettere da parte i soldi per comprarci i costumi da indossare alla festa di Halloween» mormorò Fred deconcentrandosi dal suo libro «Non ho nemmeno un Galeone, durante l’ultima visita a Hogsmade li abbiamo spesi in Cacchebombe, Caramelle Marinare e dolci di Mielandia»
 
Frank alzò lo sguardo su Fred «Non dirmi che è una festa in maschera!» disse «E’ da mocciosi!»
 
«E’ Halloween! Ovvio che ci si traveste!» sbuffò James senza staccare gli occhi dal libro. Frank alzò le spalle e fece per dire qualcosa ma James lo precedette: «E no, non puoi rifiutarti di mascherarti. E’ una festa in maschera»
 
«Dannazione!» sibilò, frustrato. Amava le feste, ma odiava i travestimenti. Che senso avevano? Erano per mocciosetti di tre anni, ma se partecipare a una festa doveva farlo, avrebbe sopportato il peso di un costume per una sera, no?
 
«Non c’è bisogno di comprare i costumi, possiamo benissimo arrangiarci noi. Potremmo trasfigurare un semplice vestito in un vestito da babbani.» commentò Lorcan continuando a leggere il suo libro di Rune Antiche.
 
«Ottima idea Lorcan, è una cosa fantastica essere maggiorenni.» sospirò Fred, spensierato. Da poco aveva compiuto diciassette anni e ai era sbizzarrito a produrre incantesimi a destra e a manca.
 
«Credo che per oggi basti, rifiliamo delle pasticche vomitose a Gazza, sarà uno spasso! Che ne dite?» propose Fred chiudendo il suo libro con un tonfo. Senza dire una parola i ragazzi chiusero i propri libri e li riposero nelle sacche.
 
«Bene, tira fuori la Mappa del Malandrino!» sussurrò Frank «Guarda dove si trova Gazza e guarda sei gli insegnanti sono ognuno nel proprio ufficio, non ho intenzione di beccarmi delle punizioni!»
 
James frugò nelle tasche dei pantaloni, nel mantellò, sotto il maglioncino, sotto la camicia, nella sacca, ma niente, la Mappa del Malandrino non si trovava.
 
«James! Non dirmi che l’hai persa!» sussurrò furioso, Fred. «Sai di chi era quella mappa?»
 
«Non l’ho persa! Forse…forse l’ho lasciata nel nostro dormitorio!» mormorò. Sinceramente non aveva idea di dove fosse, se l’era completamente dimenticata, si era dimenticato persino della sua esistenza. Se l’avesse persa avrebbe dovuto dirlo a suo padre e l’avrebbe ucciso, quella mappa l’avevano costruita suo nonno e i suoi migliori amici. Loro erano i Malandrini, le persone che più stimava e apprezzava.
 
«Fantastico! Così quel ficcanaso di Vincent Spinnet se la sarà già intascata!» ruggì Fred al cugino.
 
 
Dieci minuti dopo si trovavano nel dormitorio, seduti ognuno sul proprio letto, sconfortati per non aver trovato traccia della Mappa. Avevano messo sottosopra il dormitorio, ribaltato i materassi, frugato nei cassetti di tutti i comodini, nelle giacche appese al muro, persino la Sala comune avevano ribaltato, ma della Mappa nemmeno l’ombra.
 
«E’ tutta colpa tua James!» ringhio infuriato Fred. James assottigliò gli occhi e inspirò profondamente tentando di placare la rabbia che Fred gli procurava.
 
«Sta’ zitto, Fred!» sbottò a sua volta. Il viso ormai si era colorato di un bollente rosso, per la rabbia, lo stesso quello di Fred. Era il tipico gene Weasley, quando ci si arrabbiava si arrossiva fin sopra le orecchie e pareva che del fumo bianco vi uscisse.
 
«Mi dici di stare zitto?» sibilò «Tu?! Hai perso la Mappa del Malandrino e mi dici di stare zitto?! Quella mappa è l’oggetto più prezioso che ci rimane di loro!»
La tensione tra i due si fece più alta ogni secondo che passava, si fulminavano con lo sguardo e corrucciavano il volto in smorfie di rabbia e disgusto.
 
«Piantatela! Tutti e due. James, non hai detto che l’avevi prestata a tua sorella?» domandò Lorcan scrutando James.
E all’improvviso s’illuminò. Ecco dov’era, Lily! Ce l’aveva Lily. Le smorfie scomparirono lasciando spazio a un enorme sorriso, si alzò dal letto diede un veloce abbraccio a Lorcan e lo ringraziò poi sparì dalla porta senza accorgersi degli sguardi curiosi e perplessi degli amici.
 
Raggiunse Lily che soggiornava sul divanetto della sala comune con le sue pettegole amiche e la trascinò via.
 
«Dov’è la Mappa?» domandò furioso. Lily inarcò le sopracciglia e corrucciò il viso.
 
«Lasciami idiota!» ululò divincolandosi dalla presa del fratello «Mi fai male, te l’ho lasciata nella tasca dei pantaloni quando eri in Infermeria, poche ore dopo il tuo incidente!»
 
James mollò la presa e spalancò gli occhi, poi ne chiuse uno, lo riaprì e li assottigliò.
 
«Non c’era nulla quando ho indossato i pantaloni, nemmeno i due galeoni vinti per una scommessa con Frank…» mormorò più a se stesso che alla sorellina ormai spazientita.
 
Lily posò il peso del corpo sul piede sinistro e incrociò le braccia.
 
«Significa che qualcuno ha frugato nei tuoi pantaloni quando eri incosciente» mormorò, disinteressata                           «Ora, se permetti caro fratellino, me ne torno dalle mie amiche»
 
«Ma…» borbottò, tendendo un braccio verso Lily, ma ormai si era già allontanata.
 
Sconsolato e frustrato, salì nuovamente le scale raggiungendo il suo dormitorio, sbatté forte la porta, per fare scena, e si sdraio sbuffando sul suo letto, ignorando le occhiate curiose degli amici. Fred sbuffò e scoppiò in una risata amara.
 
«Non ce l’ha, dico bene?» domandò.
 
«Lily me l’ha consegnata quando ero ancora in Infermeria. Dice di averla infilata nella tasca dei miei pantaloni, ma al mio risveglio non c’era» sbuffò «E non c’erano nemmeno i due galeoni vinti per la nostra scommessa, Frank»
 
«Ciò significa o che Lily ti ha mentito spudoratamente o che qualcuno ha frugato nei tuo pantaloni» commentò pensieroso, Frank.
 
«Credo che sia più probabile la seconda. Lily non è così stupida!» disse Fred, sembrava che ogni traccia della sua rabbia si fosse dissolta nell’aria.
 
«D’accordo, ma chi può essere stato a rubarla?» mormorò Lorcan, portandosi l’indice alle labbra «James, chi è venuto a trovarti?»
 
Il giovane Potter si massaggiò il capo con una mano tentando di ricordarsi. «Più o meno tutta la casata Grifondoro e tutti quelli che conosco»
 
«Vale a dire tutta la scuola, esclusi i Serpeverde» bisbigliò Fred.
 
«Da dove iniziamo con le ricerche?» domandò James.
 
«Non ne ho idea»
 


Rieccomi! Con il terzo capitolo! Grazie mille per le recensioni ^.^ mi rendete felice!
Spero che piacia anche questo capitolo. Recensite!
Alla prossima,
                                                                                                                            Ice





  
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