Buona lettura ❤.
#11
(r)esisto.
"Condividere, in amore, non significa tenere il bilancio di chi fa questo o quello, di chi fa più di un altro. Vi sono momenti in cui dobbiamo dare di più di quanto riceviamo, ma ve ne saranno altri in cui avremo bisogno di ricevere più di quanto saremo in condizione di donare."
-Leo Buscaglia, Nati per amare.Caro Edward,
mi ritrovo
seduta a terra, il
capo appoggiato al freddo vetro della clinica, guardando la pioggia
fuori
abbattersi furiosa sul suolo, sui tetti, sui volti delle persone.
Ho sempre
amato la pioggia, sai?
Innanzitutto, le lacrime possono tranquillamente confondersi con le
gocce
d’acqua, evitando così di dare spiegazione a
terzi…anche se, ripensandoci,
nessuno mi ha mai chiesto spiegazione per nulla.
Comunque,
sto divagando.
E’
passato esattamente un anno,
cinque giorni, e dieci minuti da quando Sam aprii la porta del camerino
di Tom.
Un anno, da
quando ti vidi uscire
con le lacrime nel cuore a parlare con colei che era la tua ragazza.
Mi ricordo
ancora le urla di lei,
che ti accusava di tradimento, che ti accusava di non averla mai amata,
che
accusava me di essere una puttana; e ricordo i tuoi pugni serrati, le
labbra
secche, gli occhi gonfi di acqua salata e il senso di colpa che
dilaniava il
tuo volto.
Ricordo che
gli chiedesti scusa,
scusa per ogni cosa.
Scusa per
non averla mai amata.
Scusa per
non averla trattata
come una donna come lei meritava.
Scusa per
non averla, semplice,
fatta sentire presente.
E lei, lei
che ti ripeteva senza
sosta che esisteva.
Ma per te,
per te ragazzo senza
nome, lei non era mai esistita.
Mi ricordo
che mi sentii in
colpa, per aver origliato la vostra conversazione, e che me ne andai,
con la
morte nel cuore, nella mente, nella mia vita da quel posto.
Stavo per
salire in macchina di
Stefan, mentre Tom mi rincorreva dicendo di doverti aspettare.
Ma io non so
aspettare Edward.
O meglio, non
riuscivo a stare
più
lì, sapendo di averti arrecato
ancor più dolore.
Mi scuserai
mai, ragazzo senza
nome, per esser salita su quell’auto?
Ma, a
maggior ragione, mi
scuserai per esser immediatamente scesa pochi metri dopo, appena ti ho
visto
seduto con le mani tra i capelli, sul marciapiede?
Ti abbracciai, di un abbraccio che entra sotto la pelle, come quelle schegge di legno che si infilano lì sotto e tu, nonostante sai dove si trovano, non riesci a toglierlo.
Mi sei entrato dentro le ossa, dentro il cuore, mi sei entrato come una scheggia di legno sotto al cuore, amore.
Mi sei
entrato dentro le ossa,
dentro il cuore, mi sei entrato come una scheggia di legno, amore.
Sì,
amore.
Già
vedo la tua faccia stupita,
un po’ orgogliosa, e la tua risata un po’ forzata e
ridicola.
Ma ti amo.
Sì,
ti amo ragazzo senza nome.
E qui, mi
immagino il tuo attacco
di cuore, per questo ho già avvertito Tom di chiamare
un’ambulanza.
Non ti
ringrazierò mai
abbastanza, per esserti seduto su quel marciapiede, scegliendo me.
Scegliendo
una pazza, lunatica,
sofferente ragazza per…fidanza è troppo
riduttiva, vero? Così come compagna,
futura sposa forse, ragazza.
Meglio dire
che hai semplicemente
scelto me, da amare.
Anche se noi
non rientriamo
neanche in questa categoria, secondo me.
Perché
siamo al di sopra.
Al di sopra
dell’amore, dell’odio,
del dolore.
Direi che
hai scelto Isabella per
stare accanto ad Edward.
Ecco, questo
suona bene, non
trovi?
Sai, in
questa clinica mi sento
al sicuro.
Gli
psichiatri mi seguono, mi
aiutano, mi ascoltano.
Ma ho paura.
Cosa
accadrà una volta uscita
fuori di qui, dolce gabbia ed illusione di una vita perfetta?
Ritroverò
il mio volto sui
giornali, perché “la figlia del magnate
dell’economia Charlie Swan, è in realtà
la sua figlia adottiva”.
Ma
avrò te accanto…vero? So che
leggendo questa frase storcerai il labbro in quel modo che amo tanto, e
che
stringerai le nocche talmente tanto da diventare bianche…non
che tu sia tanto
abbronzato, amore.
Ma non avrai
una crisi, come
quando hai saputo che tuo padre, ora in carcere per favoreggiamento con
Robert
Redforls, è stato l’avvocato del mio aguzzino.
Ma mi va
bene così.
Tu mi vai
bene così.
E ti chiedo
scusa, per esser così
insicura, ma migliorerò amore.
Migliorerò.
Ed
è grazie a questa certezza che
dopo un anno da quel giorno sul marciapiede, ti scrivo per la prima
volta.
Questa notte
mi sono letta tutta
d’un fiato le lettere che mi hai inviato, 365, più
cinque, effettivamente.
C’è
l’ultima lettera, quella in
cui hai scritto una cosa bellissima, due parole soltanto che mi hanno
scaldato
il cuore: ti aspetto.
Ecco,
è stato meraviglioso.
Grazie a te,
mi viene da pensare
al fatto che ne ho fatta di strada, da quando non credevo
nell’amore.
Ed ora, ora
grazie a te, ci
credo.
Perché
tu, tu ragazzo senza nome,
sei l’amore.
Sei Amore.
E mi sono
innamorata di te ogni
lettera, di più.
Sembra
assurdo, lo so, ma è così.
La cosa che
mi stupisce di più,
amore (com’è bella questa parola: amore, amore,
amore, penso che la ripeterò
finché entrambi vivremo, è meravigliosa.;
è che non ti sei scusato.
Tu, che
chiedi scusa così tanto,
non ti sei scusato.
Ma
l’ho fatto io al posto tuo,
amore.
Amore,
amore, amore, amore,
amore.
Credo sia
meglio concludere
questa lettera, tanto tra una settimana esco da questo posto e andremo
a
mangiare un gelato enorme, d’accordo?
Vedremo per
la trentesima volta
il film che amo tanto, “The secret window”, anche
se tu sei convinto che io lo
adori solo perché c’è Johnny Depp; non
hai tutti i torti.
Suoneremo!
Ho imparato a suonare
la chitarra e, ti suonerò “I was
broken”, fino allo sfinimento.
Poi, faremo
l’amore lentamente,
riprendo una confidenza mai scemata, dei nostri corpi.
Amore,
amore, amore, amore.
Ti amo. Mi
scuso. Ti ringrazio.
Ma,
soprattutto, ho capito una
cosa fondamentale in questo luogo.
Ho capito che io, Isabella Denali Swan, esisto.
Un
bacio, il
tuo
amore.”
---------
Vorrei
dire
tante
cose, molti pensieri random, ma l’unica cosa che vi
dirò è grazie.
So
che
questo
finale non potrà piacere forse, ma io lo amo.
Doveva
essere così,
la fine di questa storia.
Avete
capito
bene, la
fine.
Questo
è l’ultimo
capitolo di Sleeping with ghosts.
Scusami,
forse
avreste voluto sapere più cose, esser avvertite prima della
fine di questa
storia, ma anche io,
oggi,
ho
capito che
dovevo mettere la parola fine a Sleeping.
Stavo
pulendo casa,
e il capitolo mi è venuto in mente da solo, dopo un mese di
totale apatia.
Questa
è la degna
fine, secondo me, di questa storia.
Scusate
possibili
errori grammaticali, e scusa il ritardo con cui aggiorno.
Comunque,
volevo
ringraziare tutti coloro che hanno recensito, inserito tra le
preferite/ricordate/seguite la mia bambina :’)
Grazie,
anche a voi
lettori silenziosi che siete aumentati sempre più, per poi
crollare in alcuni
capitoli.
Ma
grazie.
Grazie.
PS:
Forse,
prima o
poi, posterò una missing moment/OS che parli del loro
futuro; ma non lo so,
credo che loro, si meritino un finale a piacere, così come
voi lettori.
PPS:
Da
settembre
continuerò l’altra mia fanfiction; tutto torna, e
noi?
Vi
voglio
bene.
Un
abbraccio.
Grazie.
Vostra, lisztomania/Chuck/thextra.