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Autore: Sephirah    17/02/2008    2 recensioni
In questa prima fase non troverete Hikaru, Umi e Fu, ma solo la storia di Clef (completamente rivisitato e finalmente con un background!) e i primi accenni degli "intrighi di palazzo" di Emeraude che hanno portato, nella mia rivisitazione, la principessa a convocare i cavalieri magici. Grazie a tutti! Spero vi piaccia!
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Clef, Emeraude, Lantis, Nuovo Personaggio, Zagato
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rayearth - revolution'
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Fanfic27 Curioso che i ruoli si fossero invertiti. Ora era Clef a trascinare per un braccio Sarus verso la sede della consulta, e la cosa gli dava anche un certo piacere.
La grande sala non era molto distante da dove si trovavano, ci impiegarono una decina di minuti, che non è tanto se si considerano le dimensioni del castello. Sarus protestava animatamente, ma il ragazzo non lo degnò di uno sguardo. Entrò aprendo la porta con violenza e, per la prima volta dopo tanto, aveva il fuoco negli occhi.
I dodici uomini che presiedevano la consulta si girarono sconvolti, e quando incrociarono lo sguardo del Monaco Guida nessuno osò fiatare.
“Adesso” disse Clef quasi con un ringhio. “Spiegatemi”
La consulta non era un organo estremamente importante, perché non venivano commessi molti crimini a palazzo, quindi né Clef né Sarus avevano mai avuto contatti con nessuno di loro. Non conoscevano i loro nomi.
Così, un’anonima faccia pallida si rivolse a loro con un’occhiata di sufficienza.
“Non siamo tenuti a discutere le nostre decisioni con voi”
“Non ho detto che voglio discuterle, voglio solo che mi vengano spiegate. Poi, quando avrò capito” aggiunse Clef, con un malvagissimo sguardo divertito. “Deciderò se mi va di discuterle, e vedremo se il fatto che non siete tenuti a farlo vi sembrerà ancora rilevante, appesi al lampadario”
Faccia Pallida lo squadrò per un attimo e parve mosso dal sarcasmo quando fece loro cenno di sedersi. Sarus ancora non aveva fiatato, ma sembrava divertito dal comportamento di Clef e non aveva ancora provato a fermarlo.
Si sedettero affiancati in una serie di posti vuoti.
“Allora, che aspettate?” chiese Clef.
L’uomo al fianco di Faccia Pallida giunse le mani sotto al mento, peraltro incredibilmente lungo.
“Non esistono protocolli per un attentato alla Colonna
“Sì, lo sappiamo”
“Il Gran Sacerdote sostiene che l’Arcimaga Alcione abbia agitò di sua iniziativa, che lui non avrebbe avuto motivo di far del male alla principessa”
“Tuttavia” si intromise un altro uomo, più vicino a Sarus. “Con le sue azioni precedenti a questa non si è guadagnato la nostra fiducia: prima fra tutte la sua espulsione dal castello, e la violazione di quest’ordine”
“Oh, avanti” disse Clef con una risata. “Voleva farle gli auguri!”
“Non siate idiota, per cortesia” rispose Mento Lungo.
“No” Clef si fece di nuovo scuro in viso, sorrideva. “Non siate voi gli idioti, e non per cortesia, ma perché se fate qualcosa che mi infastidisce, io farò qualcosa mi molto illegale”
Mento Lungo continuò fingendosi imperterrito nonostante avesse i muscoli del viso molto tesi.
“O lui o la donna mentono” disse. “Chi ha preso l’iniziativa subirà la condanna”
“E qual è la condanna?” domandò Clef.
Viso Pallido sorrise. “Purtroppo la maggioranza ha deciso la pena di morte”
Lo schianto della mano di Sarus colpì l’aria con violenza, la percosse e la lasciò lì a tremare.
Nessuno degli uomini nella stanza osò fare un fiato, nemmeno Clef, che guardava l’anziano in piedi e ansimante, paonazzo di rabbia. Quando Sarus parlò la voce gli uscì simile ad un ringhio.
“Nelle nostre leggi non è prevista la pena di morte”
Faccia Pallida rispose, ma la sua aria insolente era sparita. “Proprio perché non è prevista non è nemmeno vietata. Possiamo farlo”
“No, non potete farlo. Noi non ve lo lasceremo fare. Vero, Clef?”
Il ragazzo annuì rapido, un po’ intimidito dalla furia di Sarus.
“Dubito che avrete scelta. E comunque non abbiamo ancora deciso”
“Non ci metterete molto, a giudicare dai vostri sorrisi viscidi”
“Finché lei non parla non possiamo decidere”
Sarus sbatté di nuovo le mani sul tavolo. Clef si ritrasse. L’anziano parve non trovare un insulto abbastanza offensivo da rivolger a Faccia Pallida, così prese Clef per un braccio e lo trascinò fuori, invertendo di nuovo i ruoli nel giusto verso.
 
Il giorno seguente Emeraude trovò di nuovo Clef appostato davanti alle sue stanze, con quel livido ancora stampato sulla faccia e degli aloni sotto gli occhi.
“Non hai dormito neanche tu, eh?” Gli chiese la principessa con un sorriso. Clef ricambiò il gesto e si alzò.
“So che la consulta ha deciso, ma non so cosa”
Emeraude gli fece cenno di proseguire.
Il ragazzo sospirò. “Sarus se ne sta occupando, e credo che lo ascolteranno, soprattutto dopo il pezzo di ieri”
“Cosa credi che succederà?”
“Non ne ho idea. Ma…” aggiunse Clef. “Qualunque cosa decidano quelli, voi non preoccupatevi. Ce ne occuperemo noi”
 
Sarus gli afferrò il braccio con violenza, tanto che Clef ebbe un sussulto, perché non se l’era aspettato. IL ragazzo si girò e l’anziano gli sbatté in faccia un foglio un po’ spiegazzato che aveva tutta l’aria di qualcosa di ufficiale.
“Hanno deciso!” fece Sarus livido di rabbia. “Quei bastardi hanno deciso!”
“E se non smettete di sventolare questo accidenti di foglio io come faccio a leggerlo?! Fermo!”
Clef gli strappò dalle mani il documento e lo lesse ad alta voce.
“Dopo aver esaminato attentamente i fati accaduti il giorno bla bla bla… si comanda che in merito alle leggi bla bla bla bla…che Il Gran Sacerdote Zagart e l’Arcimaga Alcione vengano rinchiusi a vita per tentato omicidio?! Macosacazz…!”
“Nell’indecisione li hanno condannati entrambi. Si intromise Sarus, ora con voce desolata.
“Zagart è stato giudicato colpevole a priori, perché ha violato l’ordine di esilio della principessa. E quindi è ‘ovvio’, secondo loro, che avesse intenzioni losche”
Clef strinse i denti e soppresse l’impulso di accartocciare il documento e gettarlo, magari dandogli anche fuoco.
“Andiamo lì” suggerì a Sarus. “E facciamogli male”
“No, Clef, non è il caso. Non risolverebbe niente”
“Non sono d’accordo, la violenza è l’unica cosa che funziona sempre. In ogni caso non ho intenzione di rimanere con le mani in mano.
“non ho detto questo. Cosa credi, signorino, che io sia arrivato a far parte del Consiglio, così, perché sono carino?”
Il viso di Clef si illuminò di sarcasmo. “Mai pensato”
“Fai meno lo spiritoso e rispondimi seriamente, Clef. Saresti disposto a fidarti ciecamente di me?”
 
Avevano detto ad Emeraude di non preoccuparsi, e soprattutto di non uscire dalle sue stanze per nessun motivo, e di fidarsi di loro. La principessa aveva acconsentito.
E così, ora si trovavano in un corridoio buio, solo Clef e Sarus, nel cuore della notte. Il piano non era stato elaborato, non c’era stato il tempo.
Clef faceva fatica a non scoppiare a ridere di fonte a quel Sarus così diverso dal solito: era vestito il abiti informali, neri e di qualche taglia troppo piccoli, un omino un po’ panciuto e con un principio di calvizie, che adesso non aveva nemmeno la metà dell’autorità che Clef gli negava sempre. O quantomeno, gli aveva sempre negato due anni prima. Tuttavia, ora, lì, davanti a lui, sentiva riaffiorare quell’irriverenza che lo aveva caratterizzato tanto tempo prima.
Per contro, Clef aveva il corpo di un adolescente e stava bene nei vestiti che aveva addosso. Sarus individuò il sorriso storto del ragazzo.
“Piantala di ghignare, un giorno anche i tuoi bei addominali cederanno, e ti cadranno i capelli. Che credi, che diciassette anni non ce li ho avuti anche io?”
Clef evitò la provocazione con un alzata di spalle.
“Avanti, andiamo”
Si avviarono, orientandosi per i corridoi bui conosciuti a memoria. Conoscevano tutti gli appostamenti delle guardie, non sarebbe stato difficile evitarle.
Ma dopo pochi minuti si accorsero che la disposizione dei militari  era stata cambiata senza il loro consenso. Quando rischiarono di venir scoperti per la terza volta Clef tirò una gomitata a Sarus da dietro la statua che li nascondeva.
“Ma da quanto la consulta ha tutto questo potere?”
“Non ce l’ha” rispose Sarus. “Deve essere stato Lafarga”
“E perché?”
“Già che ci sei vuoi anche chiedermi quale sia lo scopo della vita? Ma che ne so io! Che domande che fai!”
Sarus aveva parlato troppo forte ed una guardie si era girata. Ora si sentiva il clangore degli stivali in ferro avvicinarsi a loro.
“Chi è la?” domandò, rimettendosi dritto l’elmo con lo stemma del palazzo stampato sopra.
“Bella mossa, genio. Adesso vedete di scivolare verso quella stanza, e fatelo in silenzio.”
Attaccati al muro, respirando appena per non far rumore, riuscirono a raggiungere una porta rimasta aperta.
Entrarono un istante prima che la guardia guardasse dietro il loro nascondiglio.
Quando quella tornò alla sua postazione, Clef sentì di poter tirare un sospiro di sollievo, e mentre lasciava uscire l’aria dai polmoni sfiorò con la spalla uno scudo di metallo appoggiato al muro che vibrò pericolosamente. Sarus lo afferrò un istante prima che cadesse a terra e lanciò un’ occhiataccia a  Clef. “Bella mossa, genio”
Alla fine riuscirono a superare gli appostamenti delle guardie e arrivarono all’ala ospedaliera.
La maggior parte del corpo di guardia era stato collocato lì, ma a questo erano preparati. Sarus era un mago capace, ma non possedeva più l’agilità necessaria, così quel compito scomodo gravava tutto sulle spalle di Clef.
L’ala ospedaliera veniva anticipata da una grande sala bianca con molte porte, ognuna con una targa d’ottone inchiodata sopra. Non avevano bisogno di leggerle, sapevano già dove andare. Presero la porta ad estrema destra e l’aprirono con lentezza estrema per non fare rumore.
Quando arrivarono al primo, sofferto centimetro, lo spiraglio era già sufficiente.
C’erano due guardie appostate lì alla porta e la schiena di una di loro era proprio sulla linea di tiro di Clef, così al ragazzo bastò sollevare appena l’indice. Quello, dopo un singulto cadde a terra strisciando contro il muro. Il compagno non fece nemmeno in tempo ad accorgersene che la porta gli fu spalancata contro la faccia. Un leggero rumore e anche quella cadde a terra.
Clef e Sarus ripresero ad avanzare. Le luci era tenute spente per quei pochi malati nei letti. Nessuno sembrava essersi accorto di niente.
Intorno al letto di Alcione stavano erette molte guardie, cinque da quello che poteva vedere Clef, al buio.
Con Sarus aveva parlato molto di questo particolare. Alla fine avevano deciso che non era importante essere discreti, bastava non farsi riconoscere.
Il fondo, erano stati Zagart e Lafarga ad addestrarlo.
Afferrò un oggetto tondo dal bancone al suo fianco e lo tirò contro la testi di una guardia. Dal rumore l’aveva presa in pieno.
Le altre quattro ebbero appena il tempo di girarsi.
Clef afferrò quella che al tatto sembrava una scopa, si abbassò e la diede sulle ginocchia alla guardia più vicina; girò il bastone e la colpì in testa, tutto nell’arco di pochi istanti. Colpire alle gambe si rivelò utile anche con le altre tre e il ragazzo agì così rapidamente che non riuscirono, probabilmente, a vederlo in viso.
Sarus scavalcò un corpo svenuto e cercò nel buio il corpo di Alcione. Clef fu pi rapido e le prese la mano.
“Alcione?” chiamò piano.
La donna non rispose. Clef le si accostò di più e provò a chiamarla ancora, con lo stesso risultato. Provò a scuoterla e la vide aprire gli occhi, ma non c’era nessuna luce in quegli iridi.
Chiamarla non serviva a niente, non era nemmeno sicuro che lo sentisse. Provò un’altra volta, ma aveva già una nota di rinuncia nella voce. A quel punto snetì le mani di Sarus scansare le sue con prepotenza. L’anziano la prese per le spalle e la scosse forte.
“Avanti, razza di codarda! Ma cosa credi, che rimedierai al danno che hai fatto in questo modo? Sappiamo che hai mentito, e so anche che puoi sentirmi, quindi non ci provare.Puoi anche parlare, ne sono sicuro, e allora rispondimi: Vuoi davvero che Zagart rimanga per sempre rinchiuso in una cella 3X2? E potresti sopportare la consapevolezza di essere tu la causa del suo dolore?”
Sarus aveva alzato la voce, ma nessuno avrebbe mai riconosciuto quel ruggito come il suo.
Alcione non si mosse e i suoi occhi socchiusi rimasero di vetro.
Clef sospirò e la guardò con compassione, attraverso il buio a cui ormai si era abituato. Poi alzò le diede uno schiaffo.
“Avanti, reagisci! Sei una persona disgustosa, hai fatto una cosa orribile, hai tradito chi ami e chi si fidava di te, e ti meriteresti di stare nel posto più infimo e schifoso dell’inferno, non vedi che questa potrebbe essere la tua unica possibilità di redimerti? Non vuoi aiutare chi ami? Sei davvero così…”
La voce gli si smorzò proprio alla fine, quando avvertì un dolore lancinante al ginocchio.
La voce di Alcione si levò nel buio, appena udibile e rotta dai singhiozzi, ma nonostante il pianto c’era una nota di rabbia.
“Se… ti azzardi… d nuovo a…a schiaffeggiarmi… giuro che… ti spezzo le braccia”
“Per ora mi hai spezzato una gamba, se può farti sentire meglio” rispose Clef saltellando su un piede.
Sarus aiutò la donna ad alzarsi, e Alcione tenrò di asciugarsi il viso senza farsi vedere. Il ragazzo si ricompose e le prese una mano con delicatezza.
“Vuoi aiutarlo?”
Alcione fu scossa da un singulto più violento degli altri.
“Sì, che voglio”
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Un grazie a tutti come al solito! Ma quanti capitoli ha questa storia, davvero parecchi, non ce la faccio più, sono esausta! Emeruade, CREPA! (no, no... rinsavisci Seph... ndL'altra me stessa) Ahahah! No scherzo, le voglio ancora bene, povera principessina ^^ (rinsavita) Insomma, pare che all'allegra combriccola si sia unita anche una nuova signorina, Sofonisba (avrò scritto bene? forse sì forse no...)! Mille grazie per aver recensito, spero che continuerai a seguirmi, sono davvero felice ^_^ e poi un grazie a Nike, che pare essersi dimenticata di avere GIA' un account, Esperide, ma scommetto che s'è scordata la password... e così mi ha lasciato a scervellarmi (ma sarà Nicoletta, o non sarà Nicoletta???) e alla fine, sì, è Nicoletta... e allora un grazie anche alla mia Hikaru che è stata così gentile da recensire ^^ Ciao Nico! E ovviamente, ciao anche alle mie fedeli, solite Kowalski e Bellislady, grazie di aver letto anche questo capitolo. Alla prossima!
E un saluto a tutti quelli che conosco... (Sonia è ancora viva??? Ve la ricordate Sonia??? Bei tempi... si dice che sia morta di over dose -???- e ora Birillo sta con Birilla e ha fatto i Birillini -??!!!???-)

  
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