Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: OrenjiAka    09/08/2013    4 recensioni
La Londra del diciottesimo secolo è divisa in due parti: la piccola e protetta fazione dei ricchi e la marea irrimediabilmente grande dei poveri, criminali, ladri, assassini.
Zoro è uno spadaccino. Da quando è arrivato in Inghilterra, però, per avere i soldi appena sufficienti a mangiare deve lavorare o rubare. E nemmeno il suo impiego nel Galop riuscirà a proteggerlo dall'onda impetuosa della criminalità londinese.
Qualcosa nel dietro le quinte scuote le acque, e da lì che questa storia comincia.
Dalle prime righe: [Tre sono i punti fondamentali per iniziare questa storia.
Punto primo: i discorsi, se riguardano la politica, sono sempre troppo lunghi.
Come quello che l’uomo in frak dall’aspetto fantomatico stava leggendo, eppure tutta quella folla era rimasta ad ascoltarlo per una buona mezz’ora.
Ci si stupiva sempre di come le persone fossero attratte dalle esecuzioni pubbliche.]
Genere: Avventura, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Eichiiro Oda; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.


Capitolo 4, Soluzioni


Pareti rosse per tenere caldo il desiderio.
Pizzi sull’orlo della gonna delle cortigiane.
Musica a non finire.
Alcol.
Questo era il Red Windmill.

Una prostituta strillò e scappò via.
Zoro aggrottò la fronte: «Le hai chiesto di mostrarti le mutandine?».
Brook era atterrito: «Non ne ho avuto il tempo... non so perché se la sia presa così».
«Forse perché sei uno scheletro vivente!» esclamò Nami, sarcastica.
Lo spadaccino sbuffò: «Allora, com’è che tu non ti sei mai spaventata di lui?»
«Sono abituata a mostri ben peggiori».

Moltissimi criminali nascondevano i loro affari sottobanco
 usando locali con secondi scopi.
Doflamingo aveva la gioielleria Diamond, per esempio.
Ivankov, invece, il Red Windmill.

La grande e affollata sala porpora fu lasciata alle loro spalle.
La musica divenne sempre più ovattata percorrendo i corridoi stretti.
Superarono diverse porte, da queste provenivano gemiti e grida che ignorarono.
Nami trattenne una risata nel vedere le guance di Zoro arrossire.
Raggiunsero l’unica stanza con un innaturale silenzio.
«Se le indicazioni di Ace-sama sono giuste, qui dietro c’è Ivankov» Brook fece per bussare.
La porta si spalancò e uscì un uomo con un lungo mantello addosso e un tatuaggio sul volto. Non li degnò di uno sguardo.
«Non fateci caso, è sempre così!» si scusò un ragazzo biondo sulla ventina, poi seguì l’altro.
«Allora,» un uomo dal volto truccato e vestito di rosa si affacciò dalla porta «che volete voi?».


~~~

La persona che entrò indossava un giubbotto beige da un lato e bianco dall’altro, in tono col colore dei suoi capelli. «Abbiamo ospiti», disse.
«Ospiti?» rispose un uomo dal volto impallidito dal Bianco di Nottinghen, le labbra rosse per il Fattibello*, la pittura nera sugli occhi e i capelli arricciati viola. «Chi sono?».
«Amici di Mugiwara, o almeno così dicono».
«Allova non facciamoli aspettave!».
Inazuma fece un cenno con la testa. Von Clay entrò con Zoro caricato sulle spalle, sembrava un’anguilla.
«RIVOGLIO LA MIA KATANA!».
«Calmati, Zoro-san! Siamo solo ospiti qui... » fece Brook per calmarlo.
«Non m’interessa se siamo ospiti o no, mi hanno tolto la spada per “motivi di sicurezza” ed io la rivoglio!».
Ivankov rise di gusto: «Mmmfufufu! Cevto! Vestituiamo a Mavimo-boy le sue spade!».
A quel nomignolo Zoro sentì una scossa. Quasi quasi lasciava morire il cuoco.
«A una condizione, pevò: devi favti tvuccare e vestive da uno dei nostvi amici Okama!».
L’altro impallidì.
Ivankov si servì un bicchiere di gin: «Io non mi favei tutti questi pvoblemi... ».
«Si vede dalla tua faccia!» gridò lo spadaccino.

Ivankov conosceva Sanji, aveva avuto una rissa con Von Clay in passato.
Lui e Zef avevano fermato i due litiganti.
Ovviamente questo non era bastato a rincontrarsi.
Quando andò in cerca di Rufy per vedere com’era fatto il figlio di Dragon,
pensò che il destino avesse messo il suo zampino quando ritrovò il biondo.
Sanji non fu mai entusiasta del loro incontro,
perché Ivankov si convinse: «Sanji-boy seguirà l’Okama Way!».

Von Clay lo lasciò cadere a terra. Aveva un’espressione preoccupata. «Sanji... ha bisogno di aiuto!».
Brook esclamò: «Gli hanno sparato! Aveva una febbre terribile, poi l’infezione... anzi, prima l’infezione, poi ha avuto febbre.
Il nostro medico ha fatto del suo meglio, ma nel frattempo ha perso molto sangue! Il suo gruppo sanguigno è l’S negativo, il più raro che ci sia!
Non troveremo mai del sangue in tempo! Se solo lei, Ivankov-sama, potesse fare un miracolo...».
«MMMFUFUFUFUFU!»
La risata del regino rimbalzò sul pavimento e sulle pareti, lasciando interdetti tutti.
Si tappò la bocca con la mano: «Pev chi mi avete pveso? “Pevsona dei mivacoli” è solo un nome! Al vostvo amico sevve sangue, non un mivacolo! Non posso fave niente di niente! Se non avete altvo, potete andave. Io ho affavi da sbrigave».
Erano tutti a bocca aperta.
Solo Inazuma era immerso nella calma, sorseggiò del vino.
Ivankov non era un tipo insensibile. Solo, non sopportava le persone che si rivolgevano a lui sperando che sciogliesse i loro problemi, come per magia.
Quindi si arrabbiava.
E in questo modo nascondeva il dispiacere per quel condannato su un letto di morte.
Nami tirò un lembo della manica di Brook. Aveva capito che lì non avevano più nulla da fare: «Andiamo... ».
Lo scheletro non disse una parola e seguì l’invito della ragazza.
Lo stesso Zoro.

~~~

L’entrata del Red Windmill era affollata da gente che rideva, beveva, si dava a donne.
Tre persone erano in netto contrasto con quell’entusiasmo.
«Era compito mio controllare quel cuocastro».
Nami e Brook si volsero verso Zoro.
«Me l’aveva chiesto Zef. A dir la verità ci sarei andato comunque, visto che l’idiota si faceva beccare ogni volta che rubava. Sono stato io a dirgli di tornare indietro, era per un portafogli piuttosto grosso. Credo che adesso rinuncerei anche a un baule d’oro per non farlo morire».
Nami sospirò. «Poco fa avete parlato di un medico».
Lo scheletro cambiò espressione.
«Non è uno di quei medici che usa lo stesso ago per più pazienti, vero? Voglio dire, tiene conto delle norme d’igiene e tutto il resto...»
«Perché me lo chiedi, Nami-san?».
La rossa scostò una ciocca dei suoi capelli dietro l’orecchio: «Perché... io sono S negativo».

~~~

Kidd lanciava occhiate gelide a Trafalgar. Mantenne la calma: «Avrei giurato di aver visto Scotland Yard metterti le mani addosso».
L’altro gli sorrise: «Bene, non hai problemi di vista».
«Allora perché cazzo non sei a marcire in una prigione?».
Trafalgar poggiò la sua nodachi sulla spalla e camminò sul bordo del tetto: «Amici qui, amici là... pochi minuti, la cauzione è pagata e sei fuori. Tu invece come hai fatto a non essere preso dopo la nostra ultima rissa?».
Kidd strinse i pugni: «Sono scappato in tempo, è ovvio».
«Già, è ovvio che uno come te sia anche codardo».
Il rosso scoppiò: «Sei finito, TRAFALGAR!».
Killer si coprì gli occhi. «Ci risiamo...».

~~~

Sanji riprese colore.
Riuscì a muovere le dita.
Aprì gli occhi.
Dapprima vide solo una luce.
Poi si rese conto che tutto il Circus Galop era lì a fissarlo.
«Emh,» mormorò «salve, ragazzi».
«Ohi, Sanji!» esclamò Franky unendo gli avambracci in alto.
«Sanji! Sapevo che il nostro cuoco sarebbe sopravvissuto!» Usop mise giù oggetti contro il malocchio di ogni genere.
Zef stropicciò i baffi: «Vedi di rimetterti velocemente al lavoro, scansafatiche!».
«Non se ne parla nemmeno! Sanji ha bisogno di riposo!» ribatté Chopper.
«Yohohoho! È il momento di una bella canzone! Corro a prendere il violino! »
«Sono contenta che sia salvo... cough! Cough! Forse è meglio se me ne vado adesso...» tossicchiò Robin sorridendo.
Sanji aveva sentito solo l’ultimo saluto, causa il suo amore innato per le donne. Ce ne fu un secondo che non poteva ignorare.
«Cuocastro, vedo che sei già tornato a sbavare».
Una testa verde molto familiare comparve nel suo campo visivo.
«Scommetto che mi preferivi da morto, Marimo».
«Certamente. Ma un ordine del vecchio è pur sempre un ordine del vecchio. Non mi va di averlo contro».
Sanji si mise seduto. «Grazie delle cure, sei un ottimo dottore».
Chopper arrossì: «Ma cosa dici? Non sono poi così bravo! Non mi lusingare, hehehe! E la parte più importante l’ha fatta quella ragazza...».
Il biondo a quel “ragazza” sobbalzò. Trovò nascosta tra gli altri una chioma rossa.
«Fulgida rosa, mia dea, dal primo istante che ti ho visto il mio cuore ha cominciato a battere amore! E sapere che adesso mi salvi la vita... »
«Sì, sì. È un piacere anche per me rivederti».
Franky si chinò verso Nami: «Lo conosci?».
«Tutte le ragazze che hanno preso almeno una volta il Fish and Chips dal tizio qui all’angolo sono state molestate da lui».
Zef colpì Sanji: «Così ci fai scappare la clientela!».
«Cuocastro,» sibilò Zoro «ora voglio delle spiegazioni: perché Emporio Ivankov mi ha chiamato “Marimo-boy”?».
«Prima di questo, Zoro:» Usop fece un cenno con la mano «vorrei parlarti in privato».
Lo spadaccino non lo diede a vedere, ma rabbrividì.

~

Usop incrociò le braccia. «Oggi qualcuno è entrato nel magazzino della mia fidanzata e ha rubato un intero rifornimento di antibiotici che lei si era appena riuscita a permettere, per una perdita totale di trecentoquarantotto sterline».
«Mi spiace per la tua ragazza» rispose Zoro.
Si erano appartati in un’altra stanza, per rimanere soli.
«Forse non hai capito: fra le cose c’erano anche delle garze e una confezione di disinfettante. Ho già parlato con Chopper. Da dove hai preso la roba per curare Sanji?».
«Che vuoi che dica? Mi dispiace? Il cuocastro stava morendo e quello era l’unico posto nel raggio di un chilometro che aveva quella roba!».
«Kaya ha speso mesi per rifornirsi di quelle bottiglie. Adesso quei mesi di lavoro sono fumo. Sai, in realtà ne ha ritrovata una. È rotta! Non può venderla! Restituiscigliele tutte!».
Zoro sbruffò: «Io non le ho. Altrimenti avrei aiutato Robin...».
«Robin non c’entra niente con questo discorso!».
«Tu dici? La tua ragazza mangia tutti i giorni e ha avuto tra le mani un’intera cassa di medicine. Noi mangiamo a malapena. Eppure Sanji si è fatto sparare per trovare qualcosa per la nostra compagna. Io e Brook abbiamo rischiato la testa per svaligiare la gioielleria di un pezzo grosso, e non sappiamo se avremo qualcuno alle costole. Quella Nami ha donato il sangue a un tizio che a malapena conosceva» Zoro diede le spalle «Tu cosa hai fatto?» e andò via.
Usop era spiazzato.
Lo stesso era per la ragazza dai capelli rossi che aveva origliato tutto.

~~~

Trafalgar amava dormire.
Sembrava una contraddizione date le sue occhiaie, ma dormire male non voleva dire che non gli piaceva.
Era l’alba quando salì le scale che portavano al suo appartamento all’ultimo piano.
Entrò.
«Hai fatto tardi».
Non aveva coinquilini, quella voce gli suonò tanto fuori luogo quanto irritante.
«Che ci fai nel mio appartamento, Vergo?».
L’uomo abbassò il giornale, c’era una zolletta di zucchero sulla sua guancia. «Per te sono Vergo-sama».
«Hai qualcosa sulla faccia,Vergo-sama».
Staccò la zolletta: «Ah, sì. Deve essersi attaccata mentre prendevo il tè».
«Vergo, tu non hai bevuto tè!» Doflamingo era nella stanza accanto a costruire un castello di carte sul tavolo.
Trafalgar sentì un movimento all'altezza dello stomaco.
«Hai ragione, non me lo sono preso» costatò l’altro.
Il ragazzo lo ignorò: «Che cosa state facendo?».
«Fufufufufu! Se non ti conoscessi bene, direi che non vedi l’ora di averci fuori dai piedi!».
«Infatti, è così».
Doflamingo scoppiò in una risata più fragorosa. «Certamente... Ora parliamo di cose serie.» l’uomo prese una coppia di carte «Ti ho pagato la cauzione con uno scopo ben preciso. Hai eseguito gli ordini?».
L’altro sospirò: «No».
«Da quanto tempo ti ho ordinato di far fuori Eustass Captain Kidd?»
«Un paio di settimane?»
«È già un mese». Vergo andò in cucina per farsi un tè. Per davvero, stavolta.
Doflamingo prese l’asso di cuori, poi un due di picche e li accoppiò: «Non dirmi che ti ho sopravalutato».
«Ci sarà un motivo se Eustass-ya è riuscito a crearti problemi...».
«Ci sarà un motivo se mando te a occuparti di lui.» aveva in mano il tre di quadri «È perché so che sei in grado di batterlo. A quanto pare ti crea qualche problema».
«Nessun problema, sto solo giocando».
Doflamingo guardò l’asso di picche: «Giocare col fuoco è pericoloso anche per te, Law ». La presa si fece ferrea e la carta s’increspò: il simbolo era deformato, il sorriso sull’uomo no. «Non voglio altre delusioni».
«Farò sul serio, allora».
Vergo tornò nella stanza con una tazza fumante in mano e un cucchiaino sulla guancia.
Doflamingo aveva completato il suo castello di carta: «Questo odore... non è tè!».
«Ho fatto una camomilla»
«Hai cambiato idea?»
«Non è per me, è per Law. Magari dopo una dormita gli torna la mente lucida».
Doflamingo si alzò, tutte le carte crollarono al suo soffio. «Andiamo».
Vergo andò verso la porta, incrociò Trafalgar: «Vedi di non “giocare” la prossima volta».
La tazza fu rovesciata sullo stomaco del ragazzo. Lui non reagì.
La porta fu chiusa alle sue spalle.
Sospirò: il peso allo stomaco era scomparso. Per ora.

~~~

Nami camminava silenziosa per i corridoi del Circus Galop.
Raggiunse l’uscita.
“Sono dei ragazzi simpatici”, pensò.
Qualcosa all’altezza della clavicola le impedì di andare oltre.
Si voltò. Zef caricò la rossa sulle spalle, tornando indietro.
«CHE STAI FACENDO?» replicò lei.
«Non ti lamentare, tra un po’ mi ringrazierai».
La portò in una sala enorme. Sparsi qui e là c’erano attrezzi circensi. I membri del Circus Galop erano indaffarati.
Nami era sul palco degli spettacoli, mentre tutti si stavano allenando.
«Ragazzini!» urlò Zef «Abbiamo una nuova compagna!».
Zoro lanciò un coltello, per poco non colpì Franky. «Che?».
«Che?» esclamò la rossa.
Il vecchio la lasciò scendere: «Ti sto offrendo un lavoro, ragazzina. Paga regolare, vitto incluso. Vedila come il “grazie” del Galop per aver salvato la vita a uno dei nostri».
«Non so fare nulla che riguardi il circo!».
«Sciocchezze! Trova qualcuno a cui renderti utile!» e andò via.
Nami si guardava attorno spaesata.
Un lavoro era una cosa bellissima, che non si trovava facilmente. Sarebbe stato altrettanto bello sapere cosa fare.
«Non sembri avere le idee chiare, dico bene?» Usop si avvicinò a lei «Posso darti una mano, se vuoi».
La ragazza sentì una morsa al petto.
Usop le prese la mano e la trascinò alla sua postazione.

~

Zef nel corridoio incontrò Robin: «Dimmi un po’, quando ti deciderai a stare a letto? Non dovresti sottovalutare la tua influenza, e se contagiassi qualcuno?».
«Potrei farla io, la domanda?» disse lei con voce flebile «Hai davvero offerto un lavoro a quella ragazza per sdebitarti, o per compensare in parte la mancanza di me, Rufy, Ace e Sanji?».
Zef rispose nel modo più semplice che gli venne in mente: sorrise.
«Grazie, ho capito» e Robin ridacchiò.







*Bianco di Nottinghen: non è altro che biacca.
La biacca è un pigmento pittorico, la utilizzavano nel 1700 come cosmetico per far apparire la pelle del viso bianca.

*Fattibello: il rossetto usato nel 1700 sia per uomini sia per donne e si otteneva dalla gomma arabica, allume e... insetti schiacciati!
 
 



N.d.A.
Sono tornata con un capitolo un po’ più lungo! :D
Spero vi piaccia!
Volgiamo dare le note?

Perché usare tutti quei nomi strani per descrivere i trucchi che usa Ivankov?
Perché la mia è una Alternative Universe che vuole esserlo fino al midollo. Non potevo mica permettermi di parlare di Eye-liner.
O peggio: Ivankov struccato!
Quindi mi sono documentata, e nel diciottesimo secolo questi erano i più usati –e i più tossici, eheheh!

Finalmente Zef mette chiare le carte in tavola: Robin è malata di quella influenza che sta facendo fuori mezza Londra.
Considerando i tempi, credo che l’altra metà sia occupata con colite, malaria, peste... tutte cose simpatiche, insomma.

Ace l’aveva detto che Ivankov aveva i suoi limiti, ma Zoro e compagnia danno più conto alle voci che non possono fare a meno di ingigantire il personaggio e, voce o no, decidono di tentare il tutto per tutto.
Sette di picche: pettegolezzi inutili e menzogneri. :P

Ah, anche la descrizione delle carte che usa Doflamingo ha un certo significato.
Lo svelerò per il prossimo capitolo, nel frattempo voglio vedere se fate qualche indagine: :3

CelianeEmmaStarr,isabelle10,Kaizokuo_Rogermichiru93SaraPallina,_amortentia  per aver messo la storia tra le seguite, le ringrazio.
dany_smile,EmmaStarrHarley Dell Clarencenemesis_inframe92 l’hanno messa tra le preferite, e vi ringrazio anche a voi!
michiru93,dany_smile, ed EmmaStarr un bacio a tutte voi per aver perso dieci minuti per aver scritto la recensione per lo scorso capitolo!
Ma ringrazio sempre anche chi è arrivato fino a questo punto.
GRAZIE MILLE!
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: OrenjiAka