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Autore: Crennyne    09/08/2013    1 recensioni
Questa è una storia. La mia storia. O almeno, lo è in parte. Non c'è un finale felice, ma nemmeno un finale triste. Un finale ancora non c'è. Ma io inizio col raccontarvi.
Ciao a tutti, sono Eleonora, ho vent'anni e vivo in una città super rumorosa. Vi racconto di me poiché non ho più la forza di tenermi tutto dentro, proprio non ce la faccio più. Mi andava di raccontare. La mia vita, fino ad un anno fa, era stupenda. Oddio, non era una vita da favola, ma per me andava bene. Poi tutto è cambiato.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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aaa Il giorno dopo, al mio risveglio, Daniele era ancora accanto a me. Restai a guardarlo per un  po', poi mi accorsi che anche lui iniziava a svegliarsi e dunque guardai altrove.
-Buongiorno- mi disse lui con voce assonnata
-Ciao- risposi io con voce rauca
-Mi sento la schiena a pezzi- si alzò ed iniziò a stiracchiarsi, poi svegliò Mario.
Lentamente tutti iniziarono ad aprire gli occhi e a lamentarsi dei dolori di schiena. In effetti io ero stata la più fortunata, avevo dormito comodamente accanto al ragazzo di cui ero cotta.
Daniele mi aveva colpita da subito: quando guardavo i suoi occhi blu il mio cuore batteva fortissimo, quando si passava una mano tra i capelli, mi sentivo arrossire. Il suo fisico era magnifico, anche se mi avevano detto che in passato aveva avuto seri problemi con l'alimentazione. Era stata soprattutto quella cosa a colpirmi di lui. Lo capivo. Anche io in passato ero stata sul punto di rischiare l'anoressia. Avevo smesso di mangiare, guardarmi allo specchio mi faceva terrore, odiavo guardare il mio corpo, eppure ero attratta irresistibilmente da quella sorta di vetro riflettente. Era stata quell'informazione a farmi capire che lui non era come gli altri. Lui poteva capirmi. Ma di quella cosa non ne avevo parlato con nessuno. Era un mio segreto. E non avevo intenzione di alzare l'argomento proprio con lui. 
A turno ci lavammo nei due bagni della casa di Fabiana e poi facemmo colazione mangiando biscotti e merendine di ogni genere.
Passammo la giornata guardando gare di ragazze che correvano in maniera strana ed incontri di pugilato, dato che Mario e Dani non avevano alcuna intenzione di perdersele. Fu una giornata abbastanza noiosa. Alla sera la madre di Emma venne a prendere a me, Franca e Claudia. Imma  ed Emma restavano a a dormire un'altra notte insieme a Mario e Daniele. Questo mi diede immensamente fastidio, ma non lo diedi a vedere. Il saluto tra me e lui fu molto freddo, mentre Mario mi salutò abbracciandomi. Quel ragazzo mi stava sempre più simpatico.
Una volta a casa mi buttai sul letto e non mi alzai più fino al giorno dopo.

Al mio risveglio trovai un messaggio di Emma al cellulare: "Ehi, Ele, noi oggi andiamo al mare, ti va di venire? Mandami un messaggio di risposta il prima possibile."
Non potevo resistere al pensiero di vedere ancora una volta Dani e dunque subito risposi con un "Si, dove ci vediamo?"
Iniziai a lavarmi e a fare colazione, attendendo ansiosamente un messaggio di risposta da Emma. "Alle 10, a casa Fabiana. P.s.:Imma e Fabiana non vengono. Con noi viene anche Claudia".
Il mio cuore esultò al pensiero che quelle due ragazze non ci fossero. Ero contenta che venisse anche Claudia, era una ragazza davvero simpatica ed adorabile.
Mi preparai di fretta ed aiutai mia madre nei servizi di casa. Poi misi il costume e i vestiti. Presi la cumana per arrivare a casa di Fabiana e una volta lì bussai al citofono, aspettando che Emma rispondesse.
-Chi è?- chiese una voce
-Sono Eleonora, mi aprite?- chiesi
Il portone scattò ed entrai.
Salii le scale e mi fermai dinanzi alla porta di casa di Fabi. Feci un respiro e bussai.
Mario mi aprii la porta e mi sorrise
-Ehi, Ele! Tutto bene?- mi chiese
-Ehi, si si, e a te? Dove sono gli altri? Siete pronti?-
-Si. Stiamo aspettando Claudia.- Chiuse la porta dietro di me ed andammo in camera di Fabiana.
-Salve!!!- salutai io allegra. Nella stanza c'erano Emma, Fabiana, Imma e Daniele.
-Ehi, ciao!- mi salutò Emma. Fu l'unica a rispondere  al mio saluto. Poi il suo cellulare suonò.
-Pronto?.. Ah, si ok... D'accordo.... Scendiamo subito!- riattaccò - Claudia è giù. Scendiamo?-
Mario, Emma e Daniele presero i loro borsoni e si avviarono alla porta, ma prima Dani salutò Fabiana e Imma con un bacio sulla guancia ciascuna e un -Grazie, ho passato una serata stupenda.-
Dentro di me avvertii un fastidio tremendo, come una scossa fastidiosa alla testa e al petto. Ero gelosa.
Una volta giù, prendemmo un pullman e ci dirigemmo al mare. Mario e Daniele volevano andare sugli scogli, mentre io ne avevo una paura tremenda. Cercai di spiegarlo a loro due, ma rimasero irremovibili.
Una volta arrivati, il primo ostacolo per scendere agli scogli furono delle scalette alle quali mancavano dei gradini. Mario scese per primo, poi Daniele e successivamente Emma. Poi fu il mio turno. Avevo una paura tremenda, ma per fortuna fui aiutata da Claudia e Mario, mentre Emma cercava di incoraggiarmi e mi diceva di non avere paura. Dopo un po', ci riuscii. Successivamente mi seguì anche Claudia, che ebbe meno problemi di me.
Una volta sugli scogli mi iniziò a girare la testa. Notavo gli spazi presenti in mezzo ai grossi massi grigi e mi tremavano le gambe. Gli altri si muovevano con agilità, senza paura, mentre io rimasi bloccata accanto alle scale. Dopo un po' Emma mi diede la mano, aiutandomi a passare le prime pietre. Poi mi bloccai.
-Non ce la faccio! - esclamai in lacrime
-Dai, non è nulla. Mario, aiutami per favore- chiese Emma.
Lui mi prese l'altra mano, ma io ero irremovibile. -Vuoi che ti prenda in braccio?- mi chiese lui in tono divertito
-Non fa ridere.- inizia a piangere. Ero terrorizzata. Ricordo che da piccola ero molto brava sugli scogli. Ci camminavo in maniera tranquilla e agile. Ma infondo si sa, quando si è piccoli, tutto è molto più semplice.- Mi gira la testa- aggiunsi. Mi sedetti lì. Non avevo voglia di muovermi.
-Non importa, andiamo a cercare una spiaggia, su- mi rassicurò Mario
-Se è per causa mia, preferisco che restate qui.. Infondo l'acqua è anche molto più bella- risposi io singhiozzando. Odiavo creare problemi agli altri. Mi faceva sentire terribilmente in colpa.
-Nessun problema.- mi tranquillizzò. -Ehi, ragazzi, andiamo al lido dai. Non è il caso di lasciarla sola.-
-Ma dai. Ormai siamo qui! Che senso ha muoverci?- Daniele si era spazientito. Io avvertii una fitta dolorosa dentro di me. Mi sentii davvero male. Dunque non gli importava davvero di me...
-No, Daniele, Mario ha ragione. Andiamo!- s'intromise Claudia.
Mi aiutarono a riavvicinarmi alle scalette e a risalire. La testa mi girava ancora, e sentivo gli occhi gonfi. Ma soprattutto, quello che mi faceva dispiacere, erano le parole che aveva pronunciato Dani.
Poco più avanti trovammo un lido che aveva sia la sabbia che gli scogli. Gli altri preferirono salire, mentre io dissi loro che mi sarei fermata sulla spiaggia.
-Davvero, non è un problema per me restare da sola!- li rassicurai sorridendo. In realtà, mi sentivo abbandonata, ma non mi andava di rovinare la loro giornata al mare per qualche mio capriccio.
Passammo la giornata così, separati, tranne quando ci riunivamo per fare il bagno oppure quando mangiammo. Per tutto il tempo Daniele non mi rivolse la parola e non mi degnò nemmeno di uno sguardo. Si notava lontano un miglio che era arrabbiato con me. Per il resto mi divertii a stare in loro compagnia, anche se per poco.
Alla fine della giornata, intorno alle sei, raccogliemmo le nostre cose per tornare a casa.
Lungo la strada, restai indietro, in attesa del momento giusto per chiamare Daniele. Avevo bisogno di parlargli, di chiedergli spiegazioni. Il momento giusto si presentò quando loro si fermarono a prendere delle bottigline d'acqua da un venditore ambulante. Lo presi per un braccio e lo allontanai dal gruppo di qualche metro.
-Si può sapere che ti ho fatto?- chiesi io con tono severo
-Cosa vuoi?- mi domandò lui scocciato
-Ah, io cosa voglio? E' tutta la giornata che non mi calcoli, come se non ci fossi. Mi rendo conto che di me non t'importa nulla, ma ti stai comportando davvero male. L'altro ieri non sembrava che la mia compagnia ti desse fastidio, e invece ora mi tratti come una lebbrosa...- mi sentivo davvero offesa.
-Senti, mi dici che cosa vuoi? Sarebbe stato meglio che tu oggi non fossi proprio venuta, lo sai? Ci saremmo tutti trovati meglio- sbottò lui e si allontanò.
Quella sua risposta fu per me come un pugno allo stomaco. Cercai per tutto il tempo di trattenere le lacrime. Quando io e Claudia ci staccammo dal gruppo, salutai tutti da lontano con un semplice ciao. Non me la sentivo proprio di parlare. Probabilmente Emma se ne accorse, perché mi guardò in modo strano, ma non disse nulla. Sicuramente le avrebbe raccontato tutto Daniele.
Per tutto il tragitto fino a casa, io e Claudia non parlammo granché. Lei scese alla fermata prima della mia e mi salutò con un cenno della mano.
Una volta a casa mi buttai sul letto, e diedi sfogo al dolore che provavo dentro. Mi sentivo davvero male. Troppo male. Non mi andava più di uscire di casa. Non mi andava più di parlare. Non mi andava più nulla. Volevo annullarmi. Volevo smettere di esistere. Essere il nulla era sicuramente meglio che essere qualcosa. Era sicuramente meglio che essere me, Eleonora.
Mi addormentai tra le lacrime, senza nemmeno togliermi di dosso l'acqua di mare o il costume.



Salve! Ecco il secondo capitolo!! Mi rendo conto che per adesso la storia è ancora un po' noiosa, ma il mio intento  è farvi capire il carattere e i modi di reagire di Eleonora. Spero che questo secondo capitolo vi sia piaciuto.
Mi piacerebbe ricevere commenti, anche negativi, in quanto mi aiuterebbero a migliorare, che è qualcosa di cui sento di avere davvero bisogno. Inoltre se trovate errori grammaticali di cui io non mi ero accorta, vi sarei grata se me lo diceste ^^ Vi auguro una buona giornata.
Baci. Crennyne
  
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