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Autore: Giu_Dema    10/08/2013    2 recensioni
Mia madre mi chiese: “A te piacerebbe fare questo sport?”
Ancora non sapevo che quella domanda mi avrebbe cambiato la vita..
Genere: Generale, Slice of life, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Decisione


 

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Campione non è solo chi vince,

ma chi accetta di arrivare ultimo

per non rinunciare a un sogno.”

 

La gara. Ormai quello era il mio pensiero fisso. Un pensiero che si divideva in due parti però: la faccio o non la faccio?

Pensavo e ripensavo, riflettevo sul da farsi, guardavo su youtube gli esercizi delle ginnaste più brave e finalmente pensai di essere arrivata ad una conclusione. Avrei partecipato alla gara. Si l'avrei fatta di sicuro! Ero convintissima della mia scelta finché non andai a dormire e la mattina dopo mi svegliai. Quella mattina ero sicura di non voler partecipare e senza saperne il perché.

Andai avanti così per giorni, prima si e poi no, si, no, si, no...

Ma alla fine arrivò il giorno in cui dovevo dare una risposta a Marco così dissi di si, anche se poi la cambiai in un no la volta dopo e finalmente arrivò la risposta definitiva il sabato seguente, mi feci coraggio e dissi “Parteciperò!” sembravo più convinta di quanto non lo fossi davvero ma ero sembra stata brava a nascondere sentimenti e paure quindi non lo notò nessuno.

Così iniziò la preparazione per la famosa gara, iniziammo a mettere su gli esercizi a trave, corpo libero, volteggio e trampolino che erano gli attrezzi su cui avremmo gareggiato.

Per primo confermai il mio pennello con un giro a trampolino e poi il pennello mezzo giro con posa dei piedi a volteggio.

Odiavo quell'esercizio, odiavo il volteggio, erano più le volte che sbagliavo che quelle giuste ma pensai: è solo uno stupido esercizio pensa a farlo decente e a fare bene gli altri!

A corpo libero avevo la capriola saltata, pennello con un giro, un giro in passé, sforbiciata, salto del gatto e poi finivo con una candela. Niente di che ma mi andava bene, del resto non potevo pretendere di fare chissà che cosa.

Poi finalmente arrivò il giorno dell'esercizio alla trave non vedevo l'ora così ci salì sopra e incominciai a provare gli elementi: salto del gatto, chassé, orizzontale, pennello, candela e come uscita pennello raccolto con mezzo giro. A trave avrei voluto provare qualcosa di più ma le allenatrici non mi cambiarono esercizio per consolazione però potei provare l'esercizio sulla trave alta, visto che eravamo in tante ed io ero più grande. Sopra quella trave mi sentivo bene, potente, come se nessuno potesse più fermarmi, come se stessi facendo la cosa giusta inseguendo il mio sogno, e per la prima volta da quando avevo iniziato me ne fregai di quello che sapevo e non sapevo fare, per la prima volta mi resi conto di essere davvero felice in quella palestra. Così ogni sabato era il giorno migliore della settimana, era il giorno in cui non mi interessava di come andava la scuola e di come andasse tutto il resto, ero semplicemente felice.

Gli allenamenti proseguivano con le prove degli esercizi finché non arrivò l'addetta alle coreografie con la musica per il corpo libero. Dopo averla sentita tutte concordammo che era tremenda ma non avevamo ancora visto la coreografia quella si che era inguardabile.

Rassegnate iniziammo a memorizzare e provare quei movimenti che sembravano messi a caso per riempire i buchi.

I giorni passavano, la gara si avvicinava e i miei dubbi si facevo sentire sempre più forti ma nella mia mente cercai di non ascoltarli e di evitarli, tanto ormai non avrei più potuto tirarmi indietro.

  
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