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Autore: misslegolas86    10/08/2013    2 recensioni
Era ritornato ad Hogwarts nello studio di Silente.
“Severus, il Ministero ti sta cercando come Mangiamorte.” Esordì senza preamboli il Preside “Devi consegnarti e farti processare.”
Era questo che lo aspettava dunque una vita ad Azkaban o la condanna al bacio del Dissennatore.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alastor Moody, Albus Silente, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Era ritornato ad Hogwarts nello studio di Silente.
“Severus, il Ministero ti sta cercando come Mangiamorte.” Esordì senza preamboli il Preside “Devi consegnarti e farti processare.”
Era questo che lo aspettava dunque una vita ad Azkaban o la condanna al bacio del Dissennatore.
Riaffiorò alla sua mente il ricordo di due ragazzini sulle rive di un fiume che parlavano dei Dissennatori e dei crimini che bisognava commettere per essere condannati ad una pena così atroce. Pensò a tutto quello che aveva fatto in quegli anni, cos’era diventato. Meritava quella condanna,  aveva inflitto morte e dolore a decine di persone ora doveva pagare.
Annuì con decisione mentre un nodo gli saliva alla gola
“Il processo è per domani . Verranno a prenderti qui.” Continuò Silente osservandolo da sopra gli occhiali a mezzaluna e trafiggendolo con quegli occhi azzurri come solo lui sapeva fare
“ Testimonierò per te. Tornerai … non andrai ad Azkaban, Severus.”
“Non è necessario che si preoccupi per me” disse cercando di parlare con voce normale, placando il tumulto di emozioni che lottavano in lui poi, voltandosi ormai alla porta, sussurrò “Non ne vale la pena” .
Passò quella notte insonne come tutte quelle che erano seguite alla morte di lei. Dormire significava rivedere quegli occhi verdi che lo guardavano benevoli e lui non poteva sopportarlo. Voleva vedere in quegli occhi l’odio, l’accusa, il disprezzo quello si meritava niente altro. Ma quella notte c’era dell’altro a tenerlo sveglio. Continuava a ripensare alle parole di Silente. Si era sbagliato o in quella voce aveva avvertito, comprensione e preoccupazione? Il Preside si era proposto di testimoniare per lui  perché? Sapeva quello che aveva fatto, aveva letto la sua mente e visto ogni singolo ricordo, ogni bruttura della sua anima macchiata di sangue innocente. Inoltre anche l’Ordine della Fenice era al corrente di buona parte delle sue azioni, certo non di tutte, ma anche una sola di esse lo rendeva colpevole.
Silente si sarebbe messo contro l’intero Ordine da lui presieduto per uno come lui? A che scopo? Ora che l’Oscuro era caduto non aveva più bisogno di una spia. Non aveva più alcuna utilità. Era un inganno dunque. Il Preside aveva cercato di rabbonirlo affinchè si consegnasse senza lottare. Come aveva potuto anche lontanamente pensare che Albus Silente, il più grande nemico di Voldemort, il capo dell’Ordine della Fenice di cui lui stesso aveva ucciso qualche membro, potesse testimoniare in suo favore. In favore di un Mangiamorte, di un assassino. Era stata comunque una precauzione inutile, in ogni caso non avrebbe combattuto anche senza le rassicurazioni di Silente. Avrebbe pagato il prezzo delle proprie azioni senza opporsi.
 
******

Cinque Auror del Ministero erano venuti a prenderlo. Consegnò la sua bacchetta senza una parola.
Moody gliela strappò di mano mentre senza tanta delicatezza gli legava le mani dietro la schiena.
“Non sei più così arrogante ora che il tuo Padrone non c’è più, vero Piton?” cominciò “Siete tutti uguali voi Mangiamorte. Sapessi quanti tuoi compagni mi hanno supplicato di non arrestarli  e vi definite anche uomini?”
Non aveva risposto alle provocazioni. Leggeva nei loro occhi il disgusto unito alla gioia per aver catturato un altro assassino. Avevano ragione a gioire, era anche a causa sua se avevano vissuto anni di terrore, di morte,  di dolore.
“Alastor, ti avevo chiesto di farlo nel mio ufficio.” Silente li aveva incrociati nella Sala d’Ingresso. “Non credo sia necessario tutto questo.” Concluse indicando Piton legato che spinto da due Auror perse in quel momento l’equilibrio cadendo come un sacco a terra, il volto in fiamme. Non potendo parare la caduta con le mani bloccate dietro la schiena il volto colpì il pavimento di pietra e immediatamente il sangue cominciò ad uscire dal naso. Silente si precipitò verso di lui aiutandolo a rialzarsi e con un colpo di bacchetta fermò l’emorragia. Ma Severus mantenne lo sguardo a terra senza trovare la forza di incrociare quegli occhi azzurri, l’umiliazione sarebbe stata ancora più cocente osservandola riflessa in quello sguardo. Qualche studente isolato e alcuni professori osservavano la scena.
“Albus, non farti tanti problemi. La tua nobiltà d’animo ti rende cieco. Per quelli come lui non esiste la vergogna o la dignità. Si fanno marchiare come animali e come tale bisogna trattarli. Andiamo.” Riprese Moody e senza tanti complimenti trascinò Piton fuori dal castello.
 
******

Era incatenato ad una sedia al centro di un’aula nei sotterranei del Ministero. Centinaia di maghi e streghe erano stipati nelle panche lungo i fianchi della sala. Riconosceva molti di quei volti su cui leggeva solo disprezzo. Il gelo calò all’improvviso su di lui insieme alla disperazione che sempre accompagna l’arrivo dei Dissennatori. Urla di dolore gli esplosero nella mente. Quattro di quegli esseri immondi si erano posizionati al suo fianco. Rabbrividì quando una mano putrida gli spinse le spalle verso lo schienale della sedia, mentre contemporaneamente le catene che lo legavano si strinsero ai polsi penetrando nella carne. Una schiera di Auror con le bacchette sguainate era pronta ad intervenire.
Le porte della sala si aprirono e si richiusero. I giudici del Winzegamot si erano insediati. Sollevò lo sguardo,  Silente non c’era. Il suo cuore perse un colpo. Solo ora si rendeva conto di quanto aveva sperato che Silente fosse tra quei giudici. Era certo del suo voto per la condanna, non si aspettava di certo l’assoluzione. Lui per primo non avrebbe mai votato per la sua assoluzione. Ma vedere un viso che conosceva e che soprattutto lo conosceva tra coloro che l’avrebbero condannato, che sapeva che almeno una volta nella sua vita aveva provato rimorso questo pensiero era stato ciò che lo aveva sostenuto fino a quel momento.
Era stato un illuso, il suo caso non meritava la considerazione di Silente e men che meno la sua presenza, c’erano questioni molto più importanti che la condanna di un Mangiamorte.
“Imputato” la voce fredda, ufficiale di un mago stempiato si rivolgeva a lui. Calò il silenzio
“Imputato pronunci il suo nome”
“Severus Tobias Piton” la voce fu poco più di un sussurro
“Prego?”
“Severus Tobias Piton” ripeté lottando contro il freddo che gli opprimeva i petto gelandogli i polmoni e sopportando le fitte di dolore che ogni respiro portava con sé.
“Nato il 9 gennaio 1960?” continuò il mago
“Sì” esalò.
“Severus Tobias Piton sei stato condotto qui al cospetto del Tribunale della Legge Magica per rispondere delle seguenti accuse: l’imputato ha, in modo criminoso e con premeditazione, volontariamente accettato di unirsi a Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato diventando uno dei suoi fedeli seguaci noti al mondo magico con il nome di Mangiamorte. Che in tale veste ha commesso delitti tra i più efferati che tale Tribunale abbia mai giudicato adoperando, ripetutamente, maledizioni senza perdono e macchiandosi di un gran numero di omicidi e torture.”
Dopo le imputazioni era il tempo dei testimoni. Igor Karkaroff, che aveva deciso di collaborare pur di salvarsi da Azkaban, descrisse con minuziosa dovizia di particolari le sue azioni da Mangiamorte.
Rabbrividì, sentirlo raccontare rendeva quell’orrore ancora più mostruoso, immenso, assoluto.
Si susseguirono al banco decine di testimoni, parenti delle sue vittime, maghi e streghe da lui torturati. Sentiva il disprezzo dell’aula gravare sulle spalle come un macigno. Calò il capo, non aveva più forza per lottare, voleva che tutto finisse presto. Aveva solo voglia di abbandonarsi al dolore, di non lottare più.
“Albus Percival Wulfric Brian Silente” quel nome lo ridestò. Alzò gli occhi, Silente aveva preso posto al banco dei testimoni.
Ovvio, pensò, testimonierà contro di me quale capo dell’Ordine della Fenice per questo non era tra i giudici. E sia, otterrò il bacio del Dissennatore, la giusta pena per i miei delitti.
“Severus Piton è stato un Mangiamorte è vero. Però è tornato dalla nostra parte prima della caduta di Voldemort e ha fatto la spia per noi a suo rischio e pericolo. Ora non è un Mangiamorte più di quanto lo sia io.”
Quelle parole lo investirono con il tepore di un Patronus ma ebbe la sensazione di non averle ascoltate. Si chiese se veramente erano state pronunciate. Si guardò intorno, lo stupore dipinto sui volti dei presenti non lasciava dubbi, Silente aveva davvero parlato in suo favore.
“Chiedo per Severus Tobias Piton l’assoluzione piena da ogni accusa. Mi faccio garante per lui.” Concluse il Preside.
Il gelo si era dissolto, i Dissennatori si ritiravano. Le catene che lo legavano caddero inanimate a terra.
Ci mise un po’ a capire quello che era accaduto. Il Winzegamot aveva accettato la garanzia offerta da Silente. In fondo lui era lo stregone capo di quella corte e la sua posizione contava molto.
Ora risaliva i corridoi del Ministero accanto a Silente. Le parole del Preside risuonavano nella mente con lo stesso fragore di un’esplosione. Perché lo aveva fatto? Perché aveva preso le sue difese? Per lui non poteva esserci difesa, aveva fatto da garante per lui, per un Mangiamorte, per un assassino.
“Perché?” aveva chiesto attonito quando era rimasto solo con il Preside nell’ascensore diretto all’Atrio.
“Ti avevo detto che non ti avrei abbandonato. Mi fido di te, Severus come di me stesso. C’è ancora tanto da fare e tu mi aiuterai.”
Da quel giorno erano passati anni, aveva rispettato il suo proposito, aveva imparato negli anni vissuti accanto al Preside a scegliere la strada del bene, aveva eseguito ogni ordine di Silente sapendo che era la cosa giusta da fare. Non importava se ciò lo aveva ricondotto al cospetto dell’Oscuro Signore, se aveva significato nuovi dolori e nuove torture questa volta sapeva di lottare dalla parte giusta.
 
SPAZIO AUTRICE
Il ricordo che abbiamo visto nel Calice di Fuoco quando Silente rivela di essersi fatto garante per Piton ha sempre suscitato la mia curiosità e così da questo pensiero è nata la storia. Ecco la mia versione dei fatti per il processo a Severus e sull’intervento di Silente.
Mi raccomando recensite. Le vostre opinioni sono fondamentali.

  
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