Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: VioletJuliet92    10/08/2013    0 recensioni
Questa storia parla di tre ragazze che si trovano davanti il loro tipo di ragazzo ideale. I personaggi li ho rapiti da una Fan Fiction di una amica. la storia è un pò malata, ma spero vi piccia, e spero anche che vi faccia divertire io mentre la scrivevo mi sono divertita un sacco. ora vi lascio leggere.
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 19: - Questione di gusti -

 

Cercando e ricercando per l’IKEA, finalmente trovarono quello che stavano cercando, cioè dei letti a castello semplici. Ne avevano trovati molti, ma erano parte di camerette intere, mentre i due tipi di letti che si erano trovati davanti andavano benissimo. Uno era in ferro battuto di colore bianco con variante di colori in grigio o nero, mentre l’altro in legno.

<< Che bello quello in legno! Prendiamo quello!!! >> dissero le ragazze.

<< Sì, è bello… >> intervenne Romeo. << Ma guardate come traballa, non è molto stabile. >>

Giulia fece notare che quello in ferro, però, faceva schifo. In aiuto di Romeo venne Leonard: anche lui sosteneva che tra i due il letto più stabile e, di conseguenza, quello meno pericoloso fosse quello in ferro battuto.

<< Se un bambino dovesse salirci potrebbe farsi male con quello in legno... >> intervenne Daniel continuando poi a sostenere le loro ragioni. << Mi pare di aver capito che l’appartamento lo affittiate a famiglie con bambini… >>

<< Forse i ragazzi hanno ragione. >> disse Debora.

<< Già, non vorrei avere un povero bimbo sulla coscienza… >> aggiunse Luana preoccupata.

Giulia, arrabbiata perché si erano coalizzati contro lei, alla fine cedette, insistendo però sul fatto che il letto fosse di colore bianco. << Si abbina meglio con i colori della stanza >> aggiunse, facendo così uscire il suo lato da arredatrice.

 

---

 

Dopo essersi appuntati il codice del mobile, andarono a pagare e a ritirare i pacchi. I sei giovani si accorsero però che quei pacchi erano troppo grandi e di conseguenza in auto non ci sarebbero entrati sicuramente. Non potendo legarli sul tettuccio e nemmeno metterli nel baule, l’unica soluzione fu quella di affittare un camion dei trasporti con autista per non fare troppi giri. << Tanto pagano i nonni!!! >>

Due orette più tardi, effettuata la consegna, i ragazzi trasportarono i due scatoloni. Purtroppo per loro in ascensore non ci entravano, e si dovettero fare tutte le rampe di scale fino al terzo piano. Il passo successivo consisteva nello smontare il pezzo di sotto del vecchio letto a castello. Avrebbero montato quello nuovo, mentre uno dei due pezzi del vecchio sarebbe rimasto nella stanza delle ragazze, almeno fino alla loro partenza, dato che il nuovo letto non si poteva smontare. Leonard, mentre smontava il letto vecchio, disse alle ragazze che potevano fare quello che volevano mentre loro sistemavano il nuovo.

<< E no!!! Cosa credete, che noi ragazze non possiamo montare un letto? >> disse stizzita Giulia.

<< Vi faccio presente che le due librerie a casa di Giuly le abbiamo montate noi >> Aggiunse Luana.

<< Ma come? Potevamo non lavorare e voi insistete sul farlo? >> disse Debora, non molto contenta di dover lavorare. Il tempo di un attimo e anche Luana si rese conto delle parole pronunciate da sé stessa e dalla cugina, maledicendosi mentalmente per non aver taciuto.

<< Va bene ragazze, non discutiamo allora! >>

<< Mettiamoci al lavoro >> dissero in coro i tre ragazzi accompagnati dalla più piccola del gruppo. Ognuno aveva il proprio compito. Debora dirigeva, indicando quali pezzi utilizzare e dove posizionarli, i ragazzi tenevano in piedi la struttura, mentre le due cugine avvitavano viti e bulloni.

<< Che faticaccia, ma ne è valsa la pena… >> Fu Leonard a pronunciare quelle parole, continuando la frase: << … questo letto si abbina molto meglio col resto della stanza. >>

<< Già! Dopo una fatica simile ci siamo un po’ tutti accaldati, che ne dite di una rinfrescante granita? >> propose Daniel.

<< SIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!! >> gioirono le ragazze.

<< Bene, aspettateci qua le andiamo a prendere noi, >> disse Romeo, << tanto ormai… i vostri gusti li conosciamo bene! >> con tono che sicuramente si riferiva ad altro.

 

---

 

Quando i tre giovani arrivarono al bar della spiaggia, per loro grande sfortuna non c’era il ghiaccio per le granite.

<< E adesso…? Abbiamo appena finito di dire che conosciamo i loro gusti… >> fece notare Leonard.

<< Già, però solo riguardo le granite. >> aggiunse pensieroso Daniel.

<< I propongo di scegliere a caso! >> disse Romeo.

Il primo a scegliere fu Leonard: pensando che Debora non avesse gusti difficili, scelse il Cornetto classico. << Spero proprio che le piaccia. >> aggiunse.

<< Adesso scelgo io! >> Daniel ci ragionò un po’ su. Pensò che un Magnum bianco fosse perfetto per Luana.

Arrivato il turno di Romeo, andò a colpo sicuro sul Calippo al limone.

 

---

 

<< Ragazze, siamo tornati. Ci dispiace, ma le granite non c’erano, era finito il ghiaccio. >> disse Daniel.

<< Ma non preoccupatevi, abbiamo risolto scegliendo i vostri gelati preferiti… >> continuò la frase il moro, << … aggiungendo un po’ di pepe con una scommessa. >> con un velato sorriso perverso.

Le ragazze si preoccuparono per quella “scommessa”, rassicurandosi poi sentendo il seguito. << La scommessa è a chi azzecca il gusto giusto!!! >> dissero in coro come con un jingle pubblicitario.

<< In più chi vince potrà richiedervi qualcosa a scelta. >> concluse Romeo.

Ora le ragazze erano nuovamente terrorizzate, ognuna si voltò a guardare il rispettivo ragazzo. Daniel e Leonard, sentendosi sotto accusa specificarono che quella era un’aggiunta del moro, e loro non ne sapevano nulla. Sbigottite, le ragazze non dissero niente, finché Luana non spezzò il silenzio. << Va bene, accettiamo la scommessa. Ora presto, o si sciolgono i gelati! >>

<< No, un momento. Lua, non è meglio se prima ne parliamo tra ragazze? >> chiese Debora. L’amica le fece cenno di avvicinarsi, e appena sussurrando le disse: << Tanto cosa vuoi che chiedano Leonard e Daniel… L’unica è Giuly, ma tanto sappiamo tutti che le proposte di Romeo le fanno solo piacere! >>, strizzando l’occhio a Debora in segno di complicità. Tutto sotto gli occhi vigili di Giulia che, in quel momento, le stava fulminando con lo sguardo e… anche mentalmente.

Leonard allungò il Cornetto a Debora, attendendo il responso. << Bravo Leo, è giusto! Mi piace il cornetto, anche se in generale mi piacciono un po’ tutti i gelati! >>

<< Complimenti Leonard, ora tocca a me. >> disse Daniel mentre porgeva il gelato a Luana. << WAAAAH!!! Daniel, amore, è giusto. Io ADORO il Magnum bianco!! >> gioì, saltando al collo del ragazzo per la contentezza.

<< Siamo in due, amico, ora tocca a Romeo >>

<< Giulietta cara, io ti ho preso il Calippo al limone, spero sia quello giusto. >> disse ammiccando con l’occhio.

La ragazza lo guardò un attimo, poi rispose: << Mi dispiace Romeo, ma non è quello giusto, preferisco il Maxi-Bon a questo. >> Romeo non fece o disse niente, si recò solo in bagno.

<< Che peccato, Romeo… >> si dispiacque Debora per averlo visto così giù di morale.

<< Già, proprio un peccato… >> disse Luana in modo molto sbrigativo, continuando la frase: << … Ok, voi invece avete indovinato!!! Cosa volete fare? >>

Fu Leonard a cominciare: << Io vorrei fare un giro in pineta… Sempre se questo non ti porta alla men- >>

Debora lo zittì appoggiandogli un dito sulle labbra: << La pineta andrà più che bene! >>

<< Tu, Daniel?!? Cosa vuoi? >> chiese un’impaziente Luana.

<< Anch’io volevo andare in posto tranquillo… Che ne dici della biblioteca? >>

Luana rimase un po’ delusa: sapeva che, una volta in biblioteca, Daniel si sarebbe completamente dimenticato di lei, scrutando attentamente ogni singolo libro. Per una volta, però, poteva anche accontentarlo, anche se sperava in un giretto sul lungo mare.

 

---

 

Mentre le due coppiette stavano uscendo, Giulia chiese a Debora e Leonard se potevano prendere con loro Maya, così almeno la cagnolina sarebbe potuta uscire. I due annuirono: << Certo che la portiamo con noi! Sei contenta piccolina? >> Maya abbaiò come se avesse capito di cosa si parlasse.

<< Grazie ragazzi! Giusto, che sciocca, perché non ci ho pensato prima? >> disse Giulia, portandosi una mano alla fronte. << In fondo alla pineta ricordo che c’è un piccolo zoo, potreste andare lì! >>

Debora e Leonard annuirono, poi salutarono la ragazza e, insieme a Luana e Daniel si chiusero la porta alle spalle. La ragazza aspettò di vederli partire dal balcone. Avrebbero preso l’auto per andare in biblioteca, e essendo di strada lo zoo, Daniel e Luana avrebbero accompagnato Leonard e Debora a metà percorso.

Messa in moto l’automobile, Giulia andò davanti alla porta del bagno: << Romeo! Sono usciti. Mi dici perché hai voluto che dicessi una balla? >> Ma il moro non rispose. << Ma… Romeo, non farmi preoccupare, su. Apri, per favore. >> Sentì partire la doccia. << Ah, ecco, sei andato a farti una doccia! >> disse molto più sollevata. Appoggiò la schiena alla porta del bagno e continuò. << Romeo, perché mi hai scritto quel bigliettino? Non capisco cosa tu abbia in mente. >> Aspettò un minuto buono, ma dal moro non proferiva parola. << Va bene, come vuoi, io vado a vedere la TV >> disse sbuffando, non venendo considerata dal ragazzo.

<< NO! Aspetta… >> Romeo si appoggiò all'altro lato della porta, con lo sguardo basso, e continuò << … Adesso potresti dirmi se il Calippo era giusto o no. Con la storia del Maxi-Bon mi hai spiazzato, e non poco. >>

Lei rimase un attimo interdetta: erano rare le volte in cui il moro esprimeva i suoi veri sentimenti, seriamente. << Sì, era giusto il Calippo… >> Ora non era più con le spalle verso la porta, ma con il viso e le mani appoggiati a quel pezzo di legno che li separava. << Scusami, volevo vederti un po’ soffrire e tenerti sulle spine, insinuando un dubbio in quella tua mente da calcolatore! >> Un sorriso si dipinse sul suo volto, un sorriso simile a quelli sghembi di Romeo. << Perché non hai voluto saperlo subito? Sì, insomma, quel bigliettino mezzo bagnato scritto così alla veloce… a volte proprio non ti capisco e… >> Giulia si fermò un attimo per prendere fiato, non era facile per lei esternare così i suoi pensieri, i suoi sentimenti. Si era sempre data della stupida mentalmente per non esserci mai riuscita, per quel suo caratteraccio molte volte le capitava di litigare o di non essere capitata. << Ecco, vedi Ro- >> Si bloccò, la porta si stava aprendo.

<< Ti ho scritto di mentirmi per poter fare questo!! >>

<< AAAAH!!! Romeo! Copriti!!! >> urlò Giulia.

<< E no, tesoro!!! Questa è la mia richiesta! >> disse tirandosela in bagno.

 

---

 

Nel frattempo Luana e Daniel lasciarono Debora e Leonard vicino lo zoo, poi si allontanarono. Con la cagnolina che trotterellava contenta davanti a loro, e soli soletti lungo il vialetto, a Debora non poté sfuggire una piccola riflessione, molto più da Luana che da lei. << Leo, non è bellissimo? Io e te che passeggiamo col cane? >> La ragazza pensò a quanto potesse essere bello tra qualche anno passeggiare così col suo amore, un husky e chissà, magare anche un figlio. Le guance s’imporporarono appena solo al pensiero di quel quadretto famigliare.

<< Già, proprio una bella scena. >> Ma il biondo sembrava quasi triste, e Debora non poté non notarlo.

<< Che c’è Leo, qualcosa non va? >> chiese lei non poco preoccupata.

<< No, niente, mi sono solo ricordato di un discorso frequente tra me e Mary-Ann. >>

La ragazza si rattristò: per quanto potesse stare con Leonard, lui non poteva dimenticare i ricordi e la famiglia di Amestris, anche se fasulli. Lei, solo con lo sguardo, chiese se avesse voglia di parlarne, ma lui, con un sorriso tirato, fece cenno di no: << Non vorrei annoiarti. >>

<< E di cosa? Dai racconta. >>

Incitato dalla ragazza, il biondo cominciò a raccontare di quel suo passato inventato, che nemmeno la stessa autrice della storia non conosceva. Le raccontò dei discorsi che faceva col padre: anche se era un militare e poteva avere un aspetto da uomo severo, aveva un cuore tenero e gli sarebbe tanto piaciuto avere dei nipotini un giorno. Ma quando quel giorno, durante la guerra al Sud, perse la vita, Leonard si dispiacque tanto per non avergli potuto dare dei nipoti.

Debora, indecisa se intervenire o meno, si fece coraggio e disse: << Ma sarebbe stato presto per dei figli, anche adesso… >> Si fermò, non riuscendo a trovare le parole giuste per risollevargli il morale.

<< Ti ringrazio, questo mi aiuta >> disse rivolgendo lo sguardo verso il cielo, mentre una sottilissima lacrima gli rigava il viso.

Debora, cercando di cambiare discorso, gli chiese cosa c’entrasse Mary-Ann in tutto questo. Lui continuò, e raccontò che, dopo la morte del padre, lei non lo sostenne affatto. Era fredda, e quando un giorno andarono a trovarlo al cimitero, lui le raccontò del desiderio del padre. “Assolutamente NO!” << Queste furono le sue parole… Diceva che una gravidanza le avrebbe rovinato la linea. >>

Debora ascoltava in silenzio, senza distogliere lo sguardo da quegli occhi che tanto le piacevano. Lui continuò, dicendo che non poteva lasciarla. Il loro era un fidanzamento scelto dai loro genitori, e Leonard non poteva non esaudire nemmeno quel desiderio del padre, anche se voleva dire sposare una donna che non amava affatto.

<< Certo, capisco. >> sussurrò Debora con aria triste. Non continuando a scrivere la sua fan fiction, quella aveva preso una piega tutta sua con scene che lei non immaginava.

<< Basta! Non voglio che questi brutti ricordi ci rovinino la giornata… >> si ricompose il biondo. << … Tanto sono ricordi fasulli, no? >>

“Finti ma… fino a quanto? Io non ho mai scritto niente di simile.”

 

---

 

<< Daniel, ora che ci penso… Ma dov’è la biblioteca? >>

<< Ah, ma io non lo so. >> rispose lui con tutta tranquillità.

<< COSA??? >>

<< Quella era una scusa per uscire. Speravo che Romeo vincesse per poter avere la casa libera, ma niente da fare, quel ragazzo è un caso senza speranza. >>

<< Casa libera? E per cosa? >>

<< Lo vedrai. Per fortuna ho un piano di riserva. >>

Luana non disse niente. Era preoccupata per l’influenza negativa che il moro esercitava sul suo Daniel. Preoccupata, non dispiaciuta.

Arrivati, Daniel coprì gli occhi a Luana con un fazzoletto e piano piano la condusse verso la spiaggia. La ragazza sentiva il rumore delle onde, poi sentì una porta che scricchiolava. << Ma Daniel, dove siamo? >>

<< E’ un posto che ho trovato mentre facevo jogging da solo. >>

<< Tu fai jogging??? >>

<< Sì, tutte le mattine con i ragazzi. >>

<< Non lo sapevo, e penso nemmeno le altre. >>

<< Dobbiamo tenerci in forma in qualche modo! >>

<< Beh, adesso dove siamo? >> chiese lei incuriosita.

<< Vicino al mare, dentro una costruzione. >>

<< E a fare cosa? >> continuò a domandare.

<< Aspetta e vedrai! >> rispose il castano, dopo di che tolse la benda dagli occhi della ragazza.

Luana, sorpresa, vide un tappeto di petali di rose, delle candele profumate e dei panni a formare una sorta di giaciglio.

<< Ho voluto sorprenderti! >>

<< E ci sei riuscito!! Ma quando hai portato tutta questa roba qua? >>

<< Un po’ alla volta, tutti i giorni che facevo jogging da solo. >>

<< Ma da quanto progettavi questa cosa? >> Luano lo stava subissando di domande.

Lui, molto pazientemente, rispondeva a tutte le domande che la ragazza gli faceva: << Prima di Mirabilandia. >> Toccato questo argomento i due si girarono da parti opposte per l’imbarazzo. Qualche minuto e si voltarono di nuovo, guardandosi intensamente negli occhi. Piano piano si avvicinarono e, avvinghiati, sprofondarono in quel letto di stoffa e petali colorati.

 

---

 

Nel frattempo, all’appartamento…

<< Romeo, sei troppo calcolatore. Non mi piace questo tuo atteggiamento. >> brontolò Giulia, sprofondando in un mare di bolle di sapone.

<< Ma l’ho fatto per noi! >> disse il moro con un sorrisetto, mentre la tirava a sé.

Lei mugugnò qualcosa di incomprensibile, poi, alzando il viso, chiese: << Dimmi una cosa, però… >>

<< Sì, chiedi pure. >>

<< Non vorrai fare solo del sesso con me? >>

<< Ma certo che no! Ma è il solo modo che conosco per esprimerti il mio amore. Poi adoro vederti diventare tutta rossa. >> rispose lui con un sorriso spontaneo, baciandola dolcemente su ogni centimetro di pelle fuori dall’acqua.

Lei, tornando ad immergersi dentro la vasca, sussurrò appena: << Bene. Mi fa piacere. >>

Lui, sentendo quel piccolo sussurro, tirò fuori uno dei suoi ghigni: << Aspetta un attimo… >> Prese il viso della ragazza tra le mani, per poterla ammirare attentamente, poi riprese il discorso: << Volevi solo sentire le parole… “Ti Amo”! >> scandendo bene le parole per essere il più chiaro possibile. Giulia avvampò, ma era felicissima di aver potuto sentire quelle parole, così semplici quanto emozionanti, sfiorare le labbra del ragazzo. Si sbilanciò verso lui e lo baciò. Un bacio molto più passionale dei precedenti che, dolcemente, si erano scambiati.

Romeo, carico per quel bacio pieno d’amore della sua Giulietta, si preparò per il replay. Ma dovette fermarsi ancora prima di cominciare.

La porta d’entrata si stava aprendo.

Immediatamente Giulia si alzò e urlando cacciò fuori il moro, che, interdetto, rimase nudo fermo immobile, davanti alla porta del bagno. Leonard e Debora accorsero immediatamente nella direzione da dove proveniva l’urlo, trovandosi davanti una scena non poco indecente.

<< Romeo! Che ci fai davanti alla porta del bagno con appena quello straccio per coprirti?! >> chiese Leonard alterato, mentre con una mano copriva gli occhi della fidanzata.

<< E’ uscito dal bagno nudo e bagnato, pretendendo di fare cosacce con me! >> urlò Giulia da dietro la porta. Cercando di essere più credibile, aggiunse: << Per difendermi mi sono chiusa in bagno nell’attesa che tornaste per aiutarmi! >>

Leonard, che intanto aveva già capito tutto, pensò: “Certo, come no, e io sono il Comandante Supremo.” Ignorando quella piccola balla si rivolse al moro: << E tu cosa dici per discolparti? >>

<< Cosa ti devo dire… tanto, qualunque scusa sarebbe inutile. >> rispose lui con aria di sufficienza.

<< Ehm… Scusate, non vi sembra il caso di riprendere il discorso quando saremo tutti più calmi e VESTITI? >> intervenne Debora, stanca ormai di avere la vista oscurata.

Il biondo fece mente locale, trovando che l’idea della fidanzata, per prima cosa, fosse la migliore da fare. << Fila IMMEDIATAMENTE a vestirti. >> gli intimò Leonard.

<< Certamente “padre”. Per quanto riguarda te, mia Giulietta… ricorda che sono vendicativo. Preparati perché ti fa- >>

<< ROMEO, ORA BASTA!!! >> Questa volta Leonard era veramente arrabbiato, tanto che lo trascinò in camera. << Senti, mi fa piacere che le cose si siano sistemate, ma vedi di comportarti me- >> quando, vedendo la schiena del moro, si zittì.

<< E adesso che ti prende, pistolero? >> disse Romeo voltandosi verso il biondo.

<< Che sono quei graffi che hai dietro la schiena? Che hai combinato? >>

<< Parli di questi? Arrivaci da solo, so che lo sai. >> disse mentre si metteva addosso una maglietta. << Sono la sua firma. Credo tu abbia notato le sue unghie e… >>

Leonard fece cenno di non volerne più sapere nulla. Per quella giornata erano già successe troppe cose.

 

---

 

Dopo qualche ora, tornarono anche i dispersi Daniel e Luana.

<< Eccovi, ma vi eravate persi? >> chiese Debora, finalmente tranquilla per il loro ritorno.

<< No, ma sapete com’è Daniel quando si tratta di libri >> rispose Luana, cercando di non incrociare lo sguardo delle amiche. Non era brava a mentire.

<< Sì, hai ragione! >> risero le due ragazze.

Dopo la cena, i sei ragazzi giocarono a Monopoli, un Monopoli un po’ modificato, però… Per cominciare si divisero a coppie, ognuno con il rispettivo fidanzato. Poi, invece di usare i quartieri comuni del gioco, usarono le città del Giappone. Tutto il resto si svolse normalmente. Inizialmente non si metteva bene per Giulia e Romeo. Il moro aveva speso tutti i soldi per comprare il quartiere di Shibuya. Po,i quando riuscivano a riguadagnare qualche yen, lui li rispendeva per case e alberghi. Giulia stava per strozzarlo, ma lui le fece cenno di aspettare ancora un po’. Fortunatamente per lui, la coppia riuscì a riguadagnare un sacco di soldi, perché il caso volle che le altre coppie finissero sempre a Shibuya, specialmente Leonard e Debora.

<< Eeeh!!! Fate tanto i moralisti, poi siete voi i primi ad andare nel quartiere dei Love Hotel! >> disse Romeo, insinuando cose oscene.

<< Guarda che non lo facciamo mica apposta a finirci sopra. >> precisò Leonard.

<< Poi tu come lo sai che Shibuya è famosa anche per i Love Hotel? >> chiese Debora, preoccupata per la risposta che poteva ricevere ad una simile domanda.

<< Ma ovviamente me lo ha detto Giuly-chan! >>

<< Veramente non è tanto ovvio! >> dissero tutti coro.

<< Che importa su come lo so… Su, sganciate la grana! >>

Per la prima volta Giulia riuscì a vincere a Monopoli, grazie al grande aiuto di Romeo. Solitamente, a tutti i giochi di società vinceva Luana. Il moro per la vincita pretese un premio da Giulia, ma nessuno scoprì di che si trattasse.

 

---

 

Passarono circa due settimane. 3 Agosto. Le ragazze erano così prese dai loro fidanzati che si dimenticarono che era il compleanno di Leonard. Per rifarsi, nel pomeriggio costrinsero il moro a insegnare a Debora a fare una torta speciale per il festeggiato. Mentre la ragazza preparava la torta, le cugine uscirono dicendo di dover fare delle commissioni.

Quando tornarono, avevano con loro un sacchettino di plastica con dentro delle pistole ad acqua. Avevano pensato che Leonard, essendo un ottimo cecchino, avrebbe apprezzato la battaglia con l’acqua. Preparato tutto il necessario, chiamarono Daniel che, nel mentre, doveva distrarre il biondo. Il ritrovo era in spiaggia.

Quando Leonard si trovò davanti una fila di pistole di plastica rimase sorpreso, ma poi ci si fiondò subito per scegliere la migliore.

<< Un momento aspetta! >> lo fermò Debora.

<< Sì, cosa c’è? >> gli sorrise lui.

<< Ho preparato una torta per te… Vorrei sapere cosa ne pensi… >> disse lei quasi timidamente.

<< Ma perché non l’hai detto subito? Dov’è, che la mangio immediatamente? >> domandò lui euforico.

Debora, felice per l’entusiasmo di Leonard, tirò subito fuori la torta, fatta con tanto impegno e amore.

<< Ma è buonissima! >> esclamò lui, contento come un bambino in un negozio di caramelle.

<< Beh, se non mi avesse aiutato Romeo, avrei fatto una torta più semplice. >>

<< Quando volete vi insegno qualsiasi cosa, legata alla cucina. E anche a qualcos’altro! >> disse il moro, ammiccano a Giulia.

<< Eccolo che ricomincia! >> sospirarono tutti quanti.

<< Forza non pensiamoci. Iniziamo la battaglia!!! >>

I ragazzi giocarono tutto il giorno, coinvolgendo anche dei bambini, che subito di aggregarono alla comitiva.

 

 

 

NOTE FINALI

Eccomiiiiiiii!!!! Non sono morta XD

Scusatemi per il ritardo, ma non è facile trovare il tempo per scrivere e in più io ODIO ricopiare. Poi, sinceramente, ci sono rimasta un po’ male non ricevendo nessuna recensione per il capitolo precedente :’( Io ci avevo messo anima e corpo in quel capitolo, mi ero sforzata di tirare fuori il mio lato più nascosto… Quello romantico. Comunque, passiamo ad altro… Questo capitolo, per cominciare, non doveva esserci. O meglio, due scene le avevo immaginate da un pezzo. Sono quella del Calippo (che però è stata un po’ modificata, ma non vi preoccupate, il pezzo originale lo metterò come extra) e quella del Monopoli. A causa della piega inaspettata che ha preso la storia, non potevo infilarle con Romeo depresso o il tentato stupro a Debora. Poi non stava bene nemmeno dopo per varie cose che succederanno… Spero di aver messo curiosità dicendo così XD Allora ho deciso di scalare un capitolo e infilare questo, solo per mettere quelle due scene ;P Verso la fine, poi, mi sono ricordata che Leonard compiva gli anni. Così ho aggiunto il pezzetto del compleanno. Adesso Leo ha 22 anni. (Sapete, anche mio nonno compie gli anni il 3 Agosto XD So che non interessa a nessuno XP) Comunque, il pezzo dei gavettoni mi ricorda troppo un episodio accaduto veramente. Ero al mare, e c’erano anche Mattia e Marco, quando poi all’improvviso ci mettiamo a fare i gavettoni. A noi si erano uniti anche gli adulti, che si arrampicavano sui tetti degli spogliatoi per lanciarci addosso le secchiate d’acqua. Non so chi era più infantile, se noi ragazzi delle medie, o loro che avranno avuto dai 35 anni in poi XD Vi invito ancora una volta a unirvi al gruppo "Manga, Anime e Alchimia"! Un po’ di pubblicità occulta non fa mai male XD Per finire i ringraziamenti: grazie a Debora (SilveryLugia), Rajae (Celest93), ClyssiasChange, Jennelyn12, Lucrezia (Hanako_Hanako), Alessandra (Hummingbird) e anche vale99best, Levy, Fabrizia (DramaTaisa) e Giulia (Lupoz91) che seguono.

Questa volta ci sono anche dei disegni, se dovesse interessare a qualcuno, sperando che Debora, l’autrice mi dia il permesso visto che 4 su 5 sono suoi XD

Il primo è fatto da me e riguarda la scena del capitolo 18 Link: http://violetjuliet.deviantart.com/art/Il-bacio-sognato-303487488

Adesso passiamo a quelli fatti da Debora.

Romeo e Giulia: http://violetjuliet.deviantart.com/art/Almost-kiss-368830342

Romeo: http://violetjuliet.deviantart.com/art/Romeo-addormentato-lineart-340181262

Leonard: http://violetjuliet.deviantart.com/art/Leonard-pensieroso-293511488

Daniel: http://violetjuliet.deviantart.com/art/Blue-sketch-Daniel-bagnato-340012323

 

03/06/2012 Mentre sto finendo di scrivere le note finali su carta, ho sentito una scossa di terremoto. Il mio letto si muove tutto…

 

PS: Notare che è passato più di un anno da quando ho scritto il capitolo

 

 

 

EXTRA (Forse la visione è consigliata ad un pubblico di soli maggiorenni XD)

Romeo scelse a colpo sicuro il Calippo al limone, sicuramente aveva qualcosa in mente… Tornati a casa, i ragazzi presentarono le loro scelte alle ragazze. Tutti avevano scelto il gusto giusto.

<< Ma che bravi i nostri ragazzi!!! >> si complimentarono le tre amiche. Mentre tutti mangiavano tranquillamente il proprio gelato, il moro stava osservando la sua ragazza. Avendo un Calippo, era normale che l’unico modo per assaporarlo fosse “succhiarlo,” ma Romeo non poté alludere a una delle sue solite frasi da maniaco. << Sai Giuly-chan… Devo dire che lo succhi proprio bene. Guarda come il suo succo ti bagna le labbra calde, si sta proprio sciogliendo dentro quella tua accogliente bocca. Ahhh, conti- >> Non si sentì più una parola provenire dal moro… Forse perché una qualche aura lo aveva scaraventato giù dal terzo piano. Non contenta, l’aura di questa persona, a noi ASSOLUTAMENTE sconosciuta, gli aveva tirato dietro anche il mobile che reggeva la TV e il divano letto, aggiungendo: << Ormai quei tre non servono più, sono superati. Uno è scomodo, l’alto è brutto da vedere e l’ultimo è un maniaco sessuale. >> Il tutto detto con molta calma e serenità.

FINE

Si avvisano i gentili lettori che nessun mobile è stato maltrattato sul serio… Non si può dire la stessa cosa su strani esseri parlanti. Grazie per la vostra gentile attenzione (_ _)

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: VioletJuliet92