Capitolo
19: - Questione di gusti -
Cercando
e ricercando per l’IKEA, finalmente trovarono quello
che stavano cercando, cioè dei letti a castello semplici. Ne
avevano trovati
molti, ma erano parte di camerette intere, mentre i due tipi di letti
che si
erano trovati davanti andavano benissimo. Uno era in ferro battuto di
colore
bianco con variante di colori in grigio o nero, mentre
l’altro in legno.
<<
Che bello quello in legno! Prendiamo quello!!! >>
dissero le ragazze.
<<
Sì, è bello… >>
intervenne Romeo. << Ma
guardate come traballa, non è molto stabile. >>
Giulia
fece notare che quello in ferro, però, faceva schifo. In
aiuto di Romeo venne Leonard: anche lui sosteneva che tra i due il
letto più
stabile e, di conseguenza, quello meno pericoloso fosse quello in ferro
battuto.
<<
Se un bambino dovesse salirci potrebbe farsi male con
quello in legno... >> intervenne Daniel continuando poi a
sostenere le
loro ragioni. << Mi pare di aver capito che
l’appartamento lo affittiate
a famiglie con bambini… >>
<<
Forse i ragazzi hanno ragione. >> disse Debora.
<<
Già, non vorrei avere un povero bimbo sulla
coscienza…
>> aggiunse Luana preoccupata.
Giulia,
arrabbiata perché si erano coalizzati contro lei, alla
fine cedette, insistendo però sul fatto che il letto fosse
di colore bianco.
<< Si abbina meglio con i colori della stanza
>> aggiunse, facendo
così uscire il suo lato da arredatrice.
---
Dopo
essersi appuntati il codice del mobile, andarono a pagare e
a ritirare i pacchi. I sei giovani si accorsero però che
quei pacchi erano
troppo grandi e di conseguenza in auto non ci sarebbero entrati
sicuramente.
Non potendo legarli sul tettuccio e nemmeno metterli nel baule,
l’unica
soluzione fu quella di affittare un camion dei trasporti con autista
per non
fare troppi giri. << Tanto pagano i nonni!!!
>>
Due
orette più tardi, effettuata la consegna, i ragazzi
trasportarono i due scatoloni. Purtroppo per loro in ascensore non ci
entravano,
e si dovettero fare tutte le rampe di scale fino al terzo piano. Il
passo
successivo consisteva nello smontare il pezzo di sotto del vecchio
letto a
castello. Avrebbero montato quello nuovo, mentre uno dei due pezzi del
vecchio
sarebbe rimasto nella stanza delle ragazze, almeno fino alla loro
partenza,
dato che il nuovo letto non si poteva smontare. Leonard, mentre
smontava il letto
vecchio, disse alle ragazze che potevano fare quello che volevano
mentre loro
sistemavano il nuovo.
<<
E no!!! Cosa credete, che noi ragazze non possiamo
montare un letto? >> disse stizzita Giulia.
<<
Vi faccio presente che le due librerie a casa di Giuly
le abbiamo montate noi >> Aggiunse Luana.
<<
Ma come? Potevamo non lavorare e voi insistete sul
farlo? >> disse Debora, non molto contenta di dover
lavorare. Il tempo di
un attimo e anche Luana si rese conto delle parole pronunciate da
sé stessa e dalla
cugina, maledicendosi mentalmente per non aver taciuto.
<<
Va bene ragazze, non discutiamo allora! >>
<<
Mettiamoci al lavoro >> dissero in coro i tre
ragazzi accompagnati dalla più piccola del gruppo. Ognuno
aveva il proprio
compito. Debora dirigeva, indicando quali pezzi utilizzare e dove
posizionarli,
i ragazzi tenevano in piedi la struttura, mentre le due cugine
avvitavano viti
e bulloni.
<<
Che faticaccia, ma ne è valsa la pena…
>> Fu
Leonard a pronunciare quelle parole, continuando la frase:
<< … questo
letto si abbina molto meglio col resto della stanza. >>
<<
Già! Dopo una fatica simile ci siamo un po’ tutti
accaldati, che ne dite di una rinfrescante granita? >>
propose Daniel.
<<
SIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!! >> gioirono le ragazze.
<<
Bene, aspettateci qua le andiamo a prendere noi,
>> disse Romeo, << tanto ormai…
i vostri gusti li conosciamo bene!
>> con tono che sicuramente si riferiva ad altro.
---
Quando
i tre giovani arrivarono al bar della spiaggia, per loro
grande sfortuna non c’era il ghiaccio per le granite.
<<
E adesso…? Abbiamo appena finito di dire che conosciamo
i loro gusti… >> fece notare Leonard.
<<
Già, però solo riguardo le granite.
>> aggiunse
pensieroso Daniel.
<<
I propongo di scegliere a caso! >> disse Romeo.
Il
primo a scegliere fu Leonard: pensando che Debora non avesse
gusti difficili, scelse il Cornetto classico. << Spero
proprio che le
piaccia. >> aggiunse.
<<
Adesso scelgo io! >> Daniel ci ragionò un
po’ su.
Pensò che un Magnum bianco fosse perfetto per Luana.
Arrivato
il turno di Romeo, andò a colpo sicuro sul Calippo al
limone.
---
<<
Ragazze, siamo tornati. Ci dispiace, ma le granite non
c’erano, era finito il ghiaccio. >> disse
Daniel.
<<
Ma non preoccupatevi, abbiamo risolto scegliendo i
vostri gelati preferiti… >>
continuò la frase il moro, << …
aggiungendo
un po’ di pepe con una scommessa. >> con un
velato sorriso perverso.
Le
ragazze si preoccuparono per quella “scommessa”,
rassicurandosi poi sentendo il seguito. << La scommessa
è a chi azzecca
il gusto giusto!!! >> dissero in coro come con un jingle
pubblicitario.
<<
In più chi vince potrà richiedervi qualcosa a
scelta.
>> concluse Romeo.
Ora
le ragazze erano nuovamente terrorizzate, ognuna si voltò a
guardare il rispettivo ragazzo. Daniel e Leonard, sentendosi sotto
accusa
specificarono che quella era un’aggiunta del moro, e loro non
ne sapevano
nulla. Sbigottite, le ragazze non dissero niente, finché
Luana non spezzò il
silenzio. << Va bene, accettiamo la scommessa. Ora
presto, o si sciolgono
i gelati! >>
<<
No, un momento. Lua, non è meglio se prima ne parliamo
tra ragazze? >> chiese Debora. L’amica le fece
cenno di avvicinarsi, e
appena sussurrando le disse: << Tanto cosa vuoi che
chiedano Leonard e
Daniel… L’unica è Giuly, ma tanto
sappiamo tutti che le proposte di Romeo le
fanno solo piacere! >>, strizzando l’occhio a
Debora in segno di
complicità. Tutto sotto gli occhi vigili di Giulia che, in
quel momento, le
stava fulminando con lo sguardo e… anche mentalmente.
Leonard
allungò il Cornetto a Debora, attendendo il responso.
<< Bravo Leo, è giusto! Mi piace il cornetto,
anche se in generale mi
piacciono un po’ tutti i gelati! >>
<<
Complimenti Leonard, ora tocca a me. >> disse
Daniel mentre porgeva il gelato a Luana. << WAAAAH!!!
Daniel, amore, è
giusto. Io ADORO il Magnum bianco!! >> gioì,
saltando al collo del
ragazzo per la contentezza.
<<
Siamo in due, amico, ora tocca a Romeo >>
<<
Giulietta cara, io ti ho preso il Calippo al limone,
spero sia quello giusto. >> disse ammiccando con
l’occhio.
La
ragazza lo guardò un attimo, poi rispose: <<
Mi dispiace
Romeo, ma non è quello giusto, preferisco il Maxi-Bon a
questo. >> Romeo
non fece o disse niente, si recò solo in bagno.
<<
Che peccato, Romeo… >> si dispiacque Debora
per
averlo visto così giù di morale.
<<
Già, proprio un peccato… >> disse
Luana in modo
molto sbrigativo, continuando la frase: << …
Ok, voi invece avete indovinato!!!
Cosa volete fare? >>
Fu
Leonard a cominciare: << Io vorrei fare un giro in
pineta… Sempre se questo non ti porta alla men-
>>
Debora
lo zittì appoggiandogli un dito sulle labbra:
<< La
pineta andrà più che bene! >>
<<
Tu, Daniel?!? Cosa vuoi? >> chiese
un’impaziente
Luana.
<<
Anch’io volevo andare in posto tranquillo… Che ne
dici
della biblioteca? >>
Luana
rimase un po’ delusa: sapeva che, una volta in biblioteca,
Daniel si sarebbe completamente dimenticato di lei, scrutando
attentamente ogni
singolo libro. Per una volta, però, poteva anche
accontentarlo, anche se
sperava in un giretto sul lungo mare.
---
Mentre
le due coppiette stavano uscendo, Giulia chiese a Debora
e Leonard se potevano prendere con loro Maya, così almeno la
cagnolina sarebbe
potuta uscire. I due annuirono: << Certo che la portiamo
con noi! Sei
contenta piccolina? >> Maya abbaiò come se
avesse capito di cosa si
parlasse.
<<
Grazie ragazzi! Giusto, che sciocca, perché non ci ho
pensato prima? >> disse Giulia, portandosi una mano alla
fronte. <<
In fondo alla pineta ricordo che c’è un piccolo
zoo, potreste andare lì!
>>
Debora
e Leonard annuirono, poi salutarono la ragazza e, insieme
a Luana e Daniel si chiusero la porta alle spalle. La ragazza
aspettò di
vederli partire dal balcone. Avrebbero preso l’auto per
andare in biblioteca, e
essendo di strada lo zoo, Daniel e Luana avrebbero accompagnato Leonard
e
Debora a metà percorso.
Messa
in moto l’automobile, Giulia andò davanti alla
porta del
bagno: << Romeo! Sono usciti. Mi dici perché
hai voluto che dicessi una
balla? >> Ma il moro non rispose. <<
Ma… Romeo, non farmi
preoccupare, su. Apri, per favore. >> Sentì
partire la doccia. <<
Ah, ecco, sei andato a farti una doccia! >> disse molto
più sollevata.
Appoggiò la schiena alla porta del bagno e
continuò. << Romeo, perché mi
hai scritto quel bigliettino? Non capisco cosa tu abbia in mente.
>>
Aspettò un minuto buono, ma dal moro non proferiva parola.
<< Va bene,
come vuoi, io vado a vedere la TV >> disse sbuffando, non
venendo
considerata dal ragazzo.
<<
NO! Aspetta… >> Romeo si appoggiò
all'altro lato
della porta, con lo sguardo basso, e continuò
<< … Adesso potresti dirmi
se il Calippo era giusto o no. Con la storia del Maxi-Bon mi hai
spiazzato, e
non poco. >>
Lei
rimase un attimo interdetta: erano rare le volte in cui il
moro esprimeva i suoi veri sentimenti, seriamente. <<
Sì, era giusto il Calippo…
>> Ora non era più con le spalle verso la
porta, ma con il viso e le mani
appoggiati a quel pezzo di legno che li separava. <<
Scusami, volevo
vederti un po’ soffrire e tenerti sulle spine, insinuando un
dubbio in quella
tua mente da calcolatore! >> Un sorriso si dipinse sul
suo volto, un
sorriso simile a quelli sghembi di Romeo. <<
Perché non hai voluto saperlo
subito? Sì, insomma, quel bigliettino mezzo bagnato scritto
così alla veloce… a
volte proprio non ti capisco e… >> Giulia si
fermò un attimo per prendere
fiato, non era facile per lei esternare così i suoi
pensieri, i suoi
sentimenti. Si era sempre data della stupida mentalmente per non
esserci mai
riuscita, per quel suo caratteraccio molte volte le capitava di
litigare o di
non essere capitata. << Ecco, vedi Ro- >>
Si bloccò, la porta si
stava aprendo.
<<
Ti ho scritto di mentirmi per poter fare questo!!
>>
<<
AAAAH!!! Romeo! Copriti!!! >> urlò Giulia.
<<
E no, tesoro!!! Questa è la mia richiesta! >>
disse
tirandosela in bagno.
---
Nel
frattempo Luana e Daniel lasciarono Debora e Leonard vicino
lo zoo, poi si allontanarono. Con la cagnolina che trotterellava
contenta
davanti a loro, e soli soletti lungo il vialetto, a Debora non
poté sfuggire
una piccola riflessione, molto più da Luana che da lei.
<< Leo, non è
bellissimo? Io e te che passeggiamo col cane? >> La
ragazza pensò a
quanto potesse essere bello tra qualche anno passeggiare
così col suo amore, un
husky e chissà, magare anche un figlio. Le guance
s’imporporarono appena solo
al pensiero di quel quadretto famigliare.
<<
Già, proprio una bella scena. >> Ma il biondo
sembrava quasi triste, e Debora non poté non notarlo.
<<
Che c’è Leo, qualcosa non va? >>
chiese lei non
poco preoccupata.
<<
No, niente, mi sono solo ricordato di un discorso frequente
tra me e Mary-Ann. >>
La
ragazza si rattristò: per quanto potesse stare con Leonard,
lui
non poteva dimenticare i ricordi e la famiglia di Amestris, anche se
fasulli.
Lei, solo con lo sguardo, chiese se avesse voglia di parlarne, ma lui,
con un
sorriso tirato, fece cenno di no: << Non vorrei
annoiarti. >>
<<
E di cosa? Dai racconta. >>
Incitato
dalla ragazza, il biondo cominciò a raccontare di quel
suo passato inventato, che nemmeno la stessa autrice della storia non
conosceva. Le raccontò dei discorsi che faceva col padre:
anche se era un
militare e poteva avere un aspetto da uomo severo, aveva un cuore
tenero e gli
sarebbe tanto piaciuto avere dei nipotini un giorno. Ma quando quel
giorno,
durante la guerra al Sud, perse la vita, Leonard si dispiacque tanto
per non avergli
potuto dare dei nipoti.
Debora,
indecisa se intervenire o meno, si fece coraggio e
disse: << Ma sarebbe stato presto per dei figli, anche
adesso… >>
Si fermò, non riuscendo a trovare le parole giuste per
risollevargli il morale.
<<
Ti ringrazio, questo mi aiuta >> disse rivolgendo
lo sguardo verso il cielo, mentre una sottilissima lacrima gli rigava
il viso.
Debora,
cercando di cambiare discorso, gli chiese cosa c’entrasse
Mary-Ann in tutto questo. Lui continuò, e
raccontò che, dopo la morte del
padre, lei non lo sostenne affatto. Era fredda, e quando un giorno
andarono a
trovarlo al cimitero, lui le raccontò del desiderio del
padre. “Assolutamente
NO!” << Queste furono le sue parole…
Diceva che una gravidanza le avrebbe
rovinato la linea. >>
Debora
ascoltava in silenzio, senza distogliere lo sguardo da
quegli occhi che tanto le piacevano. Lui continuò, dicendo
che non poteva
lasciarla. Il loro era un fidanzamento scelto dai loro genitori, e
Leonard non
poteva non esaudire nemmeno quel desiderio del padre, anche se voleva
dire
sposare una donna che non amava affatto.
<<
Certo, capisco. >> sussurrò Debora con aria
triste. Non continuando a scrivere la sua fan fiction, quella aveva
preso una
piega tutta sua con scene che lei non immaginava.
<<
Basta! Non voglio che questi brutti ricordi ci rovinino
la giornata… >> si ricompose il biondo.
<< … Tanto sono ricordi
fasulli, no? >>
“Finti
ma… fino a quanto? Io non ho mai scritto niente di
simile.”
---
<<
Daniel, ora che ci penso… Ma dov’è la
biblioteca?
>>
<<
Ah, ma io non lo so. >> rispose lui con tutta
tranquillità.
<<
COSA??? >>
<<
Quella era una scusa per uscire. Speravo che Romeo
vincesse per poter avere la casa libera, ma niente da fare, quel
ragazzo è un
caso senza speranza. >>
<<
Casa libera? E per cosa? >>
<<
Lo vedrai. Per fortuna ho un piano di riserva. >>
Luana
non disse niente. Era preoccupata per l’influenza negativa
che il moro esercitava sul suo Daniel. Preoccupata, non dispiaciuta.
Arrivati,
Daniel coprì gli occhi a Luana con un fazzoletto e
piano piano la condusse verso la spiaggia. La ragazza sentiva il rumore
delle
onde, poi sentì una porta che scricchiolava.
<< Ma Daniel, dove siamo?
>>
<<
E’ un posto che ho trovato mentre facevo jogging da
solo. >>
<<
Tu fai jogging??? >>
<<
Sì, tutte le mattine con i ragazzi. >>
<<
Non lo sapevo, e penso nemmeno le altre. >>
<<
Dobbiamo tenerci in forma in qualche modo! >>
<<
Beh, adesso dove siamo? >> chiese lei incuriosita.
<<
Vicino al mare, dentro una costruzione. >>
<<
E a fare cosa? >> continuò a domandare.
<<
Aspetta e vedrai! >> rispose il castano, dopo di
che tolse la benda dagli occhi della ragazza.
Luana,
sorpresa, vide un tappeto di petali di rose, delle
candele profumate e dei panni a formare una sorta di giaciglio.
<<
Ho voluto sorprenderti! >>
<<
E ci sei riuscito!! Ma quando hai portato tutta questa
roba qua? >>
<<
Un po’ alla volta, tutti i giorni che facevo jogging da
solo. >>
<<
Ma da quanto progettavi questa cosa? >> Luano lo
stava subissando di domande.
Lui,
molto pazientemente, rispondeva a tutte le domande che la
ragazza gli faceva: << Prima di Mirabilandia.
>> Toccato questo
argomento i due si girarono da parti opposte per l’imbarazzo.
Qualche minuto e
si voltarono di nuovo, guardandosi intensamente negli occhi. Piano
piano si
avvicinarono e, avvinghiati, sprofondarono in quel letto di stoffa e
petali
colorati.
---
Nel
frattempo, all’appartamento…
<<
Romeo, sei troppo calcolatore. Non mi piace questo tuo
atteggiamento. >> brontolò Giulia,
sprofondando in un mare di bolle di
sapone.
<<
Ma l’ho fatto per noi! >> disse il moro con un
sorrisetto,
mentre la tirava a sé.
Lei
mugugnò qualcosa di incomprensibile, poi, alzando il viso,
chiese:
<< Dimmi una cosa, però…
>>
<<
Sì, chiedi pure. >>
<<
Non vorrai fare solo del sesso con me? >>
<<
Ma certo che no! Ma è il solo modo che conosco per
esprimerti il mio amore. Poi adoro vederti diventare tutta rossa.
>> rispose
lui con un sorriso spontaneo, baciandola dolcemente su ogni centimetro
di pelle
fuori dall’acqua.
Lei,
tornando ad immergersi dentro la vasca, sussurrò appena:
<< Bene. Mi fa piacere. >>
Lui,
sentendo quel piccolo sussurro, tirò fuori uno dei suoi
ghigni: << Aspetta un attimo… >>
Prese il viso della ragazza tra le
mani, per poterla ammirare attentamente, poi riprese il discorso:
<<
Volevi solo sentire le parole… “Ti Amo”!
>> scandendo bene le parole per
essere il più chiaro possibile. Giulia avvampò,
ma era felicissima di aver
potuto sentire quelle parole, così semplici quanto
emozionanti, sfiorare le labbra
del ragazzo. Si sbilanciò verso lui e lo baciò.
Un bacio molto più passionale
dei precedenti che, dolcemente, si erano scambiati.
Romeo,
carico per quel bacio pieno d’amore della sua Giulietta,
si preparò per il replay. Ma dovette fermarsi ancora prima
di cominciare.
La
porta d’entrata si stava aprendo.
Immediatamente
Giulia si alzò e urlando cacciò fuori il moro,
che, interdetto, rimase nudo fermo immobile, davanti alla porta del
bagno.
Leonard e Debora accorsero immediatamente nella direzione da dove
proveniva
l’urlo, trovandosi davanti una scena non poco indecente.
<<
Romeo! Che ci fai davanti alla porta del bagno con
appena quello straccio per coprirti?! >> chiese Leonard
alterato, mentre
con una mano copriva gli occhi della fidanzata.
<<
E’ uscito dal bagno nudo e bagnato, pretendendo di fare
cosacce con me! >> urlò Giulia da dietro la
porta. Cercando di essere più
credibile, aggiunse: << Per difendermi mi sono chiusa in
bagno nell’attesa
che tornaste per aiutarmi! >>
Leonard,
che intanto aveva già capito tutto, pensò:
“Certo, come
no, e io sono il Comandante Supremo.” Ignorando quella
piccola balla si rivolse
al moro: << E tu cosa dici per discolparti?
>>
<<
Cosa ti devo dire… tanto, qualunque scusa sarebbe inutile.
>> rispose lui con aria di sufficienza.
<<
Ehm… Scusate, non vi sembra il caso di riprendere il
discorso quando saremo tutti più calmi e VESTITI?
>> intervenne Debora,
stanca ormai di avere la vista oscurata.
Il
biondo fece mente locale, trovando che l’idea della
fidanzata, per prima cosa, fosse la migliore da fare. <<
Fila
IMMEDIATAMENTE a vestirti. >> gli intimò
Leonard.
<<
Certamente “padre”. Per quanto riguarda te, mia
Giulietta… ricorda che sono vendicativo. Preparati
perché ti fa- >>
<<
ROMEO, ORA BASTA!!! >> Questa volta Leonard era
veramente arrabbiato, tanto che lo trascinò in camera.
<< Senti, mi fa
piacere che le cose si siano sistemate, ma vedi di comportarti me-
>> quando,
vedendo la schiena del moro, si zittì.
<<
E adesso che ti prende, pistolero? >> disse Romeo
voltandosi verso il biondo.
<<
Che sono quei graffi che hai dietro la schiena? Che hai
combinato? >>
<<
Parli di questi? Arrivaci da solo, so che lo sai.
>> disse mentre si metteva addosso una maglietta.
<< Sono la sua
firma. Credo tu abbia notato le sue unghie e…
>>
Leonard
fece cenno di non volerne più sapere nulla. Per quella
giornata erano già successe troppe cose.
---
Dopo
qualche ora, tornarono anche i dispersi Daniel e Luana.
<<
Eccovi, ma vi eravate persi? >> chiese Debora,
finalmente tranquilla per il loro ritorno.
<<
No, ma sapete com’è Daniel quando si tratta di
libri
>> rispose Luana, cercando di non incrociare lo sguardo
delle amiche. Non
era brava a mentire.
<<
Sì, hai ragione! >> risero le due ragazze.
Dopo
la cena, i sei ragazzi giocarono a Monopoli, un Monopoli un
po’ modificato, però… Per cominciare si
divisero a coppie, ognuno con il rispettivo
fidanzato. Poi, invece di usare i quartieri comuni del gioco, usarono
le città
del Giappone. Tutto il resto si svolse normalmente. Inizialmente non si
metteva
bene per Giulia e Romeo. Il moro aveva speso tutti i soldi per comprare
il
quartiere di Shibuya. Po,i quando riuscivano a riguadagnare qualche
yen, lui li
rispendeva per case e alberghi. Giulia stava per strozzarlo, ma lui le
fece
cenno di aspettare ancora un po’. Fortunatamente per lui, la
coppia riuscì a
riguadagnare un sacco di soldi, perché il caso volle che le
altre coppie finissero
sempre a Shibuya, specialmente Leonard e Debora.
<<
Eeeh!!! Fate tanto i moralisti, poi siete voi i primi
ad andare nel quartiere dei Love Hotel! >> disse Romeo,
insinuando cose
oscene.
<<
Guarda che non lo facciamo mica apposta a finirci
sopra. >> precisò Leonard.
<<
Poi tu come lo sai che Shibuya è famosa anche per i
Love Hotel? >> chiese Debora, preoccupata per la risposta
che poteva ricevere
ad una simile domanda.
<<
Ma ovviamente me lo ha detto Giuly-chan! >>
<<
Veramente non è tanto ovvio! >> dissero tutti
coro.
<<
Che importa su come lo so… Su, sganciate la grana!
>>
Per
la prima volta Giulia riuscì a vincere a Monopoli, grazie al
grande aiuto di Romeo. Solitamente, a tutti i giochi di
società vinceva Luana.
Il moro per la vincita pretese un premio da Giulia, ma nessuno
scoprì di che si
trattasse.
---
Passarono
circa due settimane. 3 Agosto. Le ragazze erano così
prese dai loro fidanzati che si dimenticarono che era il compleanno di
Leonard.
Per rifarsi, nel pomeriggio costrinsero il moro a insegnare a Debora a
fare una
torta speciale per il festeggiato. Mentre la ragazza preparava la
torta, le
cugine uscirono dicendo di dover fare delle commissioni.
Quando
tornarono, avevano con loro un sacchettino di plastica
con dentro delle pistole ad acqua. Avevano pensato che Leonard, essendo
un
ottimo cecchino, avrebbe apprezzato la battaglia con l’acqua.
Preparato tutto
il necessario, chiamarono Daniel che, nel mentre, doveva distrarre il
biondo.
Il ritrovo era in spiaggia.
Quando
Leonard si trovò davanti una fila di pistole di plastica
rimase sorpreso, ma poi ci si fiondò subito per scegliere la
migliore.
<<
Un momento aspetta! >> lo fermò Debora.
<<
Sì, cosa c’è? >> gli
sorrise lui.
<<
Ho preparato una torta per te… Vorrei sapere cosa ne
pensi… >> disse lei quasi timidamente.
<<
Ma perché non l’hai detto subito?
Dov’è, che la mangio immediatamente?
>> domandò lui euforico.
Debora,
felice per l’entusiasmo di Leonard, tirò subito
fuori la
torta, fatta con tanto impegno e amore.
<<
Ma è buonissima! >> esclamò lui,
contento come un
bambino in un negozio di caramelle.
<<
Beh, se non mi avesse aiutato Romeo, avrei fatto una
torta più semplice. >>
<<
Quando volete vi insegno qualsiasi cosa, legata alla
cucina. E anche a qualcos’altro! >> disse il
moro, ammiccano a Giulia.
<<
Eccolo che ricomincia! >> sospirarono tutti
quanti.
<<
Forza non pensiamoci. Iniziamo la battaglia!!! >>
I
ragazzi giocarono tutto il giorno, coinvolgendo anche dei
bambini, che subito di aggregarono alla comitiva.
NOTE
FINALI
Eccomiiiiiiii!!!!
Non sono morta XD
Scusatemi
per il ritardo, ma non è facile trovare il tempo per
scrivere e in più io ODIO ricopiare. Poi, sinceramente, ci
sono rimasta un po’
male non ricevendo nessuna recensione per il capitolo precedente
:’( Io ci
avevo messo anima e corpo in quel capitolo, mi ero sforzata di tirare
fuori il
mio lato più nascosto… Quello romantico.
Comunque, passiamo ad altro… Questo
capitolo, per cominciare, non doveva esserci. O meglio, due scene le
avevo
immaginate da un pezzo. Sono quella del Calippo (che però
è stata un po’
modificata, ma non vi preoccupate, il pezzo originale lo
metterò come extra) e
quella del Monopoli. A causa della piega inaspettata che ha preso la
storia, non
potevo infilarle con Romeo depresso o il tentato stupro a Debora. Poi
non stava
bene nemmeno dopo per varie cose che succederanno… Spero di
aver messo
curiosità dicendo così XD Allora ho deciso di
scalare un capitolo e infilare
questo, solo per mettere quelle due scene ;P Verso la fine, poi, mi
sono
ricordata che Leonard compiva gli anni. Così ho aggiunto il
pezzetto del
compleanno. Adesso Leo ha 22 anni. (Sapete, anche mio nonno compie gli
anni il
3 Agosto XD So che non interessa a nessuno XP) Comunque, il pezzo dei
gavettoni
mi ricorda troppo un episodio accaduto veramente. Ero al mare, e
c’erano anche
Mattia e Marco, quando poi all’improvviso ci mettiamo a fare
i gavettoni. A noi
si erano uniti anche gli adulti, che si arrampicavano sui tetti degli
spogliatoi per lanciarci addosso le secchiate d’acqua. Non so
chi era più
infantile, se noi ragazzi delle medie, o loro che avranno avuto dai 35
anni in
poi XD Vi invito ancora una volta a unirvi al gruppo "Manga, Anime e
Alchimia"! Un po’ di pubblicità occulta non fa mai
male XD Per finire i
ringraziamenti: grazie a Debora (SilveryLugia), Rajae (Celest93),
ClyssiasChange, Jennelyn12, Lucrezia (Hanako_Hanako), Alessandra
(Hummingbird)
e anche vale99best, Levy, Fabrizia (DramaTaisa) e Giulia (Lupoz91) che
seguono.
Questa
volta ci sono anche dei disegni, se dovesse interessare a
qualcuno, sperando che Debora, l’autrice mi dia il permesso
visto che 4 su 5
sono suoi XD
Il
primo è fatto da me e riguarda la scena del capitolo 18
Link:
http://violetjuliet.deviantart.com/art/Il-bacio-sognato-303487488
Adesso
passiamo a quelli fatti da Debora.
Romeo
e Giulia: http://violetjuliet.deviantart.com/art/Almost-kiss-368830342
Romeo:
http://violetjuliet.deviantart.com/art/Romeo-addormentato-lineart-340181262
Leonard:
http://violetjuliet.deviantart.com/art/Leonard-pensieroso-293511488
Daniel:
http://violetjuliet.deviantart.com/art/Blue-sketch-Daniel-bagnato-340012323
03/06/2012
Mentre sto finendo di scrivere le note finali su
carta, ho sentito una scossa di terremoto. Il mio letto si muove
tutto…
PS:
Notare che è passato più di un anno da quando ho
scritto il
capitolo
EXTRA
(Forse la visione è consigliata ad un pubblico di soli
maggiorenni XD)
Romeo
scelse a colpo sicuro il Calippo al limone, sicuramente
aveva qualcosa in mente… Tornati a casa, i ragazzi
presentarono le loro scelte
alle ragazze. Tutti avevano scelto il gusto giusto.
<<
Ma che bravi i nostri ragazzi!!! >> si
complimentarono le tre amiche. Mentre tutti mangiavano tranquillamente
il
proprio gelato, il moro stava osservando la sua ragazza. Avendo un
Calippo, era
normale che l’unico modo per assaporarlo fosse
“succhiarlo,” ma Romeo non poté
alludere a una delle sue solite frasi da maniaco. << Sai
Giuly-chan… Devo
dire che lo succhi proprio bene. Guarda come il suo succo ti bagna le
labbra
calde, si sta proprio sciogliendo dentro quella tua accogliente bocca.
Ahhh,
conti- >> Non si sentì più una
parola provenire dal moro… Forse perché
una qualche aura lo aveva scaraventato giù dal terzo piano.
Non contenta,
l’aura di questa persona, a noi ASSOLUTAMENTE sconosciuta,
gli aveva tirato
dietro anche il mobile che reggeva la TV e il divano letto,
aggiungendo:
<< Ormai quei tre non servono più, sono
superati. Uno è scomodo, l’alto è
brutto da vedere e l’ultimo è un maniaco sessuale.
>> Il tutto detto con
molta calma e serenità.
FINE
Si
avvisano i gentili lettori che nessun mobile è stato
maltrattato sul serio… Non si può dire la stessa
cosa su strani esseri parlanti.
Grazie per la vostra gentile attenzione (_ _)