Capitolo 10: Jacob speak
with Carlisle
Lo studio di Carlisle era
avvolto dalla penombra, tutte le serrande delle finestre erano
abbassate, una
fioca luce proveniente da una lampada in un angolo illuminava la
piccola
stanza. Carlisle era seduto dietro la scrivania, i gomiti poggiati su
di essa
lo sguardo fisso davanti a se. -Dottore...- -chiamami semplicemente
Carlisle-
disse sorridendo, io mi rilassai -va bene Carlisle, come mai mi hai
fatto
chiamare?- -accomodati sulla sedia- disse indicandomene una davanti la
scrivania. Mi sedetti stando attenta a non rovesciarla, poi riportai la
mia
attenzione su Carlisle, che si rigirava una penna tra le dita -ti ho
chiamato...per parlarti del tuo amico licantropo...- appena sentii
quelle
parole mi irrigidii -Dott...Carlisle, io non sapevo che tra voi e i
licantropi
non scorresse buon sangue, altrimenti non lo avrei mai portato qui-
cercai di
giustificarmi -non preoccuparti Bella, non ce l'ho ne con te ne con il
tuo
amico- -sul serio?- -si, e se la cosa può farti contenta
accetterò di parlare
con lui- io sorrisi radiosa -grazie mille- dissi chinando il capo
-tuttavia ti
ho chiamato per metterti al corrente del patto tra noi e i licantropi-
-patto?-
-si, vampiri e licantropi sono nemici da sempre, questo
perchè i vampiri
uccidono gli umani e i licantropi si sono impegnati a proteggerli...-
-ma voi
non uccidete gli umani- -ma sempre vampiri siamo, comunque dicevo,
dovunque ci
siano vampiri ci sono anche licantropi. quando ci siamo stabiliti qua a
Forks
non sapevamo dell'esistenza di un gruppo di licantropi giù a
La Push, un giorno
Emmet si spinse fino a là per cacciare e venne attaccato da
un gruppo di
licantropi, il loro capo gli intimò di andarsene e non
tornare più. Appena
rientrato a casa Emmet ci informò della scoperta, senza
perdere tempo mi recai
a La Push per verificare con i miei occhi, avevo appena superato il
confine che
venni circondato da un gruppo di licantropi, feci subito capire loro
che le mie
intenzione erano buone, e il loro capo si fece avanti, alla fine
stipulammo un
contratto, secondo il quale noi vampiri non potevamo invadere i loro
confini e
viceversa...- -quindi io, portando qui Jacob ho rotto questo patto?-
-non
proprio, il patto è nullo se uno dei due accetta di
accogliere l'altro nei suoi
confini- -è un problema se lo faccio venire subito?- chiesi
mentre mi alzavo
-no assolutamente, adesso vai prima che Edward mi sfondi la porta-.
Quando
aprii la porta mi ritrovai Edward che mi fissava come se non mi vedesse
da una
vita, allungò le braccia verso di me e mi
abbracciò cosi forte da sollevarmi da
terra -mi sei mancata...- sussurrò al mio orecchio -ma sono
stata li dentro per
pochi minuti- dissi ridendo -lo so, ma a me sono sembrati un
eternità, non
riesco a resistere un secondo senza di te...-. Mi allontanai da lui e
lo fissai
torva, poi gli puntai un dito contro -chi sei? esci dal suo corpo!-
esclamai
nel modo più serio possibile -scema...- disse lui
scompigliandomi i capelli
-non conoscevo questo lato di te cosi...- -romantico?- -veramente stavo
per
dire smielato- -ci sono molti lati di me che non conosci- disse
guardandomi con
malizia -non vedo l'ora di scoprirli- dissi facendo l'occhiolino.
Edward
sorrise, poi tornò serio -cosa ti ha detto Carlisle?- -ha
accettato di parlare
con Jacob, ha detto di farlo venire anche subito- per un attimo Edward
mi parve
deluso -allora chiamalo- disse indicando il telefono su un mobile
vicino alla
porta di ingresso -grazie- dissi dandogli un bacio sulla guancia.
Composi il
numero ed aspettai che qualcuno dall'altra parte rispondesse -pronto?-
riconobbi la voce di Jacob -Jacob, sono io...- -Bella! come stai? mi
dispiace
non volevo andarmene, ma tutti quei vampiri...- -va tutto bene Jacob-
lo
rassicurai -perchè hai chiamato? è successo
qualcosa?- -no niente, ti ho
chiamato per chiederti di venire qui, Carlisle ha accettato di parlare
con te-
dall'altro capo del telefono ci fu una pausa -ne sei sicura?- -si
certo, vieni
il prima possibile- -d'accordo arrivo- disse Jacob e
riattaccò.
Quando Jacob arrivò, ad
attenderlo c'eravamo solo io, Edward, Esme e Carlisle. Gli altri
fratelli
avevano preferito infatti allontanarsi. Appena Jacob entrò
in casa, mi accorsi
subito che era nervoso, non doveva essere piacevole per lui trovarsi da
solo in
mezzo ai vampiri. Mi avvicinai a lui e gli sfiorai il braccio con la
mano, nel
tentativo di incoraggiarlo. -Andiamo nel mio studio- disse Carlisle, io
e Jacob
lo seguimmo. Poco dopo ci raggiunse anche Edward, anche se Carlisle
doveva
parlare con Jacob, permise sia a me che ad Edward di rimanere. La
discussione
fu abbastanza lunga, tuttavia non potei ascoltarla tutta
perchè, circa a metà
Edward mi trascinò fuori. Non eravamo nemmeno arrivati in
camera che già mi
stava baciando, -come mai cosi impaziente?- chiesi appena riuscii a
staccarmi
da lui per riprendere fiato -vorrei finire quello che avevo cominciato
prima...- disse scendendo a baciarmi la spalla -e hai intenzione di
finirlo qua
in corridoio, vicino allo studio di tuo padre?- chiesi alzando un
sopracciglio
-forse hai ragione...non sarebbe comodo- in un attimo mi aveva preso in
braccio, e tempo 5 secondi eravamo già sul letto, senza
perdere tempo riprese a
baciarmi la spalla, risalendo poi verso il collo. Gli passai le mani
nei
capelli arruffandoglieli, poi con un gesto impaziente gli tolsi la
camicia,
rimasi per un attimo senza fiato nel vedere i suoi pettorali perfetti.
Non mi
ero neanche accorta che Edward mi aveva tolto la maglietta e ora aveva
preso ad
accarezzarmi la schiena. Questa volta era tutto perfetto, nessun
fratello in
vista a disturbarci. Solo io...Edward e....-Bella! sei qui?- Jacob.
La porta della stanza si
aprì di scatto e apparve Jacob, che vedendo me ed Edward sul
letto, lui senza
camicia, io senza maglietta rimase sbalordito a fissarci. Quasi in
contemporanea io ed Edward ci voltammo verso di lui, io diventai di un
bel
rosso peperone, mentre Edward emise un lungo ringhio e per un attimo
temetti
che stesse per saltare addosso a Jacob. -Nessuno ti ha insegnato a
bussare?-
chiese Edward allontanandosi da me, che ne approfittai per rimettermi
la
maglietta -non pensavo che voi...- -va tutto bene Jacob, non
è successo niente-
dissi alzandomi dal letto -per forza, il lupastro è venuto a
disturbarci-
ringhio Edward, io gli lanciai un occhiataccia -adesso basta, avremo
tempo-
bisbigliai in modo che solo lui potesse sentirmi Edward
sbuffò e si risedette
sul letto. -Forse è meglio se vado, il branco si
starà preoccupando di non
vedermi tornare- disse Jacob -aspetta, ti accompagno- dissi mentre mi
infilavo
le scarpe, sia Edward che Jacob mi guardarono, l'uno geloso l'altro
confuso
-tranquillo Edward, voglio solo farmi dire cosa si è detto
con Carlisle- dissi
dandogli un bacio a stampo. Mi allontanai con Jacob, sentivo gli occhi
di
Edward puntati contro e ciò mi diede i brividi alla schiena.
-Purtroppo non ho
seguito tutta la conversazione, cosa ti ha detto?- -è
arrivato alle mie stessi
conclusioni, normalmente i licantropi non attaccano gli umani, il fatto
che uno
ti abbia aggredito è segno che c'è qualcosa
nell'aria...- -qualcosa come un
virus?- -esatto, Carlisle mi ha promesso che farà delle
ricerche su una possibile
malattia che colpisce i licantropi ed eventualmente sulla cura- -stai
attento
per favore- dissi sfiorandogli una guancia, per farlo dovetti alzarmi
in punta
di piedi -non preoccuparti, sono una roccia io!- disse battendosi un
pugno sul
petto. Lo accompagnai fino alla moto parcheggiata poco lontano da casa
Cullen,
lo salutai con la mano fino a quando non lo vidi sparire dietro
l'angolo, poi
mi voltai e tornai da Edward.