Anime & Manga > Lady Oscar
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Autore: Nisi    18/02/2008    25 recensioni
Dopo quella notte a Saint Antoine, Oscar si è finalmente resa conto di amare André. Ora il problema è come farglielo sapere. Mica facile, dal momento che tutto sembra congiurare contro di lei. E ci si mette pure di mezzo una misteriosa dama della quale André sembra essersi innamorato. Guest stars il salice piangente Rosalie Lamorielle che è diventata più irritante del solito, causa una particolare… condizione.
Genere: Romantico, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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“Quella tetta è storta.”

Alain era appoggiato allo stipite della porta che portava alle camerate e si prodigava in consigli artistici ai suoi commilitoni Galant e Rochelle che stavano eseguendo un affresco sul muro attiguo alla loro branda.

“Dici?” Galant si allontanò di qualche passo per valutare la sua opera, tenendo a mezz’aria il pennello.

“Sì. Ed anche il capezzolo è sproporzionato. Proprio qui. E’ una donna, non una vacca!” Ed indicò la parte anatomica di cui sopra che necessitava di essere rivista, ehm, ridipinta.

“Beh, ecco, sì, ma in un certo senso lo è!” esclamò Galant mentre Rochelle si rotolava dal ridere.

Tornato serio, parecchi minuti dopo, domandò:“Il resto va bene?”

Rochelle teneva in mano la tavolozza con i colori e si avvicinò ad Alain per richiedere una sua esperta consulenza.

“Uhmmmm. Fatemi vedere… Beh, senti…”

“Dimmi”

“Non voglio sminuire il tuo senso dell’arte, ma qui dentro” e puntò l’indice in maniera esplicativa, “ci deve andare il tuo uccello e non la tua testa, capito?”

Rochelle si portò una mano alla patta e contrasse le dita su di essa per evidenziarne le dimensioni. “Alain, credimi, ho dipinto il buco della misura giusta giusta per il mio arnese.”

“Rochelle, non mi sembra che Marie della taverna sia rimasta tanto soddisfatta delle tue dimensioni…”

“Quella brutta… l’ha data via a talmente tanta gente che nel presepio potrebbe fare la Caverna e non si accorgerebbe nemmeno se le infilassero il bue e l’asinello su per la passera.”

Alain scoppiò a ridere di una risata volgare, subito imitato dai due sedicenti artisti.

“Ragazzi, se avessi tempo vi darei una mano io a rifinire la vostra opera d’arte, ma la taverna e le sottane di una certa signorina richiedono la mia attenzione. Spero non vi offendiate” e si inchinò cerimoniosamente davanti ai commilitoni che cominciarono ad applaudirlo con calore.

“Che vi dicevo? Stare con André mi ha reso meno rozzo, ed ora qualche volta mi capita pure di essere gentile. Sono diventato un vero damerino.” Considerò con aria fintamente cogitabonda.

André, sdraiato in branda, abbozzò un sorriso: Alain era un incorreggibile giocherellone. Poche tra le persone che conosceva amavano scherzare quanto lui.

“Très bien! Allora, chi è dei nostri? Rochelle e Galant, ce la fate a smetterla di fare i pittori per questa sera e ad usare un altro pennello? Sarasant? Gaullet? Lafont? Ah, è vero, scusa Lafont, neanche tu non ti abbassi a venire a far baldoria con noi… “ lo prese in giro Alain.

Robert Lafont era uno degli ultimi arrivati al battaglione e sembrava essere un tipo tranquillo e taciturno, ma era simpatico a tutti perché non attaccava briga ed era un buon compagno.

“Mi spiace, ma stasera sono stanco, sono in licenza e vado a casa a dormire.”

“Non forse sei sposato, Lafont? Fossi in te, se avessi una donna, io andrei a casa a…” Rochelle congiunse pollice ed indice di una mano a formare un cerchio, poi con l’indice dell’altra mano fece dentro e fuori dal cerchio.

Robert finì tranquillamente di ripiegare una camicia e si rivolse a Rochelle. “Sono stanco ed ho bisogno di dormire, ti dico. Meglio domattina, dopo una buona notte di sonno.”

Il ragionamento non faceva una grinza e nessuno ebbe da obiettare. Lafont ricominciò a parlare pacatamente mentre infilava la biancheria sporca nello zaino: “Nessuno di voi è sposato, vero? Anche io andavo con le ragazze della taverna ma è molto meglio addormentarmi vicino a mia moglie sapendo che se domani avrò voglia di lei, lei ci sarà per me. Ti sei mai addormentato mentre la tua donna ti tiene tra le braccia e ti accarezza? No,vero? A volte è meglio di una scopata, credimi. Non sempre, ma a volte è così” Poi si voltò e guardò André con uno sguardo meditabondo. “Mi sembra che Grandier possa capirmi. Non è vero, Grandier?”

André non disse niente. Fece solo cenno di sì col capo, mentre nella sua mente passavano immagini di lui addormentato accanto alla sua donna mentre lei lo accarezzava teneramente, tenendo la sua testa appoggiata sul suo petto.

Sospirò senza farsi sentire, altrimenti le prese in giro sarebbero ricominciate come al solito.

“Vi saluto, ragazzi, ci vediamo dopodomani sera.” Disse Robert uscendo.

Alain gli assestò una manata sulla spalla che quasi lo mise al tappeto. “Hai capito, il nostro Lafont. E’ proprio vero che l’acqua cheta rovescia i ponti. Bene, voi siete pronti, no? Tu André hai qualcuno che ti aspetta, giusto? Salutamela tanto, mi raccomando.”

“Non mancherò” rispose André flemmatico.

Dopo che Alain ed i commilitoni furono usciti dalle camerate, si sistemò i capelli e si rese più presentabile.

Anche lui era di licenza, ma solamente per poche ore, per cui doveva sbrigarsi.

Decise di andare a piedi, visto che non avrebbe dovuto fare molta strada.

Uscì e si avviò di buon passo. Camminava spedito per avere più tempo a sua disposizione. Quando uscì dal vicolo ed entrò nella piccola piazza, se la ritrovò davanti.

* * *

“Rosalie, io non vengo.”

“Cosa?”

“Ti ho detto che non ci vengo…”

“Ma perché?”

“Perché, me lo chiedi anche? Non ho nessuna voglia di vedere il…” che fatica, dire quelle parole “il mio André tra le braccia di una lurida sgualdrina.”

Rosalie incrociò le braccia sul petto: “Chi vi dice che si tratta di una sgualdrina? E in ogni caso, voi volete farvelo portare via così, senza lottare? Non è da voi.”

Oscar cominciò a slacciarsi la giubba della divisa. “Se lui ha trovato un’altra donna, ciò sta a significare che non prova dei sentimenti per me e che forse non ne ha mai provati. Per cui, a che scopo lottare? E poi…” fece un gesto per indicare se stessa. “Guardami, Rosalie: sono una donna vestita da uomo. Porto un’uniforme al posto di un vestito ed una spada al posto di un ventaglio. Come potrei attrarre un uomo?”

“Madamigella, vi garantisco che André è innamorato di voi… “

“No, come fai a dirlo?”

“Non ci avete mai fatto caso a come vi guarda?”

“Mi guarda in modo normale, come ha sempre guardato chiunque.”

“Invece no! Se potesse, bacerebbe la terra sulla quale posate i piedi!”

“Sì, intanto è venuto a casa con addosso l’odore di un’altra…”

“Venite con me!”

Rosalie, nonostante l’ingombro della enorme pancia, l’afferrò senza troppe cerimonie per il polso e la trascinò nella sua stanza.

Poi la fece sedere sul divanetto e si accomodò di fianco a lei. Passò una mano sul pancione e fece pat pat per tranquillizzare suo figlio che nel frattempo si era messo a ballare il rock’n’roll dentro di lei, anche se questo tipo di musica non era stato ancora ufficialmente inventato ed Elvis era ancora un progetto a lungo termine. “Calmo, piccolo, devo parlare con la zia Oscar.”

“La zia Oscar?” Il Colonnello era allibito.

“Beh, sì… mi sento un po’ come vostra sorella…” confessò Rosalie arrossendo un poco.

“… e come tale, sei un tormento.” Biascicò Oscar massaggiandosi le tempie con la punta delle dita. “Guarda, mi hai fatto anche venire il mal di testa.”

“Scusate, Madamigella”, mentre i familiari lacrimoni spuntavano agli occhi di Rosalie.

“Ti perdono, ma prometti di chiamare tuo figlio François e no, non piangere che mi peggiora il mal di capo. Tanto più che se non la pianti, ti disidrati e dopo il tuo marmocchio non ha più liquido nel quale nuotare.” Sapeva che non erano affari suoi, ma non seppe trattenersi: “Senti, non per sapere gli affari tuoi, ma… Bernard, non perde mai la pazienza per queste tue frignate?”

Rosalie si aggiustò il pizzo della scollatura con sussiego: “Io non piango mai con Bernard. Lui non sopporta le donne piagnone.”

“Cosa? Allora ti sfoghi con me!”

Prenderla e ammazzarla!

“Beh, sì. Ci conosciamo da tanto tempo e siamo in confidenza.” Rispose Rosalie con il tono di colei che constata l’ovvio.

”Confidenza un corno!” e si alzò di scatto.

Rosalie, con una energia inaspettata, la fece ricadere sul divano afferrandola ancora una volta per il polso. “Che maniere!” si lamentò Oscar.

“Voi e io dobbiamo parlare.”

“Cosa abbiamo fatto fino adesso?” sbuffò Oscar incrociando le braccia sul petto e mettendo il broncio.

“Da donna a donna, intendo dire.”

“Prego? Non è bastato il camicia da notte party dell’altra sera?”

“Devo chiedervi delle cose importanti, così posso capire meglio la situazione.”

”Non ho nessuna intenzione di dirti niente…”

“Ah, bene! Allora ci sono delle cose che nascondete!” Rosalie batté le mani tutta felice. “Ciò fa ben sperare! Via, non siate timida. André vi ha mai fatto delle avances?”

Oscar si fece di brace e non disse niente.

“Oh, pare proprio di sì. Me ne compiaccio. Cosa è successo, di preciso? Vi ha baciata?”

Il colore del viso di Oscar passò al paonazzo/cianotico foriero di un imminente attacco di cuore. “Molto, molto bene… E voi l’avete respinto, giusto?”

“Come fai a…?”

“Se non lo aveste respinto, non saremmo qui a parlarne e forse un cuginetto per François avrebbe potuto già essere in arrivo.”

”Rosalie!” Oscar si fece ancora più rossa, all’idea del cuginetto e soprattutto pensando al modo in cui l’ipotetico pargolo fosse arrivato a prendere possesso delle sue viscere.

“Beh, che c’è di strano? Un bambino è il risultato di un incontro amoroso andato a buon fine, posto che non si prendano accorgimenti per evitarlo…”

“Risparmiami questa parte, ti prego, già ho avuto modo di parlarne con Nanny e la teoria la so tutta. E’ già difficile per me ammettere di essere donna ed accettare di essere innamorata persa. Pensare ad un bambino è per me una cosa troppo complicata. Una cosa alla volta!” gemette Oscar, alla quale quelle parole stavano facendo un effetto strano, oltre al mal di testa che stava aumentando di minuto in minuto e il sangue che le pulsava dolorosamente nelle tempie.

“Comunque, riprendiamo il discorso. Lo avete respinto e lui cosa ha fatto?”

“…cia.” Mormorò Oscar con gli occhi bassi.

“Scusate?”

“Mi ha STRAPPATO LA CAMICIA!” inconsapevolmente, Oscar mimò i gesti che aveva fatto André, facendo saltare un paio di laccetti di batista.

“Ma è splendido! Non lo facevo così ardente! Vi ha visto senza abiti, quindi…”

“Non del tutto… la camicia non era strappata completamente.”

“Avete visto come vi guardava?”

”Veramente no. Stavo piangendo, in quel momento.”

”Non ci credo! André vi bacia e voi che fate? Piangete!” Rosalie era francamente scandalizzata. S-C-A-N-D-A-L-I-Z-Z-A-T-A!

“Avrei voluto vedere te, al mio posto! Uno ti salta addosso come una furia, ti bacia inaspettatamente e…”

“Ma lui non è uno qualsiasi, lui è Andrè!”

“Permetti che mi sia anche un po’ spaventata? Non è che queste cose mi succedano tutti i giorni, non sono abituata! Di solito, la gente mi salta addosso per ammazzarmi, mica per…”

“Per?” la incoraggiò speranzosa la mammina.

“Senti, cambiamo discorso, vuoi?” Oscar non le aveva, ma vi assicuro che le stavano girando.

Vorticosamente.

“Beh, quando Bernard ha strappato la mia di camicia, io ho strappato la sua ed un paio di giorni dopo ci siamo sposati…”

”Ah… allora vedo che è di moda, tra gli uomini rovinare gli abiti alle loro donne.” Fu l’immediato commento sardonico.

“Pare di sì.” Rosalie fece spallucce, ma dopo un attimo riprese inesorabile :”Ma guardava, giusto?”

“Credo. Ma non guardava propriamente me…”

“Cosa guardava? Il muro?”

“No! Ecco… lui fissava… qui” e si indicò pudicamente il petto.

Rosalie non era entusiasta, era semplicemente galvanizzata e batteva le mani per l’eccitazione “Ma va benissimo! Perfetto! E quando è successo questo?”

“Direi… direi ad occhio e croce… un tre mesi fa.”

”Soltanto? Allora siamo a cavallo! Andiamo!”

“No, aspetta…”

Oscar si era fatta improvvisamente depressa. “Ammesso e non concesso che lui mi ami ancora, io non sono in grado di…”

“Oh, si tratta solo di questo? Guardate, Oscar, l’amore è un gran maestro, ma se può farvi sentire meglio…” Rosalie aveva capito al volo quello che voleva dire la sua amica, per cui andò al comodino e rovistò nel cassetto, tirando fuori un libretto che porse ad Oscar.

L’Organt di Saint Just!

“Rosalie! Da quando in qua tu leggi queste sconcezze?”

“Madamigella, è un libro molto istruttivo, sapete?” gli occhioni azzurri di Rosalie risplendevano in tutta la loro santa innocenza perversa.

“Oh, non ne dubito…” Oscar ridacchiò nel vedere l’espressione seria della sua pseudo sorella.

“ Ve lo regalo, tanto Saint Just ha dato a Bernard un sacco di copie gratis con dedica ed autografo. E agli amici che lo richiedono, fa lo sconto quantità, una cosa tipo prendi tre paghi due.”

Rosalie esitò un attimo mentre Oscar occhieggiava il volume facendo finta di non esserne minimamente interessata.

“Sapete perché a Bernard non è mai successo niente di male? Perché ho usato spesso questo libro per tenerlo a casa.”

Ed in quel momento, Oscar si rese conto che Rosalie era cresciuta e, nonostante le inesauribili lacrime, si era fatta una persona molto decisa ed il lampo che le brillava nello sguardo pareva proprio confermare quella ipotesi.

“Oscar, credetemi. Dovete lottare per il vostro amore e se quello che credo è vero, non dovrete nemmeno fare tanta fatica. Andiamo, ora.”

Porse la mano ad Oscar che dopo parecchi attimi di esitazione la prese.

Insieme scesero nell’atrio, uscirono da palazzo e salirono in carrozza, verso Parigi.

Rosalie fece poi fermare il cocchiere. “Ecco, mi hanno detto che di solito viene da queste parti.”

“Se lo dici tu…”

Camminarono per parecchi minuti, senza trovare nessuno. “Non capisco, Solange mi aveva detto che sarebbe stato qui.”

Oscar ribatté acida: “Evidentemente, Solange si è sbagliata. Dai, torniamo indietro. Da qui si dovrebbe far prima.”

Imboccarono un vicolo lungo e stretto che dava su una piccola piazza.

Dall’altra parte della strada, c’era André, André che teneva tra le braccia una donna dai capelli scuri e la stringeva forte a sé.

* * *

Non ve lo aspettavate un aggiornamento così presto, confessatelo! E invece sì!

Spero vi sia piaciuto. E’ un capitolo un po’ di transizione e, se non mi viene la logorrea (che non è una malattia venerea), il prossimo dovrebbe essere l’epilogo. Ho anche un paio di ideuzze per rendere le cose un po’ deliranti. Ma per questo vi rimando alla prossima volta.

Un grazie sentito e doverosi a Shatzy, new entry che mi ha dato l’idea della disidratazione. Grazie per la dritta, darling.

Ed ora, i ringraziamenti doverosi a coloro che leggono e recensiscono:

Reader: Non ne ho idea, questo me lo devi dire tu. Anche in questo capitolo ci sono parecchie paturnie, spero gradirai.

Faffy: Grazie, felice di piaccia, cara. Per sapere chi è la misteriosa signora, aspetta il prossimo capitolo. Ma possibile che non ne abbiate neanche una vaghissima idea?

Baui: Dai che non vi ho lasciato tanto sulle spine. E mi sa che per l’epilogo aspetterete ancora meno.

Londonlilyt: io quelle risate le avrei volute sentire live. Ma non ho molto da attendere vero?

Wicca87: Oddio, sai che potrei anche scriverla una storia su una Rosalie che si trasforma in dark lady e taglia le teste? Non tentatemi, già ho scritto una storia horror e l’importante è cominciare…

Mousseline84: Malox? Direi anche Prozac e Serenase, ma è questione di gusti… Mi sono divertita anche io a scriverlo, il capitolo. Spero si sia visto.

Daydreamer: anticipazione: Rosalie sarà ancora inopportuna e questo è uno spoilerone grosso come una casa. Grazie, di cuore, davvero.

Bradamante: Carissima, le tue recensioni scaldano il cuore e mi fa molto piacere che il pancione di Rosalie ti abbiano ricordato il tuo. Trovo molto particolare questa cosa dei pancioni e l’ho messa in questa storia. Alien, hai detto? Oddio, questo è un lato di te che non conoscevo…

Lidy: Sai, non l’ho trovato invece particolarmente difficile scrivere una storia comica su Lady Oscar. Lei è tanto umana e piena di contraddizioni che è abbastanza facile trovare spunti per farsi due risate. Fermo restando che Lady Oscar è Lady Oscar e guai a chi me la tocca ^__^

Elfie cara, ovvero il mio pasticcino oltre la barriera del Po. Dai un attimino ancora ed il prossimo capitolo vedrai. Ti do il permesso domenica di strapazzarmi ben bene, ok?

MaiValentine: Beh, in effetti Rosalie deve sapere fare qualcosa d’altro oltre a piangere, no? Altrimenti che noia!

Kanchou: Grazie, grazie per la doppia recensione e per aver indotto in tentazione un altro tesserino inconsapevole (vedi sotto). Penso che Oscar avesse un gran senso dell’umorismo frustrato dalle convenienze e dal suo rango. E, diciamocelo, di pensieri ne aveva fin troppi per aver tempo di farsi quattro risate e per prendersi un po’ in giro. Peccato, no? Per cui ho pensato di darle giustizia, che se la merita.

Shatzy: Mille grazie per il prezioso consiglio sulla disidratazione, non ci avevo proprio pensato. E grazie per le cose carine che mi dici.

Benissimo, dopo che vi ho ringraziato vi posso dire che farò del mio meglio per aggiornare al più presto.

Un abbraccio a tutti dalla Nisi

   
 
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