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Autore: heartprincipess    18/02/2008    2 recensioni
Breve introduzione: Ai tempi del liceo Bra e Goten hanno avuto una storia d’amore molto intensa, ma era tutto finito quando Bra improvvisamente aveva deciso di lasciare la sua famiglia per la volta degli States. E negli States la giovane ragazza riesce a farsi una nuova vita, con un nuovo ragazzo, Mark e riesce anche ad affermarsi nel lavoro, aprendo un hotel sulla spiaggia della California. Goten aveva provato a riportarla a casa, ma lei aveva deciso di rimanere insieme a Mark ed adesso le lancette del tempo si spostano a quattro anni dopo. Goten decide di far visita nuovamente a Bra.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bra, Goten
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dimentica il tempo tra di noi



Era rientrata in hotel, notò che le sue scarpe lasciavano una scia di sabbia e si apprestò così a comunicare al suo personale di pulire l’ingresso.
Mentre appoggiava la giacca nella reception, non poté non vedere la sua amica Valery che la guardava con aria scocciata.
“Sono contenta che tu sia riuscita ad estinguere l’incendio.”
Sospirò. Perché quella giornata non voleva giungere al termine? Si divertivano tutti a torturarla?
“Sei venuta qui per dirmi ciò che mi hai ripetuto e stra-ripetuto?”, le domandò, appoggiandosi con il braccio al bancone.
L’amica annuì, “E continuerò a stra-ripeterlo finché non ti entrerà nella testolina.”
“In questo momento ho solo confusione.”, affermò.
Valery la guardò, comprendeva bene il suo smarrimento, ma sapeva che con lei le dolci parole non sarebbero servite, aveva bisogno di uno spintone subito, altrimenti si sarebbe convinta che ciò per cui tentennava era qualcosa da temere e probabilmente, poi avrebbe rimpianto per tutta la vita di non aver sposato Mark.
“Senti, ascoltami. Digli del bambino. Tutto sarà più semplice.”, le suggerì nuovamente Valery.
Bra alzò lo sguardo verso l’amica, quei suoi occhi azzurri le trasmettevano da sempre sicurezza, ma in quel momento sentiva che anche l’amica la stava mettendo sotto pressione ed essere messa alle strette era ciò che più detestava.
Attendevano tutti una risposta da lei, peccato che lei non aveva niente da dire. Non adesso, almeno.
Il rumore della porta automatica che si apriva distolse l’attenzione dell’amica che guardò verso l’ingresso.
La vide diventare paonazza. Si voltò anch’ella in direzione dell’ingresso, e lo vide di nuovo: Goten.
Cercò di rimanere disinvolta, sembrava che il destino le stava giocando questi brutti tiri, ma non poteva far altro che resistere.
Valery guardò il ragazzo avvicinarsi alla reception, ritirare le chiavi per poi sparire dietro le porte dell’ascensore.
“Ora..ora mi devi proprio spiegare.”, disse ancora scossa l’amica.
Sospirò una seconda volta. Altre parole inutili, altre preoccupazioni da parte dell’amica si sarebbero formate.
“Non c’è niente da spiegare. E’ venuto qui perché..”, non riuscì a trovare un motivo valido.
“E’ venuto qui, perché..?”, la incitò sospettosa Valery.
“Perché voleva vedere il mare californiano.”, si inventò Bra, riprendendo la giacca che aveva posato minuti prima.
“Questa non regge. Non regge proprio.”
“Avrà voluto prendersi una boccata d’aria dai preparativi del suo matrimonio.”, disse Bra, pensando così di averla convinta.
Sapeva come si sarebbe comportata Valery, si sarebbe stupita, e rincuorata di quella risposta, era prevedibile. Infatti, fu così.
Poté così cenare in tranquillità con la compagnia della sua amica, e rientrare in camera, con la convinzione di essere riuscita a fare un passo in avanti.
Ma il suo ottimismo si spense quando entrò nella stanza, notava nel buio il profilo di Mark, seduto sulla poltrona che era accanto alla finestra.
Forse avrebbe dovuto affrontare anche questa prova.
Accese la luce, illuminando la camera. Ora poteva vedere il suo volto, ancora quel espressione irritata.
Cosa poteva dirgli? Non era ancora pronta a dargli una risposta, e il suo sguardo severo di certo non l’aiutava a scegliere.
“Dormirò in un’altra stanza.”
Bra si sedette sul letto, togliendosi le scarpe, “Per quanto?”
“Finché non mi dirai che mi ami.”, affermò aspro Mark, alzandosi dalla poltrona.
Lei dal canto suo, si voltò verso di lui, lasciando cadere le scarpe sulla moquette.
“Ma io ti amo!”, gli gridò disperata.
Lui sorrise freddamente, non era neanche un sorriso quello, forse un ghigno.
“Sai che non è così.”, la smentì.
Bra abbassò lo sguardo, “E’ scorretto. Mi stai costringendo a decidere con questo tuo atteggiamento.”
Il ragazzo le si avvicinò con impetuosità, ma non la sfiorò, la fissava con quel suo sguardo intenso e magnetico, “Che cosa devi decidere?!! Se mi ami, sposami!”
Non riuscì a trattenere una lacrima, “Non fare così, ti prego. Dammi del tempo.”
Mark sì infuriò, “Del tempo? Stiamo insieme da quattro anni! Se non volevi stare con me, avresti potuto lasciarmi!”
Lo odiava. In quel momento lo odiava, così presuntuoso e tremendamente arrogante.
I suoi silenzi permisero a Mark di lasciare la stanza, sbattendo con prepotenza la porta.
Scivolò sul letto. Ogni volta che lo incontrava litigavano, sentiva che le stava sfuggendo quel loro rapporto che avevano costruito con fatica in quei quattro anni.
Si rannicchiò, addormentandosi così come era rientrata, era troppo stanca per fare altro. Quella giornata era stata una delle più pesanti che avesse vissuto.

Camminava per il portico con in mano una tazza di cioccolata calda. Non faceva così freddo da bere una cioccolata calda, ma quel sapore dolce le riscaldava non solo lo stomaco ma anche parte del suo animo. Ed ora aveva proprio bisogno di un po’ di dolcezza nella sua vita.
La porta dell’hotel si spalancò per la sesta volta da quando era lì, si voltò, preparandosi a sorridere nel modo più cordiale possibile, ma il suo sorriso svanì nel momento in cui riconobbe la persona che le stava davanti.
“Non mostrati troppo entusiasta.”, scherzò Goten, avanzando di qualche passo verso la ragazza.
Bra sorseggiò la sua bevanda, lasciando che le parole di Goten cadessero nel vuoto.
“Accompagnami a fare un giro per la città.”, le propose, prendendola per mano, e trascinandola via.
Bra cercò di imporsi, “La conosci già la città. Non hai bisogno della guida.”
Goten mise il broncio, “Da vecchi amici su.”
Se avesse sentito ancora quelle due parole, “vecchi amici”, non sarebbe riuscita a trattenersi. Loro non erano mai stati amici, perché ora insisteva a ribadirlo continuamente?
“Mi potrei perdere. E’ da tempo che non ci metto più piede in questa metropoli.”, le disse sorridendole teneramente.
Non riuscì a nascondere a sua volta un sorriso, l’aveva colpita di nuovo al cuore.
“Fammi posare almeno la tazza.”
Le prese la tazza dalle mani, sempre con una mano stretta nella sua, e poggiò la tazza in un angolo dell’ingresso dell’hotel, richiamando l’attenzione del receptionist.
“Niente scuse adesso.”, le ordinò Goten, correndo seguito da Bra, con le dite intrecciate le une alle altre.

Si erano immersi nella folla di quella grande città. Le persone camminavano, osservando nel frattempo le vetrine dei negozi.
“L.A. le fa un baffo alla nostra città.”, commentò il Son, ammirando il caos di quelle strade.
Bra rise. Da quanto tempo non metteva piede nella sua città natale. A volte, aveva sentito la mancanza di quei posti che tanto le erano cari, ma il suo lavoro, quella stabilità che aveva trovato nell’hotel, le davano sempre un buon motivo per ricacciare via ogni nostalgia.
I suoi occhi si posarono sulle loro mani strette, percepiva un calore che non aveva più sentito per quattro lunghi anni, e il suo cuore improvvisamente cominciò a battere più forte, lasciandola spiazzata da quella situazione.
Si fermò. Goten a quel gesto, si voltò stupito, “Che cos’hai?”
Aveva bisogno di risposte. Non poteva lasciarsi solo trascinare dagli eventi. Aveva bisogno di avere una sorte di qualche controllo su quello che stava succedendo.
“Che cosa hai tu.”, lo corresse.
Rimase allibito, si grattò la testa, “Io? Che vuoi dire?”
“Andiamo. Smettila con la commediola. Voglio sapere perché sei qui!”
Goten si guardò intorno, “Dobbiamo proprio parlarne qui?”
“Un posto vale l’altro.”, rispose secca.
Lo vide sospirare.
Bra gli puntò un dito contro, “Non dirmi la storia dei vecchi amici.”
Il ragazzo spostò il suo sguardo verso un punto indefinito della folla.
“Rispondimi!”, si irritò Bra.
Goten, a quel punto, la guardò intensamente, “Non ti considero una vecchia amica! Dannazione!”, le urlò, prima di lasciarla sola in quella miriade di persone che camminavano, ignare del suo stato sconvolto.


Devo dire che mi fa molto piacere ricevere alcune recensioni positive. Grazie mille a tutti!
  
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