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Autore: Cam17    11/08/2013    2 recensioni
Una serie di storie con un filo di trama appena normale, ma che si svolgono con una serie di eventi nonsense. Un vortice privo di logica, privo di senso, frutto di impegnativi cazzeggi mentali che giornalmente faccio per puro divertimento xD
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una casa modesta quella della famiglia De Rosa, al terzo piano di un palazzo situato nel piccolo paese di Boscotrecase. Nella cucina c’era la signora con ancora la crema facciale addosso ed i bigodini tra i capelli. Il bambino di lei era una pulce: piccolo e capelli a caschetto, ma molto sinistro.

La porta principale si spalancò ed entrò il capo famiglia, tutto sporco di una polvere bianca. Era un panettiere, sia chiaro.

<< Ciao amore. Ciao piccolo. Come state? >>.

<< Male! >>. Urlò lei << Nella casa ci sono strani rumori ed il forno non vuole accendersi! >>.

<< Oh cazzo! >>. Urlò lui dopo che il rubinetto del lavandino saltò in aria.

L’acqua iniziò presto ad allagare la casa.

L’uomo si mise le mani tra i capelli: << Dannazione, ma per far funzionare qualcosa in questa casa ci vuole un miracolo! >>.

Ed ecco che la musica di “Alleluia” scese all’improvviso in mezzo a loro. La porta principale fu sfondata con un calcione santo come l’ostia. La porta era volata via, oltre la finestra, finendo di sotto e decapitando un anziano che passava lì per caso. Di fronte a loro si ergeva una figura avvolta da una luce bianca e fortissima, la luce della tromba delle scale. Era lui, l’uomo più santo di tutti, l’uomo che non doveva mai chiedere soldi, perché li estorceva e basta: Don Camillo.

<< Qualcuno ha parlato di miracolo?? >>. Disse allarmato.

I tre si inginocchiarono.

<< Si padre! La prego ci salvi da questo martirio! La nostra casa sembra posseduta! >>. Disse l’uomo.

<< Ma la vostra casa E’ posseduta! >>. Disse lui con tono rabbioso.

La donna svenne, il bambino vomitò tutti i pastelli, l’uomo si aggrappò alla tonaca del santissimo in terra: << La prego ci salvi! >>.

Don Camillo gli mise una mano in testa: << Non temere piccola scimmia! Io ammazzo quel diavolaccio e appendo il suo cadavere ad un albero! >>.

Il parroco tirò fuori dalla tonaca una brocca di purissimo incenso (HCl in termini scientifici):

<< Dove nascondete i soldi? >>.

<< … sotto al letto >>. Rispose l’uomo con stupore << Ma perché vuole saperlo? >>.

<< Perché il diavolo va dove ci sono i soldi! Aspetta qui, non sbirciare o ti incenso! >>.

Nessuno si mosse, nessuno fiatò. L’uomo più importante del pianeta aveva raggiunto la porta della stanza da letto che si trovava al piano superiore. Il parroco era tanto importante che persino la porta si aprì da sola, quando lui si avvicinò. Si chiuse alle sue spalle: il silenzio fu agghiacciante. Ricomparve dopo poche ore, con le tasche della tonaca tutte piene.

<< Padre lo ha trovato? >>. Chiese la donna preoccupata.

<< Certo >>. Rispose ad occhi chiusi e col mento in alto << E l’ho pure mandato via! >>.

La donna tentò di baciarlo, ma Don Camillo le diede una bottigliata in testa, facendola svenire.

<< Troppo brutta, mi spiace >>. Disse.

<< Padre la prego controlli il resto della casa! >>. Disse l’uomo tutto tremolante.

Il Don sbuffò: << E va bene… >>.

Nell’ordine benedì con l’incenso il frigorifero, il termosifone, la tavola, il lampadario, poi, arrivato nei pressi del forno notò con grande stupore che la porticina di questo si stava lentamente aprendo. Era strano, visto che i forni, a differenza delle porte, non si aprono da soli. Gli occhi di tutti i presenti si fecero grossi e curiosi.

Dal forno sbucò la testa di un piccolo diavolo, che sghignazzava: << Vaffanculo uomo di chiesa! >>.

Il parroco ringhiò: << Ti spezzo le ossa figlio di puttana! >>.

Lo prese per il collo e lo tirò fuori dalla casetta.

<< Non fare male al mio amico! >>. Urlò il bambino, disperato.

Gli occhi del Don si accesero. Prese la mira e glielo lanciò addosso, facendogli sfondare la finestra e facendolo finire giù, per la strada.

<< Oh no mio figlio! >>.

<< Aveva fatto un patto col Diavolo! >>.

<< La prego padre lo salvi! >>.

<< Uff… e va bene! >>.

Si lanciò nel vuoto, prese il bambino, azionò il jet pack che nascondeva sotto la tonaca e volò via, mentre il diavoletto si spiaccicava sull’asfalto.

<< Padre lei… lei mi ha salvato! Perché? >>.

<< Zitto coglionazzo! >>. Urlò lui.

Fu riportato a casa. L’uomo si inginocchiò ed iniziò a baciargli le mani: << Padre le devo tutto! ha salvato mio figlio dalla morte. Come posso ripagarla? >>.

<< Beh, visto che parla di pagare… >>.

Gli furono dati tutti i soldi che l’uomo aveva nel portafogli; cinquanta euro ed un abbonamento per andare allo Stadio San Paolo.

<< Vuole anche i soldi che nascondo sotto al letto? >>. Chiese lui.

<< No! >>. Rispose il parroco, improvvisamente sudato << Quelli potete tenerli voi… se nessuno li ha già rubati, ovviamente >>.

Era pronto ad andarsene, ma le diaboliche mani del diavoletto si attaccarono alla sua nuca.

<< Tu vieni all’Inferno con me! >>.

Don Camillo cercò di divincolarsi dalla morsa terribile della bestia, ma era l’impresa più ardua che avesse dovuto mai affrontare. Lo prese per le corna e lo sbatté a terra, poi gli diede un calcio, facendolo finire nuovamente nel forno. Chiuse tutto con un catenaccio, facendo in modo che l’avversario non potesse più uscire.

Prese il forno e lo lanciò giù, per il buco che c’era al posto della finestra. Una macchina fu schiacciata dall’elettrodomestico. Ci furono solo due morti.

<< Il mio lavoro è terminato. Addio, esseri inferiori! >>.

Si lanciò nel vuoto e padre e figlio si avvicinarono al buco, per guardare meglio la sagoma del loro salvatore che, con il suo jet pack, stava tornando in chiesa, mentre il sole tramontava.

<< Papà… da grande voglio essere come lui >>.

Il padre sorrise fiero: << Ce la farai figliolo, ce la farai >>.

Detto questo il pavimento cedette, facendoli cadere nel vuoto.

E non preoccupatevi per la donna; non rimase da sola. Rattristato ed impietosito dalla sua condizione, Don Camillo pose fine anche alle sue sofferenze, ma non prima di aver dato un’occhiata all’argenteria.

 

Salve amici cari! :D

Innanzi tutto vi ringrazio per aver seguito il mio vortice fino ad oggi.

Il personaggio in questione, Don Camillo, è il mio primo personaggio nonsense, protagonista della storia a capitoli “Don Camillo”. Se vi interessa leggetelo! Spero di avervi incuriositi verso il parroco più pazzo del mondo!

Detto questo spero di ricevere le vostre recensioni ed i vostri commenti.

Grazie ancora e al prossimo pazzo capitolo! ;)

   
 
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