Ed eccoci alla fine di questa raccolta; quella che segue, come anche alcune delle precedenti, è stata scritta successivamente rispetto a quelle principali prodotte per l’iniziativa del lj. Volevo concluderla in questo modo, quindi non potevo lasciare le cose come stavano nella shot precedente ùù
Spero che non si noti il distacco rispetto al momento in cui le altre sono state scritte.
I personaggi non mi appartengono, al solito, e io non scrivo a fini di lucro ><
Buona lettura e probabilmente mi rivedrete in questi lidi, forse XD
By athenachan

Inizio

La casa era sempre piuttosto silenziosa, pareva non ci fosse così tanto bisogno di parlare nonostante tutto. I caratteri diversi si comprendevano, si completavano in un puzzle di difficile interpretazione che – ad occhio esterno – sarebbe stato invisibile.
Ma c’erano le dita intrecciate sotto le coperte, le gambe annodate e le lenzuola sfatte.
C’erano gli sguardi intensi, simili eppure così diversi, dove pareva non esistesse null’altro.
«Rivai-» un mormorio indistinto, quello del biondo; ancora abbarbicato sotto le lenzuola, dopo una notte tutt’altro che tranquilla, mentre l’amante gli saliva sulla schiena, baciandogli il collo alla ricerca, forse, della sua attenzione.
«È ancora presto.» soffiò il moro, contro la pelle rosea del più grande; aveva lanciato uno sguardo al comodino: la sveglia segnava le cinque del mattino e, di certo, prima delle sei e mezza Irvin non si sarebbe alzato. Poco gli importava se si erano addormentati solo qualche ora prima.
«Sei insopportabile.» brontolò il maggiore, voltandosi a pancia in su, afferrando l’altro che, soddisfatto, gli si ancorò addosso. Aveva l’espressione pensierosa mentre gli leccava il mento e, poi, lo annusava leggermente.
Parve sul punto di dire qualcosa ma, con uno sguardo l’altro lo scoraggiò e, malgrado la sua particolare predisposizione all’essere senza peli sulla lingua, non disse nulla – anche se Irvin doveva aver capito ciò che aveva notato, annusandolo. Certo, diretta conseguenza delle loro abitudini notturne ma, in qualche modo, avrebbe preteso diversamente.
«Mh, muoviti.»
Un modo per fargli notare che stava perdendo tempo e, del resto, il biondo dopo un sospiro tra l’esasperato e l’arrendevole, lo strinse a sé, dandogli un bacio lieve sulle labbra. Poteva essere stupido ma era il rito per concludere la notte e iniziare il giorno.

Fine