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Autore: Blue Eich    13/08/2013    6 recensioni
1. «T-Ti prego… Lasciami…» mugugnò, coi suoi occhioni languidi, lucidi come zaffiri. Un mare in tempesta da cui traboccarono gocce salate, piccole quanto perline. Drew gliene scacciò via due con gli indici.
Socchiuse le palpebre e mormorò con voce carezzevole: «Ancora qualche attimo, sarò rapido… Ferma…»

2. «S-Sono un mostro…» mormorò, inginocchiandosi poco distante dal disastro di cocci infranti.
Due braccia l’avvolsero da dietro. «Sì, un mostriciattolo davvero carino» le disse Drew, sfacciato, dandole un morso indolore sul lobo dell’orecchio.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Drew, Lucinda, Vera | Coppie: Drew/Vera
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Final
 
R e v i v a l 

 

Drew borbottò un verso d’approvazione per l’aspetto della sua nuova compagna. Accarezzò la chioma che le ricadeva sulle spalle, dalla radice alle punte. Era morbida e liscia come il foulard di seta della bella ragazza che, spinto dalla fame e dal sadismo, aveva ucciso nel parco.

Gli occhi di Vera si spalancarono; erano vacui e avevano assunto una profonda colorazione rossa. Tutta un’altra cosa rispetto al celeste di prima, sprizzante di vivacità. Si alzò e mosse i primi passi, un po’ impacciata per via dell’intorpidimento. Si fece scorrere un dito sul braccio, capacitandosi di quanto la sua pelle fosse chiara. «Cosa… Cosa mi hai fatto?»

«Ora sei come me, viso d’angelo» le annunciò Drew, compiaciuto.

Un luccichio di sgomento balenò nel suo sguardo, riflesso grazie alla luce lunare che entrava dalla finestra. La gola le bruciava in modo fastidioso, soffocante, come se a tagliarle il respiro fosse un fendente di spada. Dovette stringere convulsamente i nuovi denti, appuntiti e pericolosi. Deglutì, prima di decidersi a parlare ancora. «Ho sete, dammi dell’acqua, ti prego…»

L’espressione di Drew s’indurì, mentre diceva: «Non è acqua che vuole il tuo corpo.» Poi andò verso il tavolo in stile barocco al centro della camera e impugnò il bicchiere sul bordo, contenente una sostanza scarlatta. «Tieni.»

Convinta si trattasse di succo di frutta, Vera lo prese e bevve, avvertendo subito il tremendo bruciore alleviarsi. Un’onda di calore si espanse nel suo stomaco, dandole ancor più sollievo e propagandosi poi dappertutto. Si leccò fugacemente le labbra, invasa dalla soddisfazione e dal cupido desiderio di berne ancora, ancora e ancora, finché la sua pancia non fosse scoppiata. Era come un nettare divino, una droga, l’unica cosa al momento che la facesse stare bene.

«Buono?» le domandò Drew, con un’ironia che lei non colse.

Infatti annuì, per poi inclinare leggermente la testa per la curiosità. «Cos’è?»

«Sangue umano

Per lo shock mollò la presa sul bicchiere, che s’infranse con un chiassoso tintinnio sul parquet. Il suo corpo, d’un tratto, era scosso da tremori convulsi. Aveva paura di se stessa. «S-Sono un mostro…» mormorò, inginocchiandosi poco distante dal disastro di cocci infranti.

Due braccia l’avvolsero da dietro. «Sì, un mostriciattolo davvero carino» le disse Drew, sfacciato, dandole un morso indolore sul lobo dell’orecchio.

Fu percorsa da un altro brivido. Avrebbe voluto insultarlo, liberarsi. Invece c’era qualcosa che glielo impediva. Soffocò un debole singhiozzo: nulla aveva più senso. Era diventata una cannibale, desiderando di bere il sangue della sua stessa razza. Si era macchiata di un crimine orrido, che non riusciva a perdonarsi.

«Tu mi hai tolto tutto» sibilò, a capo chino, per poi alzarlo repentinamente e fissare Drew con occhi traboccanti d’astio, pizzicati dalle lacrime. «La mia famiglia, la mia vita, la mia anima… Persino la mia migliore amica!»

La rabbia era tale che cercò di sferrargli un pugno, tuttavia già debole e molle in partenza. Lui si scostò di lato per evitarlo, agile. «Ma ti ho donato l’immortalità, che compensa tutte quelle perdite.»

«Io non la volevo!» ribatté Vera in un ringhio. Era agitata, ma non sentiva il solito martellio originario dal petto ronzarle fin nelle orecchie. Posò una mano al centro: non sentiva alcuna palpitazione, niente di niente, un niente terrificante. «Il mio cuore non batte più…»

«Ah, già. Ti ci abituerai.»

Ti ci abituerai. Ripeté quella frase nel pensiero un paio di volte, giusto per assimilarla in tutta la sua irritante disinvoltura, come se gli avesse appena raccontato di aver comprato un paio di scarpe un po’ strette. Ti ci abituerai. Sul serio, dopo averle distrutto completamente la vita, non aveva nient’altro di meglio da dire in proposito? Come poteva essere così egoista? «Ti odio!» gridò, pestando un piede a terra ed emettendo un verso isterico, che le fece dare un involontario sfoggio della dentatura da assassina.

Drew rise di gusto e scosse la testa. «Puoi dirlo, ma non potrai mai veramente odiarmi. Hai acquisito un attaccamento incondizionato a me, quando ti ho morsa per ridonarti una nuova vita.»

Vera lasciò cedere le braccia a penzoloni lungo i fianchi, afflosciate a mo’ di fiore in procinto di appassire. Sorrise mestamente. «Quindi è per questo che vorrei farti provare il mio stesso dolore, ma anche stringerti forte a me?»

«Oh, mi complimento per la perspicacia, milady

 

Più tardi, Vera si buttò sulla sedia a dondolo. «Sono stanca, voglio dormire. Tu non ce l’hai un letto?» chiese, dando un’occhiata in giro.

La tenda di lino ondeggiava leggiadra ai comandi del vento e sul tavolo di prima c’era solo un vaso di rose fresche, ovviamente di un vivido rosso. A dare all’ambiente un tocco di eleganza in più ci pensavano un armadio laccato a due ante e uno scrittoio intarsiato nell’angolo.

Invece di risponderle subito, Drew fece un verso di superiorità e si scostò la frangia dalla fronte, come aveva fatto non appena si era presentato. «Sciocca, i vampiri non hanno bisogno di dormire.»

Vera sbarrò gli occhi dallo stupore. «Eh?! Allora come passate il tempo?»

Scese il silenzio.

«Bella domanda.»

«Mi aspettavo una risposta più esauriente» si lamentò, imbronciandosi, un po’ delusa. «Allora… Che facciamo?»

Drew aggrottò la fronte. «Come mai tutta questa collaborazione, adesso?»

«Non mi sembra di avere scelta…» la sentì bofonchiare, con una timida scrollata di spalle.

«Okay, andiamo a fare un giro.» Le sorrise con sicurezza e intrecciò le dita alle sue. A Vera sembrarono bollenti, rispetto al giorno prima.

«Ma sono le…» Diede una controllata all’orologio, ancora allacciato al polso. «Tre e mezza di notte!» obiettò.

«Ssh.» Lui le posò l’indice sulla bocca, alzandole il mento. Se il suo cuore avesse potuto ancora palpitare sarebbe impazzito e le sue gote avrebbero arso fino a scottare. «Benvenuta nel mio mondo, vampiretta angelo.» Drew le stampò un bacio veloce a fior di labbra, prima di guidarla con un balzo fuori dalla finestra: due ombre, contornate dal risplendere dalla luna color avorio di mezza estate. Due corpi senz’anima legati da un filo invisibile.

 

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Angolo Autrice
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Hello!
Abbiamo già concluso questa mini-long, soprannominata da me TVA. Sono soddisfatta: la seconda fic a più di un capitolo che concludo.
Questo capitolo è meno pauroso, passionale o tutti gli aggettivi che volete, lo so. Ma a me piace e l'importante è questo, no?
Che ne dite del finale? Ammetto di aver avuto difficoltà nelle descrizioni, essendo le scene meno movimentate e sanguinarie.
Ringrazio infinitamente chi ha recensito! E ovviamente chi recensirà. 
Alla prossima!
-H.H.-
 
   
 
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