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Autore: Green 182    13/08/2013    1 recensioni
Dal primo capitolo:
(...)
Mi misi a dar da mangiare alle anatre nel laghetto.
“Dove vanno le anitre d'inverno?” pensai, e mi venne da ridere.
Quel libro era proprio forte.
Probabilmente il mio preferito.
Probabilmente l'unico che avevo letto.
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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~Thank You~


 


 


 

25/5/95


 

Concordo con te sul fatto che è un coglione, un codardo.

Si, spero anche io che la mia amica mi sostenga.

Anche io ho voglia di vederti e abbracciarti forte.

Grazie di tutto.

Sinceramente non so cosa succederebbe se mi capitasse ancora.

Mi chiedo se mi importerebbe davvero.

È brutto e strano da dire.

Non so, sento come se facessi scivolare via tutto senza volerlo.

Il dolore.

Sembra non me ne importi un cazzo, ma non penso sia realmente così.

Ma mi lascio cadere, scivolare senza accorgermene nel male.

Sembra che abbia perso tutti i sentimenti.

Certe volte vorrei mollare tutto e penso che magari dopo non starei neanche così male.

Sono impotente davanti a me stessa.

Poi...quel giorno in cui è finita, quando ho visto le tipe con lui, gli ho mandato un messaggio ('Addio') a cui lui aveva risposto ('Okay').

Dio, della serie 'Chissene fotte'.

Avrei voluto prenderlo a sberle.

Stavo scoppiando.

E sono scoppiata a piangere.

Poi sono scoppiata a vivere, di nuovo.

Fottendomene.

Perchè io sto bene anche senza di lui.

Sono sempre io.

E sono felice lo stesso.

Vivo lo stesso.

Voglio solo vivere.

Forse.

Adesso si.

E anche se morissi, non avrei nulla da perdere.

Non è più come prima.

Non sono più presa da lui in quel modo, grazie a Dio.

Diciamo che non dipendo più da lui.

Ero la sua ruota...bene, non me ne frega.

Non ci sono più come c'ero prima.

Non si trattano così le persone a cui vuoi bene.

Dovrebbe solo ringraziarmi.

Se penso a quante cose ho fatto per quel ragazzo.


 

Te come stai?

Tra poco torno...mi manchi.


 

Sally”


 

27/5/95


 

Hey...

E' uno stronzo, ripeto.

Ti senti vuota, da quello che ho capito.

Finalmente ti sei staccata da lui.

Ecco, brava, devi fregartene di lui, visto che ha fatto lo stesso con te.

Io sto bene.

David vaga ancora da qualche parte.

L'ho chiamato l'altro giorno, ma poi mi ha buttato giù il telefono in faccia.

Che stronzo pure lui, ahahah.

E non so quando e se tornerà a casa.

Non vedo l'ora di vederti perchè anche tu mi manchi.


 

Jimmy”


 


 

Mi ero svegliato da poco, sentendo l'odore di caffè nella mia stanza.

Subito dopo le loro voci, stavano discutendo chissà per cosa.

Riuscivo solo a sentirli urlare, e quello mi bastò.

Richiusi gli occhi forte.

Avrei voluto non sentire.

Avrei voluto sparire.

Loro mi stavano facendo male.

Decisi di alzarmi e guardai fuori dalla finestra.

Oh mio dio.

C'era la signora Fitzgerald stesa a terra.

Scesi veloce le scale, urlando quello che avevo appena visto e dissi di chiamare un'ambulanza.

Uscii di casa e mi precipitai dalla signora.

Cercai di muoverla.

Notai che fortunatamente era ancora viva.

Poco dopo arrivò l'ambulanza e i medici spiegarono che probabilmente era svenuta.

Dio, mi ero preso uno spavento.

La portarono in ospedale e io decisi di avvisare quello stupido di David.

-Pronto? Jimmy, sei ancora tu?- chiese arrabbiato.

-Si, tua nonna è svenuta stamattina...torna, ti prego-

Ti prego?

Ma che cazzo?!

Ci fu silenzio e poi sbuffò.

-Se è uno scherzo, non è divertente- disse.

-Non lo è, fidati-

-Pff...io fidarmi di te?!- rispose.

-Ma che cazzo?! Sono serio, dai. Torna a casa-

Buttò giù.

Non sapevo che avrebbe fatto.


 

Mia nonna era stata male.

Dovevo subito tornare a casa da lei.

Presi la mia roba e corsi fuori, cercando di tornare a casa.

Arrivai alla casa di Jimmy quando era ormai pomeriggio inoltrato.

Suonai e mi ritrovai davanti lui.

Cazzo, lui.

Dio se avrei voluto abbracciarlo!

Lui mi lesse nel pensiero.

Mi strinse in un abbraccio.

-Ben tornato- disse.

Annuii.

-Mia nonna come sta?- chiesi una volta staccati.

-È svenuta stamattina, ora è in ospedale-

Mi allarmai.

-Mi puoi, ehm...portare là?-

Annuì e prese le chiavi della macchina.

Uscimmo e salimmo sull'auto.

-Come stai?- mi chiese, fissando sempre davanti a se.

-Bene- risposi freddo.

Mise in moto e partimmo.

Ci fu silenzio in tutto il viaggio.

Quando arrivammo là, cercammo la stanza di mia nonna.

Appena mi vide le si illuminarono gli occhi.

-Oh mio dio, David!-

-Sono qui, nonna- dissi confortandola.

Mi abbracciò, penso si mise anche a piangere.

-Come stai?- chiese.

-Io bene, tu?-

-Si, ora si- mi sorrise.

In quel momento vidi Jimmy allontanarsi dalla camera e lo seguii.

-Dove vai?-

-Ti aspetto in macchina- rispose.

-No, resta- dissi, ma lui se ne andò.

Che carattere di merda, dio santo.

Ritornai al letto di mia nonna.

-Che è successo?- mi chiese dolcemente, accarezzandomi la guancia.

Sbuffai.

-È uno stronzo-

-Jimmy?- chiese sorpresa, per lei era un bravo ragazzo.

-Già...penso di essermi innamorato di lui-

Non disse niente.

-Tieni duro allora, non sarà facile-

-Lo so...ma poi la cosa strana è che alcune volte è anche dolce, e altre è stronzo- dissi.

-Allora vuole fare il duro, ma ci tiene a te- rispose saggiamente.

A quel punto vedemmo sbucare Jimmy dalla porta.

Allora non se n'era andato.

-Vedi?- continuò lei.

Sorrisi.

-Vado nonna, mi dispiace ma verrò ancora, ciao, ti voglio bene-

-Anche io, Dave- concluse.

Andai verso Jimmy che, a quanto pare, era rimasto lì.

-Sei rimasto allora- dissi.

-Nah, sono sceso poi sono ritornato su-

-Non ci credo- risposi mentre scendemmo le scale.

Sorrise.

Gli diedi un pugno amichevole sulla spalla ridendo.

-Grazie- gli dissi.

Non rispose, continuò a camminare, superandomi.

Mi riportò a casa, a quanto pare avrei dovuto dormire da lui.

E la cosa mi piaceva parecchio.


 


 


 

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