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Autore: _Skyline    13/08/2013    1 recensioni
Doppleganger:
Secondo le leggende, copia  o clone identico fisicamente -ma opposto moralmente- che ogni  persona vivente ha nel mondo.
Nel caso in cui una persona e il suo doppelganger si incontrino, l’esistenza di solo uno verrà ammessa. Lotteranno.
E il più forte sopravviverà.
Narcisismo:
Termine utilizzato nel linguaggio comune generalmente utilizzato per esprimere vanità, presunzione e amore per sé stessi e per la propria immagine.
--
Una Londra nebbiosa e grigia, ovattata e silenziosa.
Zayn Malik, vent’anni;  la sua autostima, la sua bellezza, la sua perfezione.
Una Londra piovosa e buia, misteriosa,
che vede le antiche leggende diventare una tetra realtà.
E che vedrà Zayn Malik, vent’anni, innamorarsi perdutamente
di se stesso.
Genere: Horror, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Zayn Malik
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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4.

“Ma chi poteva conquistare il cuore gelido
dell’incontentabile Narciso?”

 

Zayn Malik sorrise.
Le sue labbra si distesero, inarcandosi lievemente, ed esibendo la linea candida e luminosa dei denti.
Mentre le pareti umide e ammuffite del piccolo e stretto vicolo ammiravano il suo sorriso, che appariva gioioso e innocente, nella sua mente si alimentava e scatenava un violento e distruttivo uragano che mai più, nella sua intera vita, avrebbe attraversato i pensieri di Zayn.
Al moro sembrava quasi di poter percepire i meccanismi dei suoi pensieri incrinarsi, sconnettersi, disincastrarsi.
Percepiva solamente un gelo intenso, che si espandeva paralizzando la fronte, la testa e le mascelle.
E mentre gli ingranaggi nella sua mente crollavano distrutti, ogni domanda insulsamente vagante e tormentata sembrava trovare la sua apparentemente invisibile risposta, che invece era sempre stata presente.
Ogni pensiero sospeso e perso pareva trovare il suo posto, sembrava collegarsi ad un’infinita collana di certezze, che crescevano di attimo in attimo dando vita ad una potente entità, forse quella che bloccava gli ingranaggi, che li sbriciolava sotto di sé: la consapevolezza.
Zayn Malik capì, e finalmente ogni cosa ebbe nuovamente senso.

I pozzi color caramello nei quali affondava lo sguardo, quelle iridi profonde e ipnotiche erano terribilmente, deliziosamente simili a quelle del moro.
No, non erano solamente simili.
Erano le sue.
Esattamente come i capelli corvini dell’estraneo, le sue labbra rosee, la sua pelle lievemente ambrata, i suoi denti, i suoi movimenti, anche quelli più impercettibili.
Erano suoi, suoi semplicemente perché l’essere di fronte a Zayn Malik, era Zayn Malik stesso.
Lui capì, finalmente.
E qualcosa, dentro Zayn Malik, si ruppe.

 
Una risata profonda e calda crebbe nella gola del moro facendogli vibrare il petto e diffondendosi nell’aria pesante del vicolo, riempiendolo di un suono armonioso.
Quell’ilarità appariva però distorta, alterata.
Una lieve nota di follia iniziava a trasparire da quel riso sotto forma di piccoli acuti, trasmettendo i difetti e i danni che si erano diffusi nella sua mente.
Gli ingranaggi contorti di quest’ultima non si erano fermati, affatto.
C’era stato qualcosa a dirottarli, a sabotarli, a lubrificarli di un olio malefico diventato una malattia.

Zayn Malik era completamente, totalmente pazzo.


E mentre rideva calde lacrime salate si rincorrevano sulla morbida superficie delle sue guance, accarezzandogli le labbra e fondendosi a quella risata amara e sconclusionata.
Senza che se ne fosse nemmeno accorto, il suo sguardo ammirava il vuoto, avendo abbandonato quella visione folle e impossibile rappresentata dagli occhi dell’altro.
Il moro riuscì però a voltarsi, dando le spalle all’estraneo –oramai fin troppo familiare-, e con una forza sbocciata unicamente dal panico più totale e dalla confusione che regnavano in lui iniziò a correre, a correre più veloce che poteva.
Il rumore pesante dei suoi passi agitati e disperati rimbombava nel vicolo, mentre il vento gli schiaffeggiava il volto e le lacrime calde gli annebbiavano la vista, rendendo quel vicolo solamente un ammasso d’oscurità.
Eppure Zayn continuava a ridere, a ridere come un pazzo, come il pazzo che era diventato.

Rideva, piangeva e correva, mentre nella sua mente le immagini dell’altro, che erano anche le sue, rimanevano impresse sempre più nella sua memoria distorta, nonostante lui cercasse di impedirlo.
Rideva sguaiatamente, senza freni né contegno, lasciando che qualcuno dei suoi risi si trasformasse in silenzioso singhiozzo.
Il cuore del moro però gelò quando udì la risata dell’altro, -una melodia identica a quella che usciva violenta dalle sue labbra- unirsi alla sua.



 
Zayn Malik si vide costretto a tacere, sfruttando quel briciolo di autocontrollo che erano ancora presente in lui, mentre attraversava la trafficata strada principale.
Affollata da numerosi corpi e riempita dalle chiacchiere e dalla movida notturna, era molto, troppo illuminata per occhi e animo stravolti come quelli del moro.
Attraversò la via velocemente, a testa bassa, mentre il desiderio di gridare si faceva rudemente strada in lui.
Serrò però le labbra, così come i pugni, mentre il suo cuore malato incespicava e cercava disperatamente di calmare il suo battito.
Fortunatamente nessuno sguardo indiscreto colse le calde lacrime che non rinunciavano ad inondargli il viso, e il sorriso ilare e sguaiato che andava lentamente formandosi su quel viso perfetto. Nella mente di Zayn, invece, un intero album fotografico confuso, sfocato e disordinato continuava ad agitare le sue pagine, annebbiando la vista del moro e facendo sobbalzare il suo cuore ad ogni immagine.
La figura dell’altro occupava interamente i suoi pensieri, gli occhi caramello che condividevano, ogni singolo dettaglio o respiro, ogni sguardo o impercettibile gesto, che erano dell’uno tanto quanto erano dell’altro, e che il moro non sentiva ormai solamente propri.


Appoggiò le mani contro la fredda porta di casa, sfilando le chiavi dalla tasca dei jeans e inserendo la chiave nella serratura dopo svariati tentativi, le mani tremanti e lievemente intorpidite.
Il silenzio e l’immobile oscurità della casa sembravano imprigionare e soffocare la confusione e l’instabilità racchiusa nell’ormai fragile corpo del moro, che minacciava di cadere rovinosamente al suolo.
Zayn sospirò, concedendosi un attimo di calma, per poi spalancare la porta della sua camera e, senza accendere nemmeno una luce, abbandonarsi pesantemente sul materasso.
Il gelo che paralizzava l’abitazione venne totalmente ignorato dal moro, che rimase ad occhi spalancati per un tempo infinito, fissando il soffitto e sperando di non addormentarsi, sicuro che il suo sonno, così come la sua veglia, sarebbe stato inevitabilmente popolato da incubi.




 
Writer’s cooorner:
Salve a tutte! c:
Come al solito mi devo scusare per il ritardo, ma tra un impegno e l’altro ho trovato davvero poco tempo per scrivere. ç.ç
In questo capitolo il punto chiave dell’intera storia è finalmente venuto a galla ed è chiaro, e spero che il capitolo vi sia piaciuto e sia stato all’altezza delle aspettative.
Vi ringrazio davvero per le recensioni, siete state gentilissime ed è grazie a voi che per me scrivere è più che un piacere, grazie davvero. ♥
Spero che anche sta volta mi lascerete una recensione con il vostro parere, ringrazio in anticipo chi lo farà, a presto! :* ♥
  
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