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Autore: Black Mariah    13/08/2013    4 recensioni
-Klaroline-
Riguardò di nuovo l’ibrido di fronte a lei. Il suo petto si alzava e si abbassava lentamente.
Klaus la stava guardando con uno sguardo strano, in attesa che lei dicesse qualcosa e fu in quel momento che lei capì, che vide una luce strana dentro gli occhi blu dell’ibrido. Come era potuto succedere?
-Sei umano…- disse a bassa voce, mentre sia i suoi occhi che quelli di Klaus si riempirono di lacrime.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ibrido inutile

 

 
-Non lo so, Bonnie. Un attimo fa era qui, poi  è sparita alla ricerca di Klaus- disse Damon al telefono, rispondendo alle infinite domande che la strega gli stava ponendo.
-E allora valla a prendere! E vedete di non farvi scoprire!-
-Ehi, non è colpa mia se la Barbie ha tagliato la corda!- fece il vampiro. –E comunque non sono sicuro di ciò che sia successo davvero. Klaus non aveva una bella cera. Si può sapere che cosa gli hai fatto?-
-Io…io non lo so-
Damon sgranò gli occhi –Come non lo sai?! Da quando fai incantesimi così…per sport?!- le disse, lasciandosi alle spalle la porta del Mystic Grill.
-Te l’ho detto Damon! Io ero solo un contatto con questa dimensione! Non se esattamente cosa intendessero fare gli Spiriti!-
-Beh, fatti dire una cosa signorina Granger, la prossima volta che fai un incantesimo sull’essere più potente in circolazione, accertati di aver letto tutte le istruzioni!- esclamò preoccupato Damon –Per quanto ne sappiamo potrebbe stare per morire! E così puoi dire addio ad Elena, Stefan, Caroline, Tyler e me!- concluse riattaccando.
 
 
Il battito cardiaco di Klaus aveva ripreso ad essere quasi normale. Era ancora un po’ lento e lui si sentiva ancora debole, ma tutto sommato non stava così male.
Il movimento del muscolo nel suo petto gli causava fastidio. Erano più di mille anni che il suo cuore era rimasto atrofizzato tra le costole e i polmoni.
Inspirò l’aria umida del bosco.
Non sapeva cosa dire. Stava pensando a raffica a cosa fosse potuto accadere e ne aveva una mezza idea.
Caroline era di fronte a lui da più di cinque minuti e non smetteva di fissarlo, di fissare il suo petto prendere aria. Si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e riuscì a sentire.
Riuscì a sentirlo.
Il suo cuore.
Il cuore di Klaus.
Poteva una creatura delle tenebre come quella, essere ora umana? E perché poi era ritornato umano? Era l’incantesimo di Bonnie?
-E’ un inutile cuore- sibilò quasi arrabbiato Klaus –Non ne hai mai sentito uno?-  le domandò, fulminandola con lo sguardo.
Caroline fu quasi travolta dalla potenza del suo sguardo. Gli occhi ancora lucidi.
-Perché stai piangendo?- gli chiese, inginocchiandosi nuovamente.
Quella scena era terribilmente inquietante.
-Non sto piangendo- commentò l’ibrido spostando lo sguardo.
Sì, che lo stava facendo. Non stava piangendo come un bambino ma era sull’orlo di un tracollo.
Probabilmente su tutta la faccia della Terra, lui era l’unico che non avrebbe mai voluto ritornare umano. Bhe, lui e Damon forse, ma non era quello il punto.
-Caroline non mi mentire- disse con forza, prendendo il polso della vampira. –Che diavolo mi avete fatto?- sibilò come solo lui sapeva fare.
La vampira sentì il la sua mano attorno al suo polso. Non era una stretta forte e salda come quella a cui era abituata. Era una stretta quasi…normale.
Per un attimo sia lei che Klaus posarono gli occhi sulle loro mani. Anche Klaus stava pensando quella cosa.
Era debole. Inutile. Come qualsiasi essere umano.
In un baleno decise di riprendere in mano la situazione.
Lui era un originale, non poteva farsi prendere per il culo da una streghetta da quattro soldi e dalla combriccola dei suoi amici vampiri.
Si alzò di scatto.
Non fu una buona idea dal momento che barcollò un po’, ma non lasciò che Caroline lo aiutasse.
-Aspetta Klaus, sei ancora debole…- gli disse la bionda.
Era sconvolta da quella situazione ed era anche sconvolta dal fatto che lei si fosse nutrita da lui. E non sapeva se la cosa più sconvolgente era quella che lei l’avesse fatto di sua volontà o che le fosse piaciuto.
La ferita sul collo di Klaus era naturalmente ancora aperta e l’ibrido di certo non poteva permettersi di andare girando liberamente.
Nella foga del movimento l’uomo quasi inciampò su una radice, sbattendo sul corpo di Caroline.
Quando Klaus si rese conto di quello che era appena successo non resistette. Era davvero troppo. Lui che inciampava perché debole. Non era mai capitato.
Un urlo quasi disumano gli uscì dal petto e fece tremare Caroline, scandalizzata dalla cosa.
-Perché sono umano?!- urlò senza inibizioni. –Come diavolo ci siete riusciti?-
Il suo cuore stava battendo all’impazzata. Sentiva il sangue pompare veloce nelle sue vene.
Quando si accorse del dolore che la ferita al collo gli stava provocando, e quando si accorse che la testa gli girava, sembrò perdere totalmente la testa.
Non era abituato a tutte quelle reazioni fisiche, a tutte quelle sensazioni così strane e così diverse da quelle che provava da vampiro.
Un altro grido squarciò la foresta e numerosi uccelli volarono via dal proprio nido.
Caroline guardava scioccata tutto l’accaduto. Riuscì a percepire il suo strazio, la sua sofferenza, la sua frustrazione e quasi si dispiacque per lui.
-Klaus, calmati, ti prego! O ti verrà un attacco cardiaco…- gli fece Caroline abbassandosi e cercando di prendergli il volto tra le mani.
Si meravigliò lei stessa di quello che stava facendo. Non si era mai sognata di poter fare una cosa del genere.
Klaus di fronte a lei tremava, inginocchiato, con le braccia attorno allo stomaco. Stava cambiando colore, era ritornato a sudare e dondolava la testa avanti e indietro.
-Perché mi sento così debole?- sussurrò quasi l’ibrido, mentre prepotenti le lacrime stavano di nuovo riempiendo i suoi occhi.
Caroline non fece in tempo a rispondere. Qualcuno arrivò.
Damon sgranò gli occhi di fronte a quella scena: Klaus e Caroline accovacciati e inginocchiati; Klaus di un orrendo colore cadaverico; Caroline quasi scioccata con un espressione di tristezza in faccia. Che diavolo stava succedendo?
Mentre scrutava attento la scena, il vampiro notò una cosa. La maglia di Klaus era sporca di sangue e seguendone la traiettoria si arrivava facilmente al suo collo, dove c’era il segno di un morso.
Perché l’avevano morso? Chi l’aveva morso? E perché la sua ferita non si era rimarginata?
Caroline guardò Damon con occhi pietosi.
Quali conseguenze avrebbe avuto quella nuova condizione di Klaus su tutti loro?
Uno strano rumore lo incuriosì e gli rese tutto più limpido. Tese i sensi e con l’udito da vampiro, poté sentire il leggero martellio del cuore dell’ibrido.
-Oh, merda…- esclamò, spostando lo sguardo da Klaus a Caroline.
 
-Non ho nessuna intenzione di farmi aiutare da voi due!- sbraitò Klaus quando sia Damon che Caroline lo aiutarono ad alzarsi e lo accompagnarono alla decapottabile di Damon.
-Non credere che a me faccia piacere, amico. Ma hai un aspetto orribile- commentò ironico Damon aprendogli la portiera. –E se non la smetti di lamentarti, ti do una botta in testa e ti trascino di forza!-
-Mi stai minacciando?- ribattè il biondo mettendosi faccia a faccia a Damon.
-No, mi sto semplicemente godendo questa tua situazione di impotenza…- disse il vampiro.
-Andiamo, finitela- fece Caroline intromettendosi e dividendo fisicamente i due uomini.
-Barbie, non ti immischiare- commentò Damon impassibile, cercando di scrollarsi Caroline di dosso.
Klaus vide la scena e cercò di rispondere, ma Caroline fu più celere.
In un batter d’occhio scaraventò Damon contro lo sportello prendendolo per la gola.
-Sali in macchina- ringhiò acida.
Il vampiro sembrò fulminarla con lo sguardo. C’erano certe cose che con lui non si potevano fare.
Le diede uno spintone e poi, prendendola per le spalle, le disse guardandola con i suoi occhi di ghiaccio –Io non lo rifarei una seconda volta-  
 
-Adesso mi dici come diavolo facciamo a farlo ritornare vampiro?! Anzi no, illuminami sul fatto di come la sua umanità possa aiutarci!- urlò Damon ad una Bonnie sconvolta.
Nella stanza c’erano tutti: c’era Stefan, c’era Elena, Caroline e la strega.
-Andiamo Damon, smettila- sentenziò Stefan –Bonnie non poteva sapere cosa gli Spiriti avrebbero potuto fargli…-
-Ah, non lo sapeva? E non c’era scritto nel tuo libro di Harry Potter?!- esclamò il vampiro rivolto alla strega.
-Beh, non è un gran problema che sia ritornato umano…- fece ingenuamente Elena –A parte il fatto che forse si struggerà per il suo malessere, che male può farci?-
Damon la guardò di sbieco. Perché solo a lui la situazione sembrava grave?
-Se si sparge la voce che è tornato umano, sai quanti vampiri e cacciatori lo verranno a cercare?!- esclamò incatenando gli occhi a quelli di Elena.
-Spero che questa riunione stia portando i suoi frutti…- commentò Klaus all’improvviso, entrando dalla porta. Era rimasto tutto il tempo nella stanza di Damon.
Tutti i presenti nella stanza lo guardarono preoccupati. Ora stava decisamente meglio, o per lo meno, non era più cadaverico e zoppicante.
Caroline gli aveva medicato la ferita sul collo e nessuno dei suoi amici per fortuna aveva fatto domande a riguardo.
-Non sei stato invitato a partecipare…- gli fece Bonnie avvicinandosi.
-Ah, davvero? Sbaglio o questa è tutta colpa tua?- ribatté.
-Se fosse per me rimarresti umano per il resto dei tuoi giorni- commentò acida Bonnie.
-Non credo che tu voglia questo, dolcezza- rispose Klaus con il suo solito tono seducente.
-Non vorrai davvero che io muoia di vecchiaia? Sai non credo che ai tuoi amichetti starebbe bene…-
Bonnie sembrò imprecare mentalmente. Maledizione, perché non ci aveva pensato prima? La condizione umana di Klaus non era una cosa del tutto positiva. Era vulnerabile, poteva morire, e così poteva morire tutta la discendenza dei vampiri che aveva creato, comprese Elena e Caroline.
Un silenzio quasi tombale cadde nella stanza. Damon si guardò in giro soddisfatto. Perché nessuno aveva capito la sua preoccupazione?
-Ti do’ due giorni di tempo per farmi tornare com’ero. E ti assicuro che per i miei standard quarantotto ore sono un’eternità- minacciò Klaus.
-Altrimenti?- replicò Bonnie. –Non credo tu sia nella condizione di poter fare minacce-
A quell’affermazione Klaus respirò piano, raccogliendo le idee.
-Altrimenti?- ripetè lui con fare insolente.
Davvero quella strega lo stava sfidando?
Tutti nella stanza scattarono. Cosa avrebbe fatto Klaus?
-In questo momento sto godendo della tua esistenza di inutile ibrido umano- aggiunse Bonnie, ignara della prossima mossa dell’originale.
Klaus sentì la rabbia salirgli fino al cervello, il cuore pompare all’impazzata e le vene pulsare come non mai.
Tutti rimasero un po’ sbalorditi dall’atteggiamento di Bonnie. Persino Elena decise di avvicinarsi a lei e di allontanarla.
Klaus soffocò una mezza risata.
-Inutile ibrido umano- ripetè Klaus beffardo.
Per quanto quei quattro pagliaccetti si sforzassero di mettergli i bastoni tra le ruote, le redini della situazione le aveva sempre e solo lui.
-Bonnie, stai esagerando- le disse Stefan prendendola per un polso.
-Starei esagerando?- replicò acida la strega –Ma lo vedete? E’ innocuo, è inutile e continua ancora a comportarsi come se ci avesse tutti in pugno!-
Klaus abbozzò un mezzo sorriso di soddisfazione e si avvicinò verso il tavolino di fronte a lui.
Caroline guardò attenta la scena che gli si parava davanti e tremò. Non poteva spingersi a tanto, nemmeno lui poteva rischiare.
Sul tavolo dei liquori di Damon e di Stefan c’era un taglia carte.
L’originale era appoggiato al tavolo e aveva tra le mani la lama.
Caroline lo guardò immobile. Sperava di sbagliarsi.
Klaus alzò lo sguardo. Erano tutti di fronte a lui: Damon, con il suo sguardo di ghiaccio; Stefan che cercava di proteggere la sua tanto preziosa Elena; quella strega insolente e poi Caroline.
Le accennò un sorriso, quasi a volerle confermare i suoi pensieri.
-Se sono così inutile, allora non importerà a nessuno se faccio questo…-
Elena urlò. Caroline trasalì. Damon e Stefan rimasero immobili.
Klaus cadde a terra, con il tagliacarte ficcato nello stomaco. Il sangue non faceva altro che sgorgare dalle sue interiora e poteva sentirlo uscire velocemente dal proprio corpo. Sentiva le forze abbandonarlo lentamente ma non se ne curò.
-O mio Dio!- urlò Elena.
Caroline si gettò subito a terra e gli estrasse il coltello dallo stomaco. Il sangue uscì a fiotti dal suo addome e in meno di cinque secondi si ritrovò le mani piene di sangue.
Klaus rivolse gli occhi verso Bonnie, scioccata di fronte a lui.
-Se non mi fai ritornare vampiro nel giro di due giorni, mi pugnalerò, mi impiccherò, mi annegherò ogni volta che ne avrò l’occasione, e allora potrai dire addio a tutti quelli che ci sono in questa stanza!- urlò, per quanto la ferita allo stomaco gli permetteva.
Caroline prontamente si recise un polso e gli fece bere il suo sangue.
Klaus sorrise maliziosamente e accettò la linfa vitale che la bionda gli stava offrendo.
-Ora tocca a me a quanto pare…- sibilò lui, in modo tale che solo Caroline potesse sentirlo.
La vampira lo fulminò con lo sguardo e gli sbattè letteralmente il polso sulle labbra.
Il dolore allo stomaco era quasi nauseante, ma la vista di Caroline che si concedeva a lui in quel modo, per salvare i suoi amici, lo divertiva e lo eccitava allo stesso tempo.
Attento che nessuno di tutti quelli che li stavano fissando se ne accorgesse, iniziò a succhiare delicato il sangue della vampira, poggiando le labbra morbide sulla sua ferita.
Caroline sentiva la lingua di Klaus sfiorarle delicatamente l’apertura sul polso e per un attimo eterno, i loro occhi si incontrarono. Un brivido le attraversò la schiena.
-Grazie…- sussurrò lui con voce sensuale, piegando un po’ la testa come per studiarne il viso e l’espressione.
La vampira deglutì. Era come se una forza magnetica la stesse tenendo incollata agli occhi dell’ibrido. Possibile che Klaus potesse mantenere i suoi poteri anche in quella condizione?
-Caroline…- le disse Elena scuotendola. –E’ meglio andare- aggiunse, facendola alzare.
La bionda si riprese e si alzò immediatamente, ritraendo il polso dalle labbra di Klaus.
Il vampiro la seguì con gli occhi fino a quando la porta di casa Salvatore non si chiuse.
-Quindi dovremmo farti anche da baby-sitter?- domandò Damon quando solo loro due e Stefan rimasero in casa.
-Siete voi che l’avete voluto…- commentò Klaus, alzandosi in piedi e sfilandosi la maglia sporca di sangue. 



***
Ed ecco arrivato il mio aggiornamento! Per prima cosa devo ringraziare le due ragazze che hanno recensito! Per me è molto importante che mi diate fiducia, specialmente in una sezione in cui non ho mai scritto e in cui sono praticamente una novellina!
Bene, questo è il secondo capitolo. E' un po' fiacco, un po' privo di colpi di scena però ci tenevo a scriverlo per sottolineare il concetto che anche se Klaus  è umano, sono ancora tutti in pericolo e tutti potenzialmente minacciabili, e la prima minaccia è proprio lui che non perde tempo a pugnalarsi xD 
Spero che il prossimo capitolo arrivi subito, dipenderà dai miei impegni di questi giorni e dallo studio!
Grazie mille ancora! 
xoxo
Mariah

 

   
 
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