Rubeus Hagrid aveva frequentato Hogwarts una volta, ma era stato espulso durante il suo terzo anno. Spiegare perchè era stato espulso era una faccenda complicata, e triste, e ingiusta, e vecchia, e per farlo si sarebbe dovuto nominare Tom Riddle, e ad Hagrid non piaceva farlo.
Rubeus Hagrid aveva continuato a stare ad Hogwarts grazie al preside migliore che la scuola avesse mai avuto: Albus Silente. Mai, e dico mai, insultare Albus Silente davanti a Rubeus Hagrid.
Il preside gli aveva consentito di restare a vivere ad Hogwarts in cambio dei
suoi servigi da guardiacaccia, mestiere che gli calzava a pennello e che Hagrid
svolgeva assolutamente bene. Ci si impegnava con tutto sè stesso, lavorava
instancabilmente giorno e, qualche volta, notte.
Perchè mai, e dico mai, avrebbe potuto tradire la fiducia e le aspettative
che Silente riponeva in lui.
Rubeus Hagrid era particolarmente orgoglioso degli "incarichi speciali"
che Silente gli assegnava di tanto in tanto, ora sempre più fitti a causa
del ritorno di.. beh, Voi-Sapete-Chi. Per lui aveva svolto tantissimi compiti,
più o meno delicati.
Una volta, sapete, gli aveva perfino affidato Harry Potter, il bambino che è
sopravvissuto! Ah, ma forse questo non avrei dovuto dirvelo.. Comunque, ormai
è tardi.
Era quella notte, la notte in cui i Lily e James erano stati uccisi.. Gli sembrava
di ricordarla come se fosse ieri:
Inotrno alla casa dei Potter si respirava pura disperazione. Quale atroce tradimento
era stato commesso? Nessuno, nessuno di loro avrebbe potuto indovinare.
Eppure, mentre la notizia si spargeva veloce, in tutto il mondo magico si respirava
un sentimento opposto: gioia, speranza, fiducia.
Rubeus Hagrid aveva fatto fatica, davvero, a capire come potesse tanta felicità
sprigionarsi da un evento tanto orribile.
Silente lo aveva preso da parte in fretta, gli aveva spiegato la situazione,
gli aveva spiegato quanto quel bambino fosse importante, e gliel'aveva affidato.
Proprio così, signori. Albus Silente aveva affidato la speranza del mondo
magico a Rubeus Hagrid.
Hagrid era alto molto più di un uomo normale, e tre volte più
grosso, ma almeno cinque volte più emotivo. Si era affezionato immediatamente
a quel fagottino che stringeva al petto mentre volava con la moto di Sirius
Black sul cielo di Londra, guardando di tanto in tanto i fuochi d'artificio
che Dedalus Lux sparava da Est.
Separarsi da quel bambino era stato tanto difficile quanto era stato bello rivederlo,
in quel capanno in mezzo all'oceano, quando era andato a prenderlo.
Ed ormai erano passati sette anni, pensava Rubeus Hagrid asciugandosi una lacrima
con la manica del lungo cappotto.
Quanto era cresciuto, eh si, Harry era proprio diventato grande, lui, Ron ed
Hermione.. Anche a loro si era affezionato tantissimo, da quando li aveva conosciuti
al primo anno. Un gran bel gruppetto, non c'è che dire, e poi Hagrid
non poteva trattenere una risatina sotto ai baffi ogni volta che quei tre rimettevano
al suo posto quella piccola serpe di Malfoy.
"PRIMO ANNO DA QUESTA PARTE! PRIMO ANNO DA QUESTA PARTE!"
Decine di ragazzini impauriti si riunirono appresso ad Hagrid. Beh, ad una certa
distanza di sicurezza, come sempre. Hagrid sapeva che avere quella stazza non
aiutava certo nei rapporti interpersonali, ma che ci poteva fare? In fondo la
vita gli stava andando di gran lunga meglio di come avesse sperato.
Quando era stato espulso da Hogwarts aveva sentito il cielo crollargli addosso,
la terra disfarglisi sotto i piedi. Espulso da Hogwarts, cacciato via dall'unica
casa che aveva per una cosa che non aveva commesso. Non pensava di poter mai
vivere così serenamente e, perchè no? Felicemente.
Contò tutti gli studenti del primo anno e, una volta assicuratosi che
ci fossero tutti, li guidò fino alla riva del lago. Li fece salire sulle
barche ormeggiate e inizò la tipica gita sul lago.
Ogni anno uno dei compiti di Hagrid era quello di scortare gli studenti nuovi
ad Hogwarts attraverso il lago: era indubbiamente una gita suggestiva, il castello
di Hogwarts si ergeva nella sua imponenza al di là del lago, e le sue
luci calde si riflettevano sulla superficie del lago.
Era una gita che ad Hagrid piaceva fare. Certo, se non ci fosse sempre quel
tempo orribile. Era mai possibile che il primo di settembre in Inghilterra facesse
sempre freddo? Pioveva, pioveva sempre, era una maledizione.
Accompagnò i ragazzi fino all'entrata del castello, dove li attendeva
la professoressa McGranitt, col suo solito cipiglio arrabbiato. Se non si decideva
a cambiare espressione, i ragazzi sarebbero stati più intimoriti da lei
che da me, pensò Hagrid.
Si diresse verso la sua casa, su un lato del castello, e quando aprì
la porta vi trovò un Thor affamato e scodinzolante.
"Ciao bel cagnolone!"