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Autore: stuckinsilence_    14/08/2013    6 recensioni
NELLA STORIA I ONE DIRECTION NON SONO FAMOSI.
Mentre sorseggiava il suo tè fissai con insistenza le sue labbra, così rosee e sottili, come se fossero state le uniche che avrei voluto baciare con persistenza e passione per tutto il resto della mia vita. Immaginai come sarebbe stato il loro sapore di prima mattina, o la loro leggera ruvidità in un giorno nevoso, o ancora come il loro colore sarebbe potuto divenire più intenso una volta sporcate dalle mie, puntualmente tinte da rossetti sgargianti. Alzai di poco lo sguardo, verso i piccoli nei che aveva sul naso e su tutta la superficie delle goti. Se avessi potuto li avrei baciati per ore, avrei unito i puntini con essi per poi baciarli di nuovo, con delicatezza. Ancora una volta feci incontrare i miei occhi con i suoi e sentii un piccolo "boom" all'interno della mia cassa toracica; mi era forse scoppiato il cuore? Probabile.
Genere: Generale, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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It’s all the same scene: music is my life,

but now I try to fight whatever I need to hide from.
North, South, East, West,London's my home now.

-The City, Ed Sheeran

Capitolo 3

 

 

-Ragazze! Sono a casa!- Esordii entrando nel mio appartamento facendo produrre dai miei tacchi uno stridulo ticchettio. Avevo passato l’intero pomeriggio con Niall ed il tempo era davvero volato.

 

-Ma guarda tu chi si è degnata di farsi viva…- Recitò teatralmente una testa ramata e riccia seduta sul divano del mio appartamento; la sua voce così dolce e leggermente acuta l’avrei riconosciuta fra mille.

 

-Lauren, quanto tempo!- La salutai correndole in contro. La abbracciai con vigore e subito dopo sorrisi anche a Claire e Valerie, anche loro sedute sullo stesso divano della riccia. –Come mai ti trovi in questa umile dimora?- Chiesi scherzando poco dopo, prendendo posto al fianco di Valerie.

 

-Veramente sei tu che ieri non sei venuta, eh! Comunque ho riportato la giacca che ieri Claire mi aveva prestato.- Rispose Lauren ridendo.

 

-Biondina, ci devi spiegazioni.- Disse Claire sorseggiando poi il suo tè che teneva saldo in mano.

 

-Oh, sì… Come mai così tardi oggi?- Resse il gioco Valerie tirandomi delle gomitate scherzose sul fianco destro.

 

-Ma sono solo le sette!- Le ripresi io.

 

Amavo il rapporto giocoso che avevo con le mie amiche. Non era però un rapporto di quelli basati solo sulle prese in giro, era più un rapporto di intesa in cui l’equilibrio che teneva saldo tutto era proprio la complicità che tra di noi si era creata col tempo. Anche Lauren ormai era entrata a far parte di quell’equilibrio alquanto bizzarro e tutte noi avevamo fiducia sul futuro, perché sapevamo che quello stesso rapporto non sarebbe svanito col tempo.

 

-Sì ma oggi saresti dovuta essere a casa alle quattro secondo il tuo orario lavorativo.- Mi corresse Claire sempre con un sorriso beffardo sul volto. Valerie e Lauren annuirono all’affermazione della mora.

 

Si erano forse messe contro di me?

 

-Suvvia, ragazze! Sono stata solo qualche ora in compagnia di Niall… Non posso neanche più stare con i miei amici?- Alle mie parole le tre si scambiarono uno sguardo pieno di confusione.

 

-Niall? E chi sarebbe? Il principe azzurro forse?- Alla domanda di Valerie tutte e tre scoppiarono a ridere ma le risate aumentarono ancor di più una volta che annuii come per affermare ciò che la mia amica aveva detto. Dopo poco però riflessero sulle mie parole e si zittirono.

 

-Ma scherzi?- Chiese Lauren guardandomi negli occhi contornati da uno smokey marcato.

 

-Beh, gli occhi azzurri e i capelli biondi li ha.- Risposi scrollando le spalle e alzandomi per poter prendere il mio portatile che si trovava nella mia stanza.

 

-Ehi, dove scappi? Guarda che di ‘sto figo ce ne devi parlare, eh!- Sentii Claire urlarmi dietro.
Scossi la testa per arresa e subito dopo sbucai da loro con il mio pc in mano. Mi sedetti esattamente dove ero seduta poco prima e finsi di non aver udito quello che mi era stato detto poco prima.

 

-Allora? Chi è? Com’è? Dove l’hai conosciuto? Ti piace? State insieme?- Iniziarono a chiedere le ragazze.

 

-Tranquille, è solo un mio amico che ho conosciuto in metro, nulla di più.- Risposi indifferentemente.

 

-Ah certo, e ci passi un pomeriggio insieme, come no!- Mi prese in giro Lauren posando la tazza da tè ormai vuota sul tavolino di fronte il sofà.

 

-Anche tu passi i pomeriggi insieme a Louis, eppure non ti piace, no?- La presi in giro io aprendo una nuova pagina di word per trascrivere l’articolo che avevo terminato in metro.

 

-Quella è un’altra storia.- Si giustificò lei mentre le sue guance si tinsero dello stesso colore di Hidden Treasure di MAC.

 

-Comunque abbiamo parlato di una cosa che non so come dirvi…- Iniziai a dire per sviare il discorso ma loro mi interruppero bruscamente.

 

-Sei incinta?-

 

-Stai male?-

 

-Devi trasferirti?-

 

-Cristo, no! Mi hanno offerto la possibilità di diventare co-direttrice di Marie Claire e far parte del team di Chanel, ecco tutto.- Continuai io frettolosamente.
Le tre inizialmente mi guardarono sconvolte ma poco dopo mi sorrisero e corsero ad abbracciarmi.

 

Sentii dirmi cose del tipo “sono fiera di te” o “mi dedicherai un rossetto, vero?” ma cercai subito di allontanarle da quell’abbraccio, in fondo ancora non avevo accettato.

 

-Ragazze… Io veramente non ho ancora accettato. Niall mi ha detto che dovrei farlo ma volevo anche un vostro parere. Non so, magari non sono portata…-  Esordii io abbassando il capo verso la tastiera del mio computer.

 

-Non sei portata ad essere una delle donne che rappresentano la moda del XXI secolo? Cazzate!- Ribatté Valerie ghiacciandomi con il suo sguardo.

 

-Do ragione alla stupida al mio fianco.- Concordò Claire beccandosi un leggero schiaffo sulla mano dall’amica.

 

-Io dico solo che se non accetti e non chiedi di uscire a questo Niall come minimo lo faccio io al posto tuo.-

 

-Lauren!- La ripresi io. Era sempre la solita!

 

-Allora sei gelosa di lui, eh?- Mi provocò lei e io sviai il discorso ancora una volta.

 

-Stasera che fate?- Chiesi sperando in un “niente” come risposta, così che avrei potuto passare una serata in compagnia delle mie amiche, come ai vecchi tempi.

 

-Io ed Harry siamo a cena da sua madre dato che ieri ha avuto un imprevisto, anzi corro subito a prepararmi.- Rispose Claire rizzandosi in piedi per poi dirigersi a passo svelto verso la sua camera.

 

-Mamma e le sue cene con i parenti… Mi sarebbe piaciuto passare una serata con voi.- Disse Lauren con un velo di compassione sul viso.

 

-Tu Val?- La mia migliore amica era la mia unica speranza.

 

-Jogging, baby! Liam e le sue braccia muscolose mi aspettano!- Urlò lei, emozionata dalla serata che l’attendeva.

 

-Ti abbiamo perso, vero piccola pervertita?- La canzonò Lauren e lei si finse offesa.

 

-Okay, passerò la serata con il mio lavoro, afferrato.- Conclusi freddamente riprendendo il mio lavoro.

 

***

 

Uscii di corsa da casa per portare il telefono a Valerie. Quella stupida della mia amica –come al solito- aveva lasciato il telefono sul tavolo della cucina ed era appena uscita di casa per fare jogging con Liam, il nostro vicino dagli occhi profondi, il sorriso dolce e, a detta di Valerie, delle braccia muscolose. Il ragazzo a quei tempi abitava proprio di fronte a noi e, un volta aperta la porta di casa, mi ritrovai davanti non solo Valerie e Liam che si scambiavano un abbraccio molto affettuoso ma anche un ciuffo biondo da me non poco conosciuto. Pregai non mi riconoscesse data la mia tenuta da casa –composta da un paio di leggings, una felpa vecchia, il viso completamente struccato e i capelli legati alla bell’e meglio- ma tutte le mie preghiere furono vane.

 

-Ehi May!- Mi salutò Niall correndo ad abbracciarmi. –Che ci fai qui?- Mi chiese continuando a stringere i miei fianchi.

 

-Sono venuta a portare il telefono alla mia amica… Valerie, l’avevi dimenticato sul tavolo! Ah, ciao Liam!-

 

Valerie mi strappò di mano il telefono e poi guardò maliziosamente il biondo ancora attaccato a me, io girai gli occhi: aveva sicuramente capito fosse lui il ragazzo di cui solo un’ora prima stavamo parlando.

 

-Niall, già conosci Valerie e Liam, giusto?- Chiesi cordialmente al biondo. Lui, staccatosi da me, annuii.

 

-Liam è il mio migliore amico e Valerie l’ho appena conosciuta.- Rispose lui.

 

-Beh Assie, noi andiamo.- Sviò la mia amica prendendo per mano Liam e dirigendosi verso l’ascensore. –Piacere di averti conosciuto, Niall. May, ci vediamo stasera!- Continuò mentre il ragazzo mi salutava con un gesto della mano.

 

-Allora abiti qui?- Mi chiese il biondo indicando la porta del mio appartamento ancora aperta.

 

-Sì, con Valerie e un’altra nostra amica. Tu come mai sei da queste parti?- Il biondo mi sorrise in modo sgargiante.

 

-Sono venuto a spiarti!- Scherzò per poi scoppiare a ridere, seguito da me. –Ero andato da Liam, voleva dei consigli su come vestirsi… Dio, quando deve vedersi con Valerie è come un’adolescente alla sua prima cotta che si affida ai consigli di Cioè con l’unica differenza che la rivista per ragazzine la debba interpretare io.- Continuò lui facendomi ridere ancor più fragorosamente di prima.

 

-Beh, io sono sola… Le mie amiche sono con le loro dolci metà quindi se ti va stiamo un po’ insieme.- Dissi io incerta. Lui sembrò illuminarsi.

 

-Bell’idea! Sarei dovuto stare solo con mia madre e le sue soap opera depressive.-

 

-Allora entra dai, faccio un tè e ci rilassiamo.- Conclusi dirigendomi dentro casa.

 

-Fai come vuoi, non abbiamo fisse del tipo “niente scarpe in casa” o “non si mangia sul divano”, sul tavolo se vuoi ci sono delle patatine, io intanto vado a mettere l’acqua nel bollitore.- Gli dissi mentre lo sentivo sbattere il portone.

 

-Tranquilla, vengo con te.- Mi rispose però lui seguendomi verso la cucina. Io intanto avevo già riempito il bollitore e lo avevo acceso.

 

-Carino qui, l’avete arredato voi?- Chiese il biondo guardandosi intorno.

 

-Una nostra amica. E’ arredatrice e ha saputo cogliere al balzo i nostri gusti.- Gli spiegai brevemente e lo vidi annuire. Il timer del bollitore intanto scoccò e io presi due tazze, le riempii di acqua, immersi due bustine di tè all’interno e zuccherai il tutto.

 

-Ci vuoi un po’ di latte?- Chiesi al ragazzo e lo vidi scuotere la testa, per negazione. Gli feci cenno con lo sguardo di sedersi al tavolo e io anche presi posto.

 

-Sai, prima quasi non ti riconoscevo.- Ammise lui prendendo in mano la tazza.

 

-Faccio così paura senza trucco?- Scherzai fissando gli angoli della sua bocca alzarsi leggermente.

 

-No, anzi… Sei più te stessa.-

 

-Oggi parlavamo delle due parti di me, no? Ecco, questa è la sognatrice.- Dichiarai sorridendogli a mia volta.

 

-Allora devo dire che la sognatrice mi piace molto più della giornalista.- Risi alle sue parole e poi insieme prendemmo a bere la bevanda che fumava sotto i nostri occhi.

 

Mentre sorseggiava il suo tè fissai con insistenza le sue labbra, così rosee e sottili, come se fossero state le uniche che avrei voluto baciare con persistenza e passione per tutto il resto della mia vita. Immaginai come sarebbe stato il loro sapore di prima mattina, o la loro leggera ruvidità in un giorno nevoso, o ancora come il loro colore sarebbe potuto divenire più intenso una volta sporcate dalle mie, puntualmente tinte da rossetti sgargianti. Alzai di poco lo sguardo, verso i piccoli nei che aveva sul naso e su tutta la superficie delle goti. Se avessi potuto li avrei baciati per ore, avrei unito i puntini con essi per poi baciarli di nuovo, con delicatezza. Ancora una volta feci incontrare i miei occhi con i suoi e sentii un piccolo "boom" all'interno della mia cassa toracica; mi era forse scoppiato il cuore? Probabile. Ogni volta era sempre la stessa sensazione di completezza e ammirazione contemporanea. Perché no, cielo e terra non si possono dividere, sono una cosa unica che si completa, e il verde dei prati è sempre ammaliato dall'azzurro intenso del cielo il quale a sua volta è ammaliato da esso. È per questo che, appunto, si completano come due pezzi di puzzle che una volta trovati si intersecano tra di loro per poi non abbandonarsi finché un qualcuno non li andrà a dividere nuovamente. Lì per i due inizierà un'ulteriore volte la ricerca e nonostante ci potessero essere tanti pezzi che apparentemente potrebbero completarli, essi non li accettano e prima o poi si ritrovano, per rimanere insieme. È un ciclo, un cliché, un qualcosa che accade a ripetizione, ed ero confidente del destino, l'artefice di esso.

 

-Cosa guardi?- chiese Niall vedendomi distratta, con un pizzico di malizia nel tono. Ero certa si fosse accorto del mio sguardo che persisteva sul suo volto.

 

 -I tuoi occhi.- risposi con sincerità rivolgendogli un sorriso. -Sono limpidi, chiari, cristallini, lasciano intravedere la gioia come anche il dolore.- glieli descrissi poco dopo.

 

-E ora cosa riflettono ora?- chiese il ragazzo con curiosità.

 

-Momentanea gioia mista ad un pizzico di felicità, ma son certa che essa celi dolore, vero?- alle mie parole lui abbassò lo sguardo verso la tazza ormai vuota che aveva sotto i suoi occhi.

 

Per qualche minuto si formò solo del semplice silenzio. Ma esso non era uno di quelli imbarazzanti, era semplicemente uno di quelli in cui si ascoltano i respiri dell'uno e dell'altro andare allo stesso ritmo del proprio battito, in cui si percepisce il rumore della pioggia fuori la finestra, in cui la mente non fa altro che riflettere sul passato, su ciò che sta accadendo in quegli attimi, su quello che avverrà nel futuro incerto che aspetta tutti noi.

 

-Sai, ormai non credo più a nulla, perché non dovrei nascondere un velo di tristezza?- chiese lui qualche attimo dopo. Io lo guardai in cerca di spiegazioni le quali non tardarono ad arrivare.

 

-I miei genitori si separarono quando ero ancora piccolo e lì smisi di credere nell'amore, mio cugino morì di incidente stradale dopo una serata con gli amici e ho smesso di credere anche allo svago, al divertimento. L'unica cosa che mi restava erano i miei sogni ma dopo l'incidente non so se riuscirò a realizzarli...- Sulle sue parole riflettei, e non poco. Cosa significava tutto ciò?

 

-Non puoi smettere di credere in tutto! È semplicemente assurdo, te ne rendi conto?-

 

-E cosa dovrei fare? Aspettare che tutto continui ad andare male?- Ribatté lui.

 

-Combatti per i tuoi sogni, sanguina, piangi, fatti male per essi! Ma almeno poi potrai sorridere soddisfatto dei tuoi risultati! Guarda me: ho combattuto sin da quando ero una piccola bambina dal caschetto biondo. Scrivevo, scrivevo, scrivevo e allo stesso tempo mi appassionavo sempre più ai rossetti di mia mamma o ai suoi tacchi che custodiva gelosamente nel suo armadio. Finito il liceo ho preso tutto ciò che avevo e con le mie amiche ci siamo trasferite nella città che non dorme mai. Niente più calma infinita della Scozia, niente più Edimburgo: mi sono ritrovata di colpo a Londra. Eppure lo scenario è sempre lo stesso: la mia passione è la mia vita, ma adesso cerco di combattere contro qualsiasi cosa da cui prima mi nascondevo. Nord, sud, est, ovest: Londra è la mia casa ora e tutto, dopo anni di sacrificio, mi sta andando esattamente come tempo fa volevo e credimi, lottare per i sogni, per essere felici, ne vale la pena. – Al mio monologo lui sorrise.

 

-Sulla tua vita dovresti scrivere un libro sai?-

 

-E tu vorresti essere uno dei protagonisti?- Mi venne spontaneo chiedergli.

 

Lo vidi avvicinarsi a me talmente pericolosamente che persi il respiro, il senno, la cognizione del tempo e la certezza che per lui non provassi niente, tutt’insieme, in quell’attimo. E fu solo quando mi ritrovai a sperare che poggiasse le sue labbra che tanto bramavo sulle mie, che mi arresi finalmente a quelli che erano i miei sentimenti e a tutto ciò che il mio cuore sussurrava ma che io continuavo a negare a me stessa. Un solo attimo e sentii un qualcosa di umido sulle labbra, un cuore il cui battito andava a tempo col mio ed un profumo intenso che mi inebriò di colpo.

 

In quell’attimo, da quel bacio, rimasi molto più che incantata.


 

GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAAAAZIE

Okay, ciao a tutti!
Sono partita dal ringraziarvi perché sia visite che recensioni continuano a salire quindi sono in un certo senso in debito con voi.

Grazie soprattutto a quelli che hanno recensito perché, come dico sempre, consigli e critiche mi aiutano a migliorare e a crescere quindi le ritengo indispensabili.

Passiamo ora al capitolo: i due piccioncini si baciano, oh yeah. Boh, quel pezzo l'ho aggiunto poco e fa perché oggi sono in vena romantica. :')
Spero che vi sia piaciuto e che, come sempre, non sia stata una lettura troppo pesante quindi, per favore, FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE! SENZA DI VOI NON STAREI QUI A COMBATTERE PER IL MIO SOGNO QUINDI GRAZIE DI CUORE ANCORA UNA VOLTA!

Ho avuto poi un'idea: che ne dite se la prossima volta vi lascio il mio profilo di ask.fm così che per qualsiasi curiosità, domande, critiche o anche spoiler, potete scrivermi lì?
Adesso vado, come al solito vi lascio i link di cose sempre scritte da me, fatemi sapere anche cosa pensate di esse! ;)

Tanti baci,

Alessia aka stuckinsilence_

Twitter: @stuckinsilence_

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