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Autore: New York_    14/08/2013    3 recensioni
-Ma che diavolo...?-
L'uomo spalancò gli occhi, senza capire.
-Non puoi uccidermi, idiota. Hai fatto un grosso errore. Dì le tue ultime preghiere.-
La sua voce non era più la stessa, faceva paura.
Molta paura.
I suoi occhi avevano il colore del sangue e lampeggiavano nella notte come i fari di un'auto.
Scivolai a terra, in un angolo.
Non so cosa accadde ma, in meno di un istante, l'uomo che aveva tentato di farmi del male si schiantò contro il muro di mattoni.
Sentii chiaramente il rumore delle sue ossa infrangersi, poi si accasciò, senza vita.
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il deserto che c'è in noi.



"Alcune volte il dolore diventa una grande parte della tua vita
tanto che ti aspetti che sia sempre lì,
perché non ricordi un momento nella tua vita in cui non ci sia stato.
Ma poi un giorno senti qualcos'altro.
Qualcosa che sembra sbagliato solo perché non ti è familiare,
e in quel momento ti rendi conto di essere felice."
*La mattina precedente*


"Dannazione, sono in ritardo per la scuola anche stavolta!" pensai saltellando su un piede giù dalle scale nel disperato tentativo di infilarmi i jeans.
Presi lo zaino buttandoci dentro dei libri a caso, senza effettivamente chiedermi se mi servivano.
Entrai in cucina e abbracciai mia madre per poi correre fuori di casa.
-Buona giornata Kels!- La sentii urlare da dentro.
Sorrisi e mi incamminai per le vie della trafficatissima Londra.

Presi la colazione da Starbucks e, siccome c'era una coda bestiale, impiegai svariati minuti ad aspettare.
Una volta ottenuto il tanto agoniato cappuccino, sfrecciai fuori maledicendo tutta quella gente.
Ma la mia corsa non durò a lungo perchè un ragazzo dalla pelle ambrata mi si buttò letteralmente addosso e il bicchiere fece un volo degno dell'esibizione olimpica di Carlotta Ferlito per poi finire a terra.
-Dio ma sei cieco? Guarda dove vai, maledizione, sai quanto ci ho messo a fare la coda?!-
La rabbia terminò in pochi secondi, nell'esatto momento in cui alzai la testa per guardarlo negli occhi.
Due pupille d'oro liquido mi travolsero.
-Sono così dispiaciuto- Disse lui, mortificato - Vieni,  te ne offro un altro- Continuò prendendo la mia mano nella sua, insolitamente fredda e guidandomi nuovamente nel negozio.
-Io veramente...- Incominciai, cercando di fargli notare che ero in ritardo.
"Oh, al diavolo la scuola!" Pensai.
Il moro mi indicò un tavolino libero, mi chiese cosa volevo da bere e poi si mise in coda.
Lo osservai con attenzione: era assolutamente meraviglioso.
I muscoli erano decisamente scolpiti e, ad ogni suo movimento, guizzavano velocemente sotto la maglietta aderente.
I capelli parevano d'ebano, gli occhi erano dei veri e propri gioielli, ornati da ciglia lunghe e folte.
Le sopracciglia erano molto scure e abbastanza spesse, e aveva un accenno di barbetta, come ad evidenziare i suoi bellissimi zigomi marmorei.

Dopo una ventina di minuti, mi raggiunse al tavolo con in mano un cappuccino, un caffè e due fette di torta.
-Comunque io sono Zayn-  mi sorrise, posandomi davanti la colazione.
-Kelsey- dissi stringendogli la mano che non ospitava più i bicchieri.
-E' un nome davvero bello, come te del resto.- fece una pausa per mandarmi in tilt il cervello con il suo sguardo - Dimmi qualcosa di te.-
Abbassai lo sguardo, pensando a cosa avrei potuto dirgli.

-Ho diciassette anni, frequento il liceo 'J. Monroe', amo il mare, il rumore delle onde, la spiaggia.
Detesto i quasi, i forse, i monosillabi.
Do peso alle parole.
Piango per un film, per un finale di un libro, per le persone che vanno via.
Ho l’incazzatura abbastanza facile, ma mi basta una piccola parola per farmela passare, non riesco a tenere il muso alle persone a cui tengo.
Credo sempre che l’ultimo tentativo sia il penultimo, e che le cose belle non si ottengono se non si lotta.
Sono paranoica, impulsiva, tremendamente gelosa e lunatica.
Sono per le cose complicate, ma non resisto a lungo.
Non so dire addio, so solo che resto, resto se credo in qualcosa-
Finalmente trovai il coraggio di rialzare gli occhi dal contenuto del mio bicchiere, il cappuccino non era poi così sexy, diciamocelo.
Zayn mi sorrideva, i suoi occhi esprimevano dolcezza ma anche curiosità.
-E tu? Che mi dici di te?- Continuai.
-Ho diciotto anni, frequento il tuo stesso liceo e la mia classe è accanto alla tua. Amo disegnare caricature e mi piace la musica.
Nelle persone guardo sempre il sorriso.
Odio a morte lo studio e i lunedì mattina ma, dopo il nostro incontro, devo decisamente ricredermi.
Sono determinato e, spesso, la gente mi giudica insensibile perchè non esterno mai i miei sentimenti e..-
-E siamo in super ritardo- Lo fermai, guardando l'orologio e facendolo ridere.
La sua risata era cristallina e potente.
-Hai assolutamente ragione- Disse, alzandosi.
Lasciò una banconota sul tavolo e uscimmo, diretti verso la scuola.

-Davvero hai due in matematica?- Disse sconvolto mentre entravamo in ascensore.
-Si, giuro- Risposi ridendo come non facevo da mesi.
-Bè... Allora, ehm.. Ti va di venire a casa mia mercoledì? Così ti dò una mano.-
-Si, certo, dopodomani è perfetto!- Risposi, con un po' troppo entusiasmo.
Lui sorrise.
-Ci vediamo allora-
Detto ciò, sparì dentro la sua classe.



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Note:
Ed ecco il capitolo due, girls!
Che ne pensate?
Io non ne sono super convinta, non è proprio come lo pensavo c.c
Lasciatemi dei pareri e il capitolo tre arriverà presto!
Kiss. x
Faith.



  
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