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Autore: jip    15/08/2013    4 recensioni
Harry e Thiphanie si incontrano la prima volta in uno dei bar più squallidi di Londra, in cui entrambi si sono rifugiati per cercare di evitare l'acquazzone che continua a tormentare la loro città da ormai tre giorni. La ragazza continua a dimenticarsi l'ombrello e quello del ragazzo s'è appena rotto per il troppo vento.
[...]
Dopo sei mesi Harry e Thiphanie hanno comprato casa per viverci assieme.
Vanno avanti a forza di nottate passate a fare l'amore per riscaldarsi dentro quel monolocale in cui manca il riscaldamento perché costa troppo, di ti amo urlati come se fossero una colpa, di impermeabili gialli abbinati alle All Star verdi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Gli ematomi attorno ai sogni.
 
Che i sogni siano sintomi, siano armi nucleari.
 
 
Thiphanie ha ventisette anni, trentadue paia di scarpe e la tendenza a sentirsi spesso sola. Cammina stando attenta a non toccare la riga fra le piastrelle del pavimento e non ha ancora capito come si fa ad amare qualcuno che non sia se stessa. Abbina il giallo canarino al verde e ha cambiato tinta così tante volte che ora si ritrova i capelli di almeno sette sfumature di colore differenti. Studia legge come le ha suggerito suo padre, ma la verità è che infondo al cassetto del suo comodino ci sono ancora le scarpette da ballo.
Harry ha ventisette anni e tre quarti -Gemma continua a ripeterglielo quando lo chiama al telefono tutte le sere-, un libro che non ha il coraggio di inviare a un editore e delle gambe davvero troppo lunghe. Tra due settimane dovrà dare un esame all'università e dei sei libri che doveva studiare ne ha letto solo uno. Ma non ha paura, lui se la cava sempre. L'importante è non legarsi a niente che lo possa ferire.
Harry e Thiphanie si incontrano la prima volta in uno dei bar più squallidi di Londra, in cui entrambi si sono rifugiati per cercare di evitare l'acquazzone che continua a tormentare la loro città da ormai tre giorni. La ragazza continua a dimenticarsi l'ombrello e quello del ragazzo s'è appena rotto per il troppo vento.
Thiphanie entra imprecando a voce un po' troppo alta e lo sguardo di Harry si sposta su di lei. E' seduto ad un tavolino al centro della sala, ha un caffè tra le mani e la ragazza non riesce a non chiedersi come faccia ad avere dei capelli così ricci. Si siede a poca distanza da lui, tira fuori il libro che si porta sempre dietro e comincia a leggere.
"Il Giovane Holden?" Chiede Harry un po' schifato.
"E quindi?" Risponde Thiphanie sulla difensiva come al solito.
"Mi sembravi un po' più interessante quando ti ho vista entrare. Andiamo, quel libro lo fanno leggere nelle scuole durante le vacanze estive!"
Thiphanie lo guarda sconvolta, nessuno le si è mai rivolto in questo modo, neanche le persone a lei più care. Si volta per evitare di guardarlo.
Trenta pagine dopo sente dei rumori vicino a lei. Alza gli occhi dal libro e nota che lo sconosciuto si è seduto nella sedia proprio davanti alla sua.
"Stamattina mi sono svegliato alle sei e mezzo perché avevo impostato male la sveglia, i miei stivali si sono rotti e ora sono costretto a mettere queste orribili scarpe che mi ha prestato il mio coinquilino. -dice, indicandosi le Blazer che porta ai piedi- In più mia sorella Noelle ha letto quel cazzo di libro otto volte. Otto! Non sai quanto mia dia fastidio vederlo ora." Lo sconosciuto ha una voce roca e parla fin troppo lentamente per i gusti di Thiphanie. 
"Anch'io indosso le Blazer solitamente."
"Ma sei proprio strana, allora! Non solo leggi il Giovane Holden, ma hai il coraggio di metterti queste assurde scarpe per uscire di casa!"
"Io sarei strana? Sei tu quello che si è seduto al mio tavolo e ha cominciato a parlarmi come se ci conoscessimo da sempre, quando non sai neanche il mio nome."
"Come ti chiami?"
"Thiphanie."
"Che nome di merda." Commenta Harry beccandosi un'occhiataccia dalla ragazza che sta rimettendo il suo libro nella borsa per andarsene. "No, no, aspetta. Mi dispiace, sono stato troppo diretto."
Si guardano negli occhi per qualche minuto poi Thiphanie si rimette a sedere davanti a lui.
"Io sono Harry." Dice il ragazzo dopo averle sorriso. E Thiphanie non può fare a meno di sorridergli a sua volta perché quel ragazzo è davvero carino.
 
Dopo sei mesi Harry e Thiphanie hanno comprato casa per viverci assieme. 
Vanno avanti a forza di nottate passate a fare l'amore per riscaldarsi dentro quel monolocale in cui manca il riscaldamento perché costa troppo, di ti amo urlati come se fossero una colpa, di impermeabili gialli abbinati alle All Star verdi.
Harry ha mollato medicina e Thiphanie legge. I loro genitori gli hanno tagliato i fondi e loro hanno dovuto imparare ad appoggiarsi su qualcun altro per evitare di crollare. Thiphanie ha tentato di entrare in qualche scuola di danza, ma si è rotta un piede e ora non può più ballare. Harry ha trovato lavoro in una fabbrica in cui ha conosciuto Niall, un ragazzino che cerca di portare i soldi a casa per sfamare sua figlia Isobel e la sua ragazza Marian. Delle volte i due ragazzi parlano e si raccontano di quanto sia difficile andare avanti ora che sono soli.
Anche Harry e Thiphanie parlano tanto. A volte piangono perché ci sono le bollette da pagare, Thiphanie deve fare la cassiera per colpa del suo cazzo piede, l'editore a cui Harry ha inviato il suo libro non l'ha richiamato e, merda, oggi è Natale e i loro genitori non gli hanno fatto gli auguri.
Le cose il più delle volte vanno male e delle notti litigano furiosamente, ma rimangono qua, insieme. Perché loro sono quelli che "tanto tra due settimane si mollano" ma che durano da sei mesi. Sono le calamite, gli opposti che si attraggono. Thiphanie ha dovuto imparare ad amare qualcun altro oltre se stessa e Harry a legarsi a qualcuno a discapito del fatto che potrebbe soffrire. Ed è un po' un casino, ma a loro va bene così.
 
E noi respiravamo forte con le transenne tra le costole. 
Che il nostro ridere fa male al presidente.


 
Ciao :)
Sono tornata ad intasare questo fandom con le mie storie senza capo ne coda. Scusatemi, ahahahaha.
Parto col dire che è probabile che il primo pezzo -quello del bar- sembri un po' troppo veloce. E' sia una scelta stilistica, l'Harry della mia storia è estremamente estroverso e, in teoria, questo nella mia testa dovrebbe portarlo a fare andare tutte le sue relazioni interpersonali ad un ritmo molto veloce. (?) Ma ammetto che questa sensazione è anche dovuta ad una mia mancanza, quel pezzo è veramente brutto e scritto male, ma ne ho fatte tipo cinque versioni diverse e questa è la "migliore". Povera me e poveri voi che lo leggerete. ((ma è probabile che nessuno neanche apra la storia))
Le due citazioni e il titolo sono presi da delle canzoni delle Luci Della Centrale Elettrica, la prima da Anidride Carbonica, la seconda da Una Guerra Fredda e il titolo non mi ricordo più da dove, ahahahaha, ma mi sembra che c'entrasse qualcosa con Vasco Brondi sicuro. (?)
Io ho finito, evaporo che sono le due di notte e io domanda devo andare al mare.
'Notte,
Bianca.

https://twitter.com/twentytwopounds
http://ask.fm/PandaOkkiStorti
   
 
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