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Autore: Pro and Pad_production    15/08/2013    16 recensioni
Dopo aver frequentato il suo primo anno alla scuola di Magia e Fattucchieria di Yogurts, il giovane mago Harry Botter è pronto ad affrontare il secondo anno insieme ai suoi amici Rum Whiskys ed Hermanda Risponde-a-ogni-domanda. Cosa li attenderà quest’anno? Quali stramberie avrà in serbo per loro il preside di Yogurts, il professor Alba Solente? Scopritelo insieme a noi con il Cesso dei Misteri!
Dopo il successo (?) de La Lapislazzula Ancestrale, la seconda parodia firmata Pro and Pad_ production.
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Note delle autrici:

Per chi è nuovo e non lo sa
questa storia non inizia qua,
ma la Lapislazzula Ancestrale è la prima parodia,
orsù correte, non lasciate sfuggirvela via!
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1071114&i=1

 

***
 

Non era la prima volta che la giornata iniziava con delle urla spaventose al numero 4 di Porcel Drive. Il signor Bacon Trippley era stato svegliato all’alba da suo nipote Harry. Di nuovo.
« Sai che a Yogurts non c’è il tetto? E lo sai che Hagrid munge i vaccauri? Tranne Scassandro, eh! Lo sai che Solente va in giro con una vestaglia da donna e… »
« E CHI SE NE FREGA! LO SAI TU CHE ORE SONO? »
« L’ora di ieri a quest’ora? » rispose prontamente Harry.
« SONO LE CINQUE DEL MATTINO! »
« Ma io mi annoio… Sono abituato a parlare tanto a Yogurts, lì c’è sempre tanta gente con cui parlare! »
« Se hai tanta voglia di parlare » ribatté zio Bacon minaccioso « Vattene a chiacchierare con quel tacchino gloglottante che ti ritrovi in camera, prima che io me lo mangi per colazione! ».
Harry fece per rispondere, ma lo zio lo afferrò per il colletto del pigiama e lo lanciò fuori dalla stanza, facendolo rotolare giù per le scale; dopodiché barricò la porta della camera da letto in modo che il fastidioso ragazzino non potesse più fare irruzione.
Era così tutte le mattine: Harry si svegliava all’alba e andava a tormentare chiunque con le sue chiacchiere, delle quali non interessava niente a nessuno, blaterando della sua fantastica esperienza a Yogurts. Il primo giorno del suo rientro a casa aveva provato ad assillare Dugongo con i suoi racconti, ma il cugino sapeva bene come difendersi dal gracile e ciarliero Harry. Infatti Dugongo, non appena Harry aveva iniziato a parlare, gli aveva assestato una padellata in testa e il ragazzo si era risvegliato solo molti minuti dopo, dentro la padella stessa, a cuocere a fuoco lento insieme al soffritto. Dopo quell’esperienza, Harry aveva capito che era meglio non dare fastidio a suo cugino.
Per cui riversò tutta la sua simpatia e attenzione ai due zii, che già prima non lo sopportavano e adesso, dopo un anno di studi in un manicomio di scimmie urlatrici, non lo potevano proprio vedere.

Difatti Harry non era quello che si potesse definire un ragazzo normale. A parte il fatto di svegliarsi alle cinque di mattina per raccontare cose senza senso e il fatto che fosse emotivamente instabile, Harry Botter era anche un mago. Un mago col Botter, come avrebbero detto alcuni. Aveva appena finito di frequentare il suo primo anno a Yogurts, la scuola di Magia e Fattucchieria. Yogurts gli mancava davvero tanto. Gli mancava quel castello diroccato, senza il tetto, con i suoi mille spifferi e il caldo asfissiante che c’era nei mesi estivi, gli mancavano anche le schifose brodaglie che gli propinavano a volte per cena (brodaglie che preparavano gli studenti stessi alle lezioni di Intrugli del professor Bidon). Sì, ad Harry mancavano addirittura le lezioni, anche quelle dell’irascibile professoressa Misnerva Domani (che lo voleva vedere morto), gli mancava il suo amico Hagrid che viveva nella catapecchia vicino alla Foresta Illegale, ma soprattutto gli mancava il Chicken, lo sport più popolare dei maghi, di cui ancora non aveva afferrato bene le regole e non sapeva per quale strana ragione ancora lo tenessero in squadra.
Tutti i suoi libri di magia, la bacchetta magica, gli abiti, il pentolone e il suo eccezionale manico di scopa Mambus Duemila erano stati rinchiusi con cura da zio Bacon, il quale si era personalmente assicurato che nessuno potesse più accedere agli effetti personali dell’odiato nipote. Tutte le cose di Harry si trovavano dietro una porta blindata, separata dal resto della casa da una recinzione ad alta tensione, il tutto circondato da un fossato pieno di coccodrilli che si poteva superare solo grazie ad un ponte levatoio. Ma Harry, sinceramente, non si era mai preoccupato che tutta la sua roba fosse rinchiusa lì: per lo meno aveva una buona scusa per non aver fatto i compiti delle vacanze ed essere fuori allenamento per il Chicken, dato che non si poteva di certo allenare in giardino. Anche la gabbia di Vercinge, il suo tacchino postale albino, era stata messa al sicuro, ma da Harry stesso. Il ragazzo temeva che lo zio, o il cugino, potessero mettere le mani sul tacchinone e mangiarselo come gustoso spuntino.
Harry  non aveva proprio niente in comune con il resto della famiglia, visto che fisicamente si somigliavano quanto una pulce d’acqua con una cernia. Harry era rachitico e ossuto, niente a che vedere con le immense masse di grasso di zio Bacon e Dugongo, ma non era nemmeno così pelle ed ossa come zia Petonia. Ma di tutte le caratteristiche fisiche del ragazzo, quella che spiccava sicuramente di più, era la sua cicatrice a forma di culo sulla fronte.
Era proprio quella a rendere Harry al contempo così ridicolo e così famoso fra i maghi: quello era l’unico segno del suo oscuro e tragico passato, la ragione per cui i Trippley se lo erano trovato davanti la porta di casa undici, sventurati, anni prima.
Quando aveva poco più di un anno, Harry era stato attaccato da Lord Alzheimer, il più grande mago oscuro di tutti i tempi, un nome che in pochi osavano pronunciare, tanto era il terrore che Alzheimer incuteva.
Durante l’attacco di Alzheimer morirono i genitori di Harry, mentre il marmocchio se la cavò solo con una cicatrice a forma di culo. Inoltre, per qualche ragione ancora ignota, quella notte Lord Alzheimer perse tutti i suoi mirabolanti poteri e scomparve nel nulla.
Quindi Harry era stato praticamente costretto a vivere con quella cavalla della sorella di sua madre, l’unica parente che gli era rimasta. Aveva vissuto con loro dieci terribili anni, anni nei quali gli zii avevano cercato di nascondere tutta la verità sui suoi genitori. Fortunatamente, più per la famiglia Trippley che per Harry, esattamente un anno prima, il ragazzo aveva ricevuto la sua lettera per Yogurts e aveva sloggiato, entrando a contatto con il suo mondo, dove lui e soprattutto la sua cicatrice erano famosi.
Adesso che però era tornato nel mondo dei Babbei (sprovvisti di sangue magico), nessuno se lo filava più ed Harry Botter soffriva di mancanza di attenzioni. Aveva fatto di tutto per ricordare che quello era il giorno del suo compleanno, tuttavia, oltre ad averlo ripetuto fino all’esasperazione, aver cerchiato il fatidico giorno su tutti i calendari di casa, aver pagato un tizio che facesse una scritta in cielo con un aeroplano e aver imbrattato la facciata di casa con una colossale murales “IL 31 LUGLIO È IL COMPLEANNO DI HARRY BOTTER, IL SOTTOSCRITTO, CIOÈ ME!”, niente di tutto questo era servito al suo scopo. Non aveva ottenuto nemmeno un misero ‘tanti auguri’.

In quel momento tutta la famiglia raggiunse Harry al piano di sotto.
« Bene » esordì felice zio Bacon « Come tutti ben sapete, oggi è un giorno importantissimo ».
Ad Harry gli si illuminarono gli occhi. Forse aveva ancora qualche speranza.
« Questa sera ci sarà una festa, e che festa! » proseguì zio Bacon gonfiando il petto.
« Ah, ma allora vi siete ricordati! Tutto il mio lavoro è servito! » esclamò Harry interrompendo lo zio « A che ora è la festa? Quanti siamo? Chi hai invitato? Che si mangia? Che…? »
« Tutto ti sarà rivelato a tempo debito… » ghignò zio Bacon.
Cogliendo la balla al balzo, gli zii fecero credere ad Harry di star organizzando una favolosa festa a sorpresa per lui, in modo da tenerlo occupato e non intralciare i veri preparativi di un’importante serata di lavoro di zio Bacon. La presenza di Harry a quella cena avrebbe di sicuro rovinato la carriera dello zio.
Così, incaricarono il ragazzo di svolgere tutte le faccende domestiche possibili e immaginabili. Per prima cosa, gli fecero ridipingere il muro della facciata esterna, per cancellare quell’orrenda scritta che, a detta di zio Bacon, svalutava il prezzo dell’immobile. Con la prospettiva di una indimenticabile festa a sorpresa, l’ingenuo Harry prese la latta di vernice e il pennello e si avviò in giardino cantando allegramente: « Tanti auguri a meee! E la torta a meeee! ».
La scontentezza che lo aveva attanagliato quei giorni scomparve, ora capiva il perché di nessuna cartolina, nessun regalo o lettera di ogni genere. Perché Harry, sorprendentemente, si era fatto degli amici laggiù a Yogurts, Rum Whiskys e Hermanda Risponde-a-ogni-domanda. Evidentemente sarebbero venuti anche loro a quella festa e, per non rovinargli la sorpresa, non si erano fatti più sentire. Doveva essere andata proprio così, era questo quello che si ripeteva Harry mentre spennellava a casaccio la parete della casa, gettando più vernice addosso a sé che sul muro. E dire che aveva anche rischiato di liberare Vercinge dalla gabbia per spedire una lettera ai suoi migliori amici! Era stato così disperato e aveva così voglia di comunicare con qualcuno che si sarebbe anche accontentato di un messaggio del suo peggior nemico, Braco Badboy, con uno dei suoi famosi ‘Mio padre lo verrà a sapere’. Perché Harry, nell’anno trascorso a Yogurts, era riuscito di più ad andare sui cosiddetti a moltissime persone, che a stringere delle amicizie. Per non parlare poi di tutto quello che aveva combinato alla fine dell’anno scolastico, quando si era trovato a parlare con il sedere di Lord Alzheimer ed era stato coinvolto nella morte del suo professore di Difesa contro i maghi Brutti Brutti, ma proprio Brutti Brutti Brutti. Ancora ricordava chiaramente quelle rosee e tondeggianti chiappette parlargli dalla nuca del professor Rapper… un’esperienza unica, che ancora lo faceva ridere. Ci si divertiva proprio tanto a Yogurts.

Ad un tratto Harry si girò, convinto di aver visto qualcosa tra i cespugli e gli sembrò proprio che quel cespuglio di ortensie avesse degli enormi occhi spalancati che lo fissavano con insistenza! Avrebbe riconosciuto quegli occhi fra mille. Sicuramente era la sua amica Hermanda: si era nascosta li in mezzo per mimetizzare i suoi capelli per poi uscire a sorpresa al momento opportuno. Harry smise immediatamente di guardare il cespuglio e, con tono di falsa disinvoltura, iniziò a parlare da solo ad alta voce per farsi sentire bene.
« Non ho visto nessuno! Proprio nessuno! Se qualcuno a caso, di nome Hermanda, si trova nel cespuglio, può rimanere nel cespuglio! Farò finta di non aver visto nulla e poi mi fingerò sorpreso… »
« Ma sei fuori? Adesso parli anche da solo? » esclamò Dugongo uscendo in giardino con una scatola da cinque chili di gelato nella quale stava intingendo un cosciotto di pollo.
« Non fare la messinscena con me, salsicciotto! » disse Harry « Lo so cosa state organizzando… »
« Ma chi? »
« Voi! »
« Ma cosa? »
« La mia festa a sorpresa! »
Dugongo rimase un attimo in silenzio, come cercando di trattenere le risate.
« Sì, sì, la sorpresa l’avrai e come! ».
Detto questo il cugino si ritirò dentro casa, lasciando Harry nuovamente da solo a continuare il suo lavoro di imbiancare casa. Preso dalla foga del momento, pitturò tutto ciò che gli capitò a tiro, perfino la curatissima macchina di zio Bacon e addirittura si impegnò ad imbiancare ogni singolo filo d’erba del prato. La casa era messa peggio di prima.
« Ho fatto proprio un bel lavoro! » esclamò Harry guardandosi intorno soddisfatto.
Verso le sette di sera gli zii riuscirono a portare in casa il ragazzino, prima che imbiancasse tutto il quartiere di Little Piggy. Senza nemmeno dargli la cena, lo trascinarono direttamente nella sua stanza.
« Va bene, va bene » diceva Harry mentre lo conducevano nella sua camera « Me ne starò buono e tranquillo in camera mia! Non sbircerò, lo giuro! Non mi voglio mica rovinare la sorpresa! »
« Certo, certo! » sbuffò zio Bacon irritato. Con una spinta buttò Harry nella sua stanza e poi sbatté violentemente la porta in faccia all'ancora sorridente del ragazzino. Sprangò per bene l’uscita della stanza e chiuse il tutto con lucchetto e catenaccio.
« Che idiota! » esclamò zio Bacon ingoiando la chiave del lucchetto e dirigendosi al piano di sotto.
Harry, dall’altra parte della porta, si era appena accorto di non essere solo in quella stanza.

Note delle autrici:


A chi già ci conosce: bentornato!
A tutti i nuovi, si spera, lettori: benvenuti!
Mi sa tanto di discorso alla Silente, Prongs!
Meglio alla Silente che alla Solente!
Non c’è dubbio xD
Comunque, bando alle ciance, questo è il primo capitolo del nostro Cesso dei Misteri! ;)
Speriamo che la storia sarà di vostro gradimento come la prima parodia!
Lo sappiamo: questo capitolo è corto, è noioso, non succede nulla…
Ma è così anche nel libro! Più che altro è una capitolo che riassume quello che è successo nel libro precedente,
noi abbiamo cercato di fare il nostro meglio, davvero!
Ultima cosa e poi concludiamo queste note,
insolitamente corte, aggiungerei!
Be’, non possiamo traumatizzare subito i nuovi arrivati, altrimenti scappano!
Giusto, giusto! Allora passiamo alle comunicazioni di servizio!
Sì! Dunque, questo è il capitolo mensile di Agosto,
come avevamo detto nella precedente parodia l’appuntamento con Harry Botter diventa mensile,
però, sì, c’è un però, siamo costrette a saltare il mese di Settembre :(
Abbiamo controllato le date dei nostri esami ed è un vero casino!
Proprio non ce la facciamo! Quindi il secondo capitolo slitterà ad Ottobre!
Magari proveremo a pubblicarne due in un mese
Se riusciamo ad aumentare un po’ i mi piace alla pagina facebook :D
Che ne dite, ci state?
Fate girare la pagina e sarete ricompensati!

https://www.facebook.com/harrybotter.ff?ref=hl

Bene, vi salutiamo e come sempre

Fatto il misfatto! ;)

   
 
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