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Autore: mary9238    15/08/2013    1 recensioni
Un orrendo campeggio catapulterà la protagonista (Risa) e i suoi compagni d'avventure in un misterioso luogo ricolmo di creature leggendarie, spiriti e villaggi in guerra. Riusciranno tre poveri ragazzi a risolvere un conflitto civile, sconfiggere il cattivo di turno e tornare a casa tra mille peripezie prima che sia troppo tardi?
Lo scoprirete leggendo...
P.S. E' la mia prima storia, siate clementi, ma non troppo.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dopo altri stressanti dibattiti abbiamo deciso di dirigerci prima verso Fantasia per cercare aiuto.
Con l’attraversamento del portale anche la mansarda in cui stavamo è stata trascinata in questo mondo magico, come se fosse stata sradicata dal resto della baita.
Quando oltrepassiamo la soglia della stanza ci rendiamo finalmente conto di essere nei guai fino al collo: alberi altissimi che variano da una tonalità di verde scurissimo a un verde pallidissimo tendente addirittura al bianco ci circondano in una distesa che sembra infinita e una leggera brezza diffonde nell’aria il profumo dolciastro caratteristico della resina.
Davanti a noi, a qualche metro di distanza, si erge un albero diverso dagli altri che sembra brillare di luce propria e quando mi avvicino per osservarlo meglio noto che il suo tronco è grigio-bianco e le sue foglie sono colorate di un inquietante azzurrino smorto fosforescente, tutt’attorno alla pianta girano delle strane palline luminose che di notte scambierei quasi sicuramente per lucciole, ma quando chiedo a Meya di cosa si tratta lei mi risponde che sono i frutti  dell’albero e che sono fatti di magia allo stato puro come il resto della pianta stessa.
Tra tutti i dettagli aggiuntivi cui non ho prestato molta attenzione ne ho colto sono uno: la magia di quest’albero, come di molte altre piante o cose, viene utilizzata per “incantare” le armi e alcuni utensili.

Il terreno sotto i miei piedi è soffice e ricoperto di un basso manto erboso tenero e fresco quanto temibile e pericoloso, perché il mio spirito ha detto che è facile finire nelle trappole dei cacciatori dei villaggi circostanti.
A quanto ho capito è facile anche sprofondare nelle tane simili a giganteschi formicai intricati degli orsi-talpa: creature dalla palliccia rossiccia, spessa e ispida e gli occhi cechi scuri come il buio dei loro cunicoli; le loro zampe sono fornite di lunghi e affilati artigli buoni sia per scavare che per ferire le loro prede, hanno un naso grande e sensibilissimo ad ogni odore che espone un temibile grugno sempre incattivito dal loro carattere facilmente irascibile e solitario. Terribile…

Meya dice che bisogna stare attenti anche a non finire nelle enormi ragnatele degli “Yachia”: ragni spropositati con volto umano, neri come la morte e che si muovono solo di notte per controllare le loro trappole o cercare vittime da assalire e mangiare.

Mi sento terrorizzata da tutti questi pericoli e dal fatto che sono in un territorio sconosciuto dove potrei aspettarmi di tutto, cerco quindi conforto nei visi dei miei amici (terrorizzati anche più di me) senza trovarne, ma quando alzo gli occhi al cielo mi sento di nuovo incoraggiata perché non ho mai visto nulla di più bello in vita mia e anzi, “bello” è solo un eufemismo.
Pur essendo pieno giorno (anche se sulla Terra era notte inoltrata) il cielo è colorato di un cobalto brillante e cupo allo stesso tempo dove si possono vedere distintamente tutte e dico tutte le stelle, come se potessi quasi toccarle. Posso vedere anche i pianeti circostanti, che presentano tutte le tonalità dei colori comprese le loro più insignificanti sfumature.
Quando guardo un po’ più in alto vedo due soli, uno grande forse più del nostro che però emana una luce nera e triste, mentre l’altro che è infinitamente più piccolo gli sta davanti e copre quasi del tutto la luce nera con la sua bianca e brillante, no abbagliante è meglio.
Sette lune violacee e celesti formano un cerchio come se fossero parte di un anello di cui i soli costituiscono la gemma preziosa.
Rimaniamo senza parole e imbambolati a fissare quello spettacolo per un bel po’.

Alla fine mi riprendo da quella specie di trance e decido di far rientrare tutti nella mansarda per sbrigarci a organizzarci e intraprendere finalmente il viaggio verso Fantasia.

Equipaggio così il mio zaino grigio con le poche merendine che mi ero portata appresso, aggiungo il cannocchiale e infine anche il libro che ha dato inizio a tutto questo disastro. Tra l’altro riaprendo il tomo scopro anche che l’incantesimo per attivare il portale è scomparso, come se qualcuno l’avesse cancellato, evidentemente era proprio un biglietto di sola andata.
Melany fa la preziosa affermando che abbiamo bisogno di tutti i miei vestiti in modo da dividerceli tra ragazze, quindi do il mio borsone a Tom che è il più forte e siccome anche io sono preziosa, affido il mio affezionato portatile alle mani gentili della bionda(Melany).
Per finire mi metto in tasca il coltellino svizzero e con la bussola e il cristallo magico attivo in mano diamo inizio al lungo cammino, che fino alla capitale durerà si e no dieci giorni a detta dello spirito guida.

*Terzo giorno dall’inizio del viaggio*

Fisso costantemente la mappa in cerca della direzione giusta.
Affianco a me c’è Meya, ora silenziosa, ma sempre pronta ad aiutarmi e darmi buoni consigli.
Dietro ci sono Melany e Tom. Siamo tutti stanchi e si vede, neanche tutto l’addestramento fatto in una settimana al campeggio è bastato per darci una buona resistenza e inoltre proprio ieri abbiamo finito le mie merendine, il che mi peroccupa non poco visto che dobbiamo pensare già a come crearci un rifugio decente e adesso dovremo anche ingegnarci per non morire di fame e di sete.
 
Anche oggi il tempo passa lentamente ma finalmete si fa sera e cerchiamo un posto dove accamparci, però mentre prepariamo un giaciglio con le lenzuola del letto che abbiamo preso prima di partire, otteniamo la scarica di adrenalina che ci mancava…
-AAAAAHHH!!!- l’urlo straziante di Melany che era andata a raccogliere la legna ci fa correre come pazzi verso la sua direzione.
-Che diamine…- Tom si blocca.
-AIUTATEMI, VI PREGO!- la nostra amica è in lacrime e si trova appesa al ramo di una grossa quercia a causa di uno stretto fil di ferro seghettato che così le ferisce la caviglia.
Non ci penso due volte e mollo tutto, prendo in mano il coltellino svizzero che ora è una tenaglia e mi arrampico fino al ramo, quando sto per tagliare urlo al moro
-MUOVITI TOM! PRENDILA AL VOLO!- e arriva finalmente sotto di lei, taglio il filo e il ragazzo afferra saldamente Melany.

Continua a piangere per il pezzo di filo che è rimasto attorno alla caviglia e allora corriamo di nuovo verso quello che sarà per stanotte il nostro rifugio, Tom l’adagia a terra e io che ho ancora le pinze in mano penso ad una sola soluzione.
-Ehi Mel…ti prego calmati, ora te lo tolgo e farà tanto male, ma tu resisti…- cerco d’essere dolce e mentre lei ancora annuisce debolmente io infilo la tenaglia tra la carne viva e il filo recidendo finalmente quest’ultimo.
Quello che poi esce dalla bocca della mia amica è un verso roco, mentre con un fazzoletto bagnato cerco di pulire la ferita per poi bendarla con il nastro per capelli che Melany indossava e finalmente la lascio riposare.
Non mangiamo nulla, non abbiamo avuto il tempo per pensare al cibo.
Ci corichiamo nella speranza che il mattino arrivi presto, ma neanche il nuovo giorno riesce a consolarci.

Una volta svegli ci prendiamo qualche minuto per riorganizzarci.
Tom recupera il borsone e raccoglie un bastone lungo dall’aria resistente che da a Melany come stampella, riprendiamo le lenzuola e copriamo i resti del fuoco.
Io mi rimetto lo zaino in spalla e prendo il computer, oggi ci faremo guidare da Meya che ha deciso di fare una deviazione per il paesino di Mhowak dove arriveremo domattina.

Una giornata tranquilla e faticosa fino all’ora di “pranzo”, quando mi allontano con Meya in cerca di cibo mentre Tom e Melany aspettano sotto un albero dalla chioma vasta e di un verde vivo e luminoso.
Mentre cammino tra la fitta vegetazione avverto un odore sgradevole nell’aria simile a quello del sangue e subito vengo assalita da uno strano senso d’inquietudine, perché ho paura di ritrovarmi davanti chissà quale mostro affamato e con manie assassine. La ragazza-spirito però è tranquilla e forse sta a significare che non c’è nulla di cui preoccuparsi, ma rimango tesa ugualmente.
Raggiungiamo una grande radura dove l’odore di sangue si fa più forte, pungente e nauseante accompagnato da un sinistro gocciolio e uno scrosciare più forte di acqua.
Meya indica di fronte noi dove si trova una grande albero che sembrerebbe una quercia in quanto a forma, ma che di quella pianta non ha un bel niente: il tronco è nero e le foglie prodigiosamente larghe sono di un rosso scurissimo che in natura non credo da aver mai visto e in più gocciolano di…sangue!
È da lì allora che proviene quell’odore orribile! Sento montare la nausea ma Meya parla e la sua voce melodiosa mi calma.

-Padroncina, questo è un albero guardiano e ci darà sostentamento per tutto il resto della giornata.- e assieme alla frase sfodera un sorriso smagliante e soddisfatto.
-Sostentamento? Quell’orrore?! Sei sicura di non esserti sbagliata e se stai pensando di farmi bere quel sangue, fosse anche la bevanda miracolosa per eccellenza bhè…non lo berrò, anche a costo di morire di fame!- mi sento schifata e al solo pensiero di quella roba sento la nausea tornare, ma Meya ritorna a spiegare imperterrita.
-Non le consiglio di insultare un albero guardiano padrocina, esistono dalla notte dei tempi e hanno sempre sostenuto le creature di questo mondo, attirare a sé le sue ire non è un’azione molto saggia.- va bene, ora che la pianta ha ottenuto il mio rispetto misto a terrore posso procedere giusto?

Dopo avermi mostrato i frutti, Meya mi sollecita affinchè mi avvicini per implorare il perdono dell’albero e visto che quest’ultimo non mi ha scagliato contro una sua radice assorbendomi come nutrimento, deve aver accettato le mie scuse.
Ora posso arrampicarmi e cogliere quello che diventerà presto sia pranzo che cena, ma quando sto quasi per toccare il tronco nero e ruvido arretro cacciando un urlo di sorpresa mista a paura. Non si notavano da lontano ma ora che sono praticamente appicicata al guardiano posso vedere i suoi occhi: inquietanti fori neri sanguinanti scavati nel legno. La nausea ritorna per l’ennesima volta prepotente, ma la paura di aver fatto un gesto offensivo nei confronti di quella pianta la sovrasta e per questo rimango a fissare un attimo quei due pozzi di saggezza…non succede niente e finalmente decido che ne ho abbastanza di fare la fifona e comincio ad arrampicarmi su per i rami riempendo lo zaino di mele bianche (il famigerato frutto).
Di seguito Meya mi porta dietro l’albero dove si trova un laghetto e mi accorgo che lo scrosciare era dovuto a una sorgente d’acqua pura che alimenta la placida polla, ne approfitto per bere, sciaquarmi la faccia e riempire nuovamente le bottigliette di plastica che avevamo.
Rifornita a dovere ringrazio l’albero-guardiano e ritorniamo al punto di sosta dove i miei amici ci stavano aspettando e iniziamo a mangiare…6 mele dopo siamo sazi e soddisfatti, la polpa del frutto era croccante fuori e incredibilmente succosa all’interno, il boccone ti soglieva in bocca come niente lasciandoti una sensazione agrodolce e rinfrescante un po’ come il sapore del limone dopo che hai ingoiato il pezzo.

Dopo esserci riposati abbiamo ripreso il cammino e ora che siamo giunti al tramonto, il meraviglioso cielo sopra di noi ha assunto un colore violaceo e lucente. La fitta foresta che ci aveva accolto fino a quel momento lascia il posto a una valletta e a una collina dove si dipana il paese e noi di nuovo esausti usiamo le ultime forze per entrare.



Note dell'autrice:
Salve! *sorvola il fatto che non aggiorna da un eternità circa*
Non è vero, non sorvolo per niente...
Mi dispiace tantissimo averci messo tanto, ma ho avuto problemi a scrivere l'input di questo capitolo (non so neanche quante volte lo riscritto).
Ma sono tornata e ringrazio chi mi ha aspettato e ha recensito lo scorso capitolo: Rachel Wrote, AxXx e Flareon24...grazie!
Ringrazio e saluto anche la mia migliore amica che mi sta seguendo e consigliando, non saprei che fare senza il tuo aiuto!
Ho seguito il tuo consiglio meglio che potevo :D
Spero vi sia piaciuto il capitolo e spero di aver descritto bene alcuni elementi come il cielo e l'albero guardiano perchè li considero fondamentali!
Un salutone,
Mary
  
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