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Autore: Pachiderma Anarchico    15/08/2013    2 recensioni
Può un serpente fermarsi l'attimo prima di uccidere?
Il suo sibilo sadico nasconde un messaggio occulto?
Quanto può essere velenoso il veleno di qualcuno che non può provare amore?
Esiste un serpente tanto bello quanto dannato?
Quanto era davvero pericoloso Tom Orvoloson Riddle?
Genere: Dark, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Altro personaggio, Minerva McGranitt, Tom O. Riddle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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•Capitolo 3•



Tom Riddle scese a colazione il giorno seguente con un cipiglio abbastanza seccato. Presto sarebbe ricominciato il Quiddich, con le sue selezioni, il suo accanito tifo e i motivetti che le Case si inventavano per scoraggiare un giocatore del team avversario. Come se non bastasse il preside Dippet lo annunció a tutta la scuola quella mattina, e Tom dovette sforzarsi di non lanciare maledizioni a chiunque sorridesse e si desse pacche sulle spalle alla luce di quella  lieta notizia, Serpeverde compresi. Che cosa c'era di utile o vantaggioso nel volare su una scopa? Non l'aveva mai capito. C'erano altri modi per volare, modi più sicuri, più veloci, di effetto. Su una scopa eri vulnerabile a qualsiasi incantesimo lanciato da qualcuno con una buona mira, eri completamente scoperto alle intemperie del tempo, potevano lanciare il malocchio sulla scopa e tu saresti finito con il naso per terra senza neanche rendertene conto.  Quella Mc Granitt invece ad esempio, era elettrizzata all'idea di far parte nuovamente della squadra di Quiddich di Grifondoro. Dal quarto anno giocava sui manici di scopa a Hogwarts, e quest'anno si vociferava che potesse diventare capitano. Solo che la conferma ufficiale sarebbe arrivata fra qualche giorno. Come se a lui importasse qualcosa. La Mc Granitt era una strega mediocre, a rincorrere illusioni e sogni. Brillante e sveglia, lo metteva in dubbio; ambizione, ne aveva da vendere. Ma mancava di quella scintilla.. Di quel fascino.. Di quella unicità. Attaccata agli "amici", ai voti e ai libri, non sarebbe mai andata lontana senza un aiuto. Attaccarsi a chi ti puó tradire è un errore fatale. Poggiarti a chi puó cadere, letale. Alleati sempre, amici mai. Era questa la frase che più rappresentava Tom Riddle. La disse Silente, al terzo anno, quando Tom, in un attimo di cieca rabbia, non controlló i suoi poteri, che si aizzarono contro una sua coetanea Corvonero. Ella doveva aver in qualche modo "ferito" Tom. Nel bel mezzo di una sfuriata gli sputó contro che lui era solo un orfano che si era ritrovato mago, un Mezzosangue che non la avrebbe superata in Difesa Contro le Arti Oscure mai più. Quando Silente accorse per fermare la magia di Tom sulla ragazza, tutti i suoi compari Serpeverde erano pronti a raccontare la loro versione dei fatti, in cui Tom era ovviamente sempre innocente. Pronti a sacrificarsi per lui, pronti a prendersene la colpa. Eppure non uno, neanche uno di loro,  conosceva il perchè il controllato, freddo calcolatore Tom Riddle, capace di mascherare così bene i suoi pensieri e i suoi sentimenti, avesse reagito così. Pronti a salvarlo senza sapere perchè, ammirati dall'aura di potere che aleggiava intorno a lui. Silente riconobbe degli alleati in quei ragazzi, ma non degli amici. Degli amici veri avrebbero saputo cosa aveva scatenato in Tom quella reazione, mentre degli alleati facevano il loro dovere senza fare troppe domande, senza pretendere troppe risposte.

 

Un quarto d'ora dopo l'accaduto, nel suo studio, Silente aveva detto a Tom quelle esatte parole: “Alleati sempre, amici mai”.

Ed era ancora vero, tre anni dopo. Sulla soglia dei suoi diciassette anni, era ancora così, perchè Tom Riddle non aveva mai desiderato farsi degli amici, non aveva mai desiderato sostegno o conforto. Cadeva e si alzava da solo. I suoi compari Serpeverde erano un valido aiuto certo, ma lui non aveva bisogno di raccontare in giro i suoi problemi o svelare i pensieri che vagavano nella sua mente, come gli altri sentivano in dovere di fare. Parlare di se, delle proprie paure, dei propri problemi, era come un modo per dire: “Anche io ho punti deboli”, e questo non rientrava proprio nei suoi voleri. Come previsto le lezioni e gli argomenti di studio erano molto più difficili in vista dei due anni che avrebbero preparato gli studenti per gli esami finali, i M.A.G.O., già il primo giorno vennero assegnati molti compiti e i professori premevano di far capire agli studenti che rispettare i tempi e saper destreggiare il lavoro in base alle ore a propria disposizione era importante, ma ovviamente quasi tutti rimandavano il lavoro da fare.

-Penso di lasciare Divinazione- disse Dolohov ad un certo punto, consultando l'orario delle materie quella mattina.

-Non capisco neanche perchè tu abbia seguito Divinazione fino a ora Dolohov, è una meteria così inutile- osservò saccente Pamela Parkinson. -Non trovi Tom?- Chiese con un tono di voce completamente diverso, dolce e civettuolo. Il ragazzo gettò una pigra occhiata all'orario delle lezioni posato sotto la sua mano.

-Io in più oltre alle materie obbligatorie seguirò Aritmanzia, Cura delle Creature Magiche e Babbanologia-.

-Seguirai Babbanologia?- La ragazza sgranò gli occhi.

Molte facce di Serpeverde si voltarono all'udire quella notizia.

-Sentito Cygnus?- Dolohov sorrise beffardo, come se avesse vinto una scommessa con il compagno che aveva appena chiamato.

Cygnus Lestrange si voltò e guardò infastidito Dolohov, poi si volse verso Tom.

-Non puoi seguire Babbanologia, non tu. E' la materia più disonorevole, spregevole e lurida..-

-Da molti crediti Lestrange- ribbattè tranquillamente Tom.

-Ma..- Cygnus sembrava aver bisogno d'aria.

-Allora la frequenterò anche io-.

Cygnus guardò la ragazza che si era appena alzata. -Anche tu Pam?-

-Se Tom dice così, deve essere vero. Vado ad informare il professor Silente di questo cambio di programma..-

-Lascia, vado io- Tom prese l'orario di Pamela e il suo e si diresse fuori dalla Sala Grande insieme ad altri studenti che avevano finito di fare colazione.

Il professor Silente era già scomparso dal tavolo degli insegnanti, ma ci volevano ancora dieci minuti perchè qualunque lezione iniziasse, quindi Tom decise di andare nel suo studio. C'erano buone probabilità che si trovasse li, circondato da quegli strani oggetti che scintillavano e emanavano sottili spirali di vapore.

Arrivato davanti la porta al terzo piano nell'ala non proibita agli studenti, scoprì che anche qualcun altro aveva avuto la stessa idea di recarsi da Silente in quel momento.

Minerva McGranitt attendeva davanti la porta in legno di ciliegio.

Il ragazzo si poggiò al muro accanto la porta guardando distrattamente il pavimento. Minerva gli lanciò una breve occhiata, prima che la porta si aprì e Argus Gazza, il guardiano della scuola, disse loro che il professore era pronto a riceverli, entrambi.

Come avesse fatto il professore di Trasfigurazione a sapere che era arrivato anche Tom non lo sapeva, ma il ragazzo non si era mai posto troppe domande sulla magia e su chi la praticava abilmente come Silente. Alcune persone erano nate per fare i maghi, punto e basta.

I due ragazzi varcarono la soglia e Gazza, con il suo viso lungo e ispido e il suo sguardo indagatore e tignoso, chiuse la porta dietro le loro spalle.

-Che piacevole sorpresa- Silente sorrise amabile facendo segno ai due di avvicinarsi.

Gli allievi avanzarono verso la scrivania, ma il Serpeverde fu il primo a parlare.

-Io e la mia compagna Pamela Parkinson vorremmo aggiungere una materia a quelle già studiate- posò gli orari sulla scrivania e sorrise con una punta di sfida guardando Silente negli occhi- Babbanologia-.

Minerva voltò di scatto il viso verso di lui, sorpresa e interrogativa.

-Tu..-

-Io.-

Tom sorrise, un sorriso pungente come le zanne di un serpente.

-Credevo che..non ti interessasse la Babbanologia- Ribbattè la Grifondoro, per non dire esplicitamente “I babbani”.

-Le cose cambiano, McGranitt-.

-Alcune no, Riddle-.

Il serpente e il grifone si guardarono sostenendo lo sguardo a vicenda, l'uno severo, l'altro sferzante.

-Scelta ammirevole, Tom- commentò Silente come se niente fosse. Restituendo lui i due orari.

-Grazie, professore.- Riddle prese le carte e fece un'espressione di cordiale saluto, poi si voltò e uscì dall'ufficio, non prima di aver riservato a Minerva un impercettibile sguardo tagliente.

 

*§Δ*

 

Quel pomeriggio, dopo Difesa Contro le Arti Oscure, Babbanologia si rivelò essere esattamente quello che i Serpeverde si aspettavano. Un elogio al mondo Babbano e a come essi non fossero così diversi dai maghi, con la loro intelligenza nell'adattarsi a diversi climi e ambienti anche inospitali e la loro capacità di inventare e scoprire sempre nuove cose.

Come se tutto ciò non bastasse, si videro assegnare anche un tema: “Come superare le divergenze fra Maghi e Babbani in questo secolo”.

-Che materia rivoltante- sbottò Dolohov alla fine della lezione, dopo essersi unito a loro. Presto molti Sperverde avrebbero seguito quella materia, con Tom Riddle che entrava e usciva da quella classe. Poi quelli più vicini a lui avrebbero fatto qualsiasi cosa per conquistare la sua approvazione.

-I babbani, inutili esseri senza alcuna traccia di magia- gli fece eco la Parkinson.

-Anche tu sembri senza alcuna traccia di magia Parkinson, eppure eccoti qua- rispose una Tassorosso dello stesso anno che stava uscendo da quell'aula con un gruppo di compagni.

-Lascia stare Sprite, neanche so perchè persone del genere posseggano la magia- disse ad alta voce Augusta Paciock, in modo che tutti in quel corridoio sentissero, soprattutto i Serpeverde.

Il gruppo dei Grifondoro sorpassò quello dei Serpeverde guardandoli in cagnesco.

-Oh Augusta- cominciò Pamela, con voce falsamente compassionevole -Forse hai qualche strana malattia mentale..Passare il tuo tempo con Mezzosangue..Dopotutto, cosa ci si aspetta da una traditrice del proprio sangue come te?- e sorrise beffarda.

-Serpe di nome e di fatto, stronzetta di una gargoyle..!-

Augusta sembrava pronta a scagliarsi contro di lei, e Pamela stava effettivamente per farlo, se una mano sul suo braccio non l'avesse fermata, in una morsa glaciale.

Tom guardava inespressivo i Grifondoro, e impedì a Pamela di saltare addosso ad Augusta, che rimase stupita da quel gesto.

-Dai Augusta andiamo..- la esortò velocemente Minerva ad un tratto, con voce sommessa.

In quel momento arrivò Gazza con dei fogli in mano, i capelli sottili come spaghetti e crespi che dondolavano sulla sua testa scialba.

-Dove va Signor Gazza?- Chiese cordialmente la Tassorosso Sprite, con quelli della sua casa che seguivano Babbanologia dietro ai Serpeverde.

-Non sono..affari..vostri..- ansimò lui camminando velocemente. Poi si fermò, pensando che forse quelli erano proprio fatti loro. Si voltò e alzò il mento, come se fosse ammirato di trovarsi davanti tanto pubblico disposto ad ascoltarlo.

-Sto andando ad attaccare questi fogli nelle Sale Comuni, comunicazioni del Preside- esordì con voce pomposa e fiera.

-Ci può dire cosa c'è scritto?- Chiese più spazientita Augusta.

Gazza ci riflettè su un momento, poi sbattè altezzoso le palpebre e lisciò con aria teatrale i fogli e li alzò in modo che tutti potessero leggere.

 

Constatando la necessità della difesa in questi tempi dall'aria oscura, io, Preside Armando Dippet, insieme a tutto il corpo insegnanti della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, do l'autorizzazione per istituire un Club dei Duellanti, a cui tutti gli studenti sono tenuti a prendervi parte, cosi ché insieme possiamo affrontare le eventuali forze che tentano di penetrare le nostre difese.”

Il Preside: Armando Dippet

Il Vicepreside: Albus Silente

 

-Parla di Grindelwald- sussurrò Augusta a una Minerva che fissava ancora il foglio di pergamena.

Pamela sorrise sprezzante e guardò i Grifondoro.

-Questa si che è una deliziosa idea- si leccò aggressiva le labbra scrutandoli tutti.

Tom non mostrò espressione, neanche la più piccola emozione passò sui suoi bei lineamenti . Guardò i Tassorosso dietro di loro, i Grifondoro accanto e senza proferir parola avanzò da solo lungo il corridoio, scomparendo alla vista mentre si inoltrava in un altro.

Nagini lo aspettava.

  
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