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Autore: NobodyCompares03    15/08/2013    3 recensioni
Nicole, ragazza londinese di 18 anni, decide di trascorrere l'estate a Heatherfield, la tranquilla cittadina sul mare in cui il padre è andato a vivere dopo essersi separato dalla moglie.
Quando viene assunta come animatrice su uno dei tanti lidi della spiaggia, è costretta a lavorare accanto a Zayn, un ragazzo che le sembra, fin da subito, antipatico ed egocentrico.
Ma se dall'odio nascesse l'amore? E se settembre d'un tratto sembrasse avvicinarsi troppo velocemente?
Tratto alla storia:
Il ragazzo si voltò, facendomi cenno con la testa di seguirlo.
Mi fermai un attimo ad osservarlo, di spalle: certo che non era affatto male, anzi... Deglutii, rendendomi conto della piega che stavano prendendo i miei pensieri.
Lui, però, non poteva di certo immaginare che gli stessi guardando così avidamente il...
"Se hai finito di fissarmi il culo, puoi anche muoverti da lì e seguirmi."
Il ragazzo si era girato improvvisamente, e mi aveva colta in flagrante. Merda, cazzo, minchia!
Diventata più rossa di mio padre quando stava per strozzarsi con una spina di baccalà-si, mio padre a cinquant'anni suonati ancora non sapeva togliere le spine al pesce-, boccheggiai, cercando un insulto abbastanza offensivo da rivolgergli.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2
Zayn is an idiot!






La mattina seguente mi svegliai alle 6:00 in punto, grazie alla sveglia che avevo puntato–ovviamente per evitare che mio nonno mi svegliasse ancora una volta sbattendo tra di loro i coperchi delle padelle-, la sera prima, dopo essermi fatta almeno sei passate di shampoo, per levarmi da testa i ‘bisognini’ di quello stupido uccello. Dio, che figura di merda avevo fatto! Per non parlare dello schifo che avevo provato mentre mi strofinavo i capelli, poi!
Il solo pensare alle risate di quei ragazzi, mi fece diventare più rossa di mio nonno quella volta che aveva esagerato con il vino, il che era tutto dire.
Ma come diamine avevo fatto a non accorgermene?!
E quell’altra cretina di Mary? Anche lei non si era accorta di nulla? Dovevo ammettere che non c’era da biasimarla, però: l’uccello mi aveva cagato esattamente al centro della testa e lei, essendo più bassa di me, ovviamente non se n’era accorta, a differenza dei ragazzi che, essendo almeno una ventina di centimetri più alti di me, avevano avuto modo di notare l’affettuoso regalino del pennuto…
Ma Zayn aveva parlato con me ancor prima che andassi a sbattere contro Harry: non aveva notato niente?
Bah, un altro aggettivo si aggiungeva alla brillante considerazione che avevo di quello lì: antipatico, egocentrico, maleducato, scemo e pure bello addormentato! Dormiva tredici mesi all’anno, evidentemente…
Sospirai, sbadigliando assonnata.
La notte era passata troppo velocemente ed ormai era giorno, il che significava soltanto una cosa: di lì a poco mi sarebbe aspettata la temibile prova al lido ‘The mermaid’.
No, mi stavo confondendo ancora accidenti! ‘The mermaid’ era lo stabilimento che si trovava più avanti, stando a quello che mi aveva detto Mary, il mio era ‘The little mermaid’. Che memoria di fuoco…
Dire che ero agitatissima per quella cavolo di prova era dire poco: ero letteralmente nel panico!
Come sarei potuta stare simpatica a Zayn, come saremmo potuti andare d’accordo, visto e considerato le amichevoli conversazioni che c’erano state tra di noi il giorno precedente? Come?
Senza contare che io, una volta che le persone mi provocavano e mi facevano innervosire, non pensavo minimamente alle conseguenze e subito rispondevo male.
A fine giornata, l’adorabile ragazzo moro come minimo avrebbe detto al signor White che non aveva alcuna intenzione di lavorare con una come me - acida, antipatica ed idiota-, e di conseguenza mi avrebbero mandata via a calci in culo, magari usando come sottofondo la voce dei bagnanti che mi urlava ‘Buuuuuh!’.
Che ottimismo, eh?
Basta, stavo andando fuori di testa a soli 18 anni!
Forse mi sottovalutavo un po’ troppo: dai, ero davvero così stupida da perdere un posto di lavoro a causa della mia totale incapacità di non rispondere male a delle provocazioni?
Nah… il trucco era essere gentile, sorridente, simpatica e ignorare qualsiasi tipo di frecciatina avrebbe potuto mandarmi Zayn. Semplice no? Su, dovevo essere ottimista, ero o non ero la Grande Nicole tutto fare e tutto può?
Oh lo ero, sisi, e quel posto sarebbe stato mio. Mio e di nessun altro.
Stetti sotto la doccia per una mezz’oretta buona, poi fui costretta ad uscire e vestirmi.

“Buongiorno popolo!” Urlai, salutando i nonni e mio padre, una volta entrata in cucina.
“Nicole, stavo per venire a svegliarti…” Disse mio nonno, distogliendo lo sguardo dal giornale che stava leggendo e puntandolo su di me.
Wow, il mio vecchietto preferito stava per venire a svegliarmi come aveva fatto la mattina precedente, magari stavolta sbattendo tra di loro due pentole. Meglio aver puntato la sveglia alle 6:00… “Non devi preoccuparti di venire a svegliarmi ogni mattina nonnino, punto la sveglia.” Gli spiegai, sorridendo.
“Ma lo sai che non è per nulla salutare dormire con quell’affare elettronico sul comodino?! Le onde elettromagnetiche sono dannose, Nicole!! Quindi mi dispiace ma ogni mattina verrò a svegliarti io!” Dichiarò, soddisfatto della sua tesi.
Alzai gli occhi al cielo. Era pazzo, completamente pazzo.
“Nonno, neanche venire a svegliarmi sbattendo tra di loro oggetti d’acciaio è salutare per le mie povere orecchie!” Sbottai nervosa.
“Oh, sciocchezze tesoro. Dai, vieni qui e vieni a bere un bel sorso di beverone ultravitaminico.
Oddio no… A quanto pareva mio nonno non aveva perso la fissa per i succhi di frutta, a suo parere deliziosi, dissetanti e salutari.
Sbuffai, sedendomi a tavola.
“Allora Nicole, oggi hai la fatidica prova, vero?” Chiese retoricamente mio padre, che si era alzato dal divano e si era seduto a tavola, al mio fianco.
Annuii mordendomi il labbro.
“Si, e sono molto, molto, molto, molto, moooolto preoccupata.” Mi lamentai come una bambina scema, mettendo anche il labbro inferiore all’infuori, con fare preoccupato.
Mia nonna mise a tavola un vassoio pieno di fette biscottate, guarnite con burro e marmellata di ciliegie: le guardai come un’assatanata, erano le mie preferite in assoluto.
“Non preoccuparti Nicole, solo un povero pazzo non ti assumerebbe. Vedrai che ti prenderanno, sei la persona adatta per quel tipo di lavoro!” Mi rassicurò mia nonna, sorridendo e mettendo a tavola altri vassoi contenenti la colazione.
“Lo spero…” Dissi facendo spallucce, addentando una fetta biscottata.
“Oh ma certo, e smettila di farti tanti problemi, per la miseria!” Esclamò mia nonna gesticolando con le mani.
Le sorrisi, ringraziandola con lo sguardo per l’incoraggiamento.

Dopo aver fatto colazione, andai in camera per prendere il telefonino.
Controllai il display, notando che avevo ricevuto un nuovo messaggio da parte di Allison.

Ohi scemità,
a quanto pare ad Heatherfield ti sei fatta tanti soldi, eh?
Oppure sei finalmente crepata? Un tram ti ha schiattata?
Fammi sapere gentilmente che morte hai fatto, grazie. :)

Sospirai ridacchiando, scuotendo la testa. Il giorno precedente, tra valigie da sistemare, il pomeriggio allo stabilimento ‘The mer.. The little mermaid’ e l’uscita con Mary, non avevo proprio avuto tempo per telefonare la mia migliore amica e rispondere ai suoi messaggi. La sera, poi, il cellulare si era scaricato ed io non avevo proprio avuto voglia di cercare il caricabatterie per caricarlo.
Già, a volte diventavo insopportabilmente pigra… Mi affrettai a rispondere.

Ohi cuora,
ieri è stata una giornata pienissima, e la sera non ho potuto chiamarti perché mi si è scaricato il cellulare. >.< ( E mi scocciavo di metterlo a caricare, sks)
Sfortunatamente per te non sono morta, anzi ti consiglio di prepararti psicologicamente perché avrei un paio di cosette da raccontarti! Ti chiamo stasera. :P


Inviato il messaggio, mi guardai allo specchio: mamma mia, avevo proprio un bel colorito, a tal punto che le persone avrebbero potuto tranquillamente scambiarmi per la versione femminile di Dracula.
Sbuffai, afferrando il mio fidato fondotinta appena lo scovai tra le tantissime cose che custodivo nella mia trousse.
Dopo averlo spalmato accuratamente sul mio viso, presi il pennello del fard e me lo passai sulle guance.
Bene, andava decisamente meglio.
Dal momento che dovevo semplicemente andare in spiaggia, mi passai un leggero strato di matita sotto gli occhi, mettendo poi un pochino di mascara sulle ciglia. Prima di uscire dalla stanza, aprii l’armadio per prendere una borsa, nella quale avrei messo un panino e tante piccole cose che avrebbero potuto servirmi.
Una volta che questa fu bella piena, salutai i miei nonni; mio padre era già andato a lavoro, era un cardiologo e aveva uno studio tutto suo.
Uscita dal palazzo, m’incamminai verso la salumeria più vicina, per comprare un panino con del salame.
Una volta che vi entrai, notai tantissime persone davanti al bancone. Minchia, avrei fatto tardi proprio il giorno della prova! Che bella impressione avrei dato a Zayn e al signor White…
Ma che cavolo, proprio quella mattina a tutte quelle persone era venuto lo sfizio di comprare gli affettati?! Bah…
Mi posi una domanda, improvvisamente: se avessi spiegato a quelle persone che andavo di fretta, mi avrebbero fatto passare?
Per rispondere, mi chiesi cosa avessi fatto io se qualcuno l’avesse chiesto a me: molto semplice, l’avrei mandato a fanculo.
Sbuffai affranta, ma a pensarci bene, chi mi diceva che quelle persone non fossero magnanime?
Mi feci coraggio e mi avvicinai ad una vecchietta.
“Mi scusi signora, ma vado molto di fretta. Cortesemente, sarebbe disposta a cedermi il posto?” Chiesi, facendo gli occhietti dolci.
“No.” Rispose secca.
Stupida vecchia.
Sbuffai ancora una volta, chiedendo poi ad un signore sulla sessantina.
“Mi scusi signore, ma vado molto di fretta…”
“Non mi interessa.” Rispose stizzito lui, interrompendo la mia frase a metà.
Bene, di male in peggio.
Non osavo immaginare la risposta che mi avrebbe rifilato la terza persona a cui avrei gentilmente chiesto di farmi passare avanti, per cui incrociai le braccia al petto e attesi pazientemente il mio turno.
Quando finalmente uscii dalla salumeria, quasi temevo di guardare l’orologio digitale che avevo al polso, di un bel rosa sgargiante. Che ore si erano fatte? Oddio, oddio, oddio, ero in ritardo sicuramente!
Iniziai a camminare diretta verso la litoranea, e a metà strada trovai finalmente il coraggio per guardare l’ora.
Oh santissimi numi!
Erano le 9:10, ed io avrei dovuto trovarmi sul posto alle 9:00!
Merda, merda, merda!
Iniziai a correre impazzita, e quando finalmente arrivai sulla litoranea, mi affrettai a raggiungere il lido ‘The little mermaid.’
Una volta che mi trovai di fronte al signor White, comodamente seduto dietro la cassa, gli sorrisi seriamente dispiaciuta, avvicinandomi.
“Mi scusi per il ritardo signor White.” Dissi, mortificata.
“Non preoccuparti, cara. Raggiungi pure Zayn, dovrebbe essere nell’area pic-nic.” M’informò, afferrando il suo cellulare che aveva iniziato a squillare. Però, non era burbero e severo come sembrava.
“Grazie, buona giornata.”
E detto questo, mi allontanai.

Cavolo, dove si era cacciato il cretino?! L’area pic-nic era completamente vuota, a parte due piccoli marmocchi che stavano sgranocchiando dei pop corn.
Con io che avevo tardato e Zayn che era sparito, la giornata era cominciata davvero nel migliore dei modi.
Improvvisamente, ebbi un lampo di genio; i bambini della spiaggia sicuramente lo conoscevano, quindi non era una cattiva idea chiedere a quei marmocchi se l’avessero visto.
Dopo aver fatto un respiro profondo, mi avvicinai a loro, sorridendo gentilmente.
“Ciao bambini, sapete dov’è Zayn?” Chiesi, sperando che potessero aiutarmi.
“E’ con i suoi amici, sotto il loro ombrellone.” Rispose uno di loro, squadrandomi da capo a piedi.
“Ah, capisco. E qual è l’ombrellone dei suoi amici?”
“Cercatelo.” Rispose facendo spallucce l’altro bimbo. Molto simpatico.
Sbuffai.
“Grazie tante.” Borbottai, allontanandomi da loro.
Attenendomi alle parole dei due bimbi, Zayn era sotto uno dei tanti ombrelloni, con i suoi amici. Ma quali suoi amici? Gli stessi con cui avevo parlato la sera precedente? Poteva darsi…
Squadrai una ad una le persone sulla spiaggia: niente, nessuna traccia di Zayn e quegli altri.
Cominciai a camminare tra i vari ombrelloni alla ricerca dei ragazzi, calpestando, ogni tanto e accidentalmente, alcuni teli da mare, guadagnandomi così occhiatacce dalle persone alle quali appartenevano.
Bene, e meno male che avrei dovuto star loro simpatica!
Se il buon giorno si vedeva dal mattino, quella sarebbe stata senza dubbio una giornata terribile.
Quando finalmente notai un gruppo di ragazzi radunati sotto un ombrellone in prossimità della riva, mi avvicinai per osservarli meglio: riconobbi subito i capelli alzati e scuri di Zayn, poi quelli biondi di Niall e quelli ricci di Harry. Notai altri due ragazzi parlare e ridere tra di loro: Liam e Louis.
Che Dio sia lodato, li avevo trovati! Mi avvicinai a loro, facendo attenzione ai teli da mare stesi per terra.
“Ehm… Ciao, buongiorno.” Li salutai, una volta arrivata sotto il loro ombrellone.
“Alla buon’ora.” Rispose Zayn, alzando un sopracciglio.
Minchia, prima o poi giuro che te lo raso, quel fottuto sopracciglio.
“Ho fatto tardi, scusa.” Mi giustificai, facendo spallucce.
“Ciao ragazzi.” Dissi poi, salutando gli altri.
“Ciao! Ieri non ci siamo presentati, io mi chiamo Niall.” Si presentò il biondo, porgendomi la mano.
Ricambiai il sorriso e gliela strinsi. In effetti, la sera precedente avevo parlato soltanto con Louis e Liam.
“Piacere mio, sono Nicole.”
“Ciao Nicole, io sono Harry.” Disse poi il riccio, porgendomi anche lui la mano.
“Ciao.” Sorrisi, stringendogliela.
“Ti chiedo scusa per ieri sera. Oltre al fatto di esserti piombato addosso per colpa di Niall, ti sono pure scoppiato a ridere in faccia, però avevi…” Harry si bloccò, iniziando a ridere nuovamente.
Alzai gli occhi al cielo.
“Lo so, avevo una cacca di uccello in testa.” Ammisi sospirando.
“Che?! Un uccello ti ha cagato in testa?!” Chiese Zayn, confuso e divertito al tempo stesso.
“Si, non te n’eri accorto?” Gli chiesi, voltandomi nella sua direzione.
“No…” Constatò, pensieroso. “Avrei voluto vedere, però.” Aggiunse poi, ridendo con gli altri.
Scossi la testa, sbuffando. Iniziai seriamente a credere che la risosterofolia esistesse davvero, e quei cinque coglioni ne erano tutti affetti!
“Hei ragazzi, che avete da ridere?!” Disse una voce femminile alle mie spalle. Mi girai, trovandomi di fronte una ragazza dai capelli castano chiaro e gli occhi celesti.
Era affiancata da altre due ragazze; una aveva i capelli ricci e neri e gli occhi color miele, l’altra era bionda con gli occhi verde scuro.
“E tu chi sei?” Chiese la ragazza che aveva parlato poco prima, sorridendomi confusa.
“Ciao, mi chiamo Nicole. Mi trovo qui perché devo fare una prova accanto a Zayn, per essere assunta come animatrice.” Risposi.
“Ah, ho capito! Comunque ciao, sono Noelle, la ragazza di Harry. Piacere di conoscerti!” Disse entusiasta, facendomi l’occhiolino.
“Piacere mio.”Risposi sorridendo.
“Io invece mi chiamo Celeste, e sono la ragazza di Niall. Piacere!” Si presentò la riccia.
“Ciao!” Dissi sorridendo per l’ennesima volta.
“Ciao Nicole! Sono Deborah, la ragazza di Louis!” Si presentò infine la bionda.
“Piacere!”.
Wow, nel giro di un giorno avevo conosciuto otto persone, un vero record! In ogni caso le ragazze mi erano sembrate tutte e tre molto simpatiche.
“Ragazzi, io e Nicole andiamo. Dobbiamo iniziare…” Esordì Zayn sospirando, subito dopo le presentazioni, dando uno sguardo al suo orologio.
Oddio. Era giunta la mia ora.
Sfoderando un enorme sorriso, salutai i ragazzi e le ragazze e seguii Zayn, diretto forse verso l’area pic-nic.


******


Non mi sbagliavo. Era infatti verso l’area pic-nic che si era diretto Zayn. Una volta che fummo arrivati, mi fece cenno di sedermi con la testa, prendendo poi posto di fronte a me.
Lo guardai attentamente mentre apriva il suo zainetto e ci frugava all’interno: sembrava pensieroso, sembrava stesse pensando a chissà che cosa.
Mah, problemi suoi in fondo.
Eppure, era dannatamente carino con quell’espressione in viso…
Sospirai, picchiettando impaziente l’indice sul tavolo; quanto cavolo ci voleva per prendere qualunque cosa dovesse prendere?!
Finalmente tirò fuori un foglietto, guardando poi verso di me.
“Allora, dobbiamo decidere e scrivere il programma di oggi. O meglio, dobbiamo scegliere le attività da svolgere al Mini Club e cosa fare per il gioco aperitivo e per il gioco caffè. Sai, baby dance, acquagym e balli di gruppo sono attività abituali, attività che dobbiamo svolgere quotidianamente.” Spiegò, annuendo e fissandomi in attesa.
Alzai un sopracciglio.
“Che attività fai svolgere di solito ai bambini, per il Mini Club?”
“Dipende. Ieri li ho fatti giocare con i birilli, ma oggi devi scegliere tu. In fondo devo metterti alla prova, no?” Chiese retoricamente, ghignando divertito.
Già, doveva mettermi alla prova. Il problema era che io non sapevo che attività scegliere! Detto finemente, ero letteralmente fottuta.
Pensa Nicole, pensa.
Cosa potevo far fare ai bambini su una spiaggia per farli divertire? Giro giro tondo? Un due tre stella? Ne dubitavo alla grande…
Oddio, avevo bisogno di aiuto, dovevo inventarmi qualcosa!
“Smith entro oggi.” Mi richiamò sbuffando Zayn.
Che pizza che era quello oh! Va bene che ero un pochino lenta a decidere, ma…
Cosa? Una pizza? Mmm…
“Ehm… che ne dici se li facessimo pasticciare con la farina e l’acqua, facendogli preparare l’impasto per una pizza?” Proposi incerta, quasi temendo che la mia richiesta fosse assurda e che lui sarebbe scoppiato a ridermi in faccia.
Al contrario delle mie aspettative, schioccò la lingua sotto al palato e fece per scrivere qualcosa sul foglio.
“Fermati!” Lo bloccai urlando, facendolo sobbalzare.
E quella voce così acuta e stridula da dove diavolo mi era uscita? Mah…!
“Ma che cazzo ti prende?” Sbottò lui, dubitando probabilmente della mia sanità mentale.
“Qualunque cosa riguardante il programma di oggi tu debba scrivere, non azzardarti a farlo! Probabilmente una scimmia scriverebbe meglio di te, senza offesa… Quindi, dammi la penna e lascia scrivere a me!” Gli dissi decisa.
Zayn sbuffò roteando gli occhi, poi mi passò penna e foglio.
“La mia calligrafia è ordinata e leggibile.” Proferì pavoneggiandosi.
“Come no, a confronto quella dei dottori è oro.” Dissi ancora, alzando gli occhi al cielo. “Allora, va bene l’attività che ho proposto per il Mini Club?” Chiesi per la seconda volta.
“Va bene, scrivi e muoviti.” Ordinò, sbadigliando.
Idiota, ti faccio vedere bene io ‘muoviti’.
Ignorai il suo modo di fare poco educato e mi affrettai a scrivere l’attività che avremmo fatto svolgere ai bambini.
“Perfetto. Allora, io ora ho già un’idea per il gioco aperitivo. Dopo sarai tu a scegliere cosa fare per il gioco caffè. Pensaci bene e poi fammi sapere durante la pausa pranzo.” Mi disse Zayn, fissandomi.
Bene, avevo qualche oretta per pensarci…
“D’accordo. Ora puoi spiegarmi, gentilmente, cosa intendi fare tu, per il gioco aperitivo?”
Magari avrei potuto prendere spunto da lui, no?
“Un gioco molto semplice; in pratica, devo reggere in mano una semplicissima mazza e cercare di distrarre la persona che mi è di fronte, per vedere se riesce a prenderla una volta che mollo la presa e la lascio cadere a terra.” Spiegò fissandomi con aria superiore, quasi come se io fossi stata l’alunna scema che non capiva nulla di quello che le veniva spiegato e lui il professore intelligente che sapeva tutto quanto.
Idiota! Dio, Zayn era un idiota!
Tuttavia, non mi convinceva molto come gioco… Era carino, si, ma io avrei voluto far fare ai clienti dello stabilimento qualcosa di più movimentato e divertente. Che cosa esattamente non lo sapevo neanche io…
“Mmm… io però mi aspettavo qualcosa di più divertente.” Gli dissi, corrucciando le labbra e puntando un gomito sul tavolo, appoggiando poi la testa su una mano.
Zayn alzò un sopracciglio.
“Tipo?”
“Non lo so…”
Sentii Zayn sospirare, poi ci fu un attimo di silenzio. Che stesse forse pensando ad un gioco alternativo?
“Vogliamo pensare a qualche gioco che preveda l’utilizzo della palla?” Chiese, studiando bene la mia espressione.
Dio no, io odiavo i palloni! E li odiavo esattamente da quando un mio compagno di classe, all’età di dodici anni, mi aveva colpita appunto con un pallone in pieno viso durante l’ora di educazione fisica, rompendomi di conseguenza gli occhiali che allora portavo e facendomi fare una figuraccia davanti al ragazzino che mi piaceva.
“No.” Dissi decisa, storcendo il naso. Zayn alzò gli occhi al cielo.
“Oh senti, a cosa vorresti farli giocare allora?! A Pupù passa Paperino forse?” Sbottò spazientito, gesticolando con le mani.
Beh, non potevo di certo biasimarlo se si stesse innervosendo. A volte ero decisamente incontentabile…
“Fanculo tu e Paperino. Non fa niente, giocheremo al gioco della mazza.”
“Bene. Sono curiosissimo di sapere cosa ti verrà in mente per il gioco caffè, cara Nicole Sonoincontentabile Smith…”
Ma sentilo… sfotteva pure, il cretino!
Lo fissai socchiudendo gli occhi; ma chi si credeva di essere?! Che se ne andasse a quel Paese, gli avrei dimostrato di essere perfettamente in grado di trovare giochi di gran lunga più interessanti dei suoi.
“Poi vedrai.” Sibilai, evitando accuratamente di aggiungere a fine frase uno dei tanti insulti che avrei voluto rivolgergli.
Zayn schioccò la lingua sotto al palato, poi si passò una mano fra i suoi capelli sistemando il ciuffo, prima di parlare di nuovo.
“Va bien, sono quasi le 9:45; alle 10:00 in punto ti voglio qui, con almeno dieci bambini, intesi?”
Che?! Voleva dire che avrei dovuto ‘procurarmi’ i marmocchi da sola?!
“Eh?! Vuoi dire che devo portare i bambini qui da sola?!” Chiesi alzando il tono di voce di un’ottava.
“Precisamente.” Rispose socchiudendo gli occhi.
“Ma loro conoscono te, non me! Cioè, voglio dire, si rifiuterebbero di venire sull’area pic-nic con una ragazza che non hanno mai visto prima! Tu dovresti prima presentarmi a loro!” Sbottai, gesticolando con le mani. Si, avevo lo stesso vizio di mia nonna: ogni tanto ero solita gesticolare con le mani.
“No, devi cavartela da sola! Devi dimostrarmi quello che sai fare… andiamo, non dirmi che non sei in grado di portare dieci bambini qui per giocare?!” Maledetto stronzo, non valeva! Sbuffai, scuotendo la testa.
Io e lui non saremmo mai potuti andare d’accordo, me lo sentivo!
Alzai le mani al cielo.
“Va bene, ci vado! Ma poi non lamentarti se verrò qui con due o tre bimbi al massimo!” Feci per andarmene, ma la sua risata mi fece bloccare sul posto, irritandomi più di quanto non lo fossi già. Aveva preso gusto a sfottermi, l’idiota!
Quanto sarebbe stato bello togliere un ombrellone dalla sabbia e usarlo per colpirlo in testa? Molto, sarebbe stato molto bello e liberatorio.
Bah, che pensieri mi venivano! E dire che non ero mai stata una tipa violenta…
Ignorai la sua risatina e mi guardai in giro, pronta a cercare i bimbi.
Ne intravidi uno sotto un ombrellone poco distante di lì, così mi affrettai a raggiungerlo, stando attenta a quei stramaledetti teli da mare stesi sulla sabbia.
Quando arrivai sotto l’ombrellone del bimbo, salutai cordialmente quella che forse era la madre.
“Buongiorno signora. Piacere di conoscerla, sono Nicole e sto facendo una prova per essere assunta qui e lavorare accanto a Zayn. Lo conoscete Zayn, vero?” Chiesi, porgendole la mano.
La signora si illuminò in un luminoso sorriso prima di stringermela.
“Piacere cara! Si, certo che conosco Zayn, è un ragazzo adorabile, non trovi anche tu?”
Già… adorabile quanto il vomito di un cavallo.
“Oh si, certo, è proprio adorabile.”
E bellissimo.
E quel pensiero da dove cazzo usciva?
La signora mi destò dalle imprecazioni che mi stavo mandando da sola parlando di nuovo.
“Immagino tu sia qui per venire a prendere mio figlio e portarlo a giocare. Nicholas, saluta la signorina.” Concluse la frase rivolgendosi al figlio.
Il bambino mi squadrò da capo a piedi, poi alzò un sopracciglio.
“E tu chi sei?”
“Ciao piccolo! Aw, quanto sei carino! Piacere, sono Nicole e sto facendo una prova per essere assunta qui e lavorare accanto a Zayn. Dai, vieni con me a chiamare altri bimbi e andiamo a giocare.” Gli dissi, facendogli l’occhiolino.
“C’è anche Zayn?” Chiese, corrucciando le labbra. “Perché se lui non c’è io non vengo.” Proferì infine, incrociando le braccia al petto.
A quanto pareva, Zayn era adorato da tutti su quella cavolo di spiaggia… Eh già, era troppo simpatico il ragazzo.
“Certo che c’è anche lui! Andiamo!”

Non fu per niente facile radunare almeno dieci bambini: alcuni non volevano venire, altri erano intenti a giocare in acqua, altri mi ignoravano…
Alla fine, fortunatamente, riuscii a fare un trenino composto da… nove bimbi.
Minchia, quel rompiballe ne voleva almeno dieci! Ero letteralmente nella cacca, tutto stava andando nel peggior modo possibile! Porca miseria, vuoi vedere che per un bambino mancante quell’idiota avrebbe pensato che fossi un’incapace, e di conseguenza avrebbe detto al Signor Smith di non commettere l’errore di assumermi?! Avrei fatto la fine di quel coglione di… come si chiamava? Ah, Martin! Martin, che per un punto perse la cappa… Una cosa del genere, se non erravo.
Ma non era colpa mia se i bambini non avevano voluto seguirmi, mica potevo portarli con la forza!
Mi trovai a passare accanto all’ombrellone dei ragazzi, sbuffando affranta.
“Hei, c’è qualche problema?” Mi chiese la ragazza riccia di prima: Celeste, se non sbagliavo, la fidanzata di Niall.
“Si… mi serve almeno un altro bambino da portare a giocare. Sono rovinata, Zayn me ne ha chiesti dieci.”
La sentii ridacchiare.
“Zayn non è terribile come pensi, non dirà nulla se ti presenterai con un bambino in meno, stai tranquilla.”
“Ma…” Feci per ribattere, ma la voce di Louis m’interruppe.
“Ti serve un altro bambino? Eccomi qua!” Proferì tutto contento.
Alzai gli occhi al cielo, scuotendo la testa divertita.
“La prossima volta Louis.”
Detto questo feci per andarmene, ma poi la sua frase “Andiamo bimbi!” mi fece capire che non stava affatto scherzando. Voleva davvero venire a giocare? Jesus Christ…

Arrivati sull’area pic-nic, trovai Zayn sdraiato su una panchina, intento a giocare col cellulare.
“Ehm… eccoci qui.” Dissi, mordendomi il labbro preoccupata.
Preoccupata perché mi mancava un bimbo, e ovviamente Louis non poteva essere definito tale… merda!
Zayn si alzò lentamente, stiracchiandosi e sbadigliando. Ma come se la prendeva comoda…
Esaminò attentamente i bimbi, poi mi guardò alzando un sopracciglio. Ma io glielo avrei rasato, prima o poi!
“Avevo detto dieci.”
“Non sono voluti venire.” Scattai subito sulla difensiva.
“E tu cosa ci fai qui? Vuoi giocare con noi?” Chiese poi a Louis, guardandolo divertito.
“Nah… devo andare al bar, a dopo.” E detto questo, si dileguò diretto appunto verso il bar, lasciandomi sola con Zayn e nove piccole pesti.
Il moro mi fissò attentamente, poi si decise a parlare.
“Vai a prendere la farina.”
Ma mi dava anche ordini?! Che nervoso…
“Aggiungere un ‘per favore’ no, eh?” Sbottai, incrociando le braccia al petto.
“No. Vai a prendere la farina.” Continuò.
Ok, forse lo faceva apposta per farmi irritare… Calma Nicole, calma.
“Dove devo andare a prenderla?”
“Al bar. Muoviti che è tardi. Ah, prendi anche l’acqua.”
Gonfiai le guance indispettita.
“E poi? Le serve qualcos’altro?” Aggiunsi per sfotterlo.
Lui non si era fatto troppi scrupoli a prendere in giro me, ebbene non l’avrei fatto nemmeno io! Eccheccavolo, io valevo!
“No.” Rispose secco, dopo aver fatto finta di pensarci su un attimo.
Sospirai e mi voltai, diretta verso il bar.

La ragazza dietro al bancone mi sorrise, avvicinandosi a me.
Aveva dei lunghi capelli lisci castani, legati in una coda di cavallo, mentre gli occhi erano scuri.
“Ciao, dimmi pure.” Proferì gentile.
“Ciao. Sto facendo una prova per essere assunta qui come animatrice e… e Zayn mi ha mandata a prendere della farina e dell’acqua.” Spiegai.
“Capisco. Aspetta, arrivo subito!”
Poco dopo la ragazza tornò, porgendomi una busta di farina e una bottiglia d’acqua da due litri.
“Comunque io sono sicurissima che ti prenderanno. Mi sembri una ragazza in gamba, davvero! Piacere, io sono Kimberly.” Si presentò.
“Piacere mio, sono Nicole.”
E detto questo, corsi spedita verso l’area pic-nic, pensando che mai come quella mattina mi era capitato di ripetere il mio nome così tante volte.

“Ma vuoi stare attento?!” Sbottai, nel momento esatto in cui la mano di Zayn, sporca di farina, mi toccò accidentalmente i capelli.
“La prego di scusarmi.” Rispose sghignazzando, dandomi del lei esattamente come io avevo fatto con lui poco prima, chiaramente per prendermi in giro.
Non era il caso di rispondergli male, decisamente no. Non dovevo dimenticarmi che la mia assunzione si trovava nelle sue mani.
Guardai i bimbi, intenti a pasticciare con acqua e farina; sembrava si stessero divertendo, per una volta tanto mi era venuta un’idea buona. Tuttavia erano davvero teneri!
Quando il Mini Club finì, io e Zayn accompagnammo i bambini sotto i rispettivi ombrelloni, poi mi diressi verso la riva del mare, per sciacquarmi un po’ la faccia.
“Già stanca?” Chiese indifferentemente Zayn, dopo avermi raggiunta sulla riva.
“No.” Fu la mia secca risposta, accompagnata da una smorfia altezzosa.
Il moro fece spallucce, poi diede un’occhiata all’orologio.
“Abbiamo una mezz’oretta libera, poi dobbiamo occuparci della lezione di acquagym e…”
Troncai a metà il suo discorso.
“Aspetta! Allora, io non ho mai fatto l’istruttrice di acquagym in diciotto anni della mia vita e…”
Questa volta fu Zayn a troncare il mio discorso.
“Hai diciotto anni?! Sembri più vecchia.” Si prese ancora una volta gioco di me, ridacchiando.
Roteai gli occhi. Ma forse sfottermi era diventato il suo hobby preferito?
“Meglio che avere la faccia da coglione come te. Comunque, stavo dicendo, non ho mai fatto l’istruttrice di acquagym, quindi mi dispiace ma dovrai essere tu a farlo, almeno per oggi, in modo che io possa imparare i passi.” Zayn scosse la testa, fissandomi poi divertito.
“Nel tuo vocabolario non esiste la parola improvvisare?
Cos.. com.. che?! Voleva che improvvisassi?! Ma quello era tutto scemo! O fumava roba pesante o il sole gli aveva dato alla testa… Come minchia facevo ad inventarmi i passi così su due piedi?! Io che sapevo fare sì e no la corsa sul posto e la circonduzione delle braccia… Cavoletti, ero nella cacca, ancora una volta.
Ricorda che alla fine sarà lui a dire al Signor White se puoi essere assunta o meno.
Accidenti, era vero! Il mio cervello, purtroppo, suggeriva sempre il giusto.
“Va bene, improvviserò.” Gli dissi decisa.
“Ti conviene. Vado a bere qualcosa, a dopo.” Si congedò, dirigendosi verso il bar.
Che l’acqua, la coca, il tè, la Vodka, il whisky o qualunque altra cosa deciderai di prendere ti vada di traverso.
Mamma mia, come ero cattiva…
Sospirai, cominciando a tracciare strane linee con le dita dei piedi sulla sabbia bagnata.
Sobbalzai nell’esatto momento in cui sentii qualcosa picchiettarmi l’avambraccio.
Abbassai lo sguardo, trovandomi davanti agli occhi la piccola figura di un bambino sui cinque anni. Non l’avevo mai visto, non era uno dei bimbi che aveva giocato poco prima con me e Zayn. I suoi occhietti blu, inoltre, erano pieni di lacrime.
Aggrottai la fronte, poi mi abbassai per raggiungere più o meno la sua altezza.
“Hei piccolo… cos’è successo, perché stai piangendo?” Chiesi preoccupata.
“Mi… sono perso.” Riuscì a dire prima di iniziare a singhiozzare.
Lo presi in braccio, mordendomi il labbro inferiore.
“Non ti preoccupare, ti aiuterò io a trovare i tuoi genitori… Con chi sei venuto al mare? Sei di questo lido?”
Il bambino non disse nulla, continuava a piangere e tremare contro il mio petto.
Sospirai, poi feci per dirigermi verso l’ombrellone dei ragazzi.
Magari loro lo conoscevano…
“Ragazzi, conoscete questo bambino?” Chiesi, una volta che mi fui avvicinata a loro.
Si voltarono di scatto nella mia direzione, posando curiosi i loro sguardi sul bimbo che tenevo in braccio.
“No… cos’è successo?” Domandò Liam, aggrottando la fronte.
“Mi ha detto che si è perso.”
“Vai dal Signor White allora. Vedrai che lui saprà cosa fare.” Mi suggerì Deborah, la ragazza bionda di prima, sorridendo gentile.
“Si, certo, ci vado subito. A dopo.”

Raggiunsi in fretta il bar, notando Zayn che sorseggiava tranquillo una bibita.
Distolsi lo sguardo e lo puntai alla cassa dove si sarebbe dovuto trovare il signor White e che, accidenti, era vuota.
Imprecai mentalmente, sedendomi presso un tavolino e cercando di tranquillizzare il bimbo, che non aveva smesso un attimo di singhiozzare.
“Chi è questo bambino? Cos’è successo? Perché sta piangendo?” Chiese Zayn, sedendosi di fronte a me.
“Si è perso… Non c’è il Signor White?”
“E’ lì, non lo vedi?” Mi disse, indicando un tavolino non molto distante dal nostro.
“Che stiamo aspettando?! Andiamo a chiedere aiuto, no?” Sbottai, alzandomi dalla sedia per raggiungerlo.

Una volta spiegatagli la situazione, il Signor White fece un annuncio utilizzando il microfono, dicendo che c’era un bambino perso con il costume rosso e che i genitori erano pregati di raggiungere il bar.
Quando nessuno venne a prenderlo nonostante fosse passato un quarto d’ora, cominciammo seriamente a dubitare che i suoi genitori si trovassero sullo stabilimento ‘The little mermaid”.
Magari si trovavano su qualche altro lido e lo stavano cercando; tuttavia il bimbo non fu per niente d’aiuto. Infatti, rispose ad ogni nostra domanda con un ‘non lo so’ singhiozzato tra le lacrime.
Forse dovevamo occuparcene io e Zayn…
Il moro parve avere i miei stessi pensieri.
“Signor White, ce ne occuperemo noi. Andremo in giro per la spiaggia e vedremo di trovare i suoi genitori. Per la lezione di acquagym, ci faremo sostituire da alcuni amici… Va bene per lei?” Chiese, mordendosi il labbro.
Seguii attentamente quel gesto, poi riportai immediatamente la mia attenzione al proprietario del lido, che aveva iniziato a parlare.
“Va benissimo. Andate, su. Ah, e dite ai vostri sostituti di raggiungermi sul bar.”

“Zayn, ma i tuoi amici che devono sostituirci sono forse…”
Il ragazzo interruppe nuovamente la mia frase a metà, sghignazzando.
“Oh, se faremo in tempo vedrai al nostro ritorno… ci sarà da ridere.”
Lo guardai stranita, continuando a camminare con il bambino in braccio.
Ad un certo punto si bloccò, sorridendo sghembo.
“Dallo a me, lo porto io.” Mi disse, prendendolo in braccio delicatamente e sorridendogli dolcemente.
Era la prima volta che lo vedevo sorridere in quel modo, e con quell’espressione in volto era proprio… carino e adorabile, tanto che venne anche a me da sorridere.
Mi diedi mentalmente della cogliona, poi lo seguii fino all’ombrellone dei ragazzi.
“Niall! Harry! Andate sul bar, vi vuole il Signor White.” Proferì Zayn dopo aver chiamato i due. Ah, erano dunque loro quelli che avrebbero dovuto sostituirci, a quanto pareva…
“Perché ci vuole?” Chiese dubbioso Niall.
“Perché ci vuole?” Chiese pure Harry, come se il suo amico biondo non l’avesse già chiesto. Feci per rispondere al posto di Zayn, ma il lieve colpetto che mi diede di nascosto con il gomito mi fece intuire che dovevo stare zitta.
“Andate, ci vediamo dopo. Vieni, Nicole.” Mi disse poi, facendomi un cenno con la testa.
Lo seguii salutando i ragazzi con un piccolo gesto della mano.
Quando fummo abbastanza lontani, gli chiesi spiegazioni.
“Perché non hai voluto dire ai ragazzi che dovevano sostituirci?”
“Perché si sarebbero rifiutati.” Rispose in tono ovvio, trattenendo a stento una risata. “Vedrai che con il loro modo di muoversi da scimmie del Paleolitico, ci sarà da divertirsi…” Aggiunse poi.
“Sei proprio stronzo.” Constatai, scuotendo tuttavia la testa divertita.
“Nah, per uno stupidissimo dispetto… Sapessi quanti di quegli scherzi, ci siamo fatti a vicenda.” Sorrise al solo ricordo.
Feci spallucce, riportando la mia attenzione sul bambino.
“Non preoccuparti piccolo, ti aiuteremo a trovare i tuoi genitori.” Gli dissi, cercando di rassicurarlo.

Io, Zayn e il bambino, che avevamo scoperto si chiamava Jason, giungemmo al lido che seguiva il nostro, ‘The five sense.’
Avevamo deciso di recarci sul bar di quest’ultimo per chiedere al proprietario di fare l’annuncio col microfono esattamente come aveva fatto il Signor White poco prima, ma una signora ci venne incontro in lacrime.
Era la madre di Jason, che ci ringraziò per esserci presi cura di lui. Se ne andò poi felice, rimproverando però il piccolo e spiegandogli che non era mai un bene allontanarsi troppo da lei e che era stato fortunato a trovare due ragazzi come noi, che lo avevano aiutato.
“Beh, tutto è bene quel che finisce bene, no?”
Me ne uscì con quel detto improvvisamente, per spezzare il silenzio imbarazzante che era sceso tra me e Zayn dopo che la signora se ne era andata.
“Già.”
Zayn mi guardò per un attimo, ma quell’attimo bastò a farmi sentire in imbarazzo.
“Andiamo?” Chiesi poi, fissando il mare.
“Si, andiamo.”

Quando giungemmo sul nostro lido, notammo subito un ammasso di persone radunato sulla riva.
Sentii Zayn ridacchiare, così mi girai nella sua direzione, alzando un sopracciglio in una domanda muta.
“Vai a vedere tu stessa.” Disse, avviandosi a passo svelto verso la folla.
Lo raggiunsi poco dopo, e quando fui abbastanza vicina a quelle persone, non potei far a meno di trattenere una risata nel vedere Harry e Niall cercare di fare acquagym.
Si movevano senza voglia, goffamente, inoltre si pestavano i piedi a vicenda; uno spettacolo insomma.
“Ma il Signor White non si arrabbierà nel vedere quei due fare acquagym in quel modo?” Chiesi divertita a Zayn, indicandoli.
“Nah… per lui l’importante è intrattenere le persone, farle divertire insomma. E direi che loro ci stanno riuscendo alla grande.” Rispose sorridendo.
Concordai con lui; in fondo, l’importante era divertirsi.

Una volta finita la lezione di aquagym, Niall ed Harry lanciarono a Zayn uno sguardo di fuoco.
“Questa ce la paghi.” Disse il biondo socchiudendo gli occhi.
“Guarda che ti stacchiamo la testa a morsi e ti prendiamo a sprangate.” Aggiunse poi il riccio.
“Ah, vi devo ricordare quella volta in cui mi avete rasato il sopracciglio nel sonno?!” Rispose prontamente Zayn.
Che? Gli avevano veramente rasato il sopracciglio?! Allora quell’idea allettante non era venuta solo a me… Quelli erano tutti pazzi…
Tuttavia non c’era davvero rabbia nei loro toni di voce, stavano semplicemente scherzando.
“E’ acqua passata.” Rispose Niall, incrociando le braccia al petto.
“E poi eravamo tra di noi e soprattutto era una cosa meno grave, tu ci hai fatto fare una figura di merda in pubblico.” Aggiunse Harry.
“Idiota! Sono pur sempre dovuto uscire da casa, no?” Sbottò Zayn, alzando gli occhi al cielo.
Cavolo, mi mancavano solo i pop corn…
“Ma zitto che secondo me le persone non ci hanno fatto nemmeno tanto caso! E poi non te l’abbiamo mica rasato tutto! Solo un piccolo tratto verticalmente, nulla di che!” Niall si affrettò a precisare.
“Ma andate a cagare!” Disse poi Zayn, roteando gli occhi.
Niall ed Harry scoppiarono a ridere, seguiti a ruota da Zayn.
“Comunque voi due avete un futuro da clown del circo!” Osservò il moro cominciando a ridere ancor più di prima.
Risi anche io, divertita da tutta quella situazione e dagli insulti che gli lanciarono poi Niall ed Harry.

La Baby Dance fu senza dubbio l’esperienza più umiliante della mia vita; che vergogna ballare le canzoni per i bambini insieme a loro!
Seguì poi il gioco aperitivo, di cui se ne occupò Zayn e che venne vinto da Louis.
L’aperitivo, però, gli venne praticamente tolto di mano da Liam, che lo bevve senza farsi troppi problemi.
Trattenni a stento una risata e mi diressi verso l’area pic-nic per mangiare, dal momento che la pausa pranzo era iniziata.
Recuperai la borsa che avevo nascosto per bene poche ore prima, e ci frugai dentro alla ricerca del panino col salame. Mi sedetti comodamente presso un tavolino, fissandolo. Il panino si, stavo fissando il panino.
Lo sai, o mio caro panino, che questa mattina ho fatto tardi per poterti avere?
Oh mio Dio ma che mi ero fumata?! Parlavo pure coi panini ora?
Una voce mi destò dai miei pensieri.
“Mangi da sola?”
Zayn. Cosa minchia voleva?
Feci spallucce, dando un morso al mio delizioso panino, che delizioso lo era davvero.
Con molta nonchalance, Zayn si sedette di fronte a me, posando sul tavolo un vassoio pieno di roba da mangiare acquistato al bar, probabilmente.
E quello che significava? Voleva mangiare con me?!
Uh Jesus Christ…







Note dell'autrice.


Salve a tutti, belli e brutti! :)
(No scherzo, siete tutti belli u.u)
Ah, e buon Ferragosto! Forse non è normale pubblicare un capitolo proprio oggi, ma ero già leggermente in ritardo e il senso di colpa iniziava a farsi sentire... Cx
Allora, parliamo subito del capitolo: dico subito che inizialmente non avevo intenzione di interromperlo dove l'ho interrotto, ma scrivendo mi sono dilungata troppo e non volevo annoiarvi ulteriormente... queste 21 pagine bastano e avanzano. ;)
Vi ho introdotto tre nuovi personaggi: Noelle, Celeste e Deborah, che sono rispettivamente le ragazze di Harry, Niall e Louis, mentre invece Liam... eh, poi vedrete, non vi anticipo nulla. :P
Vi dico solamente che no, non si metterà in mezzo a Nicole e Zayn, c'è già Mary che basta e avanza! ;)
Questo più che altro è un capitolo di passaggio, il prossimo sarà decisamente più interessante...
Spero di essere riuscita a strapparvi un sorriso. c:
Per qualsiasi cosa, contattatemi o qui su EFP o su Twittah, dove sono @RockMe06.
Un'ultima cosa, non mi odiate troppo: se avete voglia di leggere qualcosa di dolce e romantico, qui c'è la mia One Shot My heart knew you'd come back.
Va bene, me ne vado che già vi ho rotto abbastanza.
Un bacione enorme!
Veronica
   
 
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