Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: Black Mariah    15/08/2013    1 recensioni
-Klaroline-
Riguardò di nuovo l’ibrido di fronte a lei. Il suo petto si alzava e si abbassava lentamente.
Klaus la stava guardando con uno sguardo strano, in attesa che lei dicesse qualcosa e fu in quel momento che lei capì, che vide una luce strana dentro gli occhi blu dell’ibrido. Come era potuto succedere?
-Sei umano…- disse a bassa voce, mentre sia i suoi occhi che quelli di Klaus si riempirono di lacrime.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Fame

 

 
-Caroline ma che ti è preso?- le chiese Elena preoccupata, chiudendo lo sportello della macchina.
-Io…non lo so- rispose la vampira guardando fisso di fronte a sé.
Non riusciva a levarsi dalla testa l’immagine di Klaus che succhiava il suo sangue, delle sue labbra che delicate baciavano quasi la sua ferita.
Scosse la testa.
-E’ che era lì, con un tagliacarte nello stomaco!- esclamò come se fosse ovvio. –Tu non l’hai visto nella foresta, Elena, non hai visto quanto stesse soffrendo fisicamente…- aggiunse, ricordandosi del primo pomeriggio.
Per quanto Klaus potesse essere uno psicopatico omicida, doveva ammettere che non aveva mai fatto nulla per farle del male, a parte quella volta in cui aveva rapito lei e Tyler per il sacrificio.
-Caroline, è Klaus! L’hai visto! Non ha perso tempo a tentare di ammazzarsi solo per farci capire che dobbiamo stare ancora ai suoi ordini!- esclamò Elena partendo.
-Elena, noi non siamo così…- disse la bionda –Bonnie non è così…Noi aiutiamo le persone! Non le feriamo o ricattiamo come fa lui!-
A quelle parole Elena sembrò capire cosa Caroline intendesse. Ed era vero. Loro non ricattavano, non facevano del male alla gente.
-Che cosa suggerisci di fare?- chiese la mora.
-Non lo so- commentò Caroline. –Magari, tenerlo al sicuro fino a quando non capiamo cosa possiamo farcene della sua umanità e come possiamo farlo ritornare vampiro- buttò giù. –Non mi fido a farlo stare con Damon. Probabilmente Klaus lo provocherà così tanto che lo costringerà a fargli del male-
-C’è Stefan con lui…- ricordò Elena all’amica.
-Sì, ma Stefan non ci sarà sempre!- disse con tono di ovvietà Caroline.
-Beh, vorrà dire che in questo periodo non staremo molto insieme…- disse a voce bassa Elena.
-Scusami- disse Caroline rendendosi conto di aver esagerato. Non poteva di certo scaricare la sua frustrazione su Elena.
Qualche minuto dopo la vampira accompagnò Caroline a casa ed entrambe si salutarono.
La bionda camminò attraverso il vialetto di casa e poi entrò.
Si sentiva così strana, quasi angosciata, ma non riusciva a capire da che cosa.
Aveva bisogno di farsi una doccia e schiarire le idee. Erano successe troppe cose in quel pomeriggio: Klaus umano, lei che si nutriva da lui, Klaus aspirante suicida e poi lei che repentina gli aveva offerto il suo sangue.
“E’ perché mi ha salvato” si disse tra sé. “Dovevo ricambiargli il favore”
Ripensò al sapore del suo sangue e a come si era sentita dopo che l’ebbe bevuto. Aveva provato una sensazione strana, mai capitata prima di allora. Il sangue di Klaus era diverso da quello degli altri, forse era dovuto al fatto che fosse un ibrido o forse al fatto che fosse un originale; rimaneva però il fatto che fosse diverso, più energico, più saporito.
Ripensò a quel gusto, a come caldo quel liquido vitale le aveva riempito la bocca. Il suo cuore fece un sussulto nel petto. Doveva smettere di pensare a quelle cose.
Gettò i vestiti a terra e si mise nella doccia. Sperava che l’acqua scacciasse via i suoi strani pensieri ma fu più forte di lei. Chissà cosa stava facendo in quel momento.
Come doveva sentirsi? Ritornare umano dopo ben mille anni era un bello shock anche per uno come lui. Forse aveva bisogno di aiuto, di qualcuno che gli aiutasse ad accettare la sua temporanea situazione. Ma poi perché non riusciva a toglierselo dalla testa?
Forse perché non avrebbe mai voluto che succedesse a lei.
Le mancava la sua esistenza da umana, ma doveva ammettere che da quando era diventata una vampira era una persona decisamente migliore, meno superficiale, meno anonima.  E doveva ogni cosa a Stefan, il primo che aveva creduto in lei, il primo che aveva visto in lei qualcosa di più degli altri. Aveva visto qualcosa che nemmeno lei era riuscita a vedere dentro si sé.
Uscì dalla doccia, prese una sacca di sangue e decise di mettersi a letto. L’indomani ci avrebbe riflettuto su’.
 
Klaus era seduto al centro del grande divano di pelle di casa Salvatore. Si era alzato da poche ore ed era rimasto praticamente immobile a fissare i tantissimi libri che Stefan e Damon avevano in soggiorno. Era una casa carina dopo tutto, la sua era di certo la migliore, però quella era carina, accogliente per lo meno.
Sentiva il fresco della pelle del divano sotto i suoi polpastrelli, percepiva il vento sbattergli leggermente sulla faccia, ma niente di più.
Non sentiva nulla, attorno a lui c’era quasi un silenzio tombale. Era quasi assordante. Sapeva che Damon e Stefan erano rinchiusi nelle cantine a parlare di lui, ma non poteva farci nulla. Non poteva usare il suo udito da vampiro, né tanto meno piombare all’improvviso con la sua velocità. Era inutile. Era innocuo. Era insofferente.
Quella era la più brutta delle punizioni che gli fossero mai state inflitte. Erano secoli che non provava quella sensazione di  terribile impotenza e così come durante la notte, la parte più umana di lui, quella più emotiva, riapparve, uscendo sotto forma di una leggera lacrima che gli rigò il viso.
Era un supplizio atroce. Avrebbe preferito morire, andarsene per sempre piuttosto che restare e far finta di vivere.
Per un attimo gli balenò in mente l’idea di pugnalarsi di nuovo, ma la abbandonò subito. Quella sarebbe stata l’ultima cosa da fare, caso mai quella strega malefica non avesse trovato un modo di farlo ritornare vampiro.
Si alzò e si diresse verso il bancone dei liquori. Si riempì il bicchiere con un po’ di Wiskey e poi ritornò a sedere. Avrebbe decisamente preferito uno dei suoi vini pregiati ma dovette accontentarsi.
Improvvisamente sentì un languore allo stomaco, era qualcosa di molto simile alla sete di sangue, ma sostanzialmente differente.
Aveva fame.
Ma non fame da vampiro.
Aveva fame da umano.
Un’immensa fame da umano.
Innervosito da quel bisogno, andò in cucina e aprì il frigorifero. Avrebbe voluto urlare e rompere tutte quelle inutili credenze piene di bicchieri di cristallo.
Il frigo era vuoto. Non c’era nulla di nulla.
Mentalmente si maledì. Di certo non avrebbe potuto trovare gran ché in casa di due vampiri.
Non avrebbe mai detto a Damon e Stefan di quel suo bisogno. Preferiva morire di fame piuttosto che rivolgersi a loro.
Il più piccolo dei Salvatore gli apparve improvvisamente alle spalle e Klaus sussultò leggermente. Naturalmente non aveva sentito il minimo rumore.
Il vampiro lo guardò con uno sguardo quasi comprensivo e sorrise leggermente.
-Andremo a comprarti qualcosa da mangiare- fece gentile.
-Non ho bisogno di niente. Sto bene- ringhiò Klaus superandolo e ritornando nel salotto.
-Dov’è Damon? Se né andato?- fece guardandosi attorno.
-E’ andato da Bonnie a vedere se ha fatto progressi- rispose il vampiro.
-Oh, bene. Vedo che il mio messaggio è stato recepito- mugolò soddisfatto. –Quindi siamo solo io e te?- aggiunse. –Soli soletti…Sicuramente una mattinata con me non vale quanto una passata con Elena-
-Klaus, non usare questi trucchetti con me. Rimarrai qui, e sarai sorvegliato. Elena potrà aspettare- rispose calmo Stefan, seguendolo.
-E hai intenzione di accompagnarmi anche in bagno?- gli chiese sarcastico Klaus.
Stefan si avvicinò di più a lui, quel tanto che bastava da mettergli uno di fronte all’altro.
-Chi mi dice che non ti annegheresti nella vasca da bagno?-
-Avete una vasca da bagno?!- esclamò Klaus –Perfetto! Ho trovato come passerò questa giornata-
Il vampiro studiò i movimenti dell’ibrido.
-Puoi fingere con Damon, ma con me non ci riesci- commentò il più piccolo dei fratelli.
Klaus gli indirizzò uno sguardo assassino. Odiava Stefan, e odiava il fatto che era così umano.
-Non so di cosa tu stia parlando- buttò lì, girandosi di spalle.
-Andiamo Klaus, te lo si legge in faccia. Questa cosa ti ha sconvolto. Ammettilo-
-No, tesoro. Non mi ha sconvolto, perché stasera mi farete ritornare com’ero- replicò Klaus con tono di sfida.
-E se non ci riuscissimo?- chiese lentamente Stefan.
Klaus si girò lentamente dalla sua parte. Se fosse stato un vampiro in quel momento gli avrebbe sicuramente spezzato il collo.
-Oh, ma voi ci riuscirete- commentò l’ibrido.
-Sai anche tu che c’è una forte possibilità che questo non accada. Allora che farai? Continuerai a pugnalarti fino a quando non morirai davvero?- chiese Stefan.
-Potrebbe essere un’ipotesi- sussurrò quasi Klaus.
Stefan aveva ragione. Per quanto ancora tutto girasse attorno a lui, doveva ammettere che la percentuale che l’incantesimo di Bonnie fallisse era alta. Ci aveva pensato per tutta la notte.
-Klaus io la sento- disse improvvisamente Stefan –Percepisco la tua angoscia, la tua frustrazione, la tua sofferenza, le tua rabbia…- iniziò a dire. –Io la sento-
-Perché ti dovrebbe importare? Ti ho rovinato l’ultimo anno della tua vita. Non mi aspetto niente da te- ringhiò Klaus ferito nell’orgoglio. Odiava essere un fottutissimo umano!
-Nemmeno io mi aspetto niente da te, ma sai le cose cambiano. Essere un vampiro amplifica tutto, esce fuori il vero lato di te, e forse anche in vita sarai stato un bastardo cinico e calcolatore, ma la condizione umana cambia ogni cosa. Forse riuscirai a provare emozioni che non hai mai provato fino ad adesso e che pensavi di aver dimenticato per sempre…- continuò.
Klaus lo guardò con occhi carichi di emozione. Non sapeva nemmeno lui cosa stesse provando. Sapeva che il discorso di Stefan non faceva una piega ed era proprio di quello che lui aveva paura. Aveva paura di provare emozioni umane. Era vero, non sarebbero state pure come quelle che provava da vampiro, ma sarebbero state sincere, deboli.
-E’ questo che spero- aggiunse qualche secondo dopo Stefan.
Klaus rimase in silenzio.
Il più piccolo dei Salvatore era la cosa più vicina ad un amico che avesse mai avuto. Aveva disperatamente cercato la sua approvazione in tutto quel periodo, ma aveva sempre sbagliato, troppo preso dai suoi giochi di potere.
Inaspettatamente Stefan gli diede una pacca sulla spalla e a Klaus venne il mal di stomaco.
Nessuno aveva mai cercato di rassicurarlo. Non sapeva nemmeno cosa significasse. Nemmeno Rebekah l’aveva mai fatto, forse perché lui non gliene aveva dato mai modo.
-Oh, giusto in tempo!- esclamò poi il vampiro dirigendosi verso la porta.
Klaus lo guardò avvicinarsi all’ingresso.
Odiava non poter sentire cosa gli capitasse attorno.
Stefan aprì la porta con un sorriso e di fronte si ritrovò una Caroline sorridente, ma un po’ imbarazzata.
Quando la vide Klaus ebbe un sussulto.
Era dovuto alla sua condizione umana, era ovvio. Tutti sapevano della sua fissazione per Caroline, se stesso compreso, ma non aveva mai provato quello strano fastidio allo stomaco. O forse era la fame? Non ci stava capendo più nulla.
La vampira entrò raggiante nell’atrio, mostrando soddisfatta una busta di carta del Mystic Grill.
-Ho portato la colazione!- sorrise allegramente. –Sapete, stamattina mi sono alzata e ho pensato “Dopo mille anni passati a bere sangue e a mangiare così, tanto per finta, uno dovrebbe avere una fame da lupi!”- concluse guardando i due di fronte a sè.
-O forse dovrei da ibrido?- aggiunse ridendo. –Ok, pessimo gioco di parole!- esclamò scoppiando a ridere.
Stefan rise, pensando al fatto di come fosse raggiante quella ragazza, e andò a salutarla. Klaus d’altro canto, accennò un sorriso e alzò gli occhi al cielo scuotendo la testa.
Il vampiro si sporse verso di lei per salutarla e poi con tono gioviale disse –Finalmente! Non ne potevo più di sentire i crampi allo stomaco di Klaus!-
A quelle parole l’ibrido avvampò.
Si odiava! Con tutto se stesso!
Per la prima volta dopo tanto tempo sentì le guance arrossire leggermente e quasi se ne vergognò, soprattutto perché Caroline se ne accorse e sorrise leggermente.
Sembrava un bambino a parere suo, ecco cos’era. Tutte quelle attenzioni lo infastidivano. Sapeva che tutti si stavano comportando in maniera gentile con lui solo per tenerlo calmo, e questa era la cosa che più lo innervosiva. Nessuno credeva davvero a ciò che stava facendo.
-Non ho fame!- esclamò imbronciato andando a sedersi sul divano.
Stefan e Caroline si scambiarono uno sguardo di intesa. Avevano capito che l’orgoglio di quell’ibrido non gli avrebbe mai permesso di farsi aiutare da loro.
La vampira così sfoderò il suo lato da Barbie, che sapeva avrebbe fatto sciogliere Klaus.
-Oh andiamo! Hai deciso di farti morire di fame per caso? Se è così sappi che morirai fra più di una settimana allora!- disse, posizionandosi davanti a lui e sventolandogli la busta con i cornetti e il cappuccino.
-Mi state dando tutti grandi idee per la mia imminente fine! Devo ringraziarvi!- commentò sarcastico Klaus. Doveva ammettere che quei cornetti avevano un profumo invitante, riusciva a sentirlo anche allora che era umano.
Caroline lo guardò divertita. Era un testardo della miseria, anche così. 
-Davvero?- disse con un tono di voce ammiccante. Si mordicchiò un labbro. Il trucco di vecchia data della bionda provocatrice funzionava sempre.
Aprì lentamente la busta e la posizionò sotto il naso di Klaus. Il biondo inspirò a fatica l’aroma delle brioche e il suo stomaco fece rumore.
Caroline scoppiò a ridere. Non era così male dopotutto. Era come un bambinone cocciuto.
Klaus sembrò imbarazzarsi di nuovo.
Dio, era così debole.
-Molto bene- fece Caroline ritraendo la busta e chiudendola.
Klaus la fulminò con lo sguardo.  -Li mangeremo io e Stefan. Fra un po’ verrà anche Elena e ne daremo uno anche a lei- disse con fare di sfida, dirigendosi verso il tavolo da pranzo e lasciando lì la busta.
Prese un cornetto e guardando Klaus negli occhi, lo addentò. Dello zucchero a velo le sporcò la punta del naso.
L’ibrido stava continuando a guardarla con insistenza.
Aveva una fottutissima fame, e lei di certo non lo stava certamente aiutando. Allo stesso tempo sentiva lo stomaco intrecciarsi per l’emozione. Caroline era una creatura bellissima, e tutta questa faccenda dell’umanità gli stava ulteriormente aprendo gli occhi a riguardo.
La vampira, con la punta del dito, prese della cioccolata colante.
Lentamente, senza smettere di guardare Klaus, se lo portò alla bocca e iniziò a leccarlo.
Si stava divertendo da matti a provocarlo.
Klaus d’altro canto stava pensando a tutto tranne che alla cioccolata. La vista di Caroline in quel modo gli ispirava tutto, tranne che mangiare, ma aveva capito il suo giochetto e lui adorava giocare, soprattutto con lei.
Si alzò improvvisamente, pregando con tutto se stesso che il suo stomaco non brontolasse nel momento decisivo, e si avvicinò a lei.
Caroline ebbe un leggero mancamento, ma cercò di non darlo a vedere. Per quanto Klaus la irritasse, doveva ammettere che era quasi un Adone nella sua figura maestosa ed elegante, mentre sicuro attraversava la stanza.
Quando le fu abbastanza vicino da sentirne il respiro sulla pelle, chiuse un attimo gli occhi e quando gli riaprì, gli occhi azzurri di Klaus erano puntati nei suoi.
Lo sentì deglutire e poi lo vide alzare il braccio lentamente, sporgendosi ancora di più verso di lei.
Il rumore del suo cuore era quasi assordante, ma era la cosa più bella che Caroline avesse mai sentito.
Nel momento in cui Klaus le poggiò le dita sul naso per pulirlo dallo zucchero a velo, sentì il cuore dell’ibrido accelerare e battere con insistenza.
-Bel trucchetto, amore. Però, con uno come me devi impegnarti di più- le sussurrò l’ibrido, senza staccare il suo sguardo magnetico dagli occhi celesti della vampira. In pochi secondi si allontanò da lei e ritornò sul divano.
Caroline rimase immobile.
Era stato intenso.
Scosse leggermente la testa e cercò di riprendersi. L’aria era ancora impregnata del profumo di Klaus e piano, inspirò profondamente, come a volerne respirare fino all’ultimo, prima che svanisse del tutto.
Il biondo era girato, e stava guardando un punto indefinito della stanza. Doveva decisamente prendere aria.
 
Klaus si guardò attorno dopo una decina di minuti. Stranamente nel soggiorno non c’era più nessuno. Neanche Caroline. Si maledisse per la centesima volta di non aver sentito nulla e poi si alzò facendo un giro per la stanza.
Era molto strano che l’avessero lasciato solo. In quella stanza c’erano così tante cose che avrebbero potuto ferirlo.
Si avvicinò al tavolo da pranzo. Una volta Elijah gli aveva raccontato di una cena a casa di Damon che non era finita a buon fine, infatti si era ritrovato il pugnale impregnato di cenere di quercia bianca nel cuore, e sorrise.
C’era ancora la busta di cartone con i cornetti e la sua fame si era placata solo per qualche minuto, subito dopo il momento ravvicinato con Caroline.
Cercando di non far rumore, in modo tale che i vampiri non potessero sentire il rumore della busta aprirsi, prese un cornetto e lo spezzò in due, assaggiandolo.
Era una goduria, doveva ammetterlo. E doveva ammettere anche che un solo cornetto non avrebbe placato la sua fame umana.
Ne prese silenzioso un altro e lo addentò. Ci stava davvero prendendo gusto, e poi Caroline gliel’aveva comprati in maniera così caritatevole che quasi gli dispiacque della sua scenetta orgogliosa di prima.
-Ah! Beccato!- urlò Caroline uscendo dalla cucina e indicandolo con il dito.
Klaus si spaventò così tanto che un pezzo di brioche gli andò di traverso e iniziò a tossire rumorosamente.
La vampira sgranò gli occhi, il ragazzo era diventato paonazzo.
-Oh merda!- esclamò avvicinandosi con la sua velocità da vampira. Senza pensarci due volte gli iniziò a dare delle pacche sulla schiena fino a quando non avesse inghiottito.
-Caroline, basta, sto bene!- disse Klaus ad un certo punto –Hai sentito sto bene!- ripetè più forte quando la vampira sembrò non sentire. -Caroline!- urlò quasi con quel suo accento così sensuale.
–Così mi spezzi la spina dorsale!- concluse, guardandola quasi con odio.
Non era più un vampiro e la forza di Caroline era leggermente sproporzionata rispetto alla sua.
-Oh Cielo, scusami!- esclamò la bionda quando sembrò aver capito quale fosse il problema.
-Non l’ho fatto apposta!- disse seriamente preoccupata.
Fantastico! Avrebbe dovuto anche stare attenta a quanta forza metteva nelle cose che faceva con lui.
-Oh, lo spero, amore- commentò Klaus tra l’arrabbiato e lo scocciato. Non sapeva quanto avrebbe potuto resistere ancora in quelle condizioni.
Per un secondo i due si guardarono negli occhi in silenzio e poi Caroline scoppiò a ridere.
-Stai ridendo di me?- chiese irritato l’ibrido guardandola di sottecchi.
-No- fece Caroline comprensiva –Sto ridendo del fatto che sei così orgoglioso che non vuoi ammettere di avere fame, e che siccome non volevi accettare la colazione che ti ho portato, hai rischiato di strafocarti perché la stavi mangiando di nascosto!- concluse.
Klaus la guardò e dopo aver alzato gli occhi al cielo sorrise.
-Quello che è piombato nella stanza urlando non sono di certo io…- commentò ammettendo la sconfitta.
-Avresti fatto la stessa cosa!- rispose Caroline –Dovevi vederti mentre ti abbuffavi di cornetti al cioccolato! Sembravi un bambino che ha scoperto il posto nascosto dei dolci!- concluse aprendo il bicchiere del cappuccino, svuotandoci una bustina di zucchero e porgendogliela a Klaus.
L’ibrido la guardò per qualche secondo, era così gentile con lui, malgrado tutte le cose che gli avesse fatto.
-Grazie, dolcezza- mormorò, portandosi il bicchiere alle labbra.
Caroline sorrise. Klaus umano non era poi così tanto male, o per lo meno, non aveva ancora subito minacce o giochi subdoli da lui.
-Faremo questa commedia anche per il pranzo e la cena?- gli domandò la vampira sorridendo leggermente.
Klaus abbassò lo sguardo, sperando che Caroline non sentisse come il suo cuore avesse preso a battere più veloce.
-Vedremo- rispose lui continuando a sorseggiare il cappuccino.
 

***
Olè! Lo so, aggiornare il giorno di Ferragosto è un po' triste, ma oggi, a parte mangiare, non avevo nulla da fare così tra una crogliolata e l'altra sull'amaca ho concluso questo terzo capitolo! 
Per prima cosa devo ringraziare tutte le ragazze che hanno recensito! Non appena mi riconnetto dal pc risponderò alle vostre recensioni! Vi dico solo che siete fantastiche e leggere che trovate originale questa storiella è per me motivo di grande gioia!!! 
Per quanto riguarda il capitolo: è più lungo degli altri e credo che d'ora in poi saranno tutti così, infatti questa è la mia lunghezza standard  xD (purtroppo dovevo riprendere la mano dopo più di otto mesi di inattività :P) 
Spero che vi sia piaciuto! Klaus alle prese con i morsi della fame ha fatto ridere anche me mentre ci pensavo, spero che anche per voi sia per lo meno divertente e adatto al personaggio che è una testa dura!
Vi ricordo la mia pagina fb!
 https://www.facebook.com/pages/Black-Mariah-Efp/105133312907556
Alla prossima!!

 


 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: Black Mariah