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Autore: _Freedom_Writer_    16/08/2013    2 recensioni
Lei non voleva togliere il cappello e vedersi allo specchio. Non voleva vedere come era diventato il suo viso dopo tutti quei pugni. Lei non voleva uscire da scuola col timore che ci fossero loro, quei bulli che la tormentavano da mesi. Lei voleva i suoi occhi, la sua voce, le sue soffici mani. Lei voleva lui, quel ragazzo che le avrebbe cambiato la vita.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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It hurts:
 
"Vieni qui sfigatella." Mi dice Zayn afferrandomi per un braccio.
 
"Lasciami stare!"
 
"No."
 
Sento un pugno colpire il mio stomaco. A quel punto cado a terra e uno di loro ne approfitta per bloccarmi mettendo il piede sul mio torace. Il dolore che provai in quel momento fu indescrivibile. Sentii le costole scricchiolare. Con movimenti agili e disperati cerco di togliermelo di dosso, ma più il ragazzo spinge il peso sul mio corpo, meno respiro intanto che la vista si offusca sempre di più. Ma tra qualche affanno e l'altro, sento la sua voce.
 
"Gli esseri unitili come te meritano solo di soffrire."
 
A quel punto un altro pugno colpisce il mio viso, come se il mio occhio fosse stato appena colpito da una pietra. Non vedo nulla ma riesco ad assaporare il sapore salato delle lacrime che colano lentamente sulla mia guancia per poi mischiarsi con il gusto metallico del sangue all'interno della mia bocca.
 
"Ora."
 
Dice Zayn prendendomi per la maglietta e sollevandomi bruscamente da terra.
 
"Dimmi cos'hai detto a quel gay ieri sera."
 
Il dolore lancinante che sto provando in questo momento mi impedisce quasi di parlare. Non ne ho più la forza. Non ho più la forza di  fare nulla.
 
"Alex..."
 
Il suo alito che sa di fumo mi fa tossire e mentre mi scuoto cercando di liberarmi dalla sua presa apro gli occhi, incrociando i suoi. Senza accorgermene mi lascio andare quasi fossi svenuta, mentre guardo i suoi occhi marroni, retta dalla sua stretta presa al colletto della mia maglietta. I suoi occhi mi fissano. Sono lucidi. ma allo stesso tempo pieni di rabbia. Sembra che stiano soffrendo. Come se stesse lottando contro mile emozioni diverse e non sappia quale scegliere.
 
"Non gli ho detto nulla." Riesco a dire a fatica.
 
"Sarà meglio per te." Dice lasciando d'improvviso la presa e di conseguenza provocando la mia caduta.
 
Li vedo salire sulle loro moto ed allontanarsi, ma nonostante quel senso di sollievo che provo quanto non li vedo più intorno a me, scoppio improvvisamente in un pianto che tra singhiozzi e urla avrebbe già svegliato tutto il vicinato . La mia anima è a terra, ferita come il mio corpo, e sembra non abbia la minima voglia di alzarzi. Si sente inutile, vuota ed incompleta. E' come quando durante la notte fai due sogni diversi, in questo caso due incubi diversi: non fai in tempo a finirne uno che già ne incomicia un altro. Ma questa volta non è incubo caratterizzato da un dolore fisico, questa volta è un dolore morale. E' la mia mente che si pone continuamente domande sul perchè della mia esistenza,  sullo scopo di essa e alla quale però non sa dare una risposta. Tra una lacrima e l'altra trovo comunque la forza di alzarmi. Una volta in piedi prendo lo zaino e lo skateboard e torno a casa, dato che ormai è tardi per andare a scuola.
 
 
 
"Non voglio farlo."
 
 
Lei non voleva togliere il cappello e vedersi allo specchio. Non voleva vedere come era diventato il suo viso dopo tutti quei pugni. Lei non voleva uscire da scuola col timore che ci fossero loro, quei bulli che la tormentavano da mesi. Lei voleva i suoi occhi, la sua voce, le sue soffici mani. Lei voleva lui, quel ragazzo che le avrebbe cambiato la vita. Ma lei non lo sapeva ancora...
 
Ding Donggg
 
Il campanello. Io non voglio aprire la porta. Io voglio rimanere sul mio letto, a deprimermi della mia esistenza per tutta la serata, accompagnata da una profonda lettura di chimica. Inoltre questo fondotinta non ha coperto nulla, perciò mi sono dovuta inventare l'umiliante scusa della caduta dallo skateboard, altrimenti a mia nonna sarebbe venuto un infarto. Ho deciso: stasera non farò nulla. Chiudi il libro di chimica e rilassati Alex. Ma come fa, una persona, a riposare con l'anima tormentata? Come fa, una persona a chiudere gli occhi felice, se è sempre in ansia per qualcosa? Se non per sua nonna, per i suoi genitori. Se non per i suoi genitori, per i bulli. Se non per i bulli, per Britney. Se non per...
Aspetta. C'è qualcosa che sta disturbando i miei pensieri profondi. Sono delle voci, che provengono dal piano di sotto.
Cautamente mi avvicino allo spirale della porta dalla quale sento chiaramente mia nonna che parla con qualcuno. "E' il postino" penso tranquillamente, e così mi rimmergo nella mia profonda lettura di chimica. Poco dopo mi accorgo che  però la voce che sento non è quella del postino... E' una voce familiare, molto familiare.
 
"Scusami, chi sei tu?"
 
"Piacere sono Louis, un compagno di classe di sua nipote."
 
 
"Merda!" Esclamo.
 
E' Louis. E' Louis. Louis è a casa mia. Cosa ci fa qui, a casa mia? Forse è un sogno.
 
"Ahia" Urlo dandomi un pizzicotto.
 
Non lo è.
 
"Oh si, è al piano di sopra."
 
No, nonna no! Ora cosa faccio??? Insomma non c'è nulla di male che Louis sia venuto a casa mia, anzi non posso quasi crederci ma il fatto è che... Sto indossando il pigiama con gli orsacchiotti e le pantofole con la faccia di spongebob! Oh, Se solo avessi fatto il bucato! Basta Alex, questo non è il momento di riflettere sul perchè disubbidisci a tua nonna! In questo momento basta stare calme e ragionare....
 
"Scusi signora, dov'è la camera di Alex?"
 
"L'ultima porta a destra."
 
Nooo cazzo!
Capisco che in questo momento ragionare non è la soluzione migliore, e così mi dirgo istintivamente verso l'amadio, prendendo i primi jeans che trovo e indossandoli il più rapidamente possibile. Mentre cerco disperatamente una maglietta nell'armadio sento i passi veloci di Louis che si avvicianno sempre di più alla mia camera. Sono morta, penso. Mi sfilo la maglietta del pigiama il più velocemente che posso ma proprio in quel momento...
 
"Alex..."
 
"Aaah!" urlo io improvvisamente.
 
Mi trovo davanti Louis, e poi ci sono io, immobilizzata mentre osservo i suoi bellissimi occhi che mi fissano. Ma solo dopo mi risveglio nel mondo reale e... Realizzo di essere ancora in reggiseno. I suoi occhi difatti puntano sulle mie tette, probabilmente cercando di trovare una spiegazione a quella mia particolare mise.
 
"Ecco, ti starai chiedendo perchè sono in reggiseno, davanti a te." Dico porgendo gli occhi al cielo con la speranza che Dio mi suggerisca qualche scusa credibile.
 
"In effetti...." Risponde lui confuso.
 
"Beh questo è per.... una protesta femminista!" Esclamo orgogliosa.
 
Una protesta femminista? Andiamo Dio, questo è il massimo che sai fare? Oh santo cielo, adesso crederà che sono un'assidua femminista lesbica che va a fare le proteste in topless.
 
"Una protesta femminista?" Mi dice incarcando un sopracciglio.
 
"Ecco si... contro la..." In questo momento non mi viene nessun argomento femminista in mente, nessuno! E pensare che ho fatto una ricerca al riguardo... Avanti Alex, pensa. In fretta però perchè non puoi restare con la faccia da ebete per tutta la serata.
 
"Ma cosa sto dicendo." Dico lasciandomi cadere sulla sedia. "La verità è che quando sei entrato in casa stavo indossando quello" Dico indicando il mio adorabile pigiamino con gli orsachiotti buttato delicatamente per terra.
 
 
"Sai..." Fa lui mentre raccoglie il pigiama "E' davvero grazioso. Secondo me  ti sta molto bene" Dice ridendo.
 
"E' abbinato a queste" Dico lui porgendogli le mie adorabili ciabattine davanti ai suoi occhi.
 
"Io amo spongebob!" Mi dice sorridendo. "Comunque è meglio così... Non ti avrei vista come una femminista." Dice confortandomi.
 
"Neanche io devo dire" Rispondo ridendo. "Ora se non ti dispiace.... mi metto la maglietta."
 
"Oh... Si fai pure."
 
Mi dirigo verso l'armadio e prendo la prima maglietta che trovo. Quando sono in imbarazzo divento agitata, tutta rossa e mi tremano le mani. Chissà Louis cosa avrà pensato di me. Che ho le tette piccolle sicuramente. Lo sento dietro di me che continua a fissarmi e questa situazione mi mette piuttosto a disagio. Ma non posso negare che mi piace. Mi piace che mi fissi. Perchè se uno ti fissa significa che gli piace guardarti.
 
"Wow sei veloce."
 
"Si... Louis volevo chiederti, perchè sei venuto a casa mia?"
 
"Oggi non ti ho vista a scuola e volevo sapere come stavi."
 
"Oh bene..."
 
"Alex..." Mi dice guardandomi, non sorridente come fa sempre: serio stavolta.
 
"Perchè mi guardi così?"
 
Non parla. Lentamente avvicina la sua mano al mio viso accarezzando i lividi su di esso. E non bado al dolore delle ferite, perchè il tocco della sue mani lo rende piacevole, tanto che vorrei non finisse mai. Senza accorgemene chiudo gli occhi intanto che lui continua ad accarezzarmi. Prima sul viso, poi sul collo fino a quando non mi solleva dolcemente la maglietta. Quando accarezza il grosso livido che ho sul torace, nonostante la delicatezza dei suoi gesti non posso fare a meno di lanciare un piccolo "Ahia".
 
"Alex... non credere che prima non abbia notato tutto questo..."
 
C'è un minuto di silenzio.
 
"Chi ti ha fatto del male?" Dice preocccupato.
 
Non l'avevo mai visto così serio. Era strano. Troppo strano. Per un momento vorrei dirgli tutto. Dirgli come sento, e sfogarmi con qualcuno. Poi mi rendo conto delle conseguenze che potrebbe portare questo gesto, sia a me che a lui. Allora decido di non dire lui nulla e usare la solita scusa.
 
"Sono caduta dallo skateboard." Deglutisco. "Tutto qui."






 
 
Spazio autrice:
 
Heiiii lettori?? Come state?? Io benissimo sono davvero orgogliosa di questo capitolo. Ci ho messo tantissimo a scriverlo, ma spero ne sia valsa la pena! Mi dispiace di averlo pubblicato con un simile ritardo ma sono stata in vacanza e non ho potuto scrivere per un po'. Ma tranquilli che sono tornata con tantissime idee e il quarto capitolo sarà pronto tra pochissimo! Intanto cosa ne pensato di questo? Spero che vi piaccia, e ditemi cosa ne pensate in una recensione :D
ciauuuu <3
  
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