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Autore: grangerous    16/08/2013    4 recensioni
Il professor Snape guarisce le ferite di Hermione dopo la battaglia all'Ufficio Misteri; la scoperta che ne consegue li lascia entrambi stupefatti. I due dovranno lavorare insieme per aiutare Harry a sconfiggere Lord Voldemort.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'Phoenix Trilogy'
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Capitolo 16

NdT: Spero abbiate passato un buon ferragosto. In queso capitolo siamo durante le vacanze di Natale, rinfreschiamoci un po'. :)

Graziegraziegrazie a silviabella ^__^

Capitolo 16

Viktor Victorious



Severus osservò il suo riflesso con un'espressione arcigna. Ogni speranza che non apparisse così male come si sentiva fu immediatamente infranta. Lasciando scorrere l'acqua calda, si strofinò il viso con una salvietta bagnata, desiderando di togliere la sensazione granulosa dagli occhi e i cerchi scuri che facevano mostra di sé al di sotto; il sonno si era dimostrato uno sfuggente compagno. Ogni volta che chiudeva gli occhi riviveva – con penosi dettagli – il suo incontro sotto il vischio con Hermione Granger. Quando teneva gli occhi aperti, il suo cervello si concentrava sul comportamento idiota di Draco, le inspiegabili azioni di Dumbledore e le probabili conseguenze della promessa che lui stesso aveva fatto ad entrambe le parti in guerra. La sua vita stava andando in pezzi.

Perché Draco aveva scelto quello, fra tutti gli anni, per rivendicare finalmente un po' d'indipendenza? Perché non si fidava più del suo Capo Casa? Perché Draco non aveva notato che il trattamento riservato dal Signore Oscuro a Malfoy senior non prometteva bene per la sua stessa incolumità?

Severus chiuse il rubinetto e nascose il viso in un asciugamano.

Il danno collaterale del piano di Draco era stato solo in parte contenuto; Katie Bell era stata fortunata. Soltanto Merlino sapeva quanti altri sarebbero stati messi in pericolo dai continui tentativi di Draco di uccidere Albus Dumbledore.

Dumbledore.

Severus sospirò e infilò l'asciugamano al suo posto.

Dumbledore stava perdendo il controllo. Non c'erano altre spiegazioni per la reazione alla notizia su Jocelyn Smith. Malgrado il vecchio irritasse Severus oltre misura, c'era un reale affetto nella loro relazione. Severus non poteva sopportare di vederlo vacillare. Non tollerava l'idea che Dumbledore stesse morendo. E Severus, assolutamente, decisamente, non voleva essere colui che doveva ucciderlo. Non era giusto. Certamente la scelta di fronte a sé non era giusta: uccidere Dumbledore, aiutare Draco ad uccidere Dumbledore o morire.

Per gli dei, date le probabili conseguenze del mantenere le doppie promesse che aveva fatto, morire sembrava un'opzione piuttosto buona.

Tranne.

Eccolo lì il tranne. Non voleva morire.

Da quando? pensò, esaminando il suo riflesso stranamente. Quand'è cambiato? La sua vita era stata in pericolo per anni – il Signore Oscuro, gli Auror, membri dell'Ordine sospettosi, frammenti appuntiti del calderone di Longbottom – non gli era importato. Forse era la differenza tra l'avere una scelta di sopravvivenza e una morte certa. Forse, pensò all'improvviso, abbassandosi verso il suo riflesso e aggrottando la fronte con disgusto verso sé stesso, è Hermione Granger?

Non sapeva cos'era peggio: i pensieri generati dal bacio mancato o quelli scatenati dal modo in cui era trasalita dopo.

Severus gemette.

Per Merlino, era stato tentato di lasciare che lo baciasse. I particolari tornarono in fretta – il blu scuro del vestito, l'accenno di cicatrice lungo la clavicola, il modo in cui i ricci cadevano scomposti lungo il collo. La curva della spalla nuda, il labbro inferiore leggermente sporto in avanti, le ciglia che sfioravano la sua guancia. Il suo profumo.

Severus deglutì e afferrò saldamente i bordi del lavandino. La calda ondata di eccitazione lo lasciò leggermente nauseato. Non avrebbe mai immaginato di essere il tipo d'uomo che desiderava i suoi studenti. Non voleva esserlo. Dei, se Minerva lo avesse saputo gli avrebbe staccato le palle. Albus – Albus avrebbe sorriso comprensivo e avrebbe suggerito che conoscere simili desideri e resistere lo rendevano un uomo migliore. Ma per Minerva il pensiero sarebbe stato un crimine. E Severus era incline ad essere dalla parte di Minerva in questo caso.

Hermione non sembrava una studentessa, ma la cosa non aiutava. Piuttosto il contrario. I suoi vestiti avevano costretto Severus a riconoscere l'importante differenza qualitativa tra far paura al corpo studentesco in generale e vedere una bella donna ritrarsi impaurita da lui per paura fisica. Risvegliava in lui un vecchio incubo.

Suo padre, Tobias Snape, era stato uno zotico e un prepotente. Aveva paura della conoscenza dei libri e delle cose che non riusciva a comprendere immediatamente, prima e principalmente la magia. Suo figlio, Severus, aveva ereditato il suo carattere insieme al naso. Eppure, mentre Severus non era affatto un uomo gentile, aveva comunque imparato in fretta che l'infliggere dolore fisico a quelli più piccoli e deboli di lui non gli dava nessun piacere. Severus aveva canalizzato la sua vena crudele, la sua infanzia infelice, il suo aspro senso dell'umorismo e un'intelligenza tagliente, verso una strada totalmente opposta a quella di suo padre. Aveva scelto la sua lingua come arma a doppio taglio; disprezzava chi ricorreva alla forza bruta e sbandierava la sua superiorità intellettuale. Provava poi un vendicativo piacere nell'essere segretamente un uomo migliore delle cosiddette persone buone e amichevoli intorno a sé.

Le fantasticherie di Severus furono interrotte dal distinto suono di qualcuno che si schiariva la voce. Sollevò la testa per guardare lo specchio.

“Mi scusi, signore,” commentò lo specchio in segno di scusa, “ma Lady Florinda è arrivata nel salotto e vorrebbe parlarle.”

Severus ringhiò in risposta, un basso suono animalesco, ma si voltò sui talloni e lasciò il bagno. Si diresse a grandi passi nel salotto e si avvicinò al ritratto appeso al muro di fianco al caminetto.

“Lady Florinda,” disse con un'imitazione passabile di cortesia e facendo un leggero inchino con la testa.

“Buongiorno, signore,” la Lady fece un inchino. “Alcuni studenti sono già partiti dalla sala comune, stanno per arrivare nel suo ufficio.*

Severus guardò l'orologio. Era in ritardo. La maggior parte degli studenti stava tornando a casa per Natale e i Serpeverde avrebbero usato la Metropolvere del suo ufficio. In pochi secondi aveva indossato la toga da insegnante. Fermandosi per ringraziare Lady Florinda, e richiamato a sé il caffè dalla colazione sistemata sul tavolo, lasciò la stanza. Di conseguenza non vide la lettera di Hermione finché non la trovò nel pomeriggio.

Quando la vide rimase immobile; la famigliare grafia circolare era immediatamente riconoscibile. Si sedette, facendo girare la pergamena tra pollice e indice per diversi minuti prima di rompere il sigillo e srotolarla.


Caro professor Snape,

ho organizzato l'incontro con Viktor alle 17 di sabato 28 dicembre in un caffè di Convent Garden (l'indirizzo è sotto). Si aspetta d'incontrare qualcuno a me importante. Per favore, mi faccia sapere se l'accordo non dovesse andare bene.

Vorrei scusarmi per il malinteso della notte scorsa e aspetto con impazienza di rivederla a Londra.

Le auguro un sincero Buon Natale,

Hermione Granger

The Drury Tea & Coffee Co.
New Row, 3
Londra, WC2N 4LH

Severus rilesse il messaggio diverse volte. Aveva l'impressione che Hermione avesse scelto le sue parole con molta cura. Distrattamente passò la punta di un dito sopra le parole “a me importante.” Cosa stava cercando di fare, offrirgli perdono?

Sei un'idiota, Severus Snape,” disse ad alta voce prima di arrotolare la pergamena a metà e la infilò in una tasca sul petto. “Un idiota,” aggiunse, spingendosi in piedi, “con del lavoro da fare.”

Anche se Severus aveva molti esami di fine semestre da correggere, decise di passare diverse ore rifornendo invece le scorte dell'infermeria. A volte l'astrazione contemplativa, e il piacere fisico di creare una pozione, erano l'unica sana soluzione.



Severus passò da Spinner's End per prendere degli appropriati vestiti Babbani, ma arrivò a Covent Garden con largo anticipo. Anche Hermione era in anticipo e, da dove era lui, Disilluso, fuori dalla finestra, la vide scegliere un tavolo con una buona visione della stanza e togliersi il cappotto, cappello, sciarpa e guanti. Londra non era fredda come Hogwarts, ma il tempo era comunque brutto. Hermione sembrava nervosa. Giocherellava con le bustine di zucchero che si trovavano sul tavolo e i suoi occhi guizzavano tra i passanti fuori e gli occupanti del caffè. Quando vide il suo viso illuminarsi di riconoscimento, Severus si voltò. Un taxi si era appena fermato e il distinto profilo di Viktor Krum era chiaramente visibile attraverso il vetro posteriore. Hermione uscì dal caffè per accoglierlo. Vestita solo con i jeans e il maglione, saltellava da un piede all'altro e mettendo le mani sotto le ascelle per tenerle al caldo mentre Krum pagava l'autista. Due borse sportive emersero dal taxi prima di lui seguite da vicino, comunque, dallo stesso Krum.

“Herr-Mioni!” urlò, allargando entrambe le braccia in un esuberante saluto.

“Viktor!” rise lei, precipitandosi impaziente nel suo abbraccio.

Per il disgusto di Severus, Krum la sollevò in aria e la fece girare. Decise che sarebbe stata una lunga serata. Hermione afferrò la borsa più piccola di Krum ed entrambi si affrettarono verso il caldo ed invitante interno del caffè. Severus si tirò indietro all'ombra di una porta d'ingresso vicina e rimosse l'incantesimo di Disillusione prima di seguirli dentro.

Hermione e Krum erano riusciti a nascondere le borse dietro ad una delle sedie e prevalentemente fuori dai piedi.

“Sei splendida,” diceva Krum ad Hermione mentre Severus si avvicinava.

Hermione arrossì leggermente e sembrava compiaciuta. Severus aggrottò la fronte.

“Professor Snape!” Hermione si alzò dalla sedia che aveva appena occupato, il rossore sulle guance – se possibile – s'intensificò. Krum si voltò a metà nel togliersi il cappotto, con il viso che registrava un leggero cenno di sorpresa. “Viktor, ti ricordi del professor Snape, vero?”

“Offiamente,” Krum replicò in modo piatto, allungando la mano. “È un piacere federla di nuofo, professore.”

Snape strinse la mano e inclinò la testa con cortesia. “Granger,” commentò freddamente, come modo per ricambiare il suo saluto. Lei gli rivolse un sorriso stretto ed imbarazzato.

“Voi due sedetevi,” suggerì lei, parlando troppo in fretta come conseguenza della sua ansia. “Prendo del caffè. Voi cosa volete?”

“Forrei un cappuccino, lascia che ti dia del denaro,” replicò Krum.

“Non c'è bisogno, ehm, professore?”

“Un doppio espresso, grazie.”

Con questo si guadagnò un accenno di sorriso più genuino. “Davvero?” chiese lei. Lui sollevò un sopracciglio imperiosamente e si sistemò i capelli dietro un orecchio. “Avrei dovuto capirlo,” commentò lei da sopra la spalla mentre si dirigeva verso il bancone.

Severus riportò la sua attenzione verso Krum. Indossava vestiti Babbani dall'aspetto costoso con etichetta dello stilista. Si era tolto il cappotto per rivelare un maglione di cashmere che indossava sopra ad una camicia. Severus, in contrasto, tenne il cappotto di lana addosso, malgrado il caldo del caffè. Gli strati protettivi di lana scura avevano la stessa funzione della sua toga da insegnante e gli conferivano la confortante illusione di autorità.

“Sono sorpreso di federla, professore. Non afefo capito che fosse lei la persona che Hermione” - storpiò la pronuncia solo leggermente - “foleva farmi incontrare.”

Severus non aveva alcuna voglia di convenevoli e lanciò un'occhiata ad Hermione che stava facendo le ordinazioni, prima di rispondere. “Infatti,” replicò in modo vago, metaforicamente calpestando diverse risposte sgarbate che gli erano venute in mente e guardandosi intorno per dire qualcosa di cortese. “Cosa ti porta in Inghilterra in questo periodo dell'anno?”

Un sorrisetto anticipatore incurvò i bordi della bocca di Krum. “Beh,” replicò con tono cospiratorio, “principalmente è un'opportunità per vedere Hermione. Sono stato abbastanza fortunato da organizzare alcuni incontri di Quidditch e quindi le spese di fiaggio sono pagate.”

Nessun segno dell'ondata di gelosia che Severus sentì fu registrata sul suo viso. “Infatti,” replicò ancora una volta con lo stesso tono. Aveva senso. Hermione e Krum si sarebbero anche ufficialmente lasciati, ma, tenendo conto del suo resoconto degli eventi, il sesso in sé era iniziato solo a quel punto. Non sarebbe stata una sorpresa se Krum avesse visto l'invito a stare a casa sua come una proposta per riprendere quelle attività.

Più o meno per il minuto successivo nessuno disse niente.

“Hermione defe afere un'alta opinione di lei,” commentò Krum, interrompendo il silenzio. “Ha insistito molto perché c'incontrassimo.”

Severus non poté fare a meno di chiedersi se la sua opinione rimaneva alta come lo era stata prima della festa di Slughorn. “Questo incontro è stata una mia idea.” L'enfasi che aveva messo nelle parole implicava che l'opinione di Hermione era irrilevante.

Krum sembrò preso alla sprovvista, ma qualunque risposta fu interrotta dal ritorno di Hermione.

“Espresso, cappuccino, cioccolata calda.” Declamò, trasferendo tutte le bevande dal vassoio che teneva sul tavolo. Appoggiò il vassoio in un ripiano vicino e si sedette, osservando Severus curiosamente.

Lui si fermò, la tazzina a metà dalla bocca e le lanciò un'occhiata interrogativa.

“Niente zucchero?” chiese lei, il luccichio malizioso negli occhi che smascherava la piatta innocenza del tono.

Lui aspettò finché lei non sollevò la sua bevanda verso la bocca prima di degnarsi di rispondere. “Granger, penso scoprirai che sono già abbastanza dolce così.” La risata sputacchiante fu una risposta sufficiente e Severus sentì una piccola contorsione di felicità nel profondo dello stomaco. Eppure il suo senso di responsabilità si riaffermò immediatamente. Far ridere Hermione non è il punto cruciale di questo incontro, ricordo a sé stesso bruscamente. Ingoiando il suo caffè con una sorsata, ripose la tazzina nel piattino e si voltò verso Krum. Usando il tavolo come copertura, Severus fece scivolare furtivamente la bacchetta in mano e lanciò un Muffliato non-verbale. Solo allora parlò.

“Cosa sai dell'attuale situazione politica?” chiese.

Prima di rispondere Krum guardò Hermione, che era tornata immediatamente seria. “Più di quanto lei possa immaginare.” Scrollò le spalle. “Karkaroff mi ha detto abbastanza sulla precedente guerra ed ero ad Hogwarts quando il preside ha annunciato il ritorno di Colui-Che-Non-Def'essere-Nominato. Da allora mi sono mantenuto su efenti generali ed Hermione mi ha detto un bel po'. Ho sentito dell'Ordine della Fenice.” Fece una pausa per un secondo, le pesanti sopracciglia unite insieme. “Perché lo chiede?”

Severus osservò a lungo il giovane uomo di fronte a sé prima di rispondere. “Sei al corrente che Karkaroff era un membro dei Mangiamorte durante la prima guerra?”

“Sì.”

“Lo ero anch'io.”

Krum sembrava sospettoso dalla svolta che la conversazione aveva preso, ma non sorpreso dall'informazione. “Sì,” disse ancora.

“Lo sono ancora,” continuò Severus. Questa informazione scioccò Krum. I suoi occhi di allargarono leggermente e guizzarono verso Hermione. “Sono anche un membro dell'Ordine della Fenice. Lavoro come spia.” Sollevò un dito per bloccare la domanda che Krum stava per fare aprendo la bocca. “Ti ho detto questo perché recentemente entrambi i miei capi hanno espresso un interesse nei tuoi confronti.” - la bocca di Krum si chiuse con uno schiocco udibile - “Non credo che tu sia in un immediato pericolo. Il Signore Oscuro sta cercando contatti nell'est Europa ed è stato fatto il tuo nome. Durante il torneo Tremaghi hai fatto una notevole impressione sui figli delle famiglie Mangiamorte. L'unico marchio contro di te è la storiella pubblica portata avanti con una strega Nata Babbana. Per quanto riguarda il Signore Oscuro, tuttavia, sa che la relazione è durata poco.”

Mentre Severus parlava, il colore di Krum si era intensificato in modo allarmante e strinse entrambe la mani a pugno. “Non difenterò mai un Mangiamorte!” Si precipitò a dire, l'accento rafforzato dalla rabbia. “Può dire al suo Signore Oscuro che trofo i suoi metodi orribili e che la propaganda anti Babbani dei suoi seguaci ripugnante!”

Hermione allungò le braccia e fece scivolare una mano sul grembo di Krum, stringendo gentilmente la sua coscia. Gli lanciò un sorriso rassicurante, calmandolo leggermente. L'ammirazione con cui lei rispose ai suoi commenti fece contorcere lo stomaco di Severus.

“Non farò niente del genere,” ringhiò. “Dirò al Signor Oscuro che sei lusingato di aver attirato la sua attenzione, che ammiri la sua politica e che, benché sei contrattualmente legato ad impegni di Quidditch in Bulgaria, e non avendo la libertà di movimento che ti piacerebbe, speri di essere tenuto informato degli eventi. Gli dirò che saresti felice di offrire ogni aiuto possibile. Inoltre, Krum, mi aspetto che tu faccia una considerevole donazione alla causa anti Babbani.”

I muscoli della mandibola di Krum sussultarono e si sporse in avanti con rabbia. “Non mi sta ascoltando, professore. Mio nonno fu ucciso da Grindelwald – lo sa perché? Perché afefa sposato una strega Nata Babbana! Ecco perché! La fita di lei fu salfata dalla resistenza e fu portata fia di nascosto. Quelle persone sono eroi per me. Non potrei mai, mai unirmi ad un gruppo come i Mangiamorte!”

“Sei un idiota,” sibilò Severus. “Non ti sto chiedendo di unirti ai Mangiamorte.”

Gli occhi di Hermione guizzavano da un uomo all'altro. La conversazione non stava andando bene e la sua preoccupazione era evidente nella posa rigida che aveva assunto la parte superiore del suo corpo. “Viktor,” mormorò lei, la mano che rimaneva sempre sulla coscia. “Ascoltalo fino alla fine.”

“Cosa sta chiedendo allora, professore?” Il tono e l'espressione erano belligeranti. Pose la sua larga mano su quella più piccola di Hermione, tenendola contro la sua gamba e intrecciando le dita con le sue.

Severus fece un profondo respiro ed espirò dal naso. “È quasi certo che il Ministero della Magia cadrà sotto il controllo del Signore Oscuro da qui a dodici mesi. Se e quando accadrà ci aspettiamo la messa in atto di una brutale legislazione anti-Babbana.” Fece una pausa. Krum lo guardava in modo testardo, le sopracciglia scure unite in un cipiglio. Il ragazzo non aveva ancora afferrato. “Alcuni Nati Babbani inglesi avranno bisogno di una via di fuga,” continuò Severus col tono che si potrebbe usare per spiegare le cose ad un idiota. “Idealmente, dovrebbero poter avere un contatto che sia un mago straniero ben inserito che possa viaggiare per l'Europa senza attirare l'attenzione.”

Finalmente arrivò la comprensione. Mentre l'espressione sul viso di Krum s'illuminava, Hermione gli sorrise, sporgendosi in avanti con la mano libera per stringere quella di lui fra le sue. Severus si alzò all'improvviso, spingendo indietro la sedia mentre si alzava. “Vado a prendere un altro caffè,” commentò verso la stretta fessura che separava i suoi due compagni. Stando in piedi in fila mentre aspettava di ordinare, guardò indietro verso il tavolo e vide Hermione sistemare una ciocca di capelli dietro l'orecchio di Krum. Essendosi spostato oltre i limiti dell'incantesimo di Silenzio non poteva sentire cosa stavano dicendo, ma Severus era più che sicuro di capire il loro linguaggio del corpo. La tensione sessuale, che era stata evidente dall'inizio, ebbe un picco quando Hermione si sporse in avanti e premette le labbra sulla sua guancia.

Severus registrò l'impatto di quel bacio con un pugno. Per un momento, il mondo intorno a lui andò fuori fuoco. Severus Snape non era un uomo di natura superstiziosa, ma in quel momento ebbe un'inesorabile esperienza di premonizione della sua morte. La sua vita si srotolava davanti a suoi occhi – al contrario. Perché non aveva notato la somiglianza prima? Due streghe Nate Babbane, Casa Grifondoro, prime della classe. Entrambe, maledizione, di gran lunga amichevoli con Potter. Entrambe bruciate dall'entusiasmo di fare la cosa giusta, entrambe troppo pronte a balzare in difesa degli altri. Entrambe le donne avevano scelto qualcun altro rispetto a lui. Però sì, questa volta era l'opposto: Hermione aveva iniziato a pensare a lui come ad un Mangiamorte, al principio aveva paura di lui. Poi, c'era stato un periodo in cui l'interesse che lei aveva nutrito per lui era stato soltanto utilitaristico – le aveva insegnato cose che non poteva apprendere altrove. Allora lui aveva appreso che la sua relazione con un altro era sessuale, e lo era da un po'. Il bacio che non era stato veramente un bacio era seguito e adesso lui stava guardando le sue interazioni con il suo amante, distrutto dalla gelosia. Che cosa rimaneva? Severus ripensò agli eventi dei suoi giorni a scuola, reinterpretandoli al presente: una discussione, un'amicizia, un omicidio, un desiderio da lontano. In quell'ordine. Aveva tutto un orribile senso.

“Ehi, signore, va tutto bene?” L'interruzione del barista riportò Severus al presente con un balzo. Dallo sguardo sul viso, non era la prima volta che gli faceva quella domanda. “Salve, allora, adesso che è tornato nella terra dei vivi, posso portarle da bere?”

“Un doppio espresso, ristretto.” Severus tirò fuori una manciata di monete Babbane dalla tasca dei jeans e prese l'ammontare esatto. Rischiò un'altra occhiata ad Hermione e Krum. Erano l'uno nelle braccia dell'altro. Hermione aveva la bocca vicino all'orecchio di Krum e gli stava dicendo qualcosa con delle frasi rapide. Krum era leggermente rosso e cercava di sembrare allo stesso tempo nobile e modesto. Severus sentì un afflusso di rabbia verso il giovane uomo.

“Un ristretto doppio signore, buona bevuta.” Ancora una volta il barista riportò Severus al presente. Severus aveva un lavoro da svolgere e le sue emozioni avevano poco o niente a che fare con quello. Sollevò il suo caffè dal vassoio, notando con un certo orgoglio che la sua mano era completamente ferma, e camminò indietro verso il tavolo.

Mentre entrava dentro ai confini dell'incantesimo di Silenzio, Hermione lo accolse con un caldo sorriso. Severus la fissò a sua volta con calma. La breve camminata era stata più che sufficiente per attivare le vecchie abitudini mentali di una vita, e le sue emozioni erano tornate nel pieno controllo.

“Professore,” iniziò Krum, con un tono un po' pomposo. “Forrei scusarmi per ciò che ho detto prima. Sono stato fuori luogo.”

“Una persona può solo sforzarsi per mantenere l'intelligenza allo stesso passo dell'altro.” Severus sogghignò al giovane uomo.

Hermione allora parlò, interrompendo con prontezza la risposta piccata di Krum. “Abbiamo iniziato a parlare di alcuni dettagli-”

“Non voglio sapere nessun dettaglio.” Severus sollevò un sopracciglio ammonitore. “Voglio solo sapere come contattarti” - questo era diretto a Krum - “se dovesse capitare la necessità.”

“Ma, perché non lo fuole sapere?”

“Perché,” spiegò Hermione, un anno luce più veloce del suo compagno, “meno sa e più sicuro è il piano.”

“Oh.” Krum aggrottò le sopracciglia e guardò lentamente da Severus ad Hermione e ancora indietro. “Ha detto di essere una spia.” Era più un'affermazione che una domanda, ma Severus confermò la verità annuendo. “Come facciamo a sapere da che parte sta feramente.”

Hermione aprì la bocca subito per correre in difesa di Severus, ma lui la interruppe con una mano sollevata.

“Quello, Krum, non è cosa che ti riguardi.” Krum aveva uno sguardo ribelle, i muscoli della mandibola contratti ancora una volta. “Ma ti dirò questo: a prescindere dalla mia definitiva lealtà, non ho simpatia per i pregiudizi di sangue. ”

Severus vide che Krum era tutt'altro che placato dalla sua risposta, ma Hermione aveva riportato la mano in modo rassicurante sulla sua coscia e lui visibilmente si rimangiò qualunque risposta intendesse dare.

“Come può contattarti il professor Snape?” disse subito in modo gentile.

“Tutte le lettere spedite a Viktor Krum sono smistate da un gruppo di segretari.” Krum sembrava riluttante a cambiare argomento sulla lealtà di Snape. “Loro leggono tutta la posta dei fan e cercano eventuali maledizioni. Se manda un gufo a Torvik Murk, invece, arriverà a me direttamente.”

“Bene.” Severus sollevò la mano, il palmo verso l'alto. “Alcuni dei tuoi capelli, Krum,” chiese.

Krum si adirò subito, ma Hermione cercò di assecondarlo, stendendo le braccia e tirando tre capelli dalla testa del giovane uomo con uno strappo netto.

“Ecco, professore,” commentò mentre li lasciava nel palmo di Severus.

“Bene,” disse di nuovo Severus. Prese l'espresso e bevve con una sola sorsata. Tirando fuori un paio di guanti di pelle dalla tasca si alzò in piedi. “Granger, Krum,” annuì ad entrambi. “Buonanotte.”

“Buonanotte, professore.” Si allontanò senza voltarsi indietro.

Una volta uscito dal caffè, comunque, s'infilò nella strada adiacente e si Disilluse. Quindi tornò indietro alla finestra del caffè ed esaminò la coppia che aveva appena lasciato. Pratiche standard di spionaggio, rassicurò sé stesso mentre riponeva i capelli di Krum in una piccola fiala di vetro per campionamento e la sistemava al sicuro in una tasca interna. Ad un certo punto, lei fece un gesto oltre le sue spalle e, pochi minuti dopo, i due iniziarono a vestirsi per l'esterno.

Mentre uscivano, la loro conversazione divenne udibile.

“Ma come faccio con le mie faligie?”

“Oh, non saranno un problema. Una volta arrivati al teatro, userò un leggero incantesimo per non farle notare e possiamo lasciarle nel guardaroba.”

“Non posso credere che stiamo andando all'opera!”

“Ti dispiace?”

“Per niente, sono felice.”

Hermione prese Krum a braccetto, sorridendogli. “Da questa parte, allora. Quaggiù c'è un eccellente posticino dove cucinano la pasta, possiamo mangiare un boccone prima dello spettacolo.”

Contro ogni convinzione, Severus li seguì. Il locale era solo dietro l'angolo. Il ristorante era piccolo e molto affollato, ma il maitre di sala li rassicurò che ci sarebbe stato un tavolo pronto a breve, lasciandoli fuori ad aspettare sotto il cerchio di calore emanato dai bracieri a gas. Severus era stato pronto ad andarsene viste le dimensioni del ristorante, ma vedendoli fermarsi vicino al braciere a sfregarsi le mani, si avvicinò.

“Herr-mioni,” disse Krum, enfatizzando il nome con cui la chiamava, “Ho qualcosa per te.” Mentre parlava tirò fuori una scatolina dalla tasca.

Gli occhi di Hermione si allargarono vedendola e Severus si sentì leggermente male. Sicuramente no?

“Cos'è?” Hermione sembrò un po' esitante.

È una piccola cosa su cui stafo laforando. Folefo darlo a te perché sei stata tu ad afermi dato l'idea originale.” Hermione sembrò incuriosita. “Ti ricordi quando sei fenuta nel mio paese?”

“Certamente!”

“Beh, se mi ricordo, i tuoi genitori erano un po' preoccupati. Soprattutto perché eri ancora troppo giofane per usare la magia fuori dalla scuola. Mi ha fatto pensare. Folefo fare qualcosa che potesse essere usata completamente senza magia – da un bambino o persino da qualcuno senza bacchetta.” Le porse la scatolina. “Afanti, aprila.”

Hermione prese la scatola dalla sua mano. La aprì con uno scatto. Sembrò un po' confusa dal contenuto, e osservò Krum curiosamente. Lui sorrise incoraggiante e allungò la mano per tirar fuori un un bottone d'argento sottile, poco più grande di due centimetri.

“Cos'è?”

“È una Passaporta personale, attivabile con la voce.”

“È attiva sulla mia voce?”

“Non ancora, defi prima impostarlo. Una folta attifo, la frase designata ti porterà a casa, non importa quanto tu sia lontana o le barriere Anti-apparizione che possono esserci.” Lui prese la Passaporta dalla sua mano e la girò di lato. “Mettila in bocca con il lato piatto contro la parte interna della guancia e questa parte sporgente-”

“L'occhiello.”

“-l'occhiello, tra i denti.” Lui la aiutò a metterlo in bocca, le dita che sfioravano delicatamente la linea della mandibola, due dita immerse dentro. “Ora di' qualcosa – ma fai attenzione! Scegli una frase che sei sicura di non poter dire per sbaglio.”

Hermione aggrottò la fronte pensando per un secondo, quindi sorrise intorno al suo boccone di metallo. “Nessun posto è bello come casa,” recitò. Krum annuì serio. Chiaramente non conosceva Il Mago di Oz. Hermione sputò la Passaporta nel palmo della mano e la guardò curiosamente.

“È studiata per essere cucita all'interno dei tuoi festiti, ficino alla pelle. In questo modo non hai bisogno di trofarla o ricordare di aferla con te, o afer paura di toccarla. Quello che hai bisogno di fare è dire la frase per essere trasportata a casa in salfo.”

“Viktor! È grandioso! Ci sarà voluta una vita!”

Krum alzò le spalle modestamente. “Un po', sì. È anche riutilizzabile. Può essere reimpostato un qualsiasi numero di folte, completamente senza magia; in questo modo ogni bambino può usarlo. Questo è studiato per portare sempre la persona a casa, ma ne ho fatto altre che trasportano le persone in altri posti.”

“Wow! Avrei voluto avere qualcosa di simile lo scorso anno, quando siamo stati attaccati al Ministero... Sai, Viktor, questo potrebbe rivelarsi davvero cruciale nei nostri piani – quante persone sanno del progetto?”

La risposta di Krum fu interrotta dall'uscita di alcune persone dal ristorante e la ricomparsa del maitre. “Venite, il vostro tavolo è pronto.”

Hermione ringraziò copiosamente l'uomo mentre entrava dentro, la Passaporta tenuta stretta in una mano. Severus fu lasciato fuori da solo, il cuore pesante e la testa che vorticava con le scoperte della serata. Girandosi sul posto, si Smaterializzò via. 

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*

* In italiano nel testo

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chi_lamed: la seduta in palestra mi è piaciuta molto, soprattutto il fatto che non ci siano forzature nell'atteggiamento di entrambi. Sì, Hermione si rende conto di avere una cotta, ma non esagera nel metterlo in evidenza e Snape è totalmente IC. Per la scena in corridoio io poi sarei corsa a scavarmi una fossa e nascondermi fino alla fine del settimo anno...ma io in effetti non sono una Grifondoro ;).

Fink1987:  Jocelyn è un gran bel personaggio, è ben delineata, si evolve in un modo che penso vi piacerà molto e reagise a ciò che le succede da vera Serpeverde. S'inserisce molto bene nel contesto delle storie di HP, potrebbe tranquillamente passare per un personaggio originale!
  
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