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Autore: _keys_    16/08/2013    2 recensioni
questa è una storia, che si pensi parli di un amore estivo, ma che in realtà è destinato a durare tutta la vita.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Attenzione: questo capitolo riporta parole volgari e scene pesanti. Lo stesso accadrà in un altro capitolo in cui saranno presenti altre scene, molto più pesanti di queste. Per chi non vuole leggere, potrà andare, sia in questo, che nell’altro capitolo, al fondo, in cui scriverò un breve riassunto. Grazie!
 
Andai a fare la spesa e prima che mettessi piede dentro il supermercato, mi arrivò un messaggio. Presi il telefono dalla mia borsa, lo sbloccai e vidi che il mittente era un numero sconosciuto. Lo aprii lo stesso incuriosita dal contenuto. Il messaggio diceva:
Ciao Alex, forse non avrai più il mio numero dopo quello che ti ho fatto, ma ora, mi sento in colpa per tutto quello che sono stato capace di farti, e mi vergogno ogni volta che mi guardo allo specchio. Vedo un lurido ragazzo che non ha saputo controllarsi dopo una bella sbronza. Sono Luke come hai potuto capire forse, e vorrei rivederti se ne hai voglia. Sicuramente non sarà così, ma so che sei a Londra, e prima di vedere nostro figlio, vorrei prima vedere te da sola. Se ti va, rispondimi così potremmo vederci oggi stesso.
 
Rimasi pietrificata quando lessi il suo nome. Quel lurido bastardo aveva il coraggio di ripresentarsi e dire di volermi vedere, me e mio figlio. Non sapeva che avevo abortito. Comunque si era scusato, e dato che ero abbastanza forte di affrontarlo, gli risposi che ci saremmo visti dopo una mezzora ad Hyde Park.
Non so perché lo feci, ma forse aveva buone intenzioni. Non sapevo se era cambiato come diceva lui, ma se davvero lo era, volevo vederlo con i miei occhi.
 
Ignorando il fatto di fare la spesa, mi diressi subito ad Hyde Park, dove lui mi stava già aspettando. Era tanto che non lo vedevo, e rivedere il suo viso dopo tanti mesi, e dopo quello che mi aveva fatto, mi provocò un misto di paura e curiosità. Ero stata succube della sua violenza, eppure, anche se le ferite si erano rimarginate, in quel momento sembravano riaprirsi per un micro secondo, e la mia mente ricordò per un attimo, mostrandomi passo per passo, tutte le scene di quella notte, tutte le violenze subite, la mia verginità mandata a puttane, la sua lurida voce che mi gridava contro, il suo alito di alcool, la sua forza potente sopra di me, i succhiotti e i graffi che mi aveva provocato su quel letto, le mie urla di aiuto verso qualcuno che mi potesse sentire e aiutare, il suo peso su di me, il suo corpo che si muoveva troppo velocemente sopra il mio minuto che non voleva sopportare tutto quello, il dolore provato, i suoi baci che non avevano niente a che fare con quelli di un ragazzo amorevole, i suoi occhi maligni che mi scrutavano, e io nuda su quel letto impotente di ribellarmi, il mio ritardo, la sua voce che mi gridò puttana, l’aborto, quegli aghi sul mio braccio, quel bambino che non avrei mai visto. La mia mente ricordò tutto quello, e, pur se mi schifai ripensando a tutto quello che avevo subito, avanzai lentamente verso la sua figura e con una voce roca e impaurita sussurrai un ‘ciao’.
-“È da tanto che non ci si rivede eh!”- mi disse lui sorridendo.
-“Si”- mi limitai a dirgli.
-“Come stai?”- mi chiese.
-“Sto bene”- mentii-“Tu?” proseguii domandandogli.
-“Anche io sto bene. Sono cambiato sai?”-.
-“In che senso cambiato?”- domandai stupidamente.
-“Beh si, insomma … ho messo la testa a posto. Studio al college, ho ottimi voti, e sono volontario in un centro anziani. Gli porto da mangiare, gli leggo storie quando hanno bisogno di tranquillità, li porto a passeggiare, insomma insieme ad altri diciannove volontari, mi prendo cura del loro carattere. Gli diamo qualche speranza!”- mi disse sorridendomi ancora.
Rimasi un po’ stupida ma soprattutto incredula. Non ero poi così sicura che fosse vero.
Feci una smorfia senza che lui se ne accorgesse.
-“Tu invece come vai col college?”- mi chiese invitandomi poi a sedermi. Io accettai.
-“Bene è un po’ dura conciliare tutto quanto con lo studio, ma ce la faccio. Precenton è un college molto disponibile per i tuoi problemi, e il lavoro che faccio, mi permette di gestirmi da sola e non chiedere niente ai miei genitori. Insomma sono tutti comprensibili se hai qualche richiesta da fare!”- finii.
-“Beh si, capisco, devi mantenere te e un figlio piccolo!”-.
Figlio piccolo?
Cazzo, solo allora mi resi conto che il mio discorso poteva far capire che io avessi un figlio. Che cretina!
-“No..”- cercai di dire.
-“Non mi hai mai chiesto degli alimenti, avrei potuto aiutarti con la borsa di studio e il resto dei soldi che riesco a guadagnare!”-.
-“Non ne hai voluto sapere più niente, e ho fatto tutto da sola!”- mentii.
Non so perché lo feci, non c’era bisogno di fargli credere che c’era un figlio, ma un po’ avevo paura.
-“Avrei potuto aiutarti, anzi voglio rimediare. Da ora in poi posso darti una mano. Ti porterò un assegno domani quanto ti serve?”- mi chiese.
-“Non ti pre..”-.
-“Quanto ti serve?”- mi interruppe.
-“Cento!”-.
-“Facciamo duecento!”-.
Cercai di replicare ma mi zitti con un’altra domanda.
-“Come l’hai chiamata o chiamato?”-.
-“L’ho chiamata Emily”- continuai a mentire.
-“Come sta?”-.
-“Sta bene, anche se è nata prematuro”- dissi accorgendomi che avrei dovuto avere il pancione seguendo i conti-“Ha avuto qualche problema nascendo a sette mesi, ma si è ripresa. Sono stata male anche io per un po’, ma adesso stiamo bene entrambe. È  rimasta a casa mia!”- mentii ancora.
Ma come cazzo potevo dire certe cose?
-“Quando me la presenterai?”- mi chiese desideroso.
-“Beh…”-.
-“Non ti voglio mettere troppa fretta. Hai ragione quando sarai pronta me la porterai!”- mi interruppe prima che potessi dire qualcosa.
Era tutta una falsa e io non riuscivo a dire che avevo abortito, non riuscivo a dire che non c’era nessuna Emily.
Non ci riuscivo, eppure volevo dirglielo.
-“Hai conosciuto qualche ragazzo?”- mi chiese.
-“No ho solo degli amici! Tu?”- dissi ignorando la storia con Liam durata il tempo di un’estate.
-“Ci sono state due o tre che mi hanno girato intorno desiderose solo di una cosa, ma poi ripensavo sempre a te, e non mi fidavo di nessuna. Non sarebbero state degne di stare con uno come me!”-.
E tutte quelle parole da dove le tirava fuori? Forse era davvero cambiato, considerando anche il fatto che, quando stavamo insieme, non sapeva usare un verbo nella forma esatta, e i suoi discorsi dovevano contenere per  forza parole come “Troia” “Puttanelle” “Coglione” “Stronzo” “Cazzo” “Fottuto” “Vaffanculo” o qualche altra parolaccia.
Se avesse detto quella frase quando stavamo ancora insieme sarebbe stata:” Ci sono state due o tre puttanelle che mi hanno ronzato intorno che volevano solo scoparmi, ma poi cazzo, ripensavo sempre a te,  e non mi fidavo di nessuna stronza. Erano solo delle puttanelle per stare con uno come me”.
Cercai di togliermi dalla testa quel vecchio Luke, e di focalizzare quello nuovo. Sempre se era cambiato.
-“Ripensavi a me?”- dissi basita.
-“Beh si, a quello che è successo tra di noi, e il fatto che sarei potuto essere capace di farlo un’altra volta con un’altra ragazza. Insomma non ti volevo fare niente e avevo paura che potesse accadere di nuovo, così ho sempre rifiutato. Sono stato sotto cura con uno psicologo!”- mi confessò.
-“Cosa?”- urlai quasi.
-“Si, gli ho raccontato quello che avevo fatto e del mio pensiero fisso di fare di nuovo una cosa del genere. Insomma sono stato pazzo in quel periodo e volevo uscirne fuori. Vado ancora regolarmente dallo stesso psicologo, e credimi mi sta aiutando molto!”-.
-“E cosa ti ha consigliato di fare in questo periodo?”- chiesi.
-“Innanzitutto mi ha consigliato di stare lontano da alcolici e robe varie per non rifare un’altra cosa del genere. Poi, mi ha detto di parlarti non appena avrei avuto l’occasione, e di impegnarmi con qualche atto di volontariato e di studiare. Poi mi ha dato delle pasticche per tranquillizzarmi, e mi riempie sempre di domande ogni volta che vado da lui. Mi ha consigliato di non frequentare ragazze per un po’, e mi dice in ogni seduta, di parlare con te. Domani sarà felice di sapere che finalmente l’ho fatto!”- disse con tutta tranquillità, mentre io ero un po’ spaventata.
-“Sono contenta che tu stia cambiando. La vita che facevi prima, non era vita. Io ti consiglio di continuare ad andare da questo psicologo, così, riuscirai ad uscirne per bene. Ma devi essere forte a non ricadere di nuovo in questa sorta di ‘dipendenza’ se si può chiamare così!”- dissi non essendo sicura di essere sincera nel dire quelle parole.
-“Io sono contento che mi stia parlando!”- mi disse guardandomi negli occhi-“So che potrai essere spaventata ancora, ma credimi, non sarei capace a farti di nuovo una cosa simile. Una ragazza è sacra, e non si tocca!”- proseguì.
-“Sono felice di sentire da te queste parole!”-.
Beh si, forse era davvero cambiato.
Guardai l’orologio e era già mezz’ora che eravamo lì. Mi ricordai delle spesa.
-“Scusa Luke, si sta facendo tardi e io devo fare la spesa!”- dissi alzandomi.
-“Si, voglio chiederti un’ultima cosa!”-.
-“Dimmi”- dissi tranquilla sorridendogli.
-“Ci potremmo rivedere di nuovo. Sai mi potrebbe far stare bene!”- continuò.
-“Si, certo! Possiamo vederci domani!”- dissi convinta del suo cambiamento.
-“Okk, ti farò vedere una cosa!”-.
Mi avvicinai a lui e lo abbracciai. Forse ero stupida, ma sentivo di doverlo abbracciare e confortare. Aveva diversi problemi in famiglia, già da quando ci frequentavamo, ed era per quello che aveva sviluppato quel carattere. Non se lo meritava e decisi di stargli accanto, nonostante, otto mesi prima, giurai di non volerlo rivedere mai più.
-“E questo?”- mi chiese riferendosi all’abbraccio.
-“Ne avevi bisogno Luke. Buon Natale!- gli augurai per poi andarmene al supermercato.
 
Ammettendolo, rimasi un po’ scossa da quell’incontro. Mi brontolava lo stomaco, e non ero sicura che fosse fame. In fin dei conti, mi ero innamorata follemente di lui dal suo primo sorriso, e nonostante avesse fatto quello che aveva fatto, quel giorno mi aveva sorriso molto, e quel sorriso era sempre bello da guardare. Era davvero bello.  D’altronde una seconda chance si può dare a tutti no?
 
Feci la spesa, e arrivata a casa, mi resi conto che ne avevo fatta poca dato che era il periodo di Natale. Avrei dovuto comprare molti più dolcetti e robe varie.
Mi rincuorai del fatto che a cena e a pranzo eravamo dai genitori di Juliette. Avevo i regali pronti per tutti, ma quando arrivai a casa loro, mi accorsi che non bastavano per tutti. C’erano anche Eleonor, Luois, Niall, Harry, Zayn e … Liam. Menomale che ci saremmo rivisti il giorno del matrimonio.
Era una bella impresa. Tutti sapevano che eravamo fidanzati quindi dovevamo comportarci come tali.
Julie appena mi vide corse da me e mi portò in cucina da sola, dicendomi che aveva cercato in tutti modi, di non far invitare dalla madre Liam, ma aveva insistito così tanto che ne era uscita esasperata.
Io la tranquillizzai.
Salutai tutti quanti, e dal piano di sopra spuntò la madre di Juliette.
-“Alex cara. Vedi che bella sorpresa che ti ho fatto. Liam è qui con noi. Non sei contenta?”- mi chiese.
-“Oh si grazie mille!”- mentii facendo un occhiolino a Liam, che capì a assunse il carattere per recitare la parte.
-“Mettevi tutti insieme che vi faccio una bella foto accanto all’albero di Natale. Susu”- disse disponendoci vicino all’abete vero decorato con tante decorazioni.
La mamma di Juliette era una fotografa, e nel periodo delle feste, le piaceva fare foto a suo piacimento, e in effetti disse:-“Le coppiette si baciano in piedi, e gli Harry e Niall, si mettono in ginocchio davanti a loro. Al mio tre dite cheese ok?”-.
-“Nonononono … ho un erpes!”- cercai di rimediare.
-“Fa niente a Liam non importerà vero ragazzo?”- disse rivolgendosi a lui.
-“Non mi dispiace affatto!”- disse.
Prima che ci mettessimo in posa, mentre la donna metteva un nuovo rullino dissi a Liam che sarebbe stato un semplice bacio a stampo. Lui accettò.
-“Eccomi!”- ci annunciò Beth, la mamma di Julie.
-“Pronti? Tre due uno!”-.
Liam non rispettò il patto, e mi travolse in un bacio appassionato che io non volevo. Mi prese alla sprovvista ed infatti non uscii nemmeno bene alla foto. Beth propose di farne un’altra, ma prima che glie lo permisi, presi Liam, e lo portai nella stanza degli ospiti chiusi la porta e con un tono stizzito, cercando di non farmi sentire dagli altri dissi:-“Ma sei pazzo?”-.
Lui assunse un ghigno e rise.
-“Non è divertente!”- lo rimproverai.
-“Alex come te lo devo far capire che ti amo ancora. Si ti amo ancora!”- disse tornando serio.
-“Beh Liam, francamente ti dico una cosa. Ci potevi pensare prima, e ormai sono interessata ad un altro!”- dissi cercando di non tradirmi con la mia espressione.
-“Cosa?”- stridulò.
-“Hai capito bene!”-.
-“E chi è?”-.
-“È Luke!”-.
-“Ma sei matta. Dammi il suo numero che dico di scollarsi. Non puoi fidarti di lui dopo quello che ti ha fatto. Sei scema. Dimmi che non è vero Alex!”-.
-“La vita è la mia, e se sbaglio non ci rimetti tu!”- dissi lasciandolo di stucco e solo in quella stanza per poi uscire.
Nemmeno io, riuscivo a capire se fossi stata o no, sincera nel dire quelle cose.
 
Spazio autrice.
 
Allora eccomi qui con un nuovo capitolo.
Scrivo prima il riassunto e poi passo ad un commento.
Per tutte le ragazze che non hanno letto per via dell’avviso iniziale, ecco il riassunto:
Prima che Alexis entra al supermercato, legge un messaggio che le è appena arrivato. Era di Luke. Il ragazzo diceva di essere cambiato, e così, la ragazza, per vedere se era realmente vero, da un appuntamento al ragazzo, come d’altronde aveva richiesto lui.
Incontrandosi, il ragazzo dice di essersi pentito per tutto quello che ha fatto, di essere sotto cura da uno psicologo, che gli ha consigliato di riparlare appena possibile con Alexis. Lei crede davvero che lui sia cambiato, e gli promette che si sarebbero rivisti il giorno dopo, e prima di andare via lo abbraccia augurandogli buon Natale, pensando davvero che Luke potesse essere cambiato. Il suo sorriso gli faceva sempre uno strano effetto.
Dopo aver fatto la spesa, va a casa di Juliette per festeggiare la Vigilia. Trova anche Eleonor, Louis, Niall, Harry, Zayn e purtroppo anche Liam.
Beth, la madre di Julie, è una fotografa, e fa fare una foto ai ragazzi dove le coppiette si baciano. Alex cerca di evitare la cosa, ma non ci riesce, così dopo aver concordato con Liam un bacio a stampo, fa la foto. Ma il ragazzo la trasporta in un altro tipo di bacio. Arrabbiata lo porta in disparte e lo rimprovera. Liam le confessa che la ama ancora, mentre Alex dice al ragazzo che era interessata a Luke.
 
Il capitolo sinceramente non mi piace. Soprattutto nella prima parte ho usato parole e descritto scene, che di solito non scrivo mai, ma di questo tipo, ci sarà solo questo, e un altro che scriverò fra qualche altro capitolo. Mi scuso per il capitolo orribile, e invito le lettrici a recensire. Mi farebbe molto piacere. Ringrazio chi recensisce sempre e chi ha messo nelle preferite/ seguite/ ricordate questa storia. Ve ne sono grata. Grazie mille anche a chi legge solamente.
Ora vi lascio, a presto.
  
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