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Autore: Maya_Moon    16/08/2013    0 recensioni
Storia partecipante al contest "Lasciati ispirare... da ciò che scegli"
Daniel è un ragazzo incapace di esprimere ciò che pensa, e quando si innamora della bella Diane, il fratello gemello Caleb gli presta volentieri il suo aiuto, finché un nuovo problema li costringerà ad affrontare ciò che non si sarebbero mai aspettati...
Dal testo:
Daniel batte con delicatezza sui tasti bianchi e neri, ricevendo come risposta una melodia. Quella canzone... quella canzone è diventata la sua fissazione, non può farci niente. Mentre le note del pianoforte invadono la stanza, Daniel pensa e ripensa alle parole che dovrebbe cantare [...]
Caleb, il suo gemello, entra nella stanza sedendosi accanto a Daniel. [...]
"Anche oggi hai visto quella ragazza, eh?" domanda dopo un po', quando Daniel raccoglie lo spartito - che non ha degnato di uno sguardo, dato che quella canzone ormai la sa a memoria - e fa per alzarsi; il ragazzo si blocca, e dopo qualche secondo di silenzio, se ne va senza rispondere al gemello.
Quest'ultimo sospira, scrollando le spalle.
"E usala quella voce, dannazione!" grida a Daniel. Ma solo il cinguettio di un passerotto fuori dalla finestra gli risponde.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo Quarto

Il resto del pomeriggio trascorre tranquillo. Caleb non fa parola con nessuno del sangue sulla mano, pensando - sperando - che sia perché magari si era morso il labbro o la lingua durante l'attacco di tosse.
 
Diane è sulla soglia di casa dei gemelli. 
"Grazie mille, mi sono divertita moltissimo... E Daniel, te lo dico di nuovo: sei stato bravissimo!" esclama sorridendo. Il pianista annuisce arrossendo per l'ennesima volta. Caleb gli dà una gomitata, brontolandolo affettuosamente:
"Eddai, dille qualcosa!" e poi, guardando divertito Diane e facendole un occhiolino complice: "Non è forse vero che ti piacerebbe ascoltare la sua meravigliosa voce?" La ragazza annuisce divertita. Sbatte in modo teatrale le palpebre, pregandolo e trattenendo solo in parte le risate:
"Ti preeego...!" dice, mentre Daniel sbuffa e poi dopo un sospiro dice:
"C-c-ci-ci-cia-ao..." Diane si sporge e lo abbraccia d'impulso. 
"Grazie!" esclama contenta. Poi si gira e se ne va, muovendo la mano per salutarli entrambi.
"Ehi" dice dopo qualche secondo Caleb "non mi svenire qui sulla porta... sennò che cosa racconto a mamma e a papà?" Daniel gli fa una pernacchia, ancora rossissimo in viso. Caleb tossisce e rientra di corsa in casa, preoccupando un poco il gemello.
 
"Che succede, Caleb?" domanda ansiosa la madre. Il ragazzo si avvicina a lei e le mostra la mano insanguinata.
"Non credo sia normale, ma... ogni volta che tossisco sputo sangue..." risponde preoccupato il figlio, facendola inquietare. 
"Vuoi andare all'ospedale?" gli domanda lei, dirigendosi subito verso i cappotti attaccati al muro con dei gancini. Caleb la ferma prendendole la spalla.
"Sì, ma non voglio che Daniel ne sappia qualcosa mamma..." risponde il ragazzo, e la donna annuisce. Nessuno dei due sa che Daniel, che avrebbe dovuto essere all'oscuro di tutto, ha sentito tutto. Ogni singola parola.
 
Daniel corre al parco, nella speranza di incontrare Diane. Ha bisogno di dirlo a qualcuno, e lei è la sola persona cui sente il bisogno di dirlo.
E Dio, dato che ci sei... Non farmi impappinare più del dovuto, ti prego, pensa guardando il cielo rosso dal tramonto. Arrivato alla panchina dove solitamente si siede la ragazza a leggere però trova solo un'anziana coppia che guarda il sole affogare nei monti. Animato dalla disperazione si avvicina ai due, cercando di chiedere loro se avessero visto una ragazza dai lunghi capelli castani e gli occhi verde smeraldo.
"A-a-av-v-ve-te vi-i-is-sto u-u-un-na ra-a-a-ga-z-z-za?" domanda mandando un silenzioso 'Accidenti!' a Dio, che con tutta probabilità sta ridendo di gusto.
"Che cos'hai detto figliolo?" chiede la vecchia signora, ricevendo solo un cenno di diniego dal ragazzo, che scappa via tirando fuori dalla tasca il cellulare e facendo il più grande passo della sua vita: chiamare la ragazza che gli piace e cercare di farle capire che suo fratello, la sua unica spalla, non sta affatto bene.
Il cellulare squilla, mentre il cuore di Daniel batte all'impazzata. Tu tu tu tu tu... ripete all'infinito il telefono.
Sembra quasi che mi stia deridendo, pensa irritato, quando una voce dolce interrompe il suo sgradevole pensiero:
"Pronto? Daniel?" il tono di Diane è sorpreso, e d'altra parte non può certo darle torto: quando mai un balbuziente - cronico per giunta - chiama qualcuno per una chiacchierata?
"S-sì, s-son-no i-io..." risponde lui, frustrato per la sua incapacità di parlare normalmente. È tentato di interrompere la chiamata, ma il pensiero di Caleb gli infonde forza e si fa coraggio: "C-c-ca-l-leb-b è al-l-l'osp-ped-d-da-dal-e... S-st-sta m-m-m-m..." sospira, mentre il groppo alla gola che fa capolino ogni qualvolta prova a parlare gli occlude la possibilità di finire la frase. Mentre cerca invano di far uscire anche un solo sussurro dalle labbra, Diane si schiarisce la gola e tenta timidamente di concludere il discorso del povero ragazzo:
"Sta... sta male?" chiede incerta la ragazza. Daniel annuisce d'istinto, ma poi mormora un "S-sì" stentato.
"Allora arrivo subito... Ci vediamo al parco davanti alla solita panchina!" esclama Diane. "A dopo!"
"A-a d-dop-po!" risponde il ragazzo, ora di nuovo speranzoso.
 
La ragazza arriva pochi minuti dopo, trafelata. I suoi grandi occhi luminosi sono spalancati dalla preoccupazione, e subito si lancia tra le braccia di Daniel.
"Mi dispiace così tanto..." mormora lei, mentre lui dimentica per un secondo che il mondo gira intorno al Sole, che lui non parla mai a causa della balbuzie e dalla paura di non essere capito e che suo fratello sta male. Basito risponde all'abbraccio, assaporando quel momento che sa che - con tutta probabilità - si ripeterà solo tra molto, moltissimo tempo. I capelli di Diane gli solleticano il mento, mentre il suo respiro gli accarezza il collo.
Quando Diane scioglie l'abbraccio (presto, troppo presto), Daniel fa un sospiro silenzioso, mentre la ragazza comincia a tempestarlo di domande: dov'è Caleb adesso, se i suoi genitori lo sanno, se sanno cos'ha in particolare...
Dieci minuti dopo Daniel finisce il suo faticosissimo monologo: sa benissimo che se non fosse balbuziente l'avrebbe fatto in metà del tempo, ma così va la vita, pensa afflitto. Diane lo osserva ansiosa, impotente.
"Pensi che dovremmo seguire lui e tua madre?" domanda con un sussurro. Lui china il capo e lo scuote lievemente, sapendo che in tutto quel tempo perso a cercare di tirare fuori le informazioni importanti sua madre e Caleb erano già andati all'ospedale. 
"P-p-poss-s-siam-mo s-sol-lo as-sp-pet-ta-tar-re..." sussurra tristemente lui.  "An-and-diam-m-mo a cas-sa m-mi-a e-e ved-dia-am-mo s-se t-to-tornan-no." suggerì poi, mentre Diane annuiva affiancandoglisi.
 
Caleb è piuttosto tranquillo, sa che magari potrebbe essere una semplice polmonite dovuta al bagno nel laghetto. Così, quando il dottor Jones lo chiama, gli si avvicina tranquillamente, mentre sua madre lo segue ansiosa.
"Buongiorno ragazzo!" lo saluta l'uomo facendolo sedere sul lettino. 
"'Giorno!" risponde educatamente Caleb, mentre sua madre fa un cenno nervoso. 
"Potresti alzare la maglietta?" gli chiede gentilmente  Jones. Il ragazzo annuisce e fa quanto richiesto, e un paio di secondi dopo sente un oggettino freddo - lo stetoscopio - poggiarsi sulla scapola, e poi la solita domanda:
"Respira con la bocca..." E mentre esegue, comincia a tossire. Tossisce così forte che il suo busto si scuote convulsamente, e vede sua madre impallidire all'istante e il dottore prenderlo per le spalle e sorreggerlo.
"Cerca di stare tranquillo, ragazzo..." dice, ma sa che è una cosa più che inutile da dire. Le guance di Caleb si rigano di lacrime di dolore e il bianco camice di Jones si macchia di sangue.
L'ultima cosa che vede prima di essere avvolto nel buio è l'urlo sgomento di sua mamma: Caleb!
 
Francis, il padre di Caleb e Daniel, sta leggendo tranquillamente il giornale quando il suo cellulare squilla.
"Pronto?" risponde senza preoccuparsi di guardare chi l'ha chiamato. Nessuno parla dall'altra parte: si sentono solo dei singhiozzi. Allarmato, Francis allontana il cellulare dall'orecchio: sullo schermo appare il nome di sua moglie.
"Margaret?" domanda preoccupato. Come risposta ottiene solo un grido disperato. "Margaret!" esclama impaurito. Poi sente come un tramestio, un balbettio e una voce a lui sconosciuta.
"Pronto? Lei è il padre di Caleb?" Francis sbatte sorpreso le palpebre, poi mormora un "Sì..." stentato.
"Sono il dottor Jones" dice con un tono strano lo sconosciuto. "Suo figlio... suo figlio è all'ospedale e-"
"Cosa?!" urla Francis terrorizzato. "All'ospedale?" Per un attimo c'è silenzio: il dottore, infatti, si era voltato sorpreso verso la donna seduta accanto al ragazzo. 
Non gli ha detto niente?, si chiede pensieroso. Intanto, un infermiere stende un Caleb ancora incosciente su una barella.
"A quanto ci ha raccontato sua moglie, mentre tossiva ha cominciato a perdere sangue dalla bocca e... mentre lo stavo visitando ha ripreso a tossire fino allo svenimento. Per adesso non ha ripreso conoscenza..." dice Jones cercando di mantenere un tono calmo. 
"Arrivo subito!" esclama l'uomo terminando la chiamata. Uscendo fuori, non si accorge che Daniel è appena entrato nel giardino con Diane, e non sente la sua faticosa domanda (D-do-dov-ve s-sta-ai an-and-and-do?), tanto è preoccupato da Caleb e dalla chiamata del dottor Jones.
 
"Francis!" grida disperata Margaret. L'uomo la stringe a sé preoccupato. In quel momento Jones esce dalla stanza in cui Caleb ha fatto gli ultimi esami. 
E prima ancora che possa aprire bocca, entrambi i genitori sanno che il responso non può che essere distruttivo.
"Signori... mi duole dirlo, ma... Caleb presente una massa tumorale nel polmone destro, che sta già attaccando anche quello sinistro..." dice sinceramente dispiaciuto. Mentre Margaret si accascia piangendo disperata, il padre cerca di essere lucido:
"C'è la possibilità che guarisca?" Jones china la testa e la scuote tristemente. 
"Ormai è troppo esteso per essere curato... Possiamo provare a ridurlo, ma la probabilità di riuscita è quasi nulla..."
"Ma com'è che nessuno si è mai accorto di niente?!" si intromette gridando la donna. Il dottore la guarda negli occhi azzurri - come quelli di Caleb, tra l'altro -  e risponde:
"A quanto sembra, fino a che non ha attaccato anche l'altro polmone Caleb sembrava che stesse più che bene... Evidentemente il fatto che entrambi siano interessati dal cancro non gli dà più la possibilità di respirare in modo regolare... Probabilmente anche con un solo polmone il ragazzo era in grado di sopravvivere."
"E non c'è la possibilità di trapiantare due nuovi polmoni?" domada con un sussurro Margaret. Il dottore scuote la testa.
"La lista d'attesa è lunga... ci sono molte persone messe peggio di lui... Inoltre il cancro è a uno stadio molto avanzato" risponde abbassando gli occhi. "Mi dispiace signora, ma per Caleb è troppo tardi ormai." aggiunge tristemente, mentre la donna - ancora inginocchiata - si aggrappa alla gamba del marito gridando dal dolore.
  
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