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Autore: PeaceLoveFreedom    16/08/2013    2 recensioni
Il vento soffiava forte contro le finestre impolverate. Il tempo cupo rispecchiava perfettamente il mio stato d’animo.[...]Guardai l’orologio:erano le tre del mattino. Spensi lo schermo e andai in cucina con l’intento di affogare i dispiaceri nel cibo.Nonostante il freddo glaciale, decisi di mangiare del gelato.Quale rimedio migliore alla depressione? Fu proprio mentre mi voltai affondando il cucchiaino nella scatola ghiacciata che lo vidi. Il suo viso era bello come sempre.Se ne stava seduto sulla sedia vicino la finestra aperta a fissarmi con i suoi meravigliosi occhi ambrati,mentre i suoi capelli venivano mossi dal vento. Il solo vederlo mi metteva i brividi.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il ritorno




Erano ormai passate due settimane quando finalmente riuscii ad ottenere una mattinata libera per poter tornare a scuola.Indossare quella divisa quasi immacolata mi terrorizzava.Non per il completino in sè,ma per quello che significava.Non era un semplice ritorno a scuola, ma era una prova per me stessa, per testare la mia maturità e forza. Ormai ero rassegnata all’idea di quei due insieme.Ma era un’idea,quella che avevo.Vederli insieme sarebbe stata una cosa totalmente diversa.Tuttavia potevo,dovevo farcela. Con il tempo realizzai che l’unico maniera che esisteva per stare vicino ad Hayama era quella di essere sua amica.Amica e basta.Potevo accontentarmi.Rimasi per un po’ ad osservare quell’edificio imponente e ingiallito dagli anni nonostante fossi in ritardo.Almeno avrei trovato i corridoi vuoti.Non sapevo come avrebbero reagito tutti alla mia vista,nessuno era a conoscenza della mia intenzione di tornare,apparte una persona che sicuramente non aveva detto nulla agli altri. Entrai nella grande scuola quasi in punta di piedi,come per assicurarmi che nessuno mi sentisse.So che quel comportamento poteva sembrare stupido,ma il mio cuore batteva all’impazzata e mi impediva di agire con raziocinio. Per mia fortuna, i corridoi erano vuoti come predetto,quindi iniziai a correre verso la mia aula. La lezione era già iniziata,mi scusai con l’insegnante, il quale non  sembrò prestare molta attenzione al mio ritardo o alle mie scuse,in quanto appariva più che altro felice di vedermi.Era proprio buono e il fatto che fossi un’attrice mi aiutava nello scansare le ramanzine. Alzai lo sguardo verso il viso dei miei compagni,tutti adornati da un sorriso.Tutti tranne uno. Tra tutti quei denti bianchi,spiccava la faccia buia e infuriata di Fuka. Andai a sedermi nell’unico banco libero,in fondo all’aula sulla destra,sotto lo sguardo di tutti. Durante la durata delle lezioni mattutine,sentii costante lo sguardo accusatore della mia cosiddetta amica su di me.Cercai di ignorarla come meglio potevo,concentrandomi sulle lezioni e prendendo quanti più appunti potevo.Non appena la voce dell’insegnante fu interrotta dal suono della campanella, il mio banco fu invaso da tutti i miei compagni che mi inondavano di domande.Devo ammettere che quelle attenzioni non mi dispiacevano,anzi, e cercai di rispondere a quante più potevo.Improvvisamente le mani di Fuka batterono con violenza sul mio banco.Ciò dovette bastare alla mandria di persone raggruppata nei miei dintorni che in un batter d’occhio si dileguarono. Quello scatto improvviso mi spaventò un po’,ma cercai di non darlo a vedere,anche quando lei mi disse tra i denti “Cosa ci fai qui?”. “Come sarebbe cosa ci faccio?Anche io ho il diritto di andare a scuola e ricevere un’istruzione.” ,le dissi. In tutta risposta lei sussurrò con uno strano ghigno stampato sul volto “Sappiamo entrambe perché sei tornata.Mi dispiace,non me lo porterai via.”. Mi alzai e mi incamminai verso la porta.Poco prima di attraversare l’uscio, girai leggermente il capo verso di lei e dissi “Tranquilla,cara amica.Io non rubo il ragazzo di nessuno.”.Sparii dietro l’angolo sperando che la frecciatina che avevo lanciato la colpisse in pieno.Ma purtroppo non ebbi la possibilità di controllare la sua espressione.Durante il tragitto llungo i corridoi,sentivo gli sguardi di tutti addosso.Avevo quasi dimenticato che i ragazzi delle scuole medie non erano ancora abituati alla mia presenza. Fortunatamente per me,visto i pensieri che affliggevano la mia mente,nessuno mi fermò e arrivai indisturbata alla mensa.Probabilmente spaventavo gli studenti con la mia espressione.Mentre facevo la fila,cercavo con gli occhi Tsuyashi e Aya.Avevo proprio voglia della risata coinvolgente di Tsu e della voce rilassante di Aya.Riuscii a trovarli.Erano seduti soli ad un tavolo,l’uno di fronte all’altra. “Dov’è Akito?”,pensai.Mi avvicinai a loro con il sorriso più smagliate che potessi fare.”E’ libero questo posto?”. “Sana!Sei sul serio tu?”. Dissero quasi in coro,scattando in piedi.Mi abbracciarono tanto forte da impedirmi quasi di respirare. Mi erano mancati più di quanto pensassi. Mi accomodai, e cercai di prestare quanta più attenzione ai miei amici riuscivo a dare, ma per me era impossibile impedire ai miei occhi di vagare per la sala alla ricerca di quei capelli dorati.Era come chiedere al polo positivo di non lasciarsi attrarre da quello negativo.La conversazione con i due andò avanti spedita e quando mi sembrava che ormai la ricreazione fosse giunta al termine e io non speravo più di vederlo,apparve alle mie spalle,seguito da Fuka.Si sedette accanto a me mormorando un flebile “Ciao.”.Non sapevo come comportarmi,speravo dicesse qualcosa.L’atmosfera era tesa.Sapevo che era successo qualcosa tra loro e sapevo che la causa ero io.Lo capivo dalle occhiate che mi lanciava Fuka.Se avesse potuto uccidermi,lo avrebbe fatto. Può sembrare strano,ma mi sentivo terribilmente in colpa. Sapevo di non aver fatto nulla,eppure non riuscivo ad alzare lo sguardo dal mio vassoio semivuoto. Iniziai a pensare che forse non era stata una buona idea quella di tornare a scuola,forse avrei dovuto continuare a pensare solo al lavoro. Il silenzio era diventato insostenibile non solo per me,anche Tsu e Aya erano visibilmente imbarazzati.Pensai che non era il caso nemmeno di essergli amica.Gli causavo solo problemi. Decisi che era il momento di togliermi di torno,mi alzai,mormorai delle scuse poco credibili e me ne andai. Nessuno tentò di fermarmi.Ero forse diventata di troppo tra i miei stessi amici?Il tempo cambia sul serio ogni cosa. Iniziai a correre verso casa.Sapevo che quella scappatella non mi sarebbe costata cara,questi erano i privilegi di essere un’attrice. Cercai con tutte le mie forze di trattenere le lacrime,eppure quando arrivai a casa il mio viso era un fiume in piena.Mama non mi chiese nulla, mi aveva avvertito che non sarebbe stato facile. Andai da Rei come una furia.Spalancai la porta  della sua camera con più forza del dovuto,tanto che scattò in piedi dalla sedia come una molla. “Non voglio più la mattina libera.Voglio lavorare.Non voglio nemmeno un secondo libero,non voglio avere nemmeno il tempo per respirare.”. Mama irruppe nella stanza, sul viso aveva un’espressione seriosa.”Rei,no.Sana deve crescere,non può scappare dai problemi per sempre.Continuerà ad andare a scuola.”. Sapevo che aveva ragione,sapevo che era la cosa più giusta da fare,ma scoppiai ugualmente in una nuova ondata di lacrime e lasciai la camera sbattendo la porta.
 
La signora Shimura busso delicatamente alla porta.”Signorina Sana,la vogliono all’ingresso.” ,disse con il suo solito tono dolce. “Oddio..e ora chi è?”,pensai.Avevo paura di chi potesse essere,ero terrorizzata.Non volevo vedere nessuno,volevo restare in camera mia per sempre. Con il viso sprofondato nel cuscino profumato,pensai alle parole di Mama.Dovevo farmi forza. Scesi dal letto e andai all’ingresso.Rimasi sorpresa e felice di vedere Tsuyashi.In mano aveva la mia cartella,solo in quel momento mi resi conto di averla lasciata a scuola,nella furia di scappare. Ci accomodammo in salotto e bevemmo del tè. “Tsu,ti ringrazio davvero tanto!Ma dove ho la testa? Menomale che ci sei tu!”,dissi nel modo più naturale possibile. “Già Sana,sei sempre sbadata.”.Ci fu un attimo di silenzio. “Senti,mi dispiace per la situazione che si è creata oggi,il fatto è che...”,provò a dire, ma lo interruppi.”No,Tsu.Va bene così.Sto pagando le conseguenze delle mie azioni.Sapevo che non sarebbe stato facile, solo che non mi aspettavo di essere così...indesiderata e fuori luogo.”,nascosi il viso nella tazza,mi morsi il labbro nel tentativo di trattenere le lacrime.”Ma Sana tu non sei indesiderata!”.”Tsu,forse non lo sono per te e Aya...”. Rimase in silenzio,non sapeva cosa dire...e io neppure. “Spero solo che tu non abbia intenzione di abbandonare di nuovo la scuola...”,il tono triste della sua voce mi colpì.”Voglio essere sincera con te.Era quelloc he volevo fare.Quando sono uscita da scuola,oggi, l’ho fatto con la convinzione che non vi avrei mai più messo piede.Per fortuna mia madre mi ha fatta ragionare.Non sarebbe una soluzione,non risolverei nulla.Quindi continuerò a venire a scuola.Devo solo capire come comportarmi.So che non sarà per niente facile,ma devo riuscirci.”.Lo guardai negli occhi.”Sono fiero di te,Sana.Cercherò di aiutarti per quanto mi è possibile. La verità è che Akito ha sofferto molto per te,e ha cercato di rimpiazzarti con Fuka.Lei non mi piace molto,in realtà.Ma lui inizialmente sembrava essere...non dico felice,ma sembrava stare meglio.Ma,per quanto lei si sforzi,il loro rapporto non sarà mai come il vostro.Per questo lei ti odia tanto. “
Quelle parole mi colpirono.Anche quando Tsu se ne andò,non riuscii a distogliere i pensieri da ciò che mi aveva detto.Cosa intendeva con “Il loro rapporto non sarà mai come il vostro?”.Forse Akito non era così felice con lei come credevo.Avevo dato per scontato che l’amasse,altrimenti perché starci insieme? Nessun’altra spiegazione mi sembrava possibile.Lui era sempre stato un mistero per me,e probabilmente lo sarà per sempre. Dopo cena,l’unica cosa che volevo era quella di andare a letto.Non vedevo l’ora che quella che mi era sembrata una giornata fin troppo lunga finisse.Ma,visto che le cose non vanno mai come vuoi che vadano,il campanello tuonò nuovamente.Era Naozumi. La sua faccia non mi sembrava per niente rassicurante.Da quel giorno alla caffetteria,non lo avevo più rivisto.Temevo fosse arrabbiato con me per non averlo richiamato o per averlo lasciato lì da solo.Mi chiese di andare a fare due passi. Presi la giacca e lo seguii lungo il viale di casa mia. Camminammo lentamente.Mi sembrava stranamente nervoso e avevo paura di chiedergli cosa fosse successo. “Nao,io non ho ancora avuto modo di ringraziarti e scusarmi per l’altro giorno...”,dissi.”No,non devi. Ma se sono venuto a casa tua,non era di certo per fare semplicemente due passi. Devo parlarti.”. Il suo tono non mi piacque per niente. Quella non era di certo la mia giornata fortunata. Ci sedemmo su una vecchia panchina.Aspettai per vari minuti che parlasse,ma non sembrava averne la minima intenzione.Temporeggiava apertamente. Quella situazione iniziava a spazientirmi troppo. “Allora?Cosa volevi dirmi?”,lo incalzai. “Cercavo le parole adatte per dirtelo, ma non credo esistano. Quindi,ti chiedo di scusare la mia brutalità,ma... sono malato.Volevo parlartene l’altro giorno,ma non ne ho avuto l’occasione.” parlò tutto d’un fiato.”Sono sicura che qualunque cosa tu abbia passerà in fretta,Nao.Non preoccuparti.”,tentai di sorridere,ma inc uor mio sapevo che non era nulla di così semplice.Mi guardò.I suoi occhi mi ipnotizzarono.In essi potei leggere molti sentimenti.Rabbia,rassegnazione,tristezza,paura.”Sana..ho il cancro.”.



Eccomi con un nuovo capitolo.Come promesso,mi sto impegnando a scriverli più lunghi. :)
Spero che questo capitolo e la storia in generale vi piaccia e che qualcuno recensisca...anche se dovete farlo negativamente[xD].Mi piacerebbe molto conoscere le vostre opinioni.
Alla prossima,baci :*

  
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