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Autore: Mokona Chan    22/02/2008    3 recensioni
Piccolo cambiamento!
Raccolta di one-shot tutte a tema romantico e con personaggi sorpresa. Viva il romanticismo!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata a silgree89: anche a me piace molto questa coppia!!

Avvertenza: si stacca dal filone che seguivo in precedenza. Ogni tanto bisogna cambiare!

 

C’erano una volta. . .

Un principe, una principessa e il loro amore.

Purtroppo non si tratta della mia storia.

La mia favola personale narra di una ragazza, medico emergente e innamorata,

di un traditore, pieno di odio e vendetta, e di un demone, malvisto e disprezzato da tutti.

È incredibile come queste tre diverse esistenze si siano incontrate, per poi dividersi, forse per sempre.

In questa favola (ma forse sarebbe meglio definirla tragedia) il mio ruolo risulta marginale, o, comunque, di poco interesse per il lettore. Sono la solita ragazzina innamorata del ragazzo più bello del villaggio.

Peccato che di bello abbia solo l’aspetto fisico: la sua anima appartiene completamente alle tenebre, la sua vita è stata segnata in modo definitivo molto tempo fa, e nemmeno l’amore può scalfire il suo cuore di ghiaccio.

L’odio e il rancore alimentano la sua esistenza; sentimenti covati per anni e mai liberati pienamente, se non nei rari casi in cui ammetteva apertamente le sue intenzioni.

"Qual è il tuo sogno più grande?"

"Uccidere mio fratello"

 

"Hai sentito la notizia?"

"Sì. Il Clan Uchiha è stato sterminato completamente."

"Che tragedia. . . chi l’avrebbe mai detto che Itachi, il ragazzo più promettente del villaggio fosse capace di una cosa simile."

"È rimasto in vita solo il piccolo Sasuke."

 

"Ciao Sasuke! Dimmi, quanti anni hai?"

"Troppo pochi per uccidere. . ."

 

Avevo nove anni quando ti vidi per la prima volta: eri intento ad allenarti nel giardino della tua casa dove, solo pochi mesi prima, vivevi con la tua famiglia. Colpivi a ripetizione con calci e pugni il tronco di un grande albero, rivestito da uno spesso tappeto in spugna in modo da non farti troppo male.

Già allora notai il tuo sguardo: non avevano niente che si addicesse a un bambino della tua età.

Non c’erano gioia, spensieratezza, dolcezza. Vedevo solo rabbia, confusione e un’infinita tristezza.

E sangue. Le tue mani erano piene di ferite sanguinanti; probabilmente ti stavi esercitando da molte ore, ormai. Fu così che decisi di diventare medico: così avrei potuto curare i tuoi tagli quando ti saresti fatto nuovamente male, e forse avrei potuto anche rimettere insieme i frammenti del tuo cuore.

Tutti i giorni passavo di lì e mi fermavo a guardarti. Non osai mai parlarti, non volevo interrompere i tuoi allenamenti. Pian piano cominciai a capire che i miei sentimenti verso di te stavano cambiando: inizialmente provavo solo curiosità, poi la curiosità divenne ammirazione,infine amore.

Cominciai a volare con la fantasia: un giorno avrei avuto il coraggio di parlarti, saremmo usciti insieme e una volta diventati adulti ci saremmo sposati sulla spiaggia. Avremmo avuto una famiglia, tanti bambini da crescere con amore e pazienza.

Pure fantasie infantili, anche se continuai a crederci per molto tempo.

Ci sperai ancora di più quando iniziai a frequentare l’accademia ninja. Il destino ci aveva fatto rincontrare.

Eravamo nella stessa classe. Ricordo perfettamente il primo giorno di lezioni.

Entrasti in aula con aria superba, caratteristica che ti ha sempre accompagnato e contraddistinto, ma ormai l’unico posto libero era quello accanto a me.

Mentre ti avvicinavi e ti sedevi, temevo di svenire dall’emozione. Il mio sogno più grande si stava per realizzare: finalmente ti avrei conosciuto e mi sarei fatta notare.

 

"C-ciao. . .da oggi sono la tua vicina di banco. . .mi chiamo. . ."

"Non ho alcuna intenzione di fare amicizia con te, perciò non sprecare fiato."

 

Un fulmine a ciel sereno, ma questo non bastò a farmi desistere. Ti amavo veramente tanto; ti amo ancora adesso, come fosse la prima volta. Nonostante le tue intimidazioni continuavo a parlarti, magari chiedendo il tuo parere su diversi argomenti.

 

"Tu che cosa ne pensi? Sono stata brava, vero?!"

"Stai zitta: sei noiosa. . ."

 

Ero la migliore della classe: in questo modo speravo di farmi notare da te.

Ma il mio piano fallì, o almeno non andò come avevo previsto.

A metà dell’anno entrò a far parte della classe un nuovo compagno: nella mia favola entrò in scena la bestia.

Nella mia vita entrò Naruto.

 

"Come avete potuto ammetterlo all’accademia?"

"Quel bambino è un mostro."

"I nostri figli non sono più al sicuro con lui in classe."

"Signore, vi prego calmatevi! Se nasceranno dei problemi provvederemo a risolverli"

 

"Mamma, posso andare a giocare con quel bambino?"

"Quale bambino?"

"Quello là, seduto da solo sull’altalena"

"Assolutamente no! Ti vieto di parlare con quel bambino!"

"Ma. . . perché?"

"Perché è un bambino cattivo: è pericoloso frequentarlo"

 

Tutti avevano paura di te, Naruto, e io ero inclusa in quest’unità, ma nonostante ciò non obbiettai quando il maestro Iruka ti disse di sederti vicino a me, anche perché sarebbe stato del tutto inutile: era l’unico banco vuoto ad essere rimasto.

Ti sedesti tranquillamente, senza proferire parola. Poi ti girasti verso di me.

Ci siamo guardati reciprocamente: non sembravi per nulla cattivo, anzi.

Eri bello (e lo sei tuttora); i capelli color del grano maturo e gli occhi dello stesso intrigante colore degli oceani più profondi. Chissà tu che cosa stavi pensando di me. Non te l’ho mai chiesto: è una delle tante cose che rimpiango di non aver mai fatto.

Però devo aver dato una buona impressione: dopo qualche istante mi avevi sorriso.

Era un sorriso caldo. Sembravi l’incarnazione dell’allegria, e dopo tutti questi anni di conoscenza posso dire che quell’impressione era esatta.

La stessa scena si ripeté con Sasuke, ma non ci fu nessuno scambio di sorrisi.

 

"Che hai da guardare, testa quadra?"

"Niente, niente. È che non riesco a capire come fai ad essere il più bello della scuola."

"Che intendi dire?"

"Che penso di avere molto più fascino io di te!"

"Hai la capacità di pensare come noi esseri umani? Non me lo aspettavo. Complimenti!"

 

Vi eravate alzati e davate spettacolo davanti a tutta la classe. Io spostavo lo sguardo da uno all’altro.

Sasuke. . . eri così diverso da quel nuovo arrivato: nei tuoi capelli neri come la notte e nei tuoi occhi scuri quasi quanto la pece c’era qualcosa d’intrigante, ma come carattere eravate dissimili. Tu eri chiuso in te stesso, superbo e arrogante. . . si sa, l’amore rende ciechi, e io non ci facevo troppo caso, perché non volevo vedere il male che aleggiava in te.

Da quel giorno instauraste un legame basato sulla continua competizione.

 

"Scommetto che non riesci ad arrampicarti fino in cima a quest’albero!"

"Tu dici testa quadra? Chi arriva per ultimo paga il pranzo."

"Ci stò."

"Vi prego ragazzi, non fate pazzie: state attenti!"

"Non preoccuparti tesorino, ritornerò illeso da te!"

"Spero proprio di no. . ."

 

Qualcuno mi aveva notato. Quella testolina bionda cominciò a corteggiarmi da subito, ma io non demordevo con "il terzo incomodo" ,come lo definiva Naruto.

Capisco solo adesso quanto eravamo simili: entrambi in cerca della considerazione degli altri. Ma te, Naruto, avevi un motivo molto più valido del mio, ma avevi scelto metodi molto diversi dai miei.

 

"Fermati! Ho detto fermati, Naruto!!"

"Ma che cos’è successo? Cos’è tutto questo trambusto?"

"Quel teppista l’ha fatto di nuovo!"

"No. . . non dirmi che. . ."

"Sì: ha di nuovo dipinto con la vernice i volti degli Hokage!"

"Non cambierà mai."

 

Non mi è mai piaciuto questo tuo temperamento spavaldo, anche perché inizialmente non riuscivo a capirne la causa. Ricordo che ne parlai con mia madre e lei mi aiutò a capire.

 

"Non ci posso credere! L’ha fatto di nuovo! Mi aveva promesso che non l’avrebbe fatto più!"

"Bisogna anche compatirlo, povero ragazzo."

"Che cosa intendi dire, mamma?"

"Tutti lo evitano, hanno paura di lui perché pensano che possa scatenare il demone su di loro. Nessuno vuole frequentarlo, perciò lui si fa notare in qualche modo."

"Ma in questo modo dove vuole arrivare?"

"Gliel’hai mai chiesto?"

"No"

 

Compresi solo allora che non sapevo proprio niente di te. Presi il coraggio a due mani e decisi di arrivare in fondo a questa faccenda.

 

"Ciao, posso parlarti?"

"Ma certo, dimmi tutto!"

"Io volevo chiederti se. . .se hai un sogno nel cassetto. Qual è il tuo sogno più grande?"

"Un giorno diventerò Hokage. Tutti mi porteranno rispetto e si rivolgeranno a me per avere consigli!"

"Oh!E senti, potresti spiegarmi la storia. . . del demone?"

"Beh, ad essere sincero, ne so quanto te. I miei genitori sono morti e io spero, un giorno, di fare luce su questo mistero"

"Ho capito. Ecco io. . . volevo chiederti scusa. Perdonami se a volte ti ho trattato male"

"Figurati, Tesorino!"

 

Pensavo che da quel momento sarebbe andato tutto bene; ma nell’aria c’era un nuovo terribile presagio: la favola si trasformò in tragedia.

Scoppiò una terribile guerra che portò morte e distruzione. Orochimaru aveva finalmente deciso di passare all’attacco diretto.

Io intrapresi gli studi per diventare medico sotto l’ala protettrice del nuovo Hokage: Tsunade.

Purtroppo non feci in tempo a dimostrare a Sasuke le mie capacità: te n’eri andato, avevi deciso di passare dalla parte di Orochimaru; in questo modo avresti trovato un modo per uccidere tuo fratello. La tua vendetta si sarebbe compiuta.

In preda alla disperazione mi rivolsi alla persona di cui mi fidavo di più.

 

"Ti prego Naruto! Tu sei l’unico che può riportare Sasuke! Io ho bisogno di lui"

"Non ti preoccupare! Ti giuro che lo riporterò indietro, anche a costo di rompergli tutte le ossa!"

 

Grazie di averci provato Naruto, ma purtroppo non ha funzionato.

Lui è un vendicatore: finchè non compierà ciò per cui ha vissuto, non ritornerà. Ma in me rimaneva sempre la speranza che un giorno lo avrei visto varcare la porta del villaggio.

Purtroppo è rimasta solo un’illusione.

La realtà e la vita sono molto più meschine e crudeli. Ogni giorno che passa sento una voce che dice: - è stato inutile diventare medico. A cosa è servito se poi l’hai lasciato morire? -

Non sono riuscita a curare le tue ferite.

E mi dispiace immensamente. . .

 

"Stai tranquillo Sasuke! Vedrai adesso. . .adesso ti riporto al villaggio. Guarirai, ne sono sicura!"

"sei sempre la solita. . . sei noiosa. . ."

"Guarda! Ho bloccato l’emorragia! Vedrai: andrà tutto bene!"

"Ho ucciso mio fratello. Non devo fare più niente in questo mondo: lo scopo della mia vita è concluso."

"No! Tu devi vivere! Devi imparare ad amare! Te lo insegnerò io!"

"scusa se non ho ricambiato i tuoi sentimenti, ma tra noi non avrebbe mai funzionato. . ."

". . .Perchè?. . ."

"Sei insopportabile. Grazie. . .addio. . ."

"No! Non mi lasciare! Cambierò, te lo giuro! Io ti amo!! Sasuke, non mi abbandonare!!"

 

Non mi hai ascoltato, come sempre del resto. Pochi giorni dopo vincemmo la guerra.

Scoprimmo che Orochimaru era morto per mano di Sasuke. . .

Sono passati sette anni.

Naruto è diventato Hokage: si è addirittura sposato e ha una famiglia stupenda. Io, invece, non mi sono mai ripresa da allora. Lavoro a tempo pieno in ospedale, ma anche qui nessuno mi ha mai notata o elogiata per il mio lavoro.

Ma adesso tutto cambierà.

Oggi chiunque mi noterà.

Tutti si ricorderanno di me per sempre.

Del resto, non si vede una donna volare tutti i giorni. . .

 

Owari

Sakura Haruno

 

Allora? Che ne dite? L'ho scritta come tema a scuola, ma senza citare nomi.

Quindi questa copia è leggermente diversa dall'originale, ma ripsecchia in pieno il 7 che mi ha dato la prof ( il voto più alto della classe!! )

Continuate a recensire e a dirmi la vostra coppia preferita!!

Vedrò di accontentare tutti! Sono molto rallentata in questo periodo: la scuola è un vero stress, e sono solo al primo anno di liceo!!

Ma non mi abbatterò così facilmente! il potere del cielo è con me!!

A presto...spero...

Bacioni da Mokona Chan.

Mekio!!!

  
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