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Autore: Lady Lee    16/08/2013    6 recensioni
L'amore non è una cosa facile.
Neanche per Beast Boy e Raven, che in questa storia si accorgeranno di amare, oltre ai pregi, anche i difetti l'uno dell'altra.
Ma non sarà semplice, perchè amare è difficile, però in fondo, basta ascoltare il proprio cuore.
Buona lettura!
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beast Boy, Raven
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Richiuse la porta alle sue spalle, e si asciugò un’altra lacrima silenziosa.
Osservò il corpo di Raven disteso sul letto, avvolto tra le candide lenzuola; i lunghi capelli viola erano sparpagliati disordinatamente sul cuscino.
Si avvicinò piano, attento a non fare rumore.
Sentiva una strana sensazione, una morsa al cuore. Socchiuse gli occhi per un secondo, sperando di potersi trovare, anche solo per un attimo, in un mondo in cui Raven stesse bene.
Scappare dalla verità.
L’aveva desiderato di nuovo, aveva implorato a se stesso di evitare di pensare, convincersi che era solo un incubo.
Ma non ce l’aveva fatta, si era ritrovato di nuovo a piangere, a disperarsi e distruggersi, solo per… amore.
Sospirò, e si sedette sulla sedia accanto al letto di Raven.
-Ciao.- sussurrò, con voce flebile. –È strano parlare con te senza ricevere risposta, sai? Non è lo stesso se non mi rimproveri dicendomi di stare zitto.
Si passò una mano sulla guancia bagnata dalle lacrime, e guardò le palpebre leggere della maga, che coprivano i suoi magnifici occhi viola.
Pensò a quanto gli mancassero i suoi sguardi.
-I medici dicono che tu possa sentirmi, ma che probabilmente quando ti sveglierai dimenticherai tutto ciò che ti dirò.
Un po’ gli dispiaceva, gli sarebbe piaciuto che lei conservasse quella conversazione, e che una volta guarita dal coma gli potesse dire: “Grazie B.B.”, perché lui le era stato vicino mentre era in ospedale.  
Forse non aveva neanche bisogno di quel “grazie” per sentirsi appagato, e se Raven non avesse mai saputo che Beast Boy era andato a parlarle non sarebbe stato un male: si domandava quante sciocchezze avrebbe detto, essendo triste e abbattuto.
-Il fatto è che senza di te io mi sento perso.
Le sfiorò la mano fredda, poi la strinse più forte.
-C’è solo… buio, quando non ci sei tu.- disse, con la voce mesta. –Ma, io mi chiedo, cos’è il buio? I bambini ne sono spaventati, tutti gli altri sono curiosi di sapere cosa vi si nasconde, oppure accendono la luce e lo fanno svanire. A te piace il buio, vero Rae?- fece una pausa, quasi aspettasse una risposta che non sarebbe mai arrivata.
-A me il buio fa paura. E la mia paura del buio è la paura di quello che non conosco, che non so e che potrebbe farmi del male. È impossibile dire di non essere ansiosi di accendere la luce, quando è spenta. Ma prima o poi dovremo sorpassare il buio. Bisogna avanzare a testa alta, proprio lì, dove nessuno ti vede. Può sembrare una cosa idiota, ma non lo è.
Se fai qualcosa quando nessuno ti guarda sei sicuro di voler fare quel gesto per te stesso, e non per dimostrare di essere forte agli altri. Quando si cammina nelle strade del Buio incontri tanti pericoli, ostacoli; e non bastano due occhi per vederli ed evitarli. Ne servono quattro.
Non bastano due mani per toccare, due gambe per camminare. Ne servono quattro.
Per questo noi camminiamo insieme. Per sentire meglio quel rumore sospetto, ma anche per perderci insieme. Uno sbaglio diventa una cosa giusta se fatto con un amico, con una persona alla quale vuoi bene.
Per questo, Rae, noi ci teniamo la mano.- B.B. si fermò un attimo, le accarezzò la fronte e continuò a parlare con la voce tremolante, sull’orlo delle lacrime:- Per condividere quel piccolo attimo di felicità, per osservare la luce in fondo alla strada e gioire. Ogni tanto io inciampo. Troppo spesso, forse? È perché voglio che tu mi insegni a seguire il suono del mare, è perché voglio guardare la luna splendere vicino a te.
A volte inciampi anche tu. Ma, in fondo, cosa importa?
Noi ci rialziamo sempre, ci togliamo la polvere dai vestiti e continuiamo la battaglia dopo una ferita. Io spinto dalla tua forza e tu dalla mia. E, mano nella mano, camminiamo di nuovo su quella strada, sotto lo sguardo del resto del mondo e il buio immenso, alla ricerca di una luce che, nei nostri cuori, abbiamo trovato già.- si sfiorò la guancia con il pollice, per toccare una lacrima che cadde sulla mano di Raven, rigandola.
Beast Boy sospirò. Si avvicinò al suo volto esitando, incerto.
Poi, senza pensarci, le lasciò un piccolo bacio sulla fronte, con leggerezza.
-Guarisci presto, Rae.- sussurrò, sentendo il cuore battere a mille.
Si alzò dalla sedia, e aprì la porta per andarsene. Si girò un’ultima volta per osservare il volto della ragazza.
Poi, mentre varcava la soglia dell’entrata con lo sguardo basso, sentì una voce.
Sentì quella voce.
La sua voce.
-B.B., non andartene. Rimani con me.
 

Ehilà!
Eccomi qui, con enorme ritardo, a postare il capitolo alle 23.47.
Mi scuso, è quasi un mese che non aggiorno, mi dispiace :c
Ultimamente non so dove ho la testa, ed ho qualche problemino… sì, insomma, ‘’affari di cuore”.
Parlando d’altro: qui fa un caldo di pazzi! Yeeee! (anche se ho scritto ‘Yeeee!’ non sono veramente felice =.= ho il cuore infranto e il cervello bollito dal caldo :c)
Spero che il capitolo vi sia piaciuto! E se vi va mi farebbe piacere ricevere una recensione. Mi fareste felice :)
Grazie per aver letto ^^ e grazie a quelli che hanno recensito e recensiranno!
A presto!
  
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