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Autore: briciolaFINE93    17/08/2013    13 recensioni
[Storia ad OC]
Nell'insolita città di Kroszveria vi è la Kroszveria Prestigious School, l'accademia più importante di tutta l'isola. La preside, la bellissima Grace dai lunghi capelli rosa e dal sorriso bonario, gestisce il migliore sistema scolastico per ragazzi e ragazze di buona famiglia e la vita studentesca prosegue con misteriosa tranquillità. Ma l'arrivo di un prete dai capelli grano e di un professore dai glaciali occhi cobalto sconvolgerà la routine degli studenti svelando segreti e verità nascoste.
[BlueMoon-RedJewel]
Genere: Commedia, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bright, Fine, Rein, Shade, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Peccato¬

Peccato... L'incubo

 


Rein si era ritrovata seduta vicino ad una ragazza a suo dire molto carina. Era la stessa, notò solo dopo averla osservata per qualche minuto, che era intervenuta in difesa della pianista nell'ora di musica. Si stava strofinando freneticamente un occhio verde chiaro e ciò la rendeva molto buffa, eppure fu distratta dai suoi pensieri sulla compagna di banco quando altre due ragazze molto alte le si affiancarono.
-Scusa, possiamo sederci qui vicino a te?- domandò gentilmente la bionda -Inoltre non ci sono altri posti- continuò con il sorriso sulle labbra. Rein le guardò tutte e due, quella rimasta un po' in disparte non sorrideva, aveva un'espressione di sufficienza nonostante le stesse scambiando occhiate strane, quasi indecifrabili.
-Oh certo certo, sedetevi pure- esclamò accorgendosi di avere indossato un'espressione un po' svampita e arrossendo per l'imbarazzo -Ecco, io sono Rein- si presentò cercando di rimediare alla figuraccia. Allungò una mano che la bionda strinse immediatamente con una presa decisa ma allo stesso tempo cordiale -Piacere Rein, io sono Anya e lei- indicò la mora -E' Maria Esmeralda-
La turchina fece un piccolo inchino a tutte e due, poi si girò verso la ragazza di prima che sorrideva bonaria osservando tutte e tre -Io mi chiamo Elizabeta Momura ma chiamami pure Eliza- la precedette con un occhiolino simpatico -Adesso abbiamo una nuova amica, vero Maria, Anya?- le due annuirono soddisfatte.
-Ragazzi vorrei avere la vostra attenzione- proruppe il curato con voce allegra e dolce -Direi che possiamo iniziare con questa scheda, qualcuno si offre per distribuirla?-
-Io!- Rein si girò stranita verso la gemella che nel frattempo era scattata in piedi con una mano in aria. Il curato le sorrise e lei arrossendo prese velocemente le numerose copie dandone una a ogni studente.
Una volte che tutti ebbero in mano la propria, si permisero di dare un'occhiatina al contenuto. Delle domande e delle frasi da completare spuntavano qua e là sul foglio rosa opaco.
-E' veramente molto semplice, sono domande su di voi a cui dovrete rispondere sinceramente, vi do al massimo otto minuti, ma se vi serve più tempo non esitate a chiedere-
La turchina iniziò a leggere attentamente. La prima richiesta era scrivere il proprio nome e cognome seguiti da soprannome ed età. Facile, pensò con entusiasmo, Rein Sol di sedici anni e mezzo! Poi però rifletté sullo spazio in bianco, nessuno le aveva mai affibbiato un soprannome. Cercò in tutti i modi di ricordare un frangente in cui l'avessero chiamata con un nome diverso dal suo. L'unica cosa che le venne in mente fu il "figliola" detto da sua madre nell'ultima visita all'accademia e un "fata turchina" scherzoso di un compagno di classe. Ecco, pensò, avrebbe proprio scritto fata turchina come soprannome. Continuò a leggere, di seguito le chiedevano quale fosse il suo colore preferito e cosa ne pensasse di alcune cose. Compilò velocemente sorridendo allegramente quando si ritrovò a pensare che il suo colore preferito fosse proprio quello dei suoi capelli. Poi le ultime sei domande. Ci mise un po' per rispondere a quelle, ragionare era praticamente d'obbligo, poi ripose la penna sul tavolo e guardò se anche le sue compagne di banco avessero finito.
-Bene ragazzi, avete tutti terminato?- domandò gentilmente Don Jewel, gli studenti annuirono -Allora portatemi pure le schede e radunatevi davanti alla porta che andiamo a fare un giro così vi spiego in cosa consisterà il nostro esperimento-

In dieci minuti erano già tutti in giardino, seguivano fedelmente il prete che camminava serenamente con le mani intrecciate dietro la schiena, non accennava a parlare sembrava solamente uscito per godersi il venticello autunnale che faceva svolazzare i capelli, le cravatte e le gonne degli studenti.
Rein guardò i compagni davanti a sé, un gruppetto di quattordici ragazze camminavano una accanto all'altra, non sembravano amiche più che altro sembrava che per coincidenza si fossero trovate tutte vicine, allineate per alcun motivo apparente. Tra le tante riconobbe le tre ragazze con cui aveva parlato precedentemente che proseguivano abbracciate, la mora in mezzo con le braccia sulle spalle delle amiche. Sorrise, le sarebbe piaciuto arrivare a conoscere meglio un po' tutti i compagni del corso.
Poi si fermò di colpo. La testa iniziò a girare dolorosamente, lo sguardo si fermò esattamente sulla mano di una delle alunne, come dei flash continui vide l'arto ricoprirsi di sangue e poi tornare normale. Si strinse il capo tra le braccia esili, le gambe le iniziarono a tremare e lo sguardo incominciò a tremare. Una mano le si posò sulla spalla e lei voltò leggermente il volto verso la gemella che la fissava preoccupata.
-Rein- la chiamò confusa -Ti senti bene?- continuò riportando il braccio lungo i fianchi, la turchina notò una macchia di sangue che piano piano si allargava sulla stoffa della manica della maglietta. Eppure la sorella non sembrava accorgersene e la fissava tranquillamente, solo un po' scombussolata.
-La- mormorò sgranando le iridi acqua marina -La tua mano sta-
Sentì i palmi prenderle con tenacia le braccia -Rein, cosa succede? Cosa hanno le mie mani?-
La ragazza dagli occhi chiari osservò assorta la stanza in cui si era trovata improvvisamente, era enorme e spiccavano, nell'oscurità rischiarata da delle semplici candele, venti letti, alcuni a castello altri normalmente appoggiati sul pavimento di legno. Una scia di macchie di sangue catturò la sua attenzione, la seguì attirata da un qualcosa di sicuramente più grande e forte di lei e si ritrovò davanti ad un comodino. Un comodino nel bel mezzo di un cerchio composto da venti cuscini posti ordinatamente a terra, ognuno caratterizzato da un dettaglio diverso come una lettera, un disegno o addirittura la forma del cuscino stesso.
Sul comodino rigorosamente in legno giacevano un paio di bicchieri di plastica accartocciati, come se qualcuno li avesse schiacciati con forza.
E infine, un coltello.
Un coltello dal manico scuro e dalla lama affilata ma soprattutto macchiata di sangue.
Si ritrasse spaventata, la situazione non le piaceva per niente, l'oscurità la metteva a disagio e il fatto che ci fossero tracce di liquido vermiglio un po' dappertutto la terrorizzava.
-Fine- pigolò lasciandosi cadere a terra, a peso morto -Dove sono? Dove sei?-
Il rumore della porta che sbatteva la fece scattare in piedi, il cuore in gola e l'espressione più spaventata che avesse mai indossato. Nessuno, niente aveva varcato quella soglia  eppure lo sentiva, non era stata certamente una raffica di vento a richiudere accidentalmente l'uscio.
-C'è… c'è qualcuno?- chiese lo stesso volendo accertarsi del fatto di essere completamente sola in quel posto -Se c'è qualcuno allora ti prego di farti avanti-
Le si mozzò il respiro in gola quando un coltello raggiunse precisamente la sua mano, conficcandosi come una freccia nella tenera carne. Chiuse un occhio dal dolore e lo estrasse soffocando un gemito tra le labbra arrossate a causa del continuo mordicchiare dei denti, segno evidente di nervosismo e ansia. Guardò il sangue defluire e cadere a terra, goccia dopo goccia, su di un cuscino azzurro con incisa sopra la lettera "R".
-Rein- esclamò stupita intuendo a cosa probabilmente si riferisse l'iniziale -Questo… questo deve essere un incubo!- farfugliò indietreggiando sempre più e sbattendo contro la parete fredda -Voglio svegliarmi-
La prima lacrima solcò tristemente il suo volto, lucente come una perla, attese la fuoriuscita delle gemelle e poi si permise di riversarsi sul pavimento dopo aver lasciato un'evidente scia umida sulla guancia rosata della sedicenne.
-Sorellina!- sentì urlare in lontananza -Sono Fine, mi senti?- spalancò le iridi acqua marina e corse verso la porta -Rein, sono qui ascoltami!-
Tentò di gridare, di farle capire che si trovava dietro la porta ma la gola le era divenuta improvvisamente secca e le corde vocali faticavano ad emettere alcun suono. Aprì la bocca ma non ne uscì niente, provò ancora e ancora finché qualcosa non la strattonò con violenza.
-Insomma, cosa ti succede?- aprì gli occhi chiusi velocemente dalla paura e vide la gemella guardarla furiosa ma allo stesso tempo preoccupata -Ma mi stai ascoltando almeno?-
-Fine- urlò abbracciandola di scatto rischiandola di farle perdere l'equilibrio -Mi sei mancata così tanto!- continuò piangendo dalla felicità -Mi sentivo in trappola, e poi quel coltello… giusto! La ferita!-
Si stupì non riscontrando alcun taglio -Ma…! Era proprio qui, il coltello mi aveva lasciato un taglio profondo e c'era molto sangue e poi- balbettò sconcertata. La sorella la fissò scettica per poi sbuffare -Oggi sei strana Rein, meglio se ti riposi a quanto pare hai dormito male questa notte-
-Ma ti dico che..!- la rossa le interruppe accarezzandole dolcemente i capelli -Capita a tutti di sognare ad occhi aperti, a quanto pare di eri leggermente appisolata ma adesso è meglio se vai in camera a riposarti un po'. Avviso io il parroco-
-Va bene- non osò ribattere altrimenti l'avrebbero presa sicuramente per matta. Si voltò per incamminarsi verso il dormitorio poi però rivolse lo sguardo verso le ragazze di prima. Tutte e quattordici la fissavano allineate ordinatamente.
-Loro...- mormorò semplicemente tra sé distogliendo immediatamente lo sguardo -Sembrano...familiari-




Note dell'autrice:
Konnichiwa, minna!!
Per prima cosa mi scuso per il ritardo nel pubblicare ma ero rimasta senza connessione e inoltre ci sono dei problemi riguardanti una persona che sta morendo quindi diciamo che non ho avuto neanche tanto tempo e/o voglia di scrivere.... vabbèh ma questo non importa in questo momento ^^
Allora, avrete certamente notato la lunghezza del capitolo, miserabile e soprattutto non da me, ma il fatto è che questo capitolo mi serviva solo per focalizzarmi su quello che succedeva a Rein, come avrete sicuramente letto. Nei prossimi capitoli ci saranno tutti gli OC, le loro storie, amori, conoscenze e tutte le cose che mi avete scritto, per ora mi interessava Rein.
Eh, che cosa sarà mai successo a Rein? Questa sì che è una bella domanda.
Però sappiate che no è matta, no, non si sa mai che iniziate a pensare che è psicopatica ahahahh xD
.....
Oramai ci ho preso gusto quindi vi lascio con delle domande (tipo il capitolo precedente) sui vostri OC:
Dovete scegliere:
-Un OC con cui diventare abbastanza amiche (Per l'unico OC maschio direi di scegliere amico xD)
-Un OC da odiare (è una storia, non prendetevela se qualcuno decide di odiare il vostro OC tanto alla fine vincerà l'amicizia LoL)
-Un OC con cui condividere la stanza (può essere anche il primo OC scelto stesso)
[Messaggio Subliminale= femmine in camera con femmine, maschi in camera con maschi (in caso non si fosse capito)]

Have fun!!

Bene, allora a presto ciaociao!!

Bacioni Notturni,
Erika~



   
 
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