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Autore: Blue Eich    17/08/2013    7 recensioni
Siamo alla fine del Grand Festival di Johto. Drew chiede a Vera di accompagnarlo in un viaggio a Sinnoh: perciò i due eterni antagonisti si troveranno fianco a fianco in una regione a loro sconosciuta.
Riusciranno a cavarsela? Capiranno finalmente i sentimenti che provano l'uno per l'altra? In che modo si evolverà il loro complicato rapporto? E, – ultima domanda ma non meno importante – stavolta, chi diventerà Super Coordinatore, realizzando il suo grande sogno?
Inoltre verranno a galla rivelazioni sul nostro protagonista tanto misterioso, gelosie, indecisioni e verso la fine mille intrecci di shipping. Come se non bastasse aggiungiamo persone che ovunque vanno li scambiano per fidanzati, imprevisti di ogni tipo, vecchi amici ritrovati, starter viziati, rivali ficcanaso e scenette imbarazzanti…
[La storia è stata corretta e modificata dall'inizio: invito chiunque l'avesse letta in passato a ridarci un'occhiata, potreste rimanere sorpresi.]
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Drew, Un po' tutti, Vera | Coppie: Drew/Vera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
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♥ Desire to be together ♥

~ Capitolo 37: Pensieri al chiaro di luna ~

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Quella sera, come promesso da Drew, avevano affittato una piccola barca a remi e si erano spinti un po' al largo. L'acqua, calma e cristallina, sembrava uno specchio, dove la luna si rifletteva. Splendeva di luce propria, come un faro, sul mare ed il cielo bui che quasi si confondevano.

Vera teneva una mano a pelo dell'acqua tiepida, per sentirla incresparsi lentamente con l'avanzare della barca. La fasciatura sulla sua caviglia era una delle prime cose che si notavano di lei, oltre al fatto che non aveva la solita bandana in testa ed i capelli le ricadevano morbidi fino alle spalle.

Drew, ogni tanto, le gettava un'occhiata sfuggevole: non poteva fare a meno di pensare che fosse carina, anche per un dettaglio insignificante come quello. Lui remava con forza, senza dire una parola. Nonostante fosse circondato dall'acqua, la punta di agitazione del suo cuore veniva calmata dall'atmosfera circostante. Serena, dolce, come se non fosse possibile che succedesse qualcosa di brutto e fossero protetti dentro a una magica bolla di sapone. Perciò gli bastava fare un respiro profondo: si sentiva ancora agitato, ma era controllabile.

Anche Vera, ogni tanto, gli lanciava uno sguardo. Era completamente assorto nel suo compito, non batteva ciglio. Era sempre bravo in tutto, lui. Certo, aveva i suoi difetti, ma come una stella spiccava sempre sugli altri per la sua brillantezza. Se volessimo paragonare anche lei a una stella, sarebbe piccola e non spiccherebbe per la brillantezza ma per l'impegno e la dedizione messi nel voler diventare brillante. Però non riusciva a vedere quel pregio di se stessa. Iniziava a chiedersi se fosse davvero la ragazza giusta per uno come Drew… E se lui, alla fine, la avrebbe scelta.

Il verde, ad un certo punto, smise di remare e la barca rimase placidamente ferma. Non voleva che si spingessero troppo al largo: se fosse successo qualcosa non sarebbe stato in grado di intervenire. Gettò un'altra occhiata distratta alla sua compagna, per poi soffermarsi meglio sulla sua aria velata di malinconia. «Non sei felice?» chiese, per rompere il ghiaccio che si era creato.

Lei tirò su il capo e gli rivolse un sorriso, ma aveva qualcosa di diverso dal solito. «Sì, ti ringrazio molto per avermi portata qui.»

«Eppure non mi sembri molto contenta…» borbottò, senza smettere di guardarla. Ci stava rimanendo male, perché era stata lei ad aver insistito per quel giro in barca, e nonostante avesse accontentato il suo desiderio, lei non era felice. Aveva qualcosa di malinconico per la testa, si vedeva dai suoi occhi, di un azzurro più limpido e brillante dell'oceano in cui andavano a specchiarsi.

«Ti chiedo scusa, è che sono un po' sovrappensiero!» esclamò, sfoggiando un altro sorriso, che però stavolta sembrava più sorpreso: non aveva idea che si preoccupasse così tanto.

Drew distolse lo sguardo da lei e lo posò sulla luna, che quella sera sembrava risplendere di più apposta per loro. «A cosa pensi?» chiese. Nella sua voce non c'era aria di scherno o di scocciatura. Anzi, sembrava solo curioso, una curiosità sincera.

«Ecco…» Vera cominciò a torturarsi le mani, perché ora non sapeva cosa dirgli. «Drew… Perché hai scelto proprio me?» Il cuore iniziò a batterle all'impazzata e strinse la presa delle mani sui pantaloncini, cosa che faceva sempre quando era nervosa per qualcosa.

Lui la squadrò per qualche istante, confuso ed indeciso su cosa rispondere. «Non lo so» ammise, nel silenzio. Avrebbe voluto dichiararsi, dirle cosa provava per lei una volta per tutte, ma le parole non riuscivano a uscirgli dalla bocca, erano bloccate.

Anche Vera tacque. Non si aspettava certo una valanga di complimenti, non sarebbe stato nel suo stile, però… Era delusa, in qualche modo. Un sorriso amaro le increspò le labbra. «Forse dovrei lasciarti perdere, non hai motivo di stare con… Una come me.»

Si sentì alzare di scatto il mento, da due dita che la costrinsero a guardarlo dritto negli occhi. Sembravano adirati e decisi, quegli occhi smeraldini, mentre i suoi erano smarriti ed un po' spaventati. «Non dire sciocchezze» sussurrò Drew, prima di catturare le labbra di lei nelle sue, più fini di un petalo di rosa. Vera, dapprima sorpresa, si abbandonò alla dolcezza infinita di quel bacio, con tutto l'affetto ed il piacevole calore che sprigionava e si diffondeva in tutto il corpo. Avrebbero potuto baciarsi altre mille volte, ma sarebbe stato sempre magico. Stavolta, però, fu diversa dalle precedenti: schiuse leggermente le labbra, quel poco sufficiente a concedere alla lingua sinuosa di lui s'incontrare la propria. La luce pallida della luna illuminava il contorno dei loro volti ed i loro corpi, cullati nel frattempo in un dolce abbraccio. Una sagoma a forma di cuore spuntò dall'acqua e fece un salto vicino alla barca, lasciando dietro sé una scia di schizzi luccicanti. Un segno, forse…?

 

Vera si era addormentata col sorriso, pensando a tutto ciò che era successo durante il giorno, ma soprattutto a cosa era successo con Drew. A quale ragazza perdutamente innamorata non è capitato almeno una volta di addormentarsi così?

Il mattino, comunque, sembravano già dei ricordi sfocati. Essendo tornati tardi si erano svegliati più tardi al mattino, ma dovevano rimettersi subito in marcia. Drew, se non fosse riuscito ad iscriversi al più presto alla Gara di Arenipoli, sentiva che sarebbe uscito di testa. Vera captava il suo nervosismo nell'aria, perciò cercava di assecondarlo e di non farlo arrabbiare.

 

Era bastata una gara di velocità – in cui la rotta era continuamente contesa – in groppa ad Altaria e Flygon, per velocizzare l'andamento del viaggio.

Camminavano a passo svelto sul Percorso 222, quello che conduceva ad Arenipoli ed era stato finalmente riaperto. C'era un tratto di spiaggia, ma non era vitale ed affollato come quello del Percorso 213: l'unico rumore che si sentiva era il moto soffuso delle onde. Non c'erano persone in costume, soltanto qualche pescatore, e stavano tutti in religioso silenzio; chi si fumava una sigaretta, chi teneva il cappello calato sugli occhi ma non perdeva di vista la propria canna.

«L'avvincente spedizione dell'Allenatrice Vera continua! Lei ed il suo amico Drew questa volta sono diretti ad Arenipoli, per permettere a lui di conquistare il suo ultimo Fiocco. I piani dopo non sono ben chiari, ma poco importa, perché di sicuro non si annoieranno nell'attesa del Grand Festival!»

Vera, quel giorno, aveva sentito un'improvvisa nostalgia del suo “programma televisivo”, per cui fingeva di riprendere il paesaggio da una parte all'altra con le mani unite e trasformate in un obbiettivo immaginario.

«Insomma, amici, il reality show si fa sempre più emozionante e movimentato, perciò non perdetevi la prossima, entusiasmante puntata!» completò, con aria estremamente allegra.

«Tu sei tutta matta» decretò il verde, scuotendo la nuca. Lei ignorò il suo commento acido, continuando a “riprendere”. Per quanto atteggiamenti del genere fossero sciocchi, doveva ammettere che un po' lo facevano sorridere, perché gli ricordavano i vecchi tempi, quando avevano appena dieci anni e lei era un'imbranata totale mentre lui non aveva rispetto per nessuno. O meglio, soprattutto nei suoi confronti. Okay… Solo, nei suoi confronti.

 

Arrivarono – con un grande sospiro di sollievo da parte di Drew – ad Arenipoli. Era costruita attorno a una baia su un promontorio e, la maggior parte delle abitazioni, non si trovavano a terra. C'era un labirinto di passaggi sopraelevati, come potevano esserlo un'autostrada o la Pista Ciclabile, e la gente ci camminava tranquillamente sopra. Si stupirono, a proposito, di quanta gente ci fosse. Ne vedevano una calca continua passare sui pannelli; alcuni si sporgevano ed altri facevano foto, quindi dovevano essere dei turisti.

Vera e Drew stavano cercando un qualche cartello o qualcuno a cui chiedere dove poter trovare la struttura dei Contest. Ma non ebbero il tempo di farlo subito, perché una delle Sfere dallo zaino di Vera si aprì.

«Sheeeeen!» L'incubo vivente del verde, denominato più comunemente Shinx, si materializzò con eleganza sulla spalla sinistra della Coordinatrice.

Il ragazzo balzò subito indietro, guardingo. «Vada retro, mostriciattolo elettrostatico!»

«Ma ciao, piccolino mio!» Ecco, Vera iniziava già a fargli le moine, dopo neanche un minuto che era uscito di propria volontà dalla Sfera. «Vuoi fare un giretto con noi?» domandò, dandogli una lieve carezza sotto il mento.

«No che non vuole!» sibilò Drew, a denti stretti, che già aveva un brutto presentimento.

«Non l'ho chiesto a te» replicò lei, scocciata. «Se vuoi tu puoi pure restare qui.»

Ricevette in risposta un'occhiata malevola, a pugni serrati.

Shinx atterrò incolume sul terreno. Dopodiché scrollò il muso e cominciò a saltellare su se stesso. Dalle sue guance e dalla sua coda partirono lievi e controllate scintille.

«Che cosa fa?» chiese Vera, fissandolo, senza capire a cosa fosse dovuta tutta quell'euforia.

«Qua intorno c'è troppa elettricità» spiegò lui, pacato come al solito.

«Eh?»

«Quando un Pokémon di tipo Elettro viene a contatto con troppa elettricità tutta in una volta, sente il bisogno di muoversi. Però devono stare attenti ed eliminare quella in eccesso, come sta avendo la furbizia di fare palla di pelo.» Piantò le mani sui fianchi, con la solita aria di superiorità.

Shinx, per come si era sentito chiamare, rizzò le orecchie e smise di dimenarsi. I suoi occhietti color miele, che parevan d'oro, si posarono su Drew.

«Sheeee…» sibilò, con il pelo attraversato da un impulso ritto e pungente.

«Uh, che paura, tremo già!» ironizzò il ragazzo, beffardo ed insolente come suo solito.

«D-Drew… Io fossi in te mi metterei al riparo…»

Ignorando il consiglio, alzò gli occhi al cielo. «Ma fammi il piacere.»

«Sheeeeeen!» Shinx si liberò di tutta l'energia immessa nel proprio corpo, scatenando un bagliore accecante.

«Caspita, che potenza!» Vera si abbassò, impensierita, mentre udiva il ronzio dell'attacco apparentemente senza fine. Ma in fondo, le intenzioni del baby felino non erano ucciderlo, perciò non c'era da preoccuparsi più di tanto… Anche se lo sguardo spossato della vittima faceva intuire il contrario.


 

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Angolo Autrice
Heyyy!
Cioè, mi ero bloccata tipo… Un mese, a questo capitolo. °-°
Drew sarà morto fulminato? Lo scopriremo nel prossimo capitolo! ;D
Ta-ta-ta-tà, curiosità!
#Curiosità19: La parte dove Vera viene portata in spalla da Drew, durante la prima stesura era stata tagliata e sostituita da un'imbarazzante scena in biblioteca, che riprendeva il filler del capitolo 32. Trovandolo troppo ridicolo ed imbarazzante da correggere, le due ora sono state scambiate: la biblioteca è diventata un taglio, mentre l'infortunio parte della storia.
Vi ringrazio ancora per le recensioni, siete fantastici. <3
Alla prossima, bye!
-H.H.-
P.S. Ho pubblicato di recente una mini-long completa (due capitoli) Contest, “The vampire heart”, che ne dite di passare anche lì?
   
 
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