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Autore: DirectionerIsMyName    17/08/2013    6 recensioni
"Il mio nome è Savannah Welsh." "Sono Louis, Louis William Tomlinson."
Loro, un libro e una scommessa.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo otto.

Savannah.
 
-Savannah?- sento la voce di Josh dietro me e Louis.
-Ehi.- lo saluto sorridendo e, dopo essere scesa dalla tavola da surf, vado ad abbracciarlo. 
Lui mi stringe forte a sé.
-Cosa stavi facendo di bello?- mi chiede indicando la tavola.
-Il mio amico stava cercando di insegnarmi a surfare.- rispondo, guardando Louis, abbastanza confuso.
-Diventerai bravissima.- mi sorride Josh. 
-Non ci giurerei troppo.- ride Louis avvicinandosi a noi. -Piacere, Louis Tomlinson.- allunga una mano verso il ragazzo e lui la stringe.
-Josh Hutcherson, piacere mio. Dici che non diventerà brava?- 
-Sono un ottimo insegnante, ma non faccio miracoli.- esclama divertito. Gli faccio il verso, e, mentre Josh ride, lui mi fulmina con lo sguardo. Gli mando un bacio volante.
-Che fai, continui la lezione di surf o vieni a farti un giro con me?- chiede Josh.
-Un giro dove?- dico sorridendo.
-Non so, una passeggiata lungo la riva, ti va?- 
Senza dire niente gli prendo la mano e, guardandolo, cerco l'approvazione di Louis che annuisce non molto convinto. Lo ringrazio con gli occhi e mi avvio insieme a Josh.
-In costume sei ancora più bella.- dice guardandomi.
-Smettila con i complimenti, per favore.- lo prego.
Lui ride. -Mhm, no, non posso smettere, mi dispiace.-
-Uffa.- sbuffo.
Mi da un bacio sulla guancia, e sorrido d'istinto.
-Okay, hai vinto.- esclamo alzando le mani. Lui ride ancora.
Poi segue un momento di silenzio. Un momento in cui sento gli schiamazzi della gente in spiaggia, il verso dei gabbiani e il rumore delle onde del mare che si infrangono sulla riva. Quel mare che mi ricorda tanto...
-Simpatico il tuo amico.- dice Josh all'improvviso. 
Mi giro a guardarlo. La sua espressione è seria, non sta scherzando. Ma non è neanche così contento di averlo conosciuto. Di sicuro neanche Louis lo sarà. Ma io che posso farci?
-Abbastanza.- rispondo soltanto.
-Ma l'ultima volta che ti ho visto non eri arrabbiata con lui?-
-Si, ma abbiamo risolto.- faccio spallucce.
-Così in fretta? Wow.-
Cerco inutilmente di sembrare calma, dato che Josh mi sta innervosendo abbastanza. -Non sono cose che ti riguardano.- sbotto.
-Hai ragione, scusami.- comincia. -È che credo di essere geloso.- 
Io mi fermo e lo guardo. Gli accarezzo delicatamente una guancia.
-Non devi essere geloso di Louis. È solo un amico. Anzi, forse neanche quello. È il fratello gemello della mia migliore amica, lo conosco praticamente da una vita.- dico.
Josh annuisce, rivolgendomi un sorriso triste. 
Poi, decido di fare una cosa che forse non dovrei fare, ma è l'unico modo per convincerlo.
-Per esempio,- continuo. -con Louis non faccio questo.- 
Mi avvicino di più a lui, gli metto una mano dietro la nuca, poso le mie labbra sulle sue e comincio a baciarlo con passione. Lui risponde al bacio e poggia le sue mani sui miei fianchi. Un brivido mi percorre la schiena.
-Povero Louis- esclama divertito.
 
-Lui è Josh.- lo presento.
-Piacere, Zoey.- dice la bionda sorridendo.
-Josh, lei è la mia migliore amica.- spiego, sedendomi ad un tavolino del chiosco. Loro si siedono con me.
-Ah, quindi sei la sorella gemella di Louis. Non vi somigliate molto.- 
Zoey mi guarda confusa. -Come fa a conoscere mio fratello?-
-Stamattina mi stava insegnando a surfare. E poi è venuto lui.- le dico.
-Un momento. Ti stava insegnando a surfare? Da quando insegna?- chiede ridendo la ragazza.
-Da stamattina. Mi doveva un favore.- faccio spallucce.
-Ti doveva un..- le faccio segno di darci un taglio con le domande. Non mi sembra proprio il caso di parlarne in presenza di Josh. -ohw, capisco. Allora Josh,- riprende. -ti sei fatto degli amici qui?- 
-Oh no, non sono qui da molto tempo.- risponde. 
-Tranquillo, stando con noi conoscerai un sacco di gente.- esclama entusiasta la mia amica.
Alzo gli occhi al cielo. Avrebbe avuto quell'entusiasmo qualunque cosa avesse detto. È sempre così contenta e felice. Mi chiedo come faccia. 
-Sarà divertente.- sorride il ragazzo.
Io invece non riesco a non pensare alla tensione che ci sarà tra lui e Louis in ogni momento. 
-Qualcosa non va?- mi chiede Josh accarezzandomi una mano.
-Tutto okay.- gli dico sorridendo.
 
 
Louis.
 
Cosa ti viene in mente, Louis? Lei chiede il tuo consenso e tu fai finta che ti vada bene? Annuisci e la lasci andare via per non sembrare geloso? E invece lo sei, lo sei da morire. 
Penso che stia diventando pazzo e parlare da solo è soltanto uno dei tanti sintomi. 
Intanto esco dall'acqua e vado a posare la mia tavola da surf. Poi mi dirigo verso il chiosco per cercare mia sorella ed è proprio lì che la trovo.
É seduta ad un tavolo che chiacchiera con un moretto. Non riesco a riconoscerlo perchè è di spalle. Dai, forse riesco a prenderla un po' in giro.
Sono quasi arrivato al tavolo quando sento la voce di Savannah che mi chiama. É dietro di me, mi giro.
-Hai bisogno di una mano con queste?- gli chiedo indicando le bibite che porta su un vassoio.
-Ma no, figurati. Non sto lavorando, ti va di unirti a noi?- fa indicando il tavolo di Zoey. 
Quindi il ragazzo non è un amico di mia sorella, è quel Josh.
-Giá è finita la tua passeggiatina romantica?-
-Continuiamo dopo, se vuoi un po' di compagnia sai dove trovarci.- riprende a camminare in direzione dei due e io la seguo. 
-Ciao ragazzi.- dico mentre Savannah prende posto vicino al suo amichetto. -Posso sede..?-
-Louis.- mi interrompe la bionda -Proprio te cercavo. Devi venire con me, abbiamo alcune commissioni da sbrigare.- si alza all'improvviso guardandomi seria.
-Che commissioni, Zoey?- chiedo, scocciato.
-Dopo ti spiego, ciao ragazzi. Finitela voi la mia Coca.- dice, iniziando a trascinarmi.
Mi tiene per mano e mi costringe a spostarmi di tavolo in tavolo correndo. Proprio come fa una mamma con il suo bambino che si era allontanato da tavola.
-Aspetta, quello mi sembra Harry.- esclamo vedendo una testa riccia seduta al chiosco con una ragazza. 
-Harry, finalmente.- gli dico avvicinandomi al tavolo.
-Hei, amico. Ecco il tuo telefono.- fa lui mente prende il smartphone e porgendomelo.
-Grazie mille, sei un tesoro.- sorrido e gli faccio l'occhiolino.
-Comunque volevo scusarmi per..- inizia a parlare lui ma mia sorella lo interrompe.
-Continuerete il vostro discorso qualche altra volta. É stato un piacere, Harry. Ma andiamo di fretta.-
 
 
-Ma come fai a fidarti di lui? Lo conosce solo da un giorno.- chiedo a mia sorella quando siamo abbastanza lontani da loro.
-Mhm, cosa?- fa lei, confusa.
-Come fai a lasciare la nostra Savannah sola con uno sconosciuto?- insisto, ma lei continua a guardarmi in modo strano. -Avanti, l'ho capito che è tutta una scusa per lasciarli da soli.-
-No, Lou. Domani è il compleanno di Savannah e noi stiamo ancora a zero.-
-Oddio, sul serio? Me ne ero completamente dimenticato.-
-Sei sempre il solito, Lou. Come faresti senza me?- mi rimprovera la bionda. -A proposito, ho invitato Josh.-
-TU HAI INVITATO CHI? DOVE? QUANDO?- le chiedo preoccupato.
-Josh, l'amico di Savannah. Domani, al compleanno.-
-É ufficiale, ti odio.-
 
 
Savannah.
 
Continuo a tirare la Coca Cola dalla cannuccia, che da rosa diventa viola a causa del colore scuro della bevanda. Mi diverto a guardare come cambia colore, soprattutto perché in qualche modo mi ricorda la bambina che ero. Adoravo le cannucce, di qualunque colore esse fossero. Dal rosa, al giallo, dal verde al blu. Mettevano allegria. E se penso che domani compio diciannove anni, vorrei quasi fermare il tempo e tornare indietro. Vorrei poter giocare e sorridere sempre, anche subito dopo aver pianto per un capriccio non vinto. Vorrei potermi buttare in acqua e poi rotolarmi sulla sabbia senza preoccuparmi di sembrare un'idiota. Vorrei poter ancora credere nella magia, negli unicorni, negli elfi, nelle fate. Sarebbe tutto più facile.
-È finita la Coca Cola.- mi dice josh ridendo.
Lo guardo interrogativa.
-È inutile che continui a tirare, non c'è più niente nel bicchiere.- 
Mi accorgo che ha ragione, sto continuando a bere aria. Scoppio a ridere anch'io. -Scusa, ero sovrappensiero.- 
-Me ne sono accorto.- esclama. -A cosa stavi pensando?-
-Pensavo che domani è il mio compleanno. Compio diciannove anni. Mi raccomando, fammi gli auguri, altrimenti potrei non parlarti più.- 
-Sarò il primo, stai tranquilla.- mi fa l'occhiolino.
-Vedremo.- dico, facendo la sostenuta. Ma poi gli sorrido e gli mando un bacio.
 
 
'Svoltata l'ultima curva della strada, mi fermai. Lì, di fronte a me, c'era la casa più bella che avessi mai visto; e non una casa costruita nello stile architettonico tipo cubetto che avevo sempre associato alla grecia. No, era completamente un'altra cosa. Fu amore a prima vista.
Infilai la chiave e cercai di girarla, ma inutilmente. Anna e Kirsten si avvicinarono per aiutarmi. 
-Prova nell'altro verso.-
-Già fatto.-
-Prova a girarla mentre tiri la maniglia.-
-Fatto anche questo!-
-Proviamo a forzarla.- suggerì Anna.'
 
Questo è quello che dice il primo dei tre messaggi che mi sono arrivati con dei pezzi del mio libro. 
Non ho la più pallida idea di chi possa averli mandati, so soltanto che rivoglio il mio maledetto libro al più presto. 
E dato che non posso spendere il mio pomeriggio a leggere, devo trovare un altro modo per non annoiarmi. Decido quindi di andare a rompere un po' le palle a Harry.
Scendo le scale, attraverso il salotto ed esco. 
Sono le cinque del pomeriggio, e per strada c'è un sacco di gente. Ragazzi, ragazze, bambini, adulti, anziani. Chi in bicicletta, chi in moto, macchina o autobus. Ma tutti vanno in spiaggia. 
Continuo a camminare dritto sul marciapiede, e poco dopo arrivo.
Suono al campanello. 
-Chi è?- sento urlare dalla finestra aperta.
-Sono io, Savannah.- rispondo ad alta voce.
La porta si apre, e mi trovo davanti un Harry tutto bagnato con un asciugamano legato alla vita.
-Ciao Savannah.- esclama il riccio.
-Ciao Harry.- saluto, imbarazzata.
-Cosa ci fai qui?- chiede.
-Non avevo niente da fare, perciò sono venuta a romperti un po' le palle.- faccio spallucce.
Lui ride. -Bene, entra. Mettiti comoda, accendi la tv, prendi quello che vuoi. Io vado a vestirmi.-
-D'accordo. Ehm, grazie.- dico entrando.
Sono già stata a casa di Harry altre volte. Soprattutto da bambina. Giocavamo a nascondino nell'enorme salone, poi accendevamo la radio e ballavamo. A volte lui si metteva a cantare e io lo ascoltavo, sul divano. Osservavo il movimento delle sue labbra, i suoi ricci che ballavano, e il petto che andava su e giù mentre respirava. Era una cosa bella, mi rilassava.
Mi siedo sul divano e accendo la tv. Sto ancora scegliendo il canale, quando Harry arriva. Indossa un paio di pantaloncini blu da basket e una canotta bianca. Si siede affianco a me.
-Allora, come va?- domanda, prendendo il telecomando dalla mia mano e digitando il numero di un canale sportivo.
-Che domanda è 'come va'? Cosa vuoi sapere?- chiedo guardandolo.
-Come va con Lou?- sorride.
-Con Lou?- sono abbastanza sconvolta dalla sua domanda.
-Si Savannah, con Lou. Lou, Louis, Tomlinson, Tommo, William, Will, o come lo vuoi chiamare. Stanotte è stato a casa tua.-
-Solo perché tu sei un gran pezzo di idiota. Come potevi dormire con Louis in quelle condizioni? Mi ha telefonato alle tre di notte, mi ha insultato, poi è andato a vomitare. Mi sono spaventata a morte. Secondo te potevo lasciarlo così a casa tua? Non credo.- rispondo arrabbiata.
-Si okay, magari ho sbagliato. Ma era solo ubriaco, non stava morendo, Savannah. È una cosa che capita. È andato in discoteca, si è divertito un po', forse ha bevuto un po' troppo. Ma è normale. Che poi, se è successo tutto questo, la colpa è tua.- dice Harry.
-Mia? E perché dovrebbe essere colpa mia?-
-Ma non lo capisci? Lou sta impazzendo per questa stupida scommessa.-
-Non sono stata io a proporla.- mi giustifico.
-Ma dagli una possibilità. Una sola.- mi suggerisce il riccio.
-No, neanche per sogno.- rispondo decisa. Almeno spero.
 
Sono sola, al buio, nella mia camera. Ho le cuffiette nelle orecchie, non riesco a dormire. Manca ormai poco alla mezzanotte, godiamoci questi ultimi minuti da diciottenne. 
23:45
Un quarto d'ora, solo un quarto d'ora.
I miei non sono ancora tornati. Spero solo che per domattina siano qui. Voglio i loro auguri di persona. Soprattutto non voglio alzarmi e prepararmi la colazione da sola il giorno del mio compleanno. È una cosa triste.
23:48 
Questi minuti non passano mai. È una condanna. Rimarrò qui ad aspettare i diciannove anni per i prossimi dieci anni. Chissà come e dove sarò tra dieci anni. Spero solo di essere felice. Magari insieme a qualcuno, invece che essere da sola come ora.
23:53
Sette minuti. Posso sopravvivere altri sette minuti? Secondo me no. Non è umanamente possibile. A meno che non sia un vampiro. Ma i vampiri non hanno tutta questa fretta di compiere gli anni, loro vivono per sempre. Ma soprattutto, hanno sempre lo stesso viso. Niente rughe, niente capelli bianchi, nessuna preoccupazione. Beati loro.
23:59
Un minuto. Sarà il minuto più lungo della mia vita. Che poi tutta questa storia per uno stupido numero. Diciannove. Neanche mi piace. Avrei preferito venti. Ma manca ancora un anno, per fortuna o sfortuna, dipende dai punti di vista.
00:00
Buon compleanno a te, Savannah. Ora sei ufficialmente diciannovenne. 
Mi arriva un messaggio. Penso sia di Josh, ma leggo la schermata del cellulare e scopro che...

 
Angolo autrice.
Sciao a todos (?), tutto bene?
Sì, questa volta vi abbiamo fatto aspettare un po' di più, avete ragione, ma cinque giorni non sono poi così tanti, dai.
E poi noi siamo carine e coccolose, lol.
Prego sempre che il capitolo vi sia piaciuto *incrocia le dita*
Ah, grazie a tutti i lettori e soprattutto a chi recensice, we love you.
Un bacio,
Martina <3

P.s. Sono incazzatissima con efp che sta diventando un cesso dato che a volte impazzisce, with love.
 

 
  
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