Superhuman – V
Eravamo a pranzo. Da qualche giorno
Rose
iniziava a frequentarci, a stare un po’ di più con
noi. Forse perché eravamo
gli unici con cui poteva parlare dell’accaduto di pochi
giorni prima.
Con me era sempre la solita acida,
ma per quanto
mi sforzassi di conquistarla, lei non faceva resistenza. Sapeva cosa
succedeva,
e questo era un problema per i miei tentativi di sorprenderla.
“Ragazzi…
ma… voi vedete continuamente quando
prevedo il futuro, ma non ho mai visto voi usare le vostre
capacità!”
A quelle parole, Zayn non
esitò a sfoderare il
suo accendino preferito e farlo scattare. Raccolse la fiamma con la
mano e
ripose l’accendino in tasca. Aprì bene il palmo,
su cui la fiamma volteggiava
allegramente. Socchiuse la bocca e soffiò verso il vaso di
fiori che stava in
mezzo al tavolo della mensa. I fiori presero fuoco, che lui spense
velocemente
con uno schiocco di dita.
“WOW! Zayn, sei
forte!” si congratulò Rose.
Fu il turno di Louis, che
toccò la superficie
d’acqua nel bicchiere. Tracciò un percorso in aria
con il dito, che subito
venne seguito da una sottile cordicella d’acqua.
Tracciò come un cuore, che
fece addolcire Rose.
“Che dolce, Lou,
grazie!” disse sorridente.
Niall conosceva bene i limiti di
Louis. Fu lui,
infatti, a gelare con un gesto della mano, il cuore, pronto a
infrangersi sotto
i nostri occhi.
“Niall?” chiese
confusa Rose.
“Louis… deve
ancora mettere a frutto il totale
controllo” rispose, impaurito della reazione
dell’amico.
“Come me! – ne
sembrava felice… - E tu? Liam,
cosa sai fare?”
Liam fissò per qualche
secondo il bicchiere, da
cui usciva il pezzo di ghiaccio. Dopo poco questo si
rovesciò e iniziò ad
avanzare fino a cadere perterra e spaccarsi.
“Non avresti
dovuto” gli ricordai.
Tutte le volte che si concentrava
su qualcosa di
troppo pesante, come ad esempio un bicchiere pieno di ghiaccio,
appunto, gli
veniva un forte malditesta. Per quanto poco durasse, lo faceva comunque
soffrire.
“Harry, tu quanto puoi
correre veloce?”
“Per ora raggiungo i
cento… all’ora”
“Per lui non è
il quanto veloce – precisò a mio
sfavore Louis – ma per quanto tempo!”
“Cosa intende,
Harry?”
Sembrava divertita dal fatto che
anche io avessi
dei limiti.
“Beh… diciamo
che tre o quattro minuti e sono
già sfinito” ammisi sbuffando.
“Come fai a vedere il
futuro?” chiese Niall,
incuriosito.
“Anche io ho i miei
limiti. Faccio fatica a
vedere quello che accadrà agli altri, mentre è
come naturale poter vedere cosa
accadrà a me. Sapere cosa mi riserva il futuro, o anche solo
pochi secondi
dopo. È come se vivessi in un’epoca lontana,
perché mi perdo nello scoprire il
mio futuro…”
“Ma il futuro
è sempre lo stesso… Non ti stanchi
mai di vedere sempre le stesse cose?” chiese intrigato Louis.
“Lou, il futuro cambia a
seconda delle decisioni
che prendiamo. Cambia la decisione, cambia la visione. E poi io non so
mai
quando accadrà quello che vedo”
“Ora basta, lei
è mia!” dissi avido.
Le presi la mano e la obbligai a
seguirmi, sotto
gli occhi divertiti dei nostri amici.
Arrivammo fino a un vicolo cieco,
nascosto da
due edifici. La palestra e l’area ricreazione.
“Cosa vuoi?” mi
domandò scocciata.
“Perché con
loro sei così dolce e carina, mentre
con me sei acida, distaccata e quant’altro?”
“Che ti frega?”
“Tu mi piaci, Rose, mi
piaci davvero!”
Abbassò lo sguardo.
“Anche tu mi
piaci” sussurrò. “Ma solo un
po’”
aggiunse.
“Cosa ti costa trattarmi
bene, chiamarmi per
nome?”
“Non voglio che tu pensa
di avere qualche
speranza con me!” sembrava stesse gridando.
“Rose! Non mi arrendo io.
Voglio sapere perché.”
“Non voglio metterti in
pericolo”
“Potevi trovare una scusa
più convincente…”
dissi sorridendo.
“La prossima
volta” disse, spintonandomi e
sorpassandomi.
“Rose non mi
arrendo!” le urlai, nonostante
ormai fosse lontana.
Sentii pulsarmi la testa, una forte
fitta, come
un ‘bip’ terribilmente lungo e acuto. Non ero
l’unico, la vidi in lontananza
inginocchiarsi a terra e portare le mani alla testa.
A me passò in fretta, ma
non a Rose. Le corsi
incontro e la aiutai a rialzarsi, ma non stava affatto bene. Dopo pochi
secondi
passò anche a lei.
Si scrollò le mie mani
di dosso e continuò per
la sua strada.
Che pericolo potevo correre? Ormai
ci ero
dentro, l’avrei difesa finché fiato non avrebbe
lasciato il mio corpo, che lei
lo accettasse o meno.
Sentì Hugmun
contattarmi, quindi certamente
aveva chiamato anche gli altri.
Raggiunsi i ragazzi al chiosco e ci
avviammo
verso la presidenza.
L’ufficio era tipicamente
arredato con quadri,
scrivania di legno, sedia girevole e chi più ne ha
più ne metta! Era molto
arieggiato e luminoso.
Rose ci raggiunse quasi subito.
Come l’ultima visita al
professor Hugmun, fu
Zayn a chiudere la porta antica in legno di acero.
“Poco fa ho provato a
contattarvi e, credo, che
ci stesse provando anche mio fratello Alvin. Spero che non abbia
sentito
l’interferenza come l’ho sentita io, ma per essere
previdenti, vi aiuterò io
stesso ad ampliare più velocemente le vostre
capacità. Sarà doloroso, lungo e
stancante. Ma non posso permettere che quando lui arriverà
voi non siate
pronti.”
“Quando
incominciamo?” chiesi.
“Ora.”
***
Eravamo nel vasto campo da baseball
dell’istituto. Con molti attrezzi, se si può
definirli così, tra cui una pompa
dell’acqua, l’accendino di Zayn e delle palle da
tennis.
“Louis, incominci
tu” sentenziò il prof.
“Cosa devo
fare?” chiese disorientato.
“Beh… -
raccolse la pompa dell’acqua da terra –
devi bloccare l’acqua”
Aprì di colpo la pompa.
Louis posizionò le mani
in avanti e la bloccò.
Subito dopo Hugmun spense la pompa.
“Louis, tieni
l’acqua ferma!” gli ordinò.
“Niall
ora la devi congelare. Tutta, non solo la superficie. Tu, Liam devi
tenerla su,
in modo che fluttui, perché appena diventerà
ghiaccio Louis non potrà più
tenerla”
Niall si concentrò bene
sulla bolla d’acqua
svolazzante.
“Non ci riesco! Devo
toccarla!” supplicò.
Il professore annuì,
così Nialler si avvicinò
alla bolla e la sfiorò con la punta dell’indice
sinistro.
La bolla iniziò a
solidificarsi, ma era solo un
sottile strato di brina, credo.
Divenne sempre più
pensante, a vedere le
espressioni di Louis e Liam.
Quando fu un pezzo di ghiaccio ci
pensò Zayn a
scioglierlo, con l’aiuto del suo accendino.
L’allenamento si
riprodusse tale quale per
numerosi giorni, ma i miglioramenti erano ben visibili.
Io anche stavo migliorando. Ogni
giorno dovevo
correre fino a che non rimanevo senza forze, e dopo poche settimane fui
in
grado di tenere il ritmo più veloce, con Rose alle spalle,
per quaranta minuti.
Ma i nostri esercizi erano niente,
confronto a
quelli che doveva fare Rose. Hugmun la obbligava nel vero senso della
parola, a
migliorare. Ora vedeva anche ciò che qualcuno aveva subito
in passato, ma ad Hugmun
interessava il presente, per poter intercettare qualcuno vicino a Alvin.
“Harry non ce la faccio
più!” mi disse due
settimane dopo il primo allenamento.
“Rose, devi riuscirti!
Altrimenti non sapremo
dove trovarlo!”
“Styles.. non ti ci
mettere anche tu, dai!!”
“Mi ci metto eccome!
Dobbiamo farlo fuori, prima
che diventi troppo forte!”
Sbuffò.
Tempo dopo, Hugmun ci
lasciò un giorno di
meritato riposo. Per me sarebbe anche andata bene una settimana.
“Usciamo?”
chiesi a Rose, quella sera.
“Come amici”
“Come
amici…” ripetei sbuffando.
Andammo nella sala giochi del
campus. Lei si
sedette a una machine.
“Non vale!” la
sgridai.
“Sshhh, almeno prendo un
po’ di gettoni!”
Non avevo mai conosciuto questa
Rose. Quella che
si divertiva e che barava nei giochi. Me la immaginavo disgustata da
una sala
giochi, invece eccola lì, a camminare intorno alle varie
macchinette ruba-soldi
come se si fosse sempre aggirata lì. Era come un luogo
conosciuto, familiare,
dove poteva mostrare il suo lato mascolino.
La guardavo sorridendo tipo ebete
mentre si
aggirava tra quelle scatolette di alluminio.
Le sfiorava come per sentire quale
fosse quella
più fortunata.
Ne scelse una, ci si sedette e
tirò la
manovella. Senza neanche fingere di essere stupita quando iniziarono a
scendere
i numerosi gettoni, mi chiese un bicchiere per metterceli dentro.
Passammo la serata a barare e a
giocare.
Fu divertente ed esilarante,
soprattutto perché
ero con lei e questo rendeva tutto più magico.
ANCHE OGGI ECCOVI UN CAPITOLO (ok fa schifo). IL PROSSIMO PERO' SARA' PIU' BELLO, SPERO CHE VI PIACCIA. SUCCEDERA' UNA COSA CHE NON CREDO ORA VI IMMAGINIATE.
DI QUESTO CAPITOLO, COSA NE PENSATE? AVETE IMMAGINATO TUTTO? QUALCOSA NON VI E' PIACIUTO O, AL CONTRARIO, VI E' PIACIUNTO PARTICOLARMENTE? SONO MOLTO CURIOSA DI SAPERE COSA NE PENSATE!!!
AL PROSSIMO CAPITOLO, VALE XX
#NEVERSAYNEVER