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Autore: kanejvibes    18/08/2013    6 recensioni
"Non la inviterai ad uscire", dissi io.
"Oh, sì, invece", rispose Harry, sorridendo.
"No, non lo farai", insistetti, guardandolo male.
"E perché mai?", chiese.
"Perché non è il tuo tipo", la sparai lì.
"E' sexy, bionda e sexy. Certo che è il mio tipo!".
Sbuffai.
"Per fortuna tu non eri uno di quei ragazzi che pensa solo al sesso, eh!", sbottai, scuotendo la testa.
Harry sorrise.
"Vorresti approfittarne?", chiese, lanciandomi un'occhiata maliziosa.
Feci una smorfia.
"Per favore. Vuoi che ti vomiti nell'auto?".
Lui ridacchiò.
"Sei vergine, eh? Lo sospettavo. Forse è per questo che sei così acida. Un po' di sesso ti farebbe bene".
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Joan Perkinson è una ragazza normale con una vita normale: ma una vita normale si può sempre sconvolgere.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'You and I'
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 Litigi, inseguimenti e cuori spezzati
 
 
"Dammi un buon motivo per cui non dovrei ucciderti", sbottò Liam, sedendosi vicino a me, a pranzo.
Lo guardai, fingendomi confusa.
"Cosa ho fatto?", chiesi con l'aria da innocente.
Mi fulminò con lo sguardo e assottigliò gli occhi mentre mi si avvicinava, furioso.
"Non fare la finta tonta con me, Jo. Ti conosco troppo bene".
Alzai le spalle, addentando il mio panino, e lui sbuffò.
"Hai parlato con Katherine, non è vero?", chiese, leggermente più calmo.
"Katherine chi?", ribattei, senza guardarlo.
"Sei una cogliona", esclamò, tirandomi una piccola spinta.
Risi e piegai la testa di lato, osservandolo.
"Ti ha detto delle ripetizioni? Sì? Woah, sono un genio assurdo, dovresti ringraziarmi, Liamuccio", dissi, pizzicandogli la guancia.
Sospirò.
"Perché devi sempre impicciarti?", si lamentò, cominciando a mangiare.
"Se non ci fossi io a impicciarmi, tu che faresti?", commentai, sorridendogli furbetta.
Scosse la testa e roteò gli occhi.
"Ciao, ragazzi!", ci interruppe Susan, più allegra del solito.
Io e Liam sussurrammo un 'ciao' annoiato.
"Come mai siete così depressi? Io sono al settimo cielo! Non mi chiedete perché? Eh?".
Liam si morse il labbro e si concentrò sul cibo nel piatto.
Io sbuffai.
"Lo sappiamo, stai con Harry", borbottai, roteando gli occhi.
"Sì, cazzo!".
Si mise seduta e sospirò con aria sognante.
Guardai Liam, che aveva assunto un'espressione scocciata.
"Lui è così...oh...è perfetto. Stasera andiamo a cena fuori, sono curiosa di sapere dove mi porterà. Forse andremo al cinema o a teatro...o mi porterà ad un concerto...ah, sono così curiosa", continuò Sue, appoggiandosi al tavolino.
Liam continuava a mangiare, ignorandola completamente, io lasciai a metà il mio panino perchè i suoi discorsi mi avevano messo il voltastomaco.
"Secondo voi devo comprarmi un vestito nuovo per stasera? Cavolo, sono così emozionata".
"La finisci?", sbottai io, guardandola male.
"Il tuo ragazzo è fantastico, abbiamo capito...adesso smettila di vantarti", continuai, scocciata.
Mi lanciò un'occhiataccia.
"Sei soltanto invidiosa", borbottò, incrociando le braccia.
Scoppiai in una risatina sarcastica.
"Invidiosa di te e Harry? Ma fammi il piacere!", esclamai, scuotendo la testa.
"Sì, sei invidiosa, perché io ho sempre tutto e tu invece no. Perché i ragazzi scelgono sempre me e non te. Sei gelosa di me, lo sei sempre stata".
"Ah, gelosa? Andiamo, non farmi ridere, tu sei una principessina viziata a cui paparino concede tutto, dovrei essere gelosa?", esclamai, facendo una smorfia.
Liam sbuffò.
"Dai, ragazze, smettetela", disse, senza neanche guardarci.
"Una principessina viziata? Sempre meglio che essere una sfigata come te che non ha mai avuto un ragazzo. Sei una stronza, lo sai? E sei acida. Sei piena di difetti. Se tua madre è come te, non è difficile capire perché tuo padre l'abbia tradita e sia sparito", commentò, dura.
Mi irrigidii.
Liam alzò la testa e la guardò, incredulo per le sue parole.
Io mi alzai, stringendo i pugni.
"Non permetterti mai più", ringhiai.
Si alzò anche lei, guardandomi con occhi pieni di sfida.
"Hai chiuso con me. E ti consiglio di stare lontana dal mio ragazzo", disse Susan, sorridendomi.
"Uh, è una minaccia?".
"Prendila un po' come ti pare", ribattè lei, voltandosi, poi, verso Liam.
"Tu che fai? Stai con me o con lei?", chiese.
Il ragazzo alzò un sopracciglio.
"Mi stai chiedendo di scegliere fra una di voi?".
Sue annuì e Liam la guardò con durezza.
"Allora sai già qual è la mia risposta".
La bionda fece una smorfia e annuì di nuovo.
"Giusto. Voi due siete inseparabili, no? E' sempre stato così...io sono sempre stata di troppo...forse è meglio se non ci frequentiamo più", disse, andandosene.
Io non avevo più mosso un muscolo. Sentivo gli occhi pizzicarmi e avevo voglia di urlare e spaccare tutto.
Liam mi mise una mano sulla spalla, ma io la spostai.
"Ho bisogno di stare sola", sussurrai.
 
 
Mi sedetti in giardino e rimasi lì nelle ore successive, senza preoccuparmi delle materie che avrei saltato.
Il cielo era grigio e avrebbe potuto iniziare a piovere da un momento all'altro.
Mi alzai, appena vidi gli studenti cominciare ad uscire da scuola e iniziai a camminare senza una meta, sovrappensiero.
Misi una mano in tasca, tirai fuori la foto che mi aveva dato Harry e passai nervosamente il pollice sulla figura di mio padre.
Era giusto che tutto ciò che avevo di lui fosse una stupida foto?
Trattenni le lacrime e, dopo averla ripiegata con cura, la rimisi in tasca.
Calciai violentemente un sasso e mi fermai.
Mi sedetti per terra e cercai di respirare a fondo.
La strada era deserta e c'era un silenzio quasi assordante.
Mi resi conto di non essere mai stata in quel punto di Londra.
Era triste e inquietante.
Un gatto fece un verso stridulo e mi alzai in piedi.
Mi guardai un attimo intorno, iniziando a spaventarmi.
Poi, sentii un rumore di passi non lontano da me e mi agitai.
Il cielo si era scurito sempre di più e c'era molta meno luce di prima, in più, aveva iniziato a tuonare.
Deglutii e mi misi a correre nella direzione opposta al rumore dei passi, ma li sentivo sempre più vicini, sempre più veloci.
Cercai di urlare, ma dalla mia bocca uscì soltanto un verso strozzato.
Mi accorsi che stavo piangendo solo quando sentii il sapore salato delle lacrime sulle labbra.
Aumentai il passo, senza avere il coraggio di voltarmi per vedere chi fosse il mio inseguitore.
Possibile che non ci fosse nessuno?
Ero stanca, spaventata e sola.
Un facile bersaglio per chiunque avesse avuto cattive intenzioni.
Singhiozzai e, poi, finalmente, sbucai in una strada transitata e per poco non finii sotto una macchina, mentre attraversavo la strada.
Mi resi conto di essere al sicuro.
C'erano un sacco di persone.
Ripresi fiato e mi voltai a guardare il vicolo da dove ero venuta per vedere chi mi avesse seguita.
C'era una figura incappucciata che mi fissava dall'altra parte della strada.
Assottigliai gli occhi, ma non riuscii a distinguerla bene e, dopo poco, corse via.
Tirai un respiro di sollievo e mi schiacciai contro il muro di una casa, prima di riprendermi e chiamare un taxi.
A casa, non c'era nessuno, perciò mi chiusi a chiave in camera e mi infilai sotto le coperte, addormentandomi quasi subito.
 
 
Quando la sveglia suonò, mi svegliai di soprassalto.
Mi preparai più in fretta che potei e corsi in cucina.
Appena vidi mia madre, mi tranquillizzai.
"Oh, mamma", sussurrai, abbracciandola.
Lei non ricambiò l'abbraccio, ma si distaccò e mi guardò male.
"Che c'è?", chiesi, confusa.
"Me lo chiedi anche? Mi hai delusa, Jo. Non mi aspettavo davvero che fossi una bambina capricciosa come ti sei dimostrata", mi rimproverò, incrociando le braccia.
Corrugai la fronte.
"Eh? Perché dici così?".
"Perchè? Jo, hai rovinato l'uscita di Harry e Sue! Ti rendi conto di quanto tu mi abbia fatta vergognare? Mi sento veramente...ah, non so come mi sento!", gridò.
"Io non ho fatto niente! Ieri appena sono tornata a casa sono andata a letto", mi difesi, scuotendo la testa.
"Non negare l'evidenza, Jo. Sono già arrabbiata, non infierire ulteriormente".
"Ma io non ho fatto niente!", ripetei.
"Ah, no? Allora Harry e Sue si sono sognati tutto. Non sei andata da loro mentre mangiavano e non hai iniziato ad insultare e a sminuire Susan davanti a tutto il ristorante e non le hai nemmeno rovesciato la bottiglia di vino addosso, non è vero?", chiese, sarcastica.
Scossi la testa.
Io non avevo fatto niente di tutto ciò. 
"Sei così infantile...vedi di scusarti con Harry e soprattutto con Susan o puoi considerarti in punizione per il resto della vita", disse, tornando ad armeggiare con la teiera.
Sentii gli occhi pizzicare e uscii in fretta dalla cucina, andando a sbattere contro Harry.
Mi lanciò un'occhiataccia che mi fece morire dentro.
Una lacrima mi rigò il volto e aprii la bocca per dire qualcosa, ma lui mi precedette.
"Spostati, devo passare", disse, freddo.
Non reagii in alcun modo e lasciai che lui mi facesse spostare, mentre entrava in cucina.
Harry mi odiava. E per qualcosa che non ricordavo neanche di aver fatto.
  
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